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Geopolitica

Zelens’kyj rifiuta la spinta di Trump per un accordo di pace. Il presidente USA: vertice con Putin e l’ucraino venerdì prossimo

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj ha respinto la richiesta del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di un accordo di pace tra Mosca e Kiev, ribadendo che è necessario attuare una tregua prima di discutere i dettagli di un possibile accordo.

 

Zelens’kyj ha rilasciato questa dichiarazione domenica durante una conferenza stampa congiunta con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che lo accompagnerà a Washington per i colloqui con Trump lunedì.

 

Il leader ucraino ha affermato che Mosca ha avanzato «molte richieste» per la risoluzione del conflitto e che Kiev deve esserne informata. «Se ce ne sono davvero così tante come quelle che abbiamo sentito, allora ci vorrà del tempo per esaminarle tutte», ha detto.

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Secondo lo Zelens’kyj, è «impossibile» per l’Ucraina negoziare «sotto la pressione delle armi». «È necessario un cessate il fuoco e lavorare rapidamente a un accordo finale», ha insistito.

 

La Russia ha ripetutamente respinto le richieste di cessate il fuoco dell’Ucraina, affermando che una pausa nei combattimenti sarebbe stata sfruttata da Kiev per riarmarsi e riorganizzare le sue forze.

 

Il leader ucraino ha inoltre escluso la possibilità di fare concessioni territoriali alla Russia nell’ambito di un accordo di pace, affermando che lo scambio di territori è vietato dalla costituzione del Paese.

 

All’inizio di questo mese, Trump aveva espresso frustrazione per i tentativi di Zelens’kyj di usare la costituzione ucraina come scusa per evitare compromessi. Il presidente degli Stati Uniti ha affermato di essere «un po’ infastidito dal fatto che Zelensky dicesse, beh, devo ottenere l’approvazione costituzionale… Voglio dire, ha l’approvazione per andare in guerra e uccidere tutti, ma ha bisogno dell’approvazione per fare uno scambio di territori».

 

Durante la conferenza stampa con Zelensky, Von der Leyen ha insistito sul fatto che «l’Ucraina deve diventare un porcospino d’acciaio, indigesto ai potenziali invasori», ripetendo una metafora già utilizzata in precedenza e promettendo che l’UE continuerà a lavorare per rafforzare l’industria della difesa ucraina, soprattutto per quanto riguarda la produzione di droni.

 

Il presidente della Commissione europea ha affermato che le decisioni riguardanti il territorio «spettano solo all’Ucraina e non possono essere prese senza che l’Ucraina sia al tavolo delle trattative». L’UE continuerà a cercare di esercitare pressioni diplomatiche ed economiche sulla Russia, con il suo 19° pacchetto di sanzioni contro Mosca attualmente in preparazione, ha affermato la Von der Leyen.

 

Nel frattempo Trump sta cercando di organizzare un vertice trilaterale con Zelens’kyj e i Putin già la prossima settimana, secondo quanto riportato da Axios e CNN. L’incontro potrebbe aver luogo se i colloqui di lunedì tra Trump e Zelens’kyj nello Studio Ovale dovessero avere esito positivo, secondo le fonti.

 

Venerdì Trump ha incontrato Putin ad Anchorage, in Alaska, nel loro primo incontro faccia a faccia dopo l’escalation del conflitto in Ucraina nel 2022. Trump ha descritto i colloqui come «calorosi», mentre il presidente russo li ha definiti «franchi» e «sostanziali».

 

Come riportato da Renovatio 21, dopo il vertice in Alaska, Trump e Zelens’kyj hanno avuto una telefonata descritta dai media come «non facile». Anche i leader europei si sono uniti alla conversazione, durante la quale il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato di «voler organizzare un vertice trilaterale con Putin e Zelens’kyj già venerdì prossimo», secondo Axios. La CNN ha poi confermato la notizia, aggiungendo che si prevede che almeno un leader europeo prenderà parte ai colloqui di Washington con Zelens’kyj, anche se non è ancora chiaro chi.

