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Economia

Ezra Pound, Poesia contro Usura

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Maggio 1945: in una località presso Pisa, un uomo viene rinchiuso settimane in una gabbia d’acciaio delle dimensioni di 1,8 x 1,8 metri, una cella di sicurezza senza servizi igienici e possibilità di ripararsi dal caldo dei giorno e dal freddo della notte. La gabbia è anche  illuminata di notte dai riflettori. Le sbarre, inoltre, sono state avvolte da filo spinato come ulteriore elemento di sicurezza nei confronti di eventuali tentativi di evasione del  prigioniero.

 

Ma chi è l’uomo che vi sta rinchiuso, dormendo sul pavimento di cemento?  È un uomo di sessant’anni, americano, di nome Ezra Pound. Non è un pericoloso criminale, ma un gigante della cultura, uno scrittore che ha segnato la storia della letteratura.

 

Per quale motivo Pound si trovava in quel campo, in quelle condizioni disumane? Per un reato di opinione. L’americano da anni trapiantato in Italia aveva avuto modo di apprezzare il Fascismo. In particolare, i provvedimenti sociali in favore dei lavoratori, le opere pubbliche e una politica economica di ricerca di una terza via alternativa al liberismo capitalista e al collettivismo comunista. Nel 1935 aveva scritto un libro, Jefferson e/o Mussolini,  in cui dava un’interpretazione liberale e artistica del primo ministro italiano, paragonato al terzo presidente degli Stati Uniti d’America e definito l’erede della politica agraria e populista di Jefferson.

 

Pound era stato davvero un fabbro, un forgiatore. Si era assunto un compito particolare e unico: un grandioso progetto di trasformazione e rifondazione della società

Ma com’era finito Pound anni prima in Europa e in Italia? Inseguendo il sogno di quella cultura medievale che aveva studiato a Filadelfia, all’università. Era affascinato dalla letteratura cortese e dal Dolce Stil Novo, ed era stato in Francia e in Italia. Poi la sua passione per la pittura Preraffaellita lo aveva portato a Londra, e qui si era fermato.

 

Negli anni antecedenti la Prima guerra mondiale, Pound fu tra i principali promotori dell’Imagismo e del Vorticismo, due correnti artistiche estremamente innovative.

 

In seguito, insieme a Thomas Stearns  Eliot, fu tra i principali esponenti del Modernismo, un movimento letterario che si proponeva la ricerca di nuove tecniche narrative e poetiche che rinnovassero il romanzo e la poesia ottocentesca di derivazione romantica, con una forte attenzione alla mitologia, all’antropologia, alla storia delle religioni e con una ricerca di un linguaggio preciso e oggettivo che attingesse anche alla lingua parlata.

 

Inevitabile che a tale movimento aderisse anche un personaggio come James Joyce, che divenne amico di Pound e che a lui fu debitore della pubblicazione dell’Ulisse.

 

Pound era un americano, ma rivolse il suo sguardo alla vecchia Europa. Trascorse gran parte della sua vita in Italia, dopo aver soggiornato a Londra e a Parigi. Era nato al tramonto del XIX secolo, nel 1885, in un’America profonda, quasi di frontiera,  nell’Idaho.

 

La conclusione della Prima guerra mondiale, con la distruzione di antichi imperi come quello asburgico e l’emergere di nuovi Stati nazionali e di altrettanti nuovi nazionalismi, lasciò l’Europa in una condizione di grave crisi.

 

Il conflitto ideologico combattuto per tutto l’Ottocento contro la Tradizione, si era concluso con il trionfo di ideologie dissolutrici dell’uomo, come la Rivoluzione Bolscevica, e con il dilagare nella cultura del positivismo progressista

Per molti intellettuali fu sempre più chiaro che il conflitto ideologico combattuto per tutto l’Ottocento contro la Tradizione, si era concluso con il trionfo di ideologie dissolutrici dell’uomo, come la Rivoluzione Bolscevica, e con il dilagare nella cultura del positivismo progressista.

