Connettiti con Renovato 21

Economia

«Il denaro è questione di economia fisica»

Pubblicato

il

 

 

L’economia mondiale sta per essere sconvolta per sempre. C’è chi parla di quella che è di fatto, una nuova Bretton Woods, un nuovo accordo non ancora scritto ma chiarissimo con cui saranno regolate le relazioni commerciali e finanziarie internazionali.

 

C’è chi parla della prospettiva incredibile (ma ora piuttosto visibile) del rublo come nuova riserva monetaria mondiale – del resto, con quello con petrolio, gas, nickel, carbone, palladio, neon, fertilizzanti, grano, cioè commodity essenziali alla civiltà moderna.

 

Della de-dollarizzazione su questo sito abbiamo parlato molto. Così come del fatto che l’economia, con tutti i suoi trilioni, i suoi soloni, si trova davanti l’immagine più tremenda, più opposta a quello che in teoria dovrebbe rappresentare: la fame. La disfunzione nei rapporti e nei commerci che arriva al punto di minacciare l’integrità fisica delle popolazioni umane.

 

È con questo in mente che vogliamo tornare alle parole dell’economista e politico americano Lyndon LaRouche (1922-2019) a un seminario sponsorizzato dall’EIR il 29 giugno 2005 a Berlino, dove centrava perfettamente il tema della primazia dell’economia fisica e del denaro come sua espressione.

 

«La cosa più importante è che abbiamo a che fare con un mondo in cui c’è una concezione del denaro, che è la concezione popolare del denaro da parte dei governi e delle istituzioni leader, che, da quanto ne so, è pazzesco, per lo standard dell’effetto del concetto, del modo in cui viene applicato» dice Larouche.

 

«Che il valore del denaro non dovrebbe essere determinato sulla base di un valore contabile corrente. Tale contabilità dovrebbe essere vietata come metodo per determinare il valore del denaro».

 

«Il valore del denaro dovrebbe essere determinato da un principio scientifico, non da un principio contabile. E il principio scientifico è: che cos’è una determinazione fisicamente difendibile della volontà dei governi e della capacità dei governi di operare nel creare credito, a lungo termine, per lo sviluppo delle loro economie e delle loro produttività? E quindi, noi tra le nazioni, dovremmo riconoscere questo processo, utilizzare questo processo e stabilire valori in termini di credito e scambio, sulla base di quelle determinazioni, che devono essere determinazioni fisiche, scientifiche».

 

«Perché, la cosa cruciale è, qual è la vita fisica dell’investimento? Come verrà mantenuto? E quanto dura e qual è la sua qualità? Queste sono le basi su cui dovresti emettere credito: sulla conoscenza della determinazione e della competenza del governo a creare valore, a creare ricchezza e ad avere ricchezza sufficiente, a ripagare il debito che stai creando, in modo tempestivo».

 

«Questa è una questione fisica, non una questione contabile» conclude Larouche.

 

In pratica, i governi che hanno perso la concezione del fatto che il danaro serve allo sviluppo fisico, vitale della Nazione, sono destinati a sopperire. La finanza divorzia dalla realtà: ed ecco che abbiamo i grandi crash del 1929, del 2008, etc.

 

Ora il divorzio tra il danaro e la realtà fisica è pienamente visibile nella follia delle sanzioni alla Russia. Se con il danaro – dollari, euro – non posso comprare beni fisici indispensabili alla Civiltà come combustibili, metalli, cibo, a cosa serve il danaro?

 

Non è un pensiero difficile. Tuttavia i nostri governi pare che non ci arrivino.

 

Questo è il motivo per cui il rublo ha recuperato quasi tutta la sua caduta. Questo è il motivo per cui il rublo, moneta con dietro un mondo fisico ed una Nazione armata a difenderlo, non potrà che continuare a salire. Perché puoi andare avanti senza banche d’investimento, ma non senza pane.

 

Forse ci hanno convinto del contrario: narcotizzare la popolazione tenendola in uno stato allucinatorio lontano dalla realtà è del resto una blanda strategia dell’Impero della Menzogna.