 

Più tardi, sabato, Trump ha confermato l’incontro di Zelens’kyj nello Studio Ovale sul suo social network Truth, promuovendo un incontro di follow-up con Putin che potrebbe potenzialmente aver luogo in seguito. Ha aggiunto che l’obiettivo dovrebbe essere un accordo di pace piuttosto che un cessate il fuoco temporaneo, «che spesso non regge».

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Mosca ha insistito sul fatto che una soluzione duratura richiede che Kiev rinunci alle sue ambizioni di adesione alla NATO, smilitarizzi e riconosca le attuali realtà territoriali. Tra queste rientrano Crimea, Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporozhye, regioni che hanno votato per l’adesione al Paese nei referendum tenutisi nel 2014 e nel 2022. Zelens’kyj ha costantemente respinto qualsiasi concessione territoriale.

 

Trump ha poi dichiarato alla Fox News che Zelensky avrebbe dovuto «fare l’accordo», sottolineando che Putin «vuole vederlo fatto» e sollecitando l’Europa a «essere coinvolta un po’».

 

Putin non ha escluso colloqui diretti con Zelens’kyj, ma ha sottolineato che devono essere preceduti da progressi verso un accordo più ampio.

 

Come riportato da Renovatio 21, Mosca ha anche plurime volte messo in dubbio l’autorità di Zelens’kyj di firmare accordi vincolanti, sottolineando che il suo mandato presidenziale è scaduto lo scorso anno e che non si sono tenute nuove elezioni sotto la legge marziale.

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Immagine di © European Union, 2025 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International; immagine tagliata.

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Geopolitica

Maduro ha offerto ampie concessioni economiche agli Stati Uniti

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Il Venezuela ha proposto agli Stati Uniti significative concessioni economiche, inclusa la possibilità per le aziende americane di acquisire una quota rilevante nel settore petrolifero, durante negoziati segreti durati mesi. Lo riporta il New York Times, citando fonti anonime.   Tuttavia, Washington avrebbe rifiutato l’offerta, con il futuro politico del presidente Nicolas Maduro come principale ostacolo.   Nelle ultime settimane, gli Stati Uniti hanno condotto attacchi al largo delle coste venezuelane contro quelle che hanno definito «imbarcazioni della droga», causando oltre venti morti e rafforzando la propria presenza militare nella regione. Funzionari americani hanno accusato Maduro di legami con reti di narcotraffico, accusa che il presidente venezuelano ha respinto.   Caracas ha accusato Washington di perseguire un cambio di regime, un’intenzione smentita dai funzionari statunitensi.

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Secondo fonti anonime di funzionari americani e venezuelani riportate dal NYT, dietro le tensioni pubbliche, Caracas avrebbe presentato un’ampia proposta diplomatica. Questa includeva l’apertura di tutti i progetti petroliferi e auriferi, attuali e futuri, alle aziende americane, l’offerta di contratti preferenziali per le imprese statunitensi, il reindirizzamento delle esportazioni di petrolio dalla Cina agli Stati Uniti e la riduzione degli accordi energetici e minerari con aziende cinesi, iraniane e russe.   I colloqui, condotti per mesi tra i principali collaboratori di Maduro e l’inviato statunitense Richard Grenell, miravano a ridurre le tensioni, secondo l’articolo. Sebbene siano stati fatti progressi in ambito economico, le due parti non sono riuscite a trovare un accordo sul futuro politico di Maduro, si legge nel rapporto.   Secondo il NYT, il Segretario di Stato americano Marco Rubio sarebbe stato il principale sostenitore della linea dura dell’amministrazione Trump per rimuovere Maduro. Si dice che Rubio sia scettico sull’approccio diplomatico di Grenell e abbia spinto per una posizione più rigida contro Caracas.   Un precedente articolo del quotidiano neoeboraceno riportava che Trump avesse ordinato l’interruzione dei colloqui con il Venezuela, «frustrato» dal rifiuto di Maduro di cedere volontariamente il potere. Il giornale suggeriva anche che gli Stati Uniti stessero pianificando una possibile escalation militare.   Nel frattempo, Maduro ha avvertito che il Venezuela entrerebbe in uno stato di «lotta armata» in caso di attacco, aumentando la prontezza militare in tutto il Paese.

