Bioetica
Morte cerebrale, ci cambiano i criteri: decidono loro se sei vivo o sei morto
Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.
L’Uniform Determination of Death Act (UDDA) non è una legge e non è uniforme. Si tratta di una legge statale modello concordata nel 1981 da una serie di organismi di esperti che fornisce criteri per decidere se una persona gravemente cerebrolesa sia morta o meno. La maggior parte degli Stati lo ha adottato, ma solo due terzi di essi hanno utilizzato il linguaggio completo dell’atto.
A complicare ulteriormente l’ideale dell’uniformità sono le decisioni dei tribunali, l’ulteriore legislazione e gli sviluppi tecnologici scientifici.
Si tratta di una legge statale modello concordata nel 1981 da una serie di organismi di esperti che fornisce criteri per decidere se una persona gravemente cerebrolesa sia morta o meno. La maggior parte degli Stati lo ha adottato, ma solo due terzi di essi hanno utilizzato il linguaggio completo dell’atto
Di conseguenza, una persona può essere morta in uno Stato e viva in un altro.
Non sorprende che ci sia un movimento per la revisione dell’UDDA e riprovare per l’uniformità. L’ultima versione di questo si chiama RUDDA, il Revised Uniform Determination of Death Act, proposto da tre medici e pubblicato negli Annals of Internal Medicine all’inizio del 2020. La Uniform Law Commission, una commissione apartitica ha studiato se l’UDDA dovrebbe essere aggiornato.
Sì, ma non come RUDDA, secondo 107 esperti di medicina, bioetica, filosofia e diritto, che abbracciano un’ampia varietà di prospettive, nel Journal of Medicine & Philosophy. Essi hanno approvato l’analisi del professor Alan Shewmon, neurologo pediatrico dell’UCLA.
Includono John Finnis, di Oxford; Robert P. George, di Princeton; Peter Singer, anche lui di Princeton; Robert C. Tasker, redattore di Pediatric Critical Care Medicine; Helen Watt, dell’Anscombe Bioethics Centre; e Robert D. Truog, di Harvard.
Una persona può essere morta in uno Stato e viva in un altro
Gli studiosi scrivono scrivono:
«mentre l’UDDA necessita di revisione, il RUDDA non è il modo per farlo. In particolare, (1) le linee guida hanno un rischio non trascurabile di errore falso positivo, (2) la funzione ipotalamica è più rilevante per l’organismo nel suo insieme di qualsiasi riflesso del tronco cerebrale e (3) il test dell’apnea comporta il rischio di precipitare la BD [morte cerebrale] in un paziente non BD [morto cerebralmente], non fornisce alcun beneficio al paziente, non raggiunge in modo affidabile lo scopo previsto e non è nemmeno assolutamente necessario per diagnosticare BD secondo la logica interna delle Linee guida; dovrebbe perlomeno richiedere il consenso informato, così come molte procedure che sono molto più vantaggiose e meno rischiose».
«Infine, le obiezioni a un criterio neurologico di morte non si basano solo sul credo religioso o sull’ignoranza. Le persone hanno il diritto di non avere un concetto di morte che gli esperti dibattono vigorosamente imposto loro contro il loro giudizio e la loro coscienza; ogni revisione dell’UDDA dovrebbe quindi contenere una clausola di opt-out per coloro che accettano solo un criterio circolatorio-respiratorio».
Se i medici fanno bene, danno conforto e certezza ai parenti in lutto; se sbagliano, uccideranno i loro pazienti e probabilmente ruberanno i loro organi
La questione della morte cerebrale è tanto metafisica quanto medica. Richiede una profonda comprensione di entrambi per definire i criteri necessari. Ma poche questioni sono più importanti. Se i medici fanno bene, danno conforto e certezza ai parenti in lutto; se sbagliano, uccideranno i loro pazienti e probabilmente ruberanno i loro organi.
È sottile e faticoso, ma vale la pena immergersi nel dibattito.
Michael Cook
Direttore di Bioedge
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Immagine di Julie Asenova via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
Bioetica
Medico argentino incarcerato per essersi rifiutato di praticare un aborto
Il medico argentino Leandro Rodriguez ha trascorso un anno e due mesi in prigione, pena inflittagli per essersi rifiutato di praticare un aborto. È nuovamente autorizzato a esercitare la professione di medico, sebbene gli fosse stata anche interdetta per due anni e quattro mesi, periodo terminato il 30 gennaio.
Il dottor Rodriguez è stato intervistato da EWTN News e ha spiegato le origini della sua condanna: «iel 2017 ho lavorato presso l’ospedale pubblico nella città di Cipolletti, in Patagonia; ho ricevuto una paziente in cattive condizioni generali a causa di una gravidanza avanzata; era in corso un processo di parto prematuro, che ho deciso di interrompere, e migliorare lo stato di salute della paziente».
«Questa decisione è stata interpretata dai tribunali, o dal potere giudiziario della provincia di Río Negro, come un ostacolo al desiderio della paziente di interrompere la gravidanza, e per questo sono stato condannato nel 2019, e questa sentenza è appena stata scontata», ha spiegato.
Il medico ha descritto questa esperienza come «molto significativa». Secondo lui si tratta di «una sorta di esempio di ciò che può accadere se non ci si sottomette alle decisioni arbitrarie dei poteri in carica».
Spiega inoltre che questo lo ha portato ad «una situazione di maggiore impegno per la cura della vita, la tutela della vita del nascituro, la tutela della donna». A questo proposito ha evidenziato la situazione della paziente che in questo caso è stata considerata dal sistema giudiziario come la persona lesa.