 

Molti artisti decisero di cavalcare decisamente l’onda rivoluzionaria: dalla Francia alla Germania fino all’Inghilterra, i primi a intuire che il vecchio mondo borghese e romantico dell’Ottocento era finito, furono gli artisti e gli scrittori delle avanguardie. Futuristi, cubisti, espressionisti, dadaisti, costruttivisti, tutti accomunati dal furore iconoclasta di una rivolta totalizzante che avrebbe spazzato via le certezze del passato.

 

Ezra Pound si unì in un primo tempo a questi innovatori dell’immaginazione, dall’espressionista Gottfried Benn, al vorticista Wyndham Lewis, forti della loro carica di vitalismo, irrazionalità, giovanilismo.

 

Sentiva di essere chiamato a continuare l’opera di Dante e quando scriveva era pieno di speranza per le sorti americane. Sentiva – come una vera e propria ossessione – che l’America aveva bisogno dei classici

Qualcuno, invece, come T.S. Eliot, autentico conservatore che non aveva subito il fascino oscuro dei totalitarismi, e che aveva visto nel Cristianesimo la sola, vera risposta alle domande del cuore dell’uomo, scelse di essere un testimone lucido e solitario, mentre il suo sogno di restaurare una società tradizionale con il passare del tempo si infrangeva di fronte all’inarrestabile evoluzione del progresso e della massificazione.

 

In quegli anni, Pound iniziò l’amicizia Eliot, il quale disse poi che l’amico gli aveva davvero cambiato la vita. I suoi incoraggiamenti, la sua stima, il suo intelligente lavoro di editing avevano portato alla pubblicazione della Terra desolata, che gli aveva spalancato le porte della gloria letteraria.

 

Dal canto suo, Pound era stato davvero un fabbro, un forgiatore. Si era assunto un compito particolare e unico: un grandioso progetto di trasformazione e rifondazione della società.

 

Per l’Italia quello che sognava era un nuovo Rinascimento, un rifiorire delle Arti, dell’amore per il Bello. Amante di Dante e ancor più di Guido Cavalcanti, sognava un ritorno alla grandezza medievale e rinascimentale

I Cantos dovevano essere per l’America e per la Modernità quello che era stata la Divina Commedia per l’Europa. Sentiva di essere chiamato a continuare l’opera di Dante e quando scriveva era pieno di speranza per le sorti americane. Sentiva – come una vera e propria ossessione – che l’America aveva bisogno dei classici.

 

E se per l’America desiderava questa scoperta, questo ricollegarsi alle proprie radici classiche europee, per l’Italia quello che sognava era un nuovo Rinascimento, un rifiorire delle Arti, dell’amore per il Bello. Amante di Dante e ancor più di Guido Cavalcanti, sognava un ritorno alla grandezza medievale e rinascimentale. Forse era troppo ambizioso, o forse era un sognatore, ma Pound ci ha lasciato nella sua opera queste visioni, queste speranze. Non illusioni: sapeva bene che il nostro mondo è segnato dal male, dalla Caduta, che non può più essere un Paradiso Terrestre.

 

Proprio per questo si dedicò a studiare attentamente i meccanismi della finanza e dell’economia che schiacciano l’uomo. Quell’usura contro cui combatté a lungo. Per certi versi, il pensiero politico di Pound non era lontano dalla Dottrina sociale della Chiesa, che con la Quadragesimo Anno di Pio XI aveva condannato «l’imperialismo internazionale del denaro».

Si dedicò a studiare attentamente i meccanismi della finanza e dell’economia che schiacciano l’uomo. Quell’usura contro cui combatté a lungo

 

Il Pound saggista fu sicuramente un autore di grande interesse, ma fu nella poesia che raggiunse vette elevatissime di pensiero. Perfino le sue visioni politiche e economiche trovano un’espressione compiuta nei versi poetici. Come ad esempio nei Canti Pisani:

 