 

 

Continua a leggere

Cina

La Cina supera il trilione di dollari di surplus commerciale

Pubblicato

il

Da

Per la prima volta, il surplus commerciale della Cina ha superato i mille miliardi di dollari nei primi 11 mesi del 2025. Mentre le esportazioni verso gli Stati Uniti sono diminuite di circa un terzo a causa dei dazi, le esportazioni verso Europa, Australia e Sud-est asiatico sono aumentate.

 

Gran parte di questa impennata è stata trainata dalla forte crescita dei beni high-tech, che ha superato del 5,4% l’aumento delle esportazioni complessive. Le esportazioni di automobili hanno registrato un boom, sostituendo Giappone e Germania in termini di quota di mercato. Le esportazioni di semiconduttori sono aumentate del 24,7% nello stesso periodo e le esportazioni di cantieristica navale sono aumentate del 26,8%.

 

Il canale all-news cinese CGTN ha pubblicato un articolo che attacca le narrative occidentali di «sovracapacità» o «dumping» come spiegazioni del boom delle esportazioni cinesi.

 

«Per i politici e i leader dell’industria occidentali, la questione non è come presentare la Cina come un rivale, ma come riconoscere le realtà strutturali che rappresenta. Comprendendo il surplus come parte del panorama economico globale, si apre l’opportunità di adattare le strategie, esplorare le complementarietà, promuovere la collaborazione e ricercare miglioramenti dell’efficienza che vadano a vantaggio di entrambe le parti».

 

Vari allarmi sulla tenuta dell’economia cinese erano stati lanciati negli ultimi anni.

 

Come riportato da Renovatio 21, la Cina, dopo la guerra dei dazi di Trump, è ancora impegnata in un conflitto con gli USA e i satelliti occidentali per i chip.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

Continua a leggere

Economia

Hollywood al capolinea: Netflix vuole comprare Warner Bros

Pubblicato

il

Da

Netflix avrebbe raggiunto un accordo per acquisire Warner Bros., inclusi i suoi studi cinematografici e televisivi, HBO e HBO Max, attraverso una transazione mista in contanti e azioni che valuta Warner Bros. Discovery a un valore aziendale di 82,7 miliardi di dollari (valore azionario di 72 miliardi di dollari), pari a 27,75 dollari per azione.   L’intesa dovrebbe essere finalizzata nel terzo trimestre del 2026, dopo lo scorporo programmato da parte di WBD della sua divisione Global Networks in una società quotata autonoma («Discovery Global»). Questa operazione giunge a pochi mesi dalla proposta avanzata da Paramount-Skydance per rilevare WBD.   L’accordo tra Netflix e WBD fonderà la piattaforma di streaming con un catalogo secolare e con franchise iconici come i supereroi della DC Comics, Harry Potter, Game of Thrones, I Soprano e The Big Bang Theory.

Sostieni Renovatio 21

In una nota ufficiale, Netflix ha dichiarato che l’operazione espanderà la sua library di contenuti, potenzierà le capacità produttive e favorirà una crescita sostenibile nel lungo periodo: «fornendo agli utenti una gamma più vasta di serie e film di alto livello, Netflix si attende di conquistare e trattenere un maggior numero di abbonati, incrementare l’engagement e generare entrate e profitti operativi aggiuntivi. L’azienda prevede inoltre di conseguire risparmi sui costi per almeno 2-3 miliardi di dollari annui entro il terzo anno e che la fusione avrà un effetto positivo sull’utile per azione GAAP già a partire dal secondo anno».   Secondo i termini dell’accordo, ogni azione WBD sarà convertita in 23,25 dollari in contanti più 4,50 dollari in azioni Netflix. I board di entrambe le società hanno approvato l’operazione all’unanimità.   La chiusura è attesa tra 12 e 18 mesi, subordinata all’esame regolatorio e all’ok degli azionisti di WBD. All’inizio dell’anno, Netflix ha superato le controfferte, tra cui quelle di Paramount-Skydance e Comcast.   Bloomberg ha rilevato che Hollywood non accoglie con entusiasmo questo nuovo connubio tra Netflix e WBD.   Warner Bros. Discovery ha avviato negoziati esclusivi per cedere i suoi studi cinematografici e televisivi insieme a HBO Max a Netflix, stando a fonti interne alla major – un’indicazione che il colosso dello streaming ha avuto la meglio su Paramount-Skydance e Comcast. Un’intesa del genere ridisegnerebbe il settore dell’intrattenimento e rappresenterebbe un turning point strategico per Netflix, già leader per capitalizzazione a Hollywood. Paramount ha bollato il processo di cessione come «contaminato», mentre l’attrice Jane Fonda, due volte premio Oscar, ha descritto il suo potenziale effetto sull’industria con un aggettivo più severo: «catastrofico».

