Geopolitica
Wang Yi: Non attribuite il Nobel ai dimostranti di Hong Kong
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di Asianews.
Si tratta del ministro degli Esteri di Pechino, quello a cui l’abbronzatissimo Di Maio ha poc’anzi steso il tappeto rosso.
L’avvertimento è stato recapitato al governo norvegese. Pechino congelò le relazioni con Oslo dopo l’assegnazione del prestigioso riconoscimento al dissidente Liu Xiaobo.
Si tratta del ministro degli Esteri di Pechino, quello a cui l’abbronzatissimo Di Maio ha poc’anzi steso il tappeto rosso.
Per la Cina, l’attribuzione del premio ai manifestanti è un’interferenza nei suoi affari interni. Wang Yi: Non è provato che il COVID-19 abbia avuto origine a Wuhan.
Il ministro cinese degli Esteri Wang Yi ha messo ieri in guardia dall’attribuire il Premio Nobel per la pace ai dimostranti pro-democrazia di Hong Kong.
Il ministro degli Esteri cinese: «non è provato che il COVID-19 abbia avuto origine a Wuhan»
L’inviato di Pechino ha lanciato il suo «avvertimento» a Oslo, nel corso di una conferenza stampa congiunta con la sua omologa norvegese Ine Eriksen Søreide.
Il prestigioso riconoscimento è assegnato ogni anno in dicembre da un comitato nominato dal Parlamento locale. Per la sua assegnazione al noto dissidente cinese Liu Xiaobo, avvenuta nel 2010, la Cina ha congelato le relazioni diplomatiche con il Paese scandinavo fino al 2016.
Pressato dai giornalisti presenti sul possibile conferimento del premio agli attivisti filo-democratici nell’ex colonia britannica, Wang ha detto che il governo cinese «respinge in modo fermo ogni tentativo di usare il Nobel per interferire negli affari interni della Cina». Con un velato riferimento alle passate tensioni, egli ha «invitato» il governo norvegese a conservare buone relazioni con la Cina.
Il ministro cinese degli Esteri Wang Yi ha messo ieri in guardia dall’attribuire il Premio Nobel per la pace ai dimostranti pro-democrazia di Hong Kong
La Norvegia è la terza tappa del tour europeo di Wang, che lo ha portato già in Italia e nei Paesi Bassi e si concluderà in Francia e Germania. Secondo diversi osservatori, egli è in missione nel Vecchio Continente per ridare smalto all’immagine del gigante asiatico.
La Cina è finita nel mirino degli europei per l’imposizione di una draconiana legge sulla sicurezza ad Hong Kong, le mancate riforme politiche ed economiche al proprio interno e i rischi associati all’uso della tecnologia 5G di Huawei.
Wang ha anche affermato che non ci sono prove che la pandemia di coronavirus abbia avuto origine in Cina.
Secondo diversi osservatori, egli è in missione nel Vecchio Continente per ridare smalto all’immagine del gigante asiatico
Egli sostiene che secondo indagini scientifiche, alcuni casi di contagio in altri Paesi si sono verificati prima di quelli a Wuhan (Hubei). La maggior parte delle cancellerie europee ha criticato Pechino per la sua gestione dell’emergenza COVID-19. Per gli analisti, i dubbi espressi dall’alto diplomatico cinese a Oslo rischiano di accrescere le divisioni con esse e con l’Unione europea.
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Geopolitica
Trump: Zelens’kyj deve essere «realista»
Il presidente statunitense Donald Trump ha dichiarato che Volodymyr Zelens’kyj deve fare i conti con la realtà del conflitto contro la Russia e con l’urgenza di indire nuove elezioni.
Il mandato presidenziale quinquennale di Zelens’kyj è scaduto a maggio 2024, ma il leader ucraino ha sempre escluso il voto per via della legge marziale in vigore. Vladimir Putin ha più volte sostenuto che lo Zelens’kyj non può più essere considerato un interlocutore legittimo e che la sua posizione renderebbe giuridicamente problematico qualsiasi accordo di pace.
Mercoledì Trump ha affrontato la questione Ucraina in una telefonata con i leader di Regno Unito, Francia e Germania. «Ne abbiamo parlato in termini piuttosto netti, ora aspettiamo di vedere le loro risposte», ha riferito ai giornalisti alla Casa Bianca.