Quello che veramente ami rimane,
il resto è scorie
Quello che veramente ami non ti sarà strappato
Quello che veramente ami è la tua vera eredità
Il mondo a chi appartiene, a me, a loro
o a nessuno?
Prima venne il visibile, quindi il palpabile
Elisio, sebbene fosse nelle dimore d’inferno,
Quello che veramente ami è la tua vera eredità
La formica è un centauro nel suo mondo di draghi.
Strappa da te la vanità, non fu l’uomo
A creare il coraggio, o l’ordine, o la grazia,
Strappa da te la vanità, ti dico strappala
Impara dal mondo verde quale sia il tuo luogo
Nella misura dell’invenzione, o nella vera abilità dell’artefice,
Strappa da te la vanità,
Paquin strappala! Il casco verde ha vinto la tua eleganza.
“Dominati, e gli altri ti sopporteranno”
Strappa da te la vanità
Sei un cane bastonato sotto la grandine,
Una pica rigonfia in uno spasimo di sole,
Metà nero metà bianco
Né distingui un’ala da una coda
Strappa da te la vanità
Come son meschini i tuoi rancori
Nutriti di falsità.
Strappa da te la vanità,
Avido di distruggere, avaro di carità,
Strappa da te la vanità,
Ti dico strappala. (…)
Aver raccolto dal vento una tradizione viva
o da un bell’occhio antico la fiamma inviolata
Questa non è vanità.

Qui l’errore è in ciò che non si è fatto, nella diffidenza che fece esitare.

Il pensiero politico di Pound non era lontano dalla Dottrina sociale della Chiesa, che con la Quadragesimo Anno di Pio XI aveva condannato «l’imperialismo internazionale del denaro»

 

C’è, nelle pagine di Pound, l’eco di un’epica religiosa. Nato nella tradizione protestante puritana degli Stati Uniti, Pound aveva avuto però modo di incontrare il Cattolicesimo, in particolare nei tanti anni trascorsi in Italia. Era proprio il cattolicesimo italiano ad affascinarlo, più che quello americano, portato dagli emigrati, o quello delle Isole Britanniche. Scherzando (ma forse non troppo) asseriva che nel cattolicesimo italiano c’erano degli elementi arcaici, pagani, che lo incuriosivano.

 

E poi c’era la grande costruzione della Civitas Christiana medievale che suscitava la sua ammirazione, perfino la sua commozione. Rimase sempre in lui tuttavia uno spirito sincretistico, che lo portò a interessarsi delle religioni dell’Oriente, in particolare il Confucianesimo. Era il segno di un animo inquieto, curioso, mai sazio di conoscenza. Un vero cuore inquieto agostiniano.

 

Individuò nell’usura uno dei grandi mali che affliggono l’umanità, e si impegnò a combatterlo

Negli anni 1930 Ezra Pound rivolse i suoi interessi sempre più alla politica e all’economia, pubblicando un pamphlet dal titolo ABC dell’economia. Individuò nell’usura uno dei grandi mali che affliggono l’umanità, e si impegnò a combatterlo.

 

Ancora una volta, oltre le teorie, pur validamente esposte, fu con la poesia che Pound scolpì il suo pensiero. Un vero capolavoro fu la lirica Con usura.

 

Con usura nessuno ha una solida casa
di pietra squadrata e liscia 
per istoriarne la facciata,

Con usura 
non v’è chiesa con affreschi di paradiso 

con usura
non v’è chiesa con affreschi di paradiso 
harpes et luz 
e l’Annunciazione dell’Angelo 
con le aureole sbalzate,
con usura 
nessuno vede dei Gonzaga eredi e concubine
non si dipinge per tenersi arte 
in casa ma per vendere e vendere 
presto e con profitto, peccato contro natura, 
il tuo pane sarà staccio vieto 
arido come carta,
senza segala né farina di grano duro,
usura appesantisce il tratto, 

CON USURA 
la lana non giunge al mercato 

falsa i confini, con usura 
nessuno trova residenza amena. 
Si priva lo scalpellino della pietra, 
il tessitore del telaio 
CON USURA 
la lana non giunge al mercato 
e le pecore non rendono 
peggio della peste è l’usura, spunta 
l’ago in mano alle fanciulle 
e confonde chi fila.
Pietro Lombardo non si fe’ con usura 