Aiuta Renovatio 21

Nata come servizio di noleggio DVD via posta, Netflix ha prima annientato la catena Blockbuster e ora sta replicando il colpo con Hollywood, snobbando in larga misura le uscite cinematografiche in sala. L’accordo catapulterebbe Netflix al rango di superpotenza negli studi hollywoodiani. Tuttavia, il tutto resta appeso all’approvazione dei regolatori, con il repubblicano californiano Darrell Issa che ha già espresso opposizione a qualsivoglia acquisizione di Warner Bros. da parte di Netflix.   L’industria cinematografica è minacciata dall’avvento dell’IA, che potrebbe presto consentire a chiunque di produrre contenuti di livello cinematografico in un click, disintegrando un’intera filiera di lavoratori che vanno dagli attori ai cineoperatori, agli addetti al casting, agli elettricisti, registi, etc.   Si spiega così la corsa di Netflix verso le IP, cioè le proprietà intellettuali: avere un personaggio conosciuto e diffuso come, ad esempio Harry Potter, anche nell’era del cinema generato dall’AI potrebbe avere un valore strategico ed economico.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di Fourbyfourblazer via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
Continua a leggere

Economia

L’ex proprietario di Pornhub vuole acquistare le attività del gigante petrolifero russo

Pubblicato

il

Da

Bernd Bergmair, l’ex proprietario di Pornhub, starebbe valutando l’acquisto delle attività internazionali del gigante petrolifero russo sanzionato Lukoil. Lo riporta l’agenzia Reuters, citando fonti riservate.

 

A ottobre, gli Stati Uniti hanno colpito Lukoil con sanzioni che hanno costretto la compagnia a dismettere le proprie partecipazioni estere, stimate in circa 22 miliardi di dollari. Lukoil aveva inizialmente accettato un’offerta del trader energetico Gunvor per l’intera controllata estera, ma l’operazione è saltata dopo che il Tesoro americano ha accusato Gunvor di legami con il Cremlino.

 

Secondo Reuters, Bergmair avrebbe già sondato il dipartimento del Tesoro statunitense per una possibile acquisizione. Interpellato tramite un legale, ha né confermato né smentito, limitandosi a dichiarare: «Lukoil International GmbH rappresenterebbe ovviamente un investimento eccellente; chiunque sarebbe fortunato a possedere asset del genere», senza precisare quali porzioni gli interessino o se abbia già contattato l’azienda. Un portavoce del Tesoro ha declinato ogni commento.

Sostieni Renovatio 21

Il finanziere austriaco è l’ex azionista di maggioranza di MindGeek, la casa madre di Pornhub, la cui identità è emersa solo nel 2021 dopo anni di strutture offshore. Il Bergmair ha ceduto la propria partecipazione nel 2023, quando la società è stata rilevata da un fondo canadese di private equity chiamato «Ethic Capital», nella cui compagine spicca un rabbino. Il patrimonio dell’uomo è stimato intorno a 1,4 miliardi di euro, investiti principalmente in immobili, terreni agricoli e altre operazioni private.

 

Il mese scorso, il Tesoro statunitense ha autorizzato le parti interessate a intavolare negoziati per gli asset esteri di Lukoil; l’approvazione è indispensabile poiché, senza licenza, ogni transazione resterebbe congelata. La finestra concessa scade il 13 dicembre.

 

Fonti giornalistiche indicano che diversi player, tra cui Exxon Mobil e Chevron, avrebbero manifestato interesse, ma Lukoil preferirebbe cedere il pacchetto in blocco, complicando le trattative per chi punta su singoli asset. L’azienda ha reso noto di essere in contatto con più potenziali acquirenti.

 

Mosca continua a condannare le sanzioni occidentali come «politiche e illegittime», avvertendo che finiranno per danneggiare chi le ha imposte». Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha definito il caso Lukoil la prova che le «restrizioni commerciali illegali» americane sono «inaccettabili e ledono il commercio globale».

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di Marco Verch via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)

Continua a leggere

Più popolari