Spirito
Vedove ratzingeriane volanti: arriva il para-sedevacantismo aeronautico
La scorsa domenica sul cielo sopra litorale di Ostia è comparso un piccolo aereo da turismo di colore giallo che trainava uno striscione con un messaggio precisissimo: «Benedetto XVI non ha mai abdicato».
L’aereo, secondo le testimonianze, sarebbe arrivato dalla direzione di Roma per compiere diverse virate davanti alla spiaggia intorno alle 16:30, quando i bagnanti romani hanno digerito e oltrepassato la fase della pennichella per riversarsi in riva al Tirreno. Più tardi si sarebbe diretto a sud per essere avvistato in zona Circeo.
Numerosi testimoni hanno scattato foto e ripreso video del messaggio aereo per poi caricarle in rete.
15 Luglio 2023: Aereo sorvola il litorale di Ostia: «Benedetto XVI non ha mai abdicato». pic.twitter.com/FMLtMARV0t
— Fely ???????????? (@Felyorfelix) July 17, 2023
Mentre i giornali mainstream si grattano la testa in cerca di spiegazioni (sono arrivati a dire che il velivolo potrebbe essere scappato da un set di un film!), noi sappiamo che quella della mancata abdicazione di Benedetto è una teoria di qualche diffusione presso certuni ambienti catto-conservatori, quelli un tempo detti delle «vedove ratzingeriane», intellettuali e personaggi che non si rassegnavano alla fine del papato coincisa con la calata dell’argentino.
I sostenitori di questa teoria mancano di vedere come l’evoluzione della chiesa, anche sotto Ratzinger, avesse portato al caos apocalittico attuale, al quale lo stesso Benedetto ha dato man forte con la sua rinuncia, probabilmente l’atto più distruttivo della storia della Chiesa, un vero «sacco di Roma» in termini teologici, morali, storici, materiali.
In passato si erano registrati episodi di forte dissenso contro il papa con l’affissione di manifesti critici dell’operato di Bergoglio a firma di tale «Pasquino», nome della «statua parlante di Roma» alla quale si appendevano satire in versi che sbeffeggiavano personaggi pubblici dell’universo romano (le cosiddette «pasquinate»).
Tuttavia mai si era arrivati al messaggio diretto riguardante l’invalidità del papato bergogliano.
Di fatto, se Ratzinger non ha abdicato, Bergoglio non è davvero papa, quindi ora che il tedesco è morto, siamo in uno stato di sede vacante, il periodo in cui la chiesa non ha trovato ancora il legittimo successore di Pietro.
Ciò fa di questo frangente di vedove ratzingeriane dei veri sedevacantisti degli anni 2010; assai differenti dai sedevacantisti «classici» che ritengono che nessun papa sia stato validamente eletto dopo il Concilio Vaticano II. Non sappiamo quindi come definirli: para-sedevacantisti? neosedevacantisti? franco-sedevacantisti?
Vorremmo comunque rassicurare quei pochi che sono rimasti a fare il lavoro di ripulire il disastro del papato di Francesco I: in fatto di papato aeronautico, fanno più danno le conferenze stampa aeree di ritorno dai viaggi apostolici (quelli dove si sale solo dopo il siero mRNA) che il piccolo striscione del timido velivolo ad elica davanti alla spiaggia di Ostia. (Località, realizziamo solo ora, terminologicamente simbolica).
Immagine da Twitter
Spirito
Primi voti e vestizione dei Frati della FSSPX, Flavigny 2024: immagini
Domenica 29 settembre 2024, presso il seminario Saint-Curé d’Ars di Flavigny, cinque giovani hanno ricevuto l’abito religioso (o talare) dei Frati della Fraternità San Pio X e sei giovani frati novizi hanno preso i loro primi impegni religiosi – i voti di povertà, castità e obbedienza, per vivere più perfettamente nell’autentico spirito del Vangelo.
Questi 6 novizi, tutti francesi, assumono questo impegno in completa libertà, dopo tre anni di formazione. Verrà rinnovato più volte per chi lo desidera, prima di prendere un impegno definitivo dopo 9 anni.