Duccio non si fe’ con usura 
né Piero della Francesca o Zuan Bellini 

Duccio non si fe’ con usura 
né Piero della Francesca o Zuan Bellini 
né fu ‘La Calunnia’ dipinta con usura. 
L’Angelico non si fe’ con usura, né Ambrogio de Praedis, 
nessuna chiesa di pietra viva firmata : ‘Adamo me fecit’. 
Con usura non sorsero 
Saint Trophine e Saint Hilaire, 
usura arrugginisce il cesello 
arrugginisce arte ed artigiano 
tarla la tela nel telaio, nessuno 

CONTRO NATURA 
Ad Eleusi han portato puttane 
carogne crepulano 
ospiti d’usura.

apprende l ‘arte d’intessere oro nell’ordito; 
l’azzurro s’incancrena con usura; non si ricama 
in cremisi, smeraldo non trova il suo Memling 
usura soffoca il figlio nel ventre 
arresta il giovane amante 
cede il letto a vecchi decrepiti, 
si frappone tra giovani sposi 
CONTRO NATURA 
Ad Eleusi han portato puttane 
carogne crepulano 
ospiti d’usura.

 

Il sogno di Pound tramontò nel 1945. Sebbene vivesse da anni in Italia, era sempre rimasto orgogliosamente un cittadino americano, ma il suo Paese (o per meglio dire le istituzioni americane) non gli perdonarono la simpatia e  la stima che aveva manifestato nei confronti del regime mussoliniano con scritti e discorsi. Venne accusato di tradimento e rinchiuso in un campo di concentramento.

 

Riportato negli Stati Uniti venne dichiarato pazzo da una perizia psichiatrica, e non venne mai sottoposto a un processo perché considerato incapace di intendere e di volere, e quindi incapace di sostenerlo

Lui, che aveva tenuto delle trasmissioni radiofoniche, chiese di poterne tenere ancora una, dal titolo  Ashes of Europe Calling (Chiamata dalle ceneri d’Europa), in cui raccomandava la pace con il Giappone,  l’istituzione di uno Stato ebraico in Palestina, e la clemenza verso la Germania. La richiesta fu respinta e il testo fu inviato all’FBI.

 

Riportato negli Stati Uniti venne dichiarato pazzo da una perizia psichiatrica, e non venne mai sottoposto a un processo perché considerato incapace di intendere e di volere, e quindi incapace di sostenerlo.

 

Fu internato per tredici anni nel manicomio di St. Elizabeth’s a Washington. Uscito da lì,  Pound decise di lasciare per sempre gli Stati Uniti e scelse come meta del suo esilio l’Italia, un Paese dove aveva soggiornato a lungo e che amava profondamente, e dove morì nel 1972, a Venezia.

 

Un’esistenza segnata dall’amore per l’arte, dalle speranze per un cambiamento del mondo, dalla sofferenza della sconfitta

In Italia ritrovò anche la figlia Mary, avuta dalla lunga relazione con Olga Rudge. Mary fu preziosa collaboratrice del padre, e lo ospitò a lungo nel Castello di Brunnenburg, presso Merano, in Sud Tirolo, un pezzo storico di terra austriaca che il nazionalismo italiano aveva strappato nel 1919 alla Madre Patria. Il castello apparteneva al grande egittologo Boris de Rachewiltz, il marito di Mary.  Fu in questo luogo incantato che Pound trascorse in pace gli ultimi anni della sua esistenza. Un’esistenza segnata dall’amore per l’arte, dalle speranze per un cambiamento del mondo, dalla sofferenza della sconfitta.

 

 

Paolo Gulisano

 

 

 

Articolo precedemente apparso su Ricognizioni, e pubblicato su gentile concessione dell’autore.

 

 

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Economia

Trump grazia l’ex CEO del gigante delle cripto Binance

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Il presidente statunitense Donald Trump ha concesso la grazia presidenziale a Changpeng Zhao, noto come «CZ», fondatore ed ex amministratore delegato di Binance, la principale piattaforma di scambio di criptovalute a livello globale. Lo riporta il Wall Street Journal.