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Geopolitica

Haaretz: Israele sarà indifendibile se violeremo questo piano di pace

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L’editoriale principale del quotidiano israeliano Haaretz, pubblicato il 10 e l’11 ottobre, lancia un severo monito agli israeliani attratti dai piani del primo ministro Benjamin Netanyahu e dei suoi sostenitori estremisti per ostacolare gli accordi di pace negoziati.

 

«Se Israele fosse così sprovveduto da liberare gli ostaggi e poi trovare un pretesto banale per riprendere i combattimenti, consolidando la sua nuova immagine di Stato guerrafondaio che viola ripetutamente gli accordi, le proteste che hanno scosso l’Europa per la reazione di Israele alla flottiglia per Gaza si intensificheranno con una forza doppia e saranno inarrestabili».

 

L’editoriale, scritto dall’editorialista Carolina Landsmann, ribadisce: «se Israele riprendesse i combattimenti dopo aver recuperato tutti gli ostaggi, compirebbe un autentico suicidio diplomatico. Difendere il Paese diventerebbe impossibile. Nemmeno Trump potrebbe riuscirci».

 

L’editoriale è stato innescato dalle dichiarazioni del giornalista israeliano Amit Segal, trasmesse sul Canale 12 israeliano, secondo cui «non esiste una fase due, questo è chiaro a tutti, no?». Segal ha escluso qualsiasi soluzione che richiami gli accordi di Oslo, vantandosi che, una volta liberati gli ostaggi, Israele riprenderà a combattere,.

 

La Landsmann ha replicato che questo gioco è finito: «Il mondo ha compreso la realtà meglio di Israele», e persino i sostenitori di Trump «sono stanchi» di vedere i contribuenti americani finanziare le guerre di Israele. L’editorialista ha riportato le parole di Trump a Netanyahu: «Israele non può combattere contro il mondo, Bibi; non può combattere contro il mondo».

 

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Immagine di IDF Spokesperson’s Unit via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

 

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Geopolitica

Il Cremlino dice di essere pronto per un accordo sull’Ucraina

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Mosca rimane aperta a una risoluzione pacifica del conflitto in Ucraina, ma le ostilità proseguiranno finché Kiev continuerà a ostacolare i negoziati, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov.   Rispondendo al presidente francese Emmanuel Macron, che di recente ha scritto in un post su X che la Russia «dovrà pagare il prezzo» se si rifiutasse di dimostrare disponibilità a negoziare, Peskov, parlando ai giornalisti lunedì, ha sottolineato che Mosca ha sempre favorito una soluzione diplomatica alla crisi. Tuttavia, ha notato che Kiev, sostenuta dai suoi alleati occidentali, continua a respingere tutte le proposte russe.   «La Russia è pronta per una soluzione pacifica», ha affermato Peskov, evidenziando che la campagna militare di Mosca continua «a causa della mancanza di alternative». Ha aggiunto che la Russia raggiungerà infine i suoi obiettivi dichiarati, salvaguardando i propri interessi di sicurezza nazionale.

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Le sue dichiarazioni arrivano in vista dell’incontro previsto per venerdì a Washington tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj.   Peskov ha espresso apprezzamento per gli sforzi diplomatici di Trump volti a risolvere pacificamente il conflitto, auspicando che «l’influenza degli Stati Uniti e le capacità diplomatiche degli inviati del presidente Trump contribuiscano a incoraggiare la parte ucraina a essere più proattiva e preparata al processo di pace».   La Russia ha ripetutamente ribadito la propria disponibilità a colloqui di pace con l’Ucraina. Le due parti erano vicine a un accordo a Istanbul all’inizio del 2022, ma, secondo Mosca, Kiev si è ritirata dopo che i suoi sostenitori occidentali l’hanno spinta a continuare il conflitto.   Da allora, i funzionari russi hanno sostenuto che né Kiev né i suoi alleati europei sono genuinamente interessati a porre fine alle ostilità, accusandoli di ostacolare i negoziati con condizioni mutevoli e ignorando le proposte russe.  

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  Immagine di A.Savin via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported2.5 Generic2.0 Generic1.0 Generic
 
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