Immigrazione
Papa Leone loda i migranti come «messaggeri di speranza» nel messaggio annuale per i rifugiati
Migranti e rifugiati sono «messaggeri di speranza», ha affermato venerdì Papa Leone XIII in un messaggio diffuso in occasione della 111ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato
«In un mondo oscurato da guerre e ingiustizie, anche lì dove tutto sembra perduto, i migranti e i rifugiati si ergono a messaggeri di speranza» ha detto il Prevost. «I migranti e i rifugiati ricordano alla Chiesa la sua dimensione pellegrina, perennemente protesa verso il raggiungimento della patria definitiva, sostenuta da una speranza che è virtù teologale».
Il messaggio papale arriva in previsione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (GMMR) che si celebrerà a fine settembre. L’evento, ha affermato Leone costituisce «l’occasione di riflettere sul nesso tra speranza, migrazione e missione».
La GMMR annuale si svolge l’ultima domenica di settembre, ma quest’anno ha un’importanza ancora maggiore, poiché il Giubileo dei Migranti si terrà il 4 e 5 ottobre. L’ evento di due giorni fa parte delle molteplici attività ufficiali del Giubileo che si svolgono in Vaticano durante l’Anno Giubilare.
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Migrazione e speranza sono strettamente legate, ha affermato oggi Leo, commentando che molti migranti «lo dimostrano quotidianamente attraverso la loro resilienza e fiducia in Dio, mentre affrontano le avversità e cercano un futuro in cui intravedono che lo sviluppo umano integrale e la felicità sono possibili».
«La prospettiva di una rinnovata corsa agli armamenti e lo sviluppo di nuove armi, incluse quelle nucleari, la scarsa considerazione degli effetti nefasti della crisi climatica in corso e le profonde disuguaglianze economiche rendono sempre più impegnative le sfide del presente e del futuro» ha continuato.
Sebbene risalga al 1914, la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato ha assunto un’importanza sempre maggiore durante il pontificato bergogliano grazie all’attenzione ossessiva del precedente pontefice riguardo la questione dell’immigrazione. Il defunto papa ha fatto della difesa della causa dell’immigrazione uno dei temi chiave del suo pontificato, pur senza distinguere tra immigrazione legale e illegale.
Il Bergoglio ha affermato in varie occasioni che «il problema odierno dei rifugiati e dei migranti è la più grande tragedia dopo quella della seconda guerra mondiale» e che opporsi alle migrazioni è «un peccato grave».
A febbraio si è creata una frattura percepita tra il Vaticano e la presidenza di Donald Trump dopo che Francesco ha duramente criticato le politiche anti-immigrazione illegale del presidente degli Stati Uniti. Lo zar responsabile delle frontiere di Trump, Tom Homan (che è cattolico), ha reagito duramente alle parole del papa argentino, suggerendo che costui «dovrebbe sistemare la Chiesa cattolica… Quindi lui ha un muro per proteggere il suo popolo e se stesso, ma noi non possiamo avere un muro intorno agli Stati Uniti?»
La prima vera incursione di Leone XIII sull’argomento da papa pare un po’ più contenuta rispetto al tono ultra-immigrazionista del predecessore, ampliando a temi che potrebbero essere importanti in questo pontificato, come la speranza e la fine dei conflitti armati.
Come riportato da Renovatio 21, negli scorsi mesi è emerso che le ONG cattoliche americane che si occupano di immigrazione beneficiavano di fondi provenienti dalla Conferenza Episcopale Americana cper una cifra che poteva raggiungere i 2,9 miliardi. In Europa, in Germania come in Italia, il connubio tra immigrazione e fondi cattolici è pure esplicito.
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Immagine di Edgar Beltrán via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Immigrazione
Le stazioni ferroviarie tedesche sono oramai no-go zone
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Immigrazione
«Allahu akbar» e investe i pedoni nell’isola francese
Cinque persone sono rimaste ferite, due in modo grave, dopo che mercoledì un uomo ha travolto con la propria auto pedoni e ciclisti sull’isola francese di Oléron, hanno comunicato le autorità locali. L’autista avrebbe urlato «Allahu Akbar» al momento dell’arresto.
L’aggressione, protrattasi per 35 minuti, si è consumata lungo le strade che uniscono i comuni di Dolus-d’Oléron e Saint-Pierre-d’Oléron, capoluogo dell’isola atlantica. Il ministro dell’Interno Laurent Nunez ha confermato che cinque pedoni e ciclisti sono stati investiti prima che il conducente venisse fermato.
La polizia ha neutralizzato il sospettato con un taser dopo che questi aveva dato fuoco al veicolo. All’interno dell’auto sono state rinvenute diverse bombole di gas, ha reso noto la procura di La Rochelle, precisando che l’uomo aveva ripetutamente gridato «Allahu Akbar» durante l’arresto.
La procura antiterrorismo francese non è coinvolta nell’indagine per tentato omicidio. Stando a quanto riportato dal quotidiano Le Parisien, il sospettato è un 35enne del villaggio di pescatori di La Cotinière, con precedenti per reati minori e legati alla droga, ma privo di collegamenti noti a gruppi terroristici organizzati. Avrebbe riferito agli inquirenti di essersi «auto-radicalizzato online» circa un mese fa – dichiarazione che gli investigatori stanno al momento verificando.
Secondo recenti notizie trapelate, sarebbe un francese europeo anarchico convertitosi all’islam
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Negli ultimi anni la Francia è stata teatro di numerosi attacchi con veicoli a motore. Il più letale risale al 2016, quando un estremista islamista ha falciato con un camion la folla in festa per la Bastiglia a Nizza, causando 86 morti e oltre 450 feriti prima di essere abbattuto dalla polizia.
Gli attacchi a base di grida «Allahu Akbar» sono oramai una costante in Europa e oltre.
Come riportato da Renovatio 21, solo tre mesi fa a Dublino si è avuto un accoltellatore allahukbarista. L’anno scorso un uomo ha fatto irruzione con machete in una stazione di polizia di Linz am Rhein, in Germania, col il trito grido islamista. Tre anni fa in Francia un marocchino ha decapitato il padre urlando «Allahu Akbar». Sempre in Francia, sempre tre anni fa, un allahuakbarista ha abbattuto un albero di natale.
Il grido allahuakbarico è stato udito, ovviamente, anche durante la rivolta delle banlieue del 2023.
Più significativo quando l’anno passato masse di immigrati siriani invasero i mercatini di Natale tedeschi gridando «Allahu akbar», in celebrazione della presa di Damasco da parte degli islamisti anti-Assad. Non è chiaro perché, se sono felici di questo esito politico, non tornino nel loro Paese (scherziamo, è a noi chiarissimo)
Al contempo, non è chiaro come gli europei riescano a farsi sputare in faccia in questo modo, persino a Natale. Scherziamo anche qui: sappiamo benissimo perché.
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Immagine di Cobber17 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported
Immigrazione
Trump: «La gente di Nuova York fuggirà dal comunismo»
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