 

L’annuncio, proveniente dalla Casa Bianca, giunge dopo mesi di vigorose attività di lobbying e rappresenta un cambiamento significativo nella politica americana verso il settore delle criptovalute, con chiare ripercussioni sugli interessi familiari di Trump.

 

La grazia corona una serie di iniziative prolungate da parte di Zhao e della sua azienda per ottenere indulgenza, tra cui il sostegno attivo a World Liberty Financial, la piattaforma crypto associata alla famiglia Trump. Questa iniziativa, promossa dai figli del presidente Eric e Donald Jr., ha registrato un’impennata di valore – valutata in oltre 5 miliardi di dollari di ricchezza teorica – grazie a collaborazioni con entità legate a Binance, come un’intesa da 2 miliardi di dollari con un fondo degli Emirati Arabi Uniti che ha impiegato lo stablecoin USD1 di World Liberty per investimenti azionari.

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Zhao, un tempo tra i leader più influenti nel panorama degli asset digitali, era stato condannato nell’aprile 2024 a quattro mesi di detenzione dopo un accordo con il Dipartimento di Giustizia statunitense nel 2023. L’intesa prevedeva un’ammissione di responsabilità per violazioni antiriciclaggio, una sanzione record di 4,3 miliardi di dollari per Binance e una multa personale di 50 milioni per CZ, che aveva lasciato la carica di CEO.

 

Gli inquirenti federali avevano imputato alla piattaforma di aver favorito operazioni illecite con soggetti sanzionati, inclusi gruppi terroristici, e di non aver adottato misure sufficienti contro il riciclaggio di denaro. Il procedimento contro Zhao è stato uno dei casi più rappresentativi della campagna dell’amministrazione Biden contro le grandi exchange crypto, vista da molti come un’eccessiva stretta repressiva.

 

Completata la pena in una prigione federale a bassa sicurezza in California e poi in un centro di reinserimento, Zhao era stato liberato nel settembre 2024. Ci sono voluti quasi dodici mesi di sforzi per ottenere la grazia: all’inizio del 2025, l’azienda ha assunto il lobbista Ches McDowell, legato a Donald Trump Jr., per influenzare i decisori a Washington.

 

Fonti informate indicano che il team di Trump ha colto nel caso di Zhao l’occasione per avviare una «nuova era» nelle normative sulle criptovalute, favorendo l’innovazione anziché la repressione. Numerosi collaboratori del presidente considerano le imputazioni come motivazioni politiche, tipiche della più ampia «guerra alle crypto» promossa da Biden.

 

La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha giustificato la scelta con toni decisi: «il presidente Trump ha esercitato il suo potere costituzionale concedendo la grazia al signor Zhao, perseguitato dall’amministrazione Biden nella sua guerra alle criptovalute». E ha proseguito: «la guerra dell’amministrazione Biden contro le criptovalute è terminata». Interrogato dalla stampa, Trump ha sminuito l’importanza: «Molte persone sostengono che non avesse commesso alcun illecito. L’ho graziato su indicazione di persone affidabili, pur non conoscendolo di persona».

 

La decisione non manca di polemiche. Critici come la senatrice democratica Elizabeth Warren l’hanno bollata come un «evidente conflitto di interessi»: «Prima CZ si dichiara colpevole di riciclaggio, poi sostiene un’impresa crypto di Trump e fa lobbying per la grazia. Oggi Trump ricambia il favore».

 

Binance, che aveva visto prelievi per un miliardo dopo che CZ si era dichiarato colpevole, ha accolto la notizia come «incredibile» e ha espresso gratitudine a Trump per il suo impegno a trasformare gli Stati Uniti nella «capitale mondiale delle crypto».

 

Zhao, azionista di maggioranza di Binance fondata nel 2017, ha scritto sui social: «Profondamente grato per la grazia di oggi e al presidente Trump per aver difeso equità, innovazione e giustizia. Ci impegneremo al massimo per fare dell’America la capitale delle crypto».

 

Questa grazia non è solo una rivalsa personale per CZ, che ora potrebbe riprendere il controllo attivo di Binance, ma un segnale politico netto: l’amministrazione Trump mira a favorire il settore del Bitcoin e delle criptovalute, dissipando le ombre del passato.