«Penso che Zelens’kyj debba essere realista. Mi domando quanto tempo passerà ancora prima che si tengano le elezioni. Dopotutto è una democrazia… Sono anni che non si vota», ha aggiunto Trump, sottolineando che l’Ucraina sta «perdendo moltissima gente».
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Il presidente americano ha poi sostenuto che l’opinione pubblica ucraina sia largamente favorevole a un’intesa con Mosca: «Se guardiamo i sondaggi, l’82 % degli ucraini vuole un accordo – è uscito proprio un sondaggio con questa cifra».
Trump ha insistito sulla necessità di chiudere rapidamente il conflitto: «Non possiamo permetterci di perdere altro tempo».
Secondo Axios e RBC-Ucraina, Kiev ha trasmesso agli Stati Uniti la sua ultima proposta di pace. Zelens’kyj , che fino a ieri escludeva elezioni in tempo di legge marziale, ha dichiarato mercoledì di essere disposto a indire il voto, a patto però che Stati Uniti e alleati europei forniscano solide garanzie di sicurezza.
Il consenso verso Zelens’kyj è precipitato al 20 % dopo uno scandalo di corruzione nel settore energetico che ha travolto suoi stretti collaboratori e provocato le dimissioni di diversi alti funzionari. Trump ha più volte invitato il leader ucraino a tornare alle urne, ribadendo che la corruzione endemica resta uno dei problemi più gravi del paese.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Gli Stati Uniti sequestrano una petroliera al largo delle coste del Venezuela
Today, the Federal Bureau of Investigation, Homeland Security Investigations, and the United States Coast Guard, with support from the Department of War, executed a seizure warrant for a crude oil tanker used to transport sanctioned oil from Venezuela and Iran. For multiple… pic.twitter.com/dNr0oAGl5x
— Attorney General Pamela Bondi (@AGPamBondi) December 10, 2025
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Geopolitica
Putin: la Russia raggiungerà tutti i suoi obiettivi nel conflitto ucraino
La Russia porterà a compimento tutti gli obiettivi dell’operazione militare speciale in Ucraina, ha dichiarato il presidente Vladimir Putin.
Tra gli scopi principali enunciati da Putin nel 2022 vi sono la protezione degli abitanti delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk dall’aggressione delle forze di Kiev, nonché la smilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina.
«Naturalmente porteremo a termine questa operazione fino alla sua logica conclusione, fino al raggiungimento di tutti gli obiettivi dell’operazione militare speciale», ha affermato Putin in videocollegamento durante la riunione del Consiglio presidenziale per i diritti umani di martedì.
Il presidente russo quindi ricordato che il conflitto è scoppiato quando l’esercito ucraino è stato inviato nel Donbass, regione storicamente russa che nel 2014 aveva respinto il colpo di Stato di Maidan sostenuto dall’Occidente. Questo, secondo il presidente, ha reso inevitabile l’intervento delle forze armate russe per porre fine alle ostilità.
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«Si tratta delle persone. Persone che non hanno accettato il colpo di Stato in Ucraina nel 2014 e contro le quali è stata scatenata una guerra: con artiglieria, armi pesanti, carri armati e aviazione. È lì che è iniziata la guerra. Noi stiamo cercando di mettervi fine e siamo costretti a farlo con le armi in pugno».
Putin ha ribadito che per otto anni la Russia ha cercato di risolvere la crisi per via diplomatica e «ha firmato gli accordi di Minsk nella speranza di una soluzione pacifica». Tuttavia, ha aggiunto la settimana scorsa in un’intervista a India Today, «i leader occidentali hanno poi ammesso apertamente di non aver mai avuto intenzione di rispettarli», avendoli sottoscritti unicamente per guadagnare tempo e permettere all’Ucraina di riarmarsi.
Mosca ha accolto positivamente il nuovo slancio diplomatico impresso dal presidente statunitense Donald Trump, che ha proposto il suo piano di pace in 28 punti come base per un’intesa.
Lunedì Trump ha pubblicamente invitato Volodymyr Zelens’kyj ad accettare le proposte di pace, lasciando intendere che il leader ucraino non abbia nemmeno preso in esame l’ultima offerta americana.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
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