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Poiché era stata vittima di stupro, la sua storia è stata ampiamente pubblicizzata dalla stampa locale, dove è stata presentata come la principale vittima di questa situazione. Tuttavia, una volta terminato il processo ed emessa la sentenza, questa donna è stata dimenticata e nessuno si è preoccupata del suo benessere. Ed è stata costretta a cercare aiuto da sola per sopravvivere.
Tali eventi dimostrano chiaramente «che gli argomenti avanzati all’epoca, secondo i quali si trattava di proteggere le donne, erano assolutamente falsi».
«L’unica cosa che hanno cercato di fare – prosegue il medico – è distruggere la vita di un bambino che tra poco avrà 7 anni, che è felice, che ha una famiglia adottiva che si prende cura di lui e che gli offre la possibilità di futuro che ognuno di noi merita, e non hanno potuto lottare contro questo», dice.
E prosegue: «Il bambino è vivo, la donna che è stata vittima di tutto questo sta bene, gode di buona salute, quindi sotto questo aspetto sono felice perché ha trionfato la vita, ha trionfato la verità, al di là delle ingiustizie subite».
Per quanto riguarda il suo futuro e la sua carriera, il dottor Rodriguez conferma che continuerà a lavorare nel settore privato, perché «è difficile per me tornare negli ospedali pubblici». Ha riaffermato la sua posizione pro-vita, assicurando che se si fosse trovato in una situazione come quella che ha portato al processo, avrebbe agito di nuovo allo stesso modo.
«Quando sono stato condannato, e anche prima che lo fossi, la gente si aspettava da me una sorta di pentimento o un altro messaggio», ricorda. «Ma il messaggio è lo stesso, e con sempre più convinzione: la vita va difesa, non è in discussione», dice ai medici: «È il momento di affermare le nostre convinzioni, le nostre convinzioni morali, non è una cosa negoziabile».
(…)
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
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Immagine di Arcibel via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Bioetica
Azienda americana pubblicizza kit per il furto di sperma
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Bioetica
Biden fa il segno della croce durante una manifestazione a sostegno dell’aborto
Il presidente americano Joe Biden, ad un evento politico in Florida, si è fatto il segno della croce quando la signora con lui sul palco, la presidente del Partito Democratico della Florida, si è espressa a favore dell’aborto. Lo riporta Modernity News.
La vicenda ha generato sconvolto tra la comunità cristiana internazionale.
La candidata governativa fallita Nikki Fried stava sollecitando la rielezione di Biden quando ha fatto commenti su Ron DeSantis e Donald Trump che spingevano per maggiori restrizioni sull’aborto.
La prossima settimana in Florida entrerà in vigore un divieto di aborto di sei settimane, e questo sarebbe uno dei motivi per cui Biden si è fermato nello Stato. La Fried aveva dichiarato la scorsa settimana che Biden sa che deve trascorrere del tempo in Florida per dimostrare quanto le cose siano diventate «estreme» sotto DeSantis. «Capisci che se dobbiamo combattere contro l’estremismo dei repubblicani MAGA, devi venire al ventre della bestia».
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Mentre Biden era al suo fianco, la Fried ha dichiarato che «Ron DeSantis sentiva di dover candidarsi alla presidenza, quindi quindici settimane non erano sufficienti, dovevamo arrivare a sei settimane», sottolineando la sua opposizione alla legge sull’aborto.
È a questo punto che Biden, sulla carta secondo presidente «cattolico» della storia USA (e forse l’unico, che nonostante gli acciacchi, porterà al termine mandato: il primo è stato JFK e sappiamo come è andata a finire) si è fatto il segno della croce.
Joe Biden made the sign of the cross as the chair of the Florida Democratic Party spoke in favour of abortion yesterday. Apparently he was so horrified at the notion of Ron DeSantis limiting abortions to six weeks that he had to bless himself. Report: https://t.co/m4sOjcWTtI pic.twitter.com/HZ8pC81GCx
— m o d e r n i t y (@ModernityNews) April 24, 2024
La reazione della rete è stata immediata, con commenti che davano del «vile» al vegliardo del Delaware. «Biden, l’autodefinito “cattolico devoto”, fa il segno della croce a sostegno del desiderio di questa donna di uccidere i bambini fino ai 3 mesi di gravidanza» scrive Buck Sexton. «Totalmente malvagio e sacrilego» ha twittato LifeNews. «Davvero da vomitare. Disgustoso. Insulto. Blasfemo» hanno scritto ancora su Twitter. Ancora: «Joe Biden si fa il segno della croce mentre promuove l’aborto! Questo è il male!».
Il fatto è avvenuto a pochi giorni dalla sostituzione della Pasqua della Casa Bianca con la giornata mondiale di visibilità trans.
La Fried, già Commissario per l’Agricoltura della Florida, grande sostenitrice dell’aborto, è anche esplicita riguardo alla sua pratica del giudaismo. Mentre era al liceo, partecipava al B’nai B’rith, la famigerata organizzazione ebraica. La donna ha preso anche attivamente in considerazione l’idea di fare aliya – cioè di andare a vivere in Israele –e di unirsi alle forze di difesa israeliane.
Dopo la sua elezione a commissario per l’agricoltura, Fried ha prestato giuramento utilizzando la prima Bibbia ebraica pubblicata negli Stati Uniti.
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