 

In un contesto in cui Trump ha già graziato figure come Ross Ulbricht (come aveva promesso in campagna elettorale), ideatore della piattaforma di scambio del dark web Silk Road, il messaggio è inequivocabile: Washington è disposta a puntare sulle criptovalutea anche a costo di controversie.

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Come riportato da Renovatio 21, tre mesi fa la società Trump Media aveva investito 2 miliardi in bitcoini. Il bitcoin in quelle settimane toccava il record di 120.000 dollari.

 

In primavera i figli di Trump con il vicepresidente USA JD Vance avevano presenziato alla conferenza Bitcoin di Las Vegas esaltano le criptovalute. Eric Trump, figlio di Donald, ha avuto a dichiarare che con cripto e blockchain in dieci anni potremmo assistere all’estinzione degli istituti bancari.

 

Trump – che ha nominato le criptovalute come riserva strategica nazionale – aveva ospitato, sotto gli auspici del suo zar per l’AI e le crypto Davis Sacks, un grande evento per le monete elettroniche alla Casa Bianca praticamente appena insediatosi. Tra i primi decreti esecutivi firmati da Trump vi è quello che vieta le CBDC, cioè le valute digitali delle Banche centrali.

 

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Economia

Picco del prezzo del petrolio dopo le sanzioni statunitensi alla Russia

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I prezzi del petrolio sono aumentati notevolmente in seguito all’annuncio da parte degli Stati Uniti di sanzioni contro i colossi russi Rosneft e Lukoil.   I future sul greggio Brent, benchmark globale, sono saliti di oltre il 5% a 65,99 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate (WTI) statunitense è salito del 5,6% a 61,79 dollari giovedì.   Nonostante i prezzi siano leggermente scesi nelle prime contrattazioni di venerdì, entrambi i benchmark sono rimasti sulla buona strada per un aumento settimanale del 7%, il più grande dall’inizio di giugno.   La Casa Bianca ha descritto le ultime sanzioni come un passo per «incoraggiare Mosca ad accettare un cessate il fuoco». La Russia afferma di rimanere aperta alla diplomazia, ma insiste sul fatto che qualsiasi accordo di pace debba affrontare le cause profonde del conflitto. Ha accusato Kiev e i suoi sostenitori occidentali di rifiutarsi di negoziare in buona fede e di minare gli sforzi di pace attraverso le sanzioni.

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Secondo quanto riportato dai media, che citano fonti commerciali, le sanzioni hanno spinto le principali compagnie petrolifere statali cinesi a sospendere gli acquisti di greggio russo via mare a breve termine. Fonti del settore hanno inoltre avvertito che le raffinerie in India, il maggiore acquirente di petrolio russo via mare, e in Turchia, il terzo, potrebbero ridurre le importazioni nelle prossime settimane.   «I flussi verso l’India sono a rischio in particolare… le sfide per le raffinerie cinesi sarebbero più contenute, considerando la diversificazione delle fonti di greggio e la disponibilità delle scorte», ha detto a Reuters Janiv Shah, vicepresidente dell’analisi dei mercati petroliferi presso Rystad Energy.   Si prevede che le misure avranno ripercussioni sul mercato, poiché gli acquirenti di greggio russo cercheranno alternative finché non ci sarà chiarezza sull’applicazione delle misure, ha dichiarato al Wall Street Journal Richard Bronze, responsabile geopolitica di Energy Aspects. Bronze prevede che il Brent potrebbe avvicinarsi ai 70 dollari al barile nei prossimi giorni. «Solo la decisione di fare questo annuncio provocherà un’onda d’urto notevole sul mercato», ha affermato.   La Russia ha da tempo avvertito che le sanzioni sono illegali e si ritorcono contro chi le impone. Commentando le nuove restrizioni giovedì, il presidente Vladimir Putin le ha definite una «mossa ostile», ma ha affermato che non avrebbero avuto un impatto significativo sull’economia russa. Ha aggiunto che le sanzioni rappresentano un altro tentativo di Washington di fare pressione su Mosca, sottolineando che «nessun Paese che si rispetti agisce mai sotto pressione».  