Questi frati non saranno sacerdoti, ma religiosi ausiliari, assistendo i sacerdoti nella loro missione, prendendosi cura dei priorati e brillando con l’aiuto e la carità che offrono. La loro vocazione è tutta incentrata sulla Santa Messa, che cercano di far irradiare durante la loro giornata.
Cinque giovani sono entrati anche in noviziato, ingresso segnato dalla vestizione dell’abito religioso: quest’anno arrivano dal Canada (1), dalla Francia (1), dall’Italia (1) e dal Kenya (2).
Le loro famiglie e i loro amici sono venuti ad accompagnarli in questa occasione, incantati dal clima familiare e gioioso che emana dal noviziato.
I due nuovi superiori dei distretti francese e italiano, don Gonzague Peignot e don Gabriele d’Avino, ci hanno onorato della loro presenza.
Il direttore del seminario, padre Guillaume Gaud, ha celebrato la cerimonia al posto di Sua Eccellenza Monsignor Tissier de Mallerais e ci ha invitato a pregare con fervore per lui, la cui assenza è dovuta a un grave incidente.
Nell’omelia, ha evidenziato il posto centrale e nascosto che occupano i Frati della Fraternità nel risveglio della santità sacerdotale, e ha mostrato, seguendo San Tommaso d’Aquino, che lo stile di vita dei Frati nei nostri conventi non è meno religioso di quello dei contemplativi, nella misura in cui il loro lavoro e la loro dedizione sono totalmente investiti nella carità.
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
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Le apparizioni della Madonna delle Ghiaie di Bonate
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«Penosa kermesse della religione green e dell’ideologia woke». Mons. Viganò contro i «nuovi peccati» del Sinodo
L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha commentato su X la cerimonia penitenziale di inizio Sinodo, dove si è chiesto perdono per «nuovi peccati» inventati dal sistema bergogliano.
«Non volendo chiedere perdono per i veri peccati contro Dio e contro il prossimo – che gli adepti della setta bergogliana praticano disinvoltamente – il Sinodo sulla Sinodalità se ne inventa di nuovi contro la Terra, gli immigrati, i poveri, la donna, gli emarginati. Un nuovo decalogo pauperista e politicamente corretto» scrive monsignore.
«Ecco allora che, “a nome dei fedeli” ai quali Bergoglio appioppa colpe che essi non sapevano nemmeno esistessero, scopriamo il peccato di chi ha “girato la testa dall’altra parte di fronte al sacramento del povero (sic), preferendo adornare noi stessi e l’altare di colpevoli preziosità che sottraggono il pane all’affamato”».
Non volendo chiedere perdono per i veri peccati contro Dio e contro il prossimo – che gli adepti della setta bergogliana praticano disinvoltamente – il Sinodo sulla Sinodalità se ne inventa di nuovi contro la Terra, gli immigrati, i poveri, la donna, gli emarginati. Un nuovo… pic.twitter.com/b9irSe9nYo
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) October 2, 2024
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«Queste parole ricordano le obiezioni di Giuda – il “mercator pessimus” tanto apprezzato da Bergoglio – quando Maria di Magdala ruppe il prezioso vaso di aromi per ungerne i piedi a Nostro Signore: “Perché quest’olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?” (Gv 12, 5). E noi stessi, con l’Evangelista, potremmo oggi commentare: “Questo egli disse non perché gl’importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro” (ibid., 6)» continua il già nunzio apostolico negli USA.
«Il “nuovo corso” sinodale inaugurato ieri con il lancio promozionale in San Pietro – una penosa kermesse all’insegna della religione green e dell’ideologia woke – brucia le tappe verso la religione globalista, mentre i conservatori si apprestano a celebrare i novendiali di Summorum Pontificum tra volute di incenso ecosostenibile» conclude l’arcivescovo.
Come riportato da Renovatio 21, nella cerimonia di apertura i prelati hanno chiesto perdono per il
- peccato contro la pace
- peccato contro il creato
- peccato contro i popoli indigeni
- peccato contro i migranti
- peccato di abuso
- peccato contro la donna
- peccato contro la famiglia, la gioventù
- peccato di dottrina usato come pietre da scagliare [implicitamente per ferire]
- peccato contro la povertà
- peccato contro la sinodalità ovvero la mancanza di ascolto, di comunione e di partecipazione di tutti.
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Immagine dal sito di Exsurge Domine
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