Geopolitica
«Possiamo smettere di fingere che i talebani non siano terroristi?»
«Possiamo ora smettere di fingere che i talebani non siano terroristi?»
A chiederselo è Lara Logan, giornalista sudafricana con immensa conoscenza sul campo del tema afghano, sulle cui lucide e controintuitive ipotesi sulla situazione di Kabul Renovatio 21 ha dato conto qualche giorno fa: la Logan, infatti, non ha avuto paura di dichiarare che l’attuale situazione di caos e sangue è esattamente ciò che il governo americano desidera.
La Logan ha spiegato di essere stata in piedi tutta la notte a parlare con gli afghani con cui per 20 anni ha lavorato nella famosa trasmissione TV di reportage 60 Minutes. «Ora sono minacciati, ora sono degli obbiettivi», dice la giornalista dei suoi ex collaboratori. Le immagini che circolano degli attentati suicidi all’aeroporto sono state prese dal fratello del produttore afghano di 60 Minutes.
L’ipocrisia principale per la giornalista riguarda la questione dei talebani, passati dall’essere considerati universalmente «terroristi» a interlocutori politici privilegiati.
«Quando interrogavano queste persone sai cosa scoprivano? Oggi sono ISIS, due settimane fa erano talebani e due anni fa erano Al Qaeda o qualcosa del genere. Lo sai, non stanno prendendo in giro nessuno tranne, sfortunatamente, gli americani che non sanno niente»
«Possiamo smettere di fingere ora che i talebani non siano terroristi? Possiamo smettere di fingere che la rete Haqqani non sia la numero due? Il leader della Rete Haqqani, l’Al Qaeda afghana, è il vice comandante dei talebani, quindi smettiamola di fingere che i talebani non siano l’ISIS».
La realtà sul campo, spiega la Logan, è molto semplice.
«Cosa ti diranno gli afgani, come il presidente in carica ora Amrullah Saleh? Un suo vecchio amico che ho intervistato molte volte su 60 Minute mi ha detto quando interrogavano queste persone, quando le portavano alla base, sai cosa scoprivano? Oggi sono ISIS, due settimane fa erano talebani e due anni fa erano Al Qaeda o qualcosa del genere. Lo sai, non stanno prendendo in giro nessuno tranne, sfortunatamente, gli americani che non sanno niente».
La Logan accusa direttamente il presidente americano:
«Per Joe Biden stare lì il giorno in cui tutti questi afghani sono stati uccisi e fingere che questa sia una specie di tragedia e gli importa della morte dei soldati americani. Se ti importava, perché l’hai fatto? Perché hai creato questa situazione? Perché non fai nulla per cambiarla?»
Renovatio 21 a questa domanda ha provato a rispondere. La ritirata, orrenda, potrebbe essere stata concordata con l’altra grande potenza che già ha steso i ponti diplomatici con i talebani (come operazione sul suo problema di terrorismo islamico interno) e mira ai trilioni di risorse minerarie che ancora giacciono sotto le rocciose montagne del Centrasia.
Geopolitica
La Cina snobba il ministro degli Esteri tedesco
Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha dovuto cancellare un viaggio previsto in Cina dopo che Pechino si sarebbe rifiutata di organizzare incontri di alto livello con lui, secondo quanto riportato venerdì da diversi organi di stampa.
Il Wadephul sarebbe dovuto partire per Pechino domenica per discutere delle restrizioni cinesi sull’esportazione di terre rare e semiconduttori, oltre che del conflitto in Ucraina.
«Il viaggio non può essere effettuato al momento e sarà posticipato a data da destinarsi», ha dichiarato un portavoce del Ministero degli Esteri tedesco, citato da Politico. Il Wadephullo avrebbe dovuto incontrare il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, ma l’agenda prevedeva troppo pochi incontri di rilievo.
Secondo il tabloide germanico Bild, i due diplomatici terranno presto una conversazione telefonica.
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Questo intoppo diplomatico si inserisce in un contesto di crescenti tensioni commerciali tra Cina e Unione Europea. Nell’ultimo anno, Bruxelles e Pechino si sono scontrate sulla presunta sovrapproduzione industriale cinese, mentre la Cina accusa l’UE di protezionismo.