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Economia

La Volkswagen affronta la crisi dei chip dopo chel’Olanda ha sequestrato la fabbrica cinese

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La principale casa automobilistica tedesca, Volkswagen, rischia di sospendere la produzione in un importante stabilimento a causa della carenza di semiconduttori, provocata dal sequestro di un produttore di chip di proprietà cinese da parte dei Paesi Bassi. Lo riporta il tabloide tedesco Bild, citando fonti anonime.

 

A fine settembre, il governo olandese ha preso il controllo dello stabilimento Nexperia di Nimega, adducendo problemi legati alla proprietà intellettuale e alla sicurezza. La settimana scorsa, il New York Times, dopo aver esaminato documenti di un tribunale di Amsterdam, ha rivelato che la decisione è stata influenzata dalle pressioni di funzionari statunitensi.

 

Wingtech, la società madre di Nexperia, è stata inserita nella lista nera di Washington nel 2024, nell’ambito della guerra commerciale con la Cina.

 

All’inizio di ottobre, Pechino ha reagito vietando a Nexperia l’esportazione di chip finiti dalla Cina, componenti essenziali per le centraline elettroniche dei veicoli Volkswagen.

 

Mercoledì la Bild ha riferito che Volkswagen, proprietaria anche di Skoda, Seat, Audi, Porsche, Lamborghini e Bentley, non sembra avere attualmente alternative ai chip di Nexperia. Fonti interne hanno indicato che, a causa della carenza di semiconduttori, la produzione nello stabilimento di Volsburgo potrebbe essere interrotta a partire da mercoledì prossimo, iniziando con la Volkswagen Golf e poi estendendosi ad altri modelli.

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Se la situazione non dovesse migliorare, la sospensione della produzione potrebbe riguardare anche gli stabilimenti di Emden, Hannover, Zwickau e altri, secondo una fonte informata.

 

Secondo il rapporto, Volkswagen ha avviato negoziati con le autorità tedesche per un programma di riduzione dell’orario di lavoro, sostenuto dallo Stato, per decine di migliaia di dipendenti.

 

Bild ha avvertito che la crisi dei chip potrebbe colpire anche altre case automobilistiche tedesche. Rappresentanti di BMW e Mercedes hanno dichiarato al giornale di stare monitorando la situazione. L’industria automobilistica tedesca è già in difficoltà a causa degli elevati costi energetici, legati alle sanzioni dell’UE contro la Russia per il conflitto in Ucraina, e all’aumento dei dazi americani.

 

Un portavoce dello stabilimento Volkswagen di Zwickau ha definito «errato» il rapporto di Bild, secondo quanto riferito all’agenzia AFP. Tuttavia, una lettera interna visionata dalla stampa ha ammesso che «non si possono escludere ripercussioni sulla produzione a breve termine» a causa della carenza di semiconduttori.

 

La tensione nelle relazioni Washington-Pechino, in ispecie con riguardo i microchip – che costituiscono, almeno per il momento, lo «scudo» contro l’invasione di Taiwan da parte dell’Esercito di Liberazione del Popolo della Repubblica Popolare Cinese – tocca sempre più apertamente non solo Cina e USA, ma l’intera economia mondiale, con effetti devastanti sull’Europa, che non è riuscita, nonostante i tentativi, di crearsi una sua autonomia sovrana sulla produzione di questo componente essenziale.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso era emerso che le fabbriche di semiconduttori con tecnologia avanzata olandese presenti a Taiwan potrebbero essere spente da remoto nel caso di invasione dell’isola da parte di Pechino. In particolare si tratterebbe delle fabbriche del colosso Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC), che impiega tecnologie ultraviolette di estrema precisione (chiamate in gergo EUV) fornite da un’azienda olandese, la ASML. Tali macchine, grandi come un autobus e dal costo di circa 217 milioni di dollari cadauna, utilizzano onde luminose ad alta frequenza per stampare i chip più avanzati al mondo.

 

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Immagine di Michael Barera via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

 

 

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