All’inizio di questo mese, Pechino ha rafforzato le restrizioni sull’esportazione di minerali strategici con applicazioni militari, una mossa che potrebbe aggravare le difficoltà del settore automobilistico europeo.
La Germania è stata particolarmente colpita dal deterioramento del clima commerciale.
Come riportato da Renovatio 21, la Volkswagen sospenderà la produzione in alcuni stabilimenti chiave la prossima settimana a causa della carenza di semiconduttori, dovuta al sequestro da parte dei Paesi Bassi del produttore cinese di chip Nexperia, motivato da rischi per la sicurezza tecnologica dell’UE. In risposta, Pechino ha bloccato le esportazioni di chip Nexperia dalla Cina, causando una riduzione delle scorte che potrebbe portare a ulteriori chiusure temporanee di stabilimenti Volkswagen e colpire altre case automobilistiche, secondo il quotidiano.
Venerdì, il ministro dell’economia Katherina Reiche ha annunciato che Berlino presenterà una protesta diplomatica contro Pechino per il blocco delle spedizioni di semiconduttori, sottolineando la forte dipendenza della Germania dai componenti cinesi.
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Immagine di UK Government via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Geopolitica
Vance in Israele critica la «stupida trovata politica»: il voto di sovranità sulla Cisgiordania è stato un «insulto» da parte della Knesset
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Geopolitica
Trump minaccia di togliere i fondi a Israele se annette la Cisgiordania
Israele «perderebbe tutto il sostegno degli Stati Uniti» in caso di annessione della Giudea e della Samaria, nome con cui lo Stato Ebraico chiama la Cisgiordania, ha detto il presidente USA Donald Trump.
Trump ha replicato a un disegno di legge controverso presentato da esponenti dell’opposizione di destra alla Knesset, il parlamento israeliano, che prevede l’annessione del territorio conteso come reazione al terrorismo palestinese.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu, sostenitore degli insediamenti ebraici in quell’area, si oppone al provvedimento, poiché rischierebbe di allontanare gli Stati arabi e musulmani aderenti agli Accordi di Abramo e al cessate il fuoco di Gaza.
Netanyahu ha criticato aspramente il disegno di legge, accusando i promotori di opposizione di una «provocazione» deliberata in concomitanza con la visita del vicepresidente statunitense J.D. Vance. (Lo stesso Vance ha qualificato il disegno di legge come un «insulto» personale)
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«I commenti pubblicati giovedì dalla rivista TIME sono stati espressi da Trump durante un’intervista del 15 ottobre, prima dell’approvazione preliminare alla Knesset di mercoledì – contro il volere del primo ministro – di un disegno di legge che estenderebbe la sovranità israeliana a tutti gli insediamenti della Cisgiordania» ha scritto il quotidiano israeliano Times of Israel.
Evidenziando l’impazienza dell’amministrazione verso tali iniziative, il vicepresidente di Trump, J.D. Vance, ha dichiarato giovedì, lasciando Israele, che il voto del giorno precedente lo aveva «offeso» ed era stato «molto stupido».
«Non accadrà. Non accadrà», ha affermato Trump a TIME, in riferimento all’annessione. «Non accadrà perché ho dato la mia parola ai Paesi arabi. E non potete farlo ora. Abbiamo avuto un grande sostegno arabo. Non accadrà perché ho dato la mia parola ai paesi arabi. Non accadrà. Israele perderebbe tutto il sostegno degli Stati Uniti se ciò accadesse».
Vance ha precisato che gli era stato descritto come una «trovata politica» e «puramente simbolica», ma ha aggiunto: «Si tratta di una trovata politica molto stupida, e personalmente la considero un insulto».
Gli Emirati Arabi Uniti, che hanno guidato i Paesi arabi e musulmani negli Accordi di Abramo, si oppongono da tempo all’annessione della Cisgiordania, sostenendo che renderebbe vani i futuri negoziati di pace nella regione.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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