Politica
Vaccini, Kennedy censurato durante intervista TV da candidato presidente
Il canale televisivo statunitense ABC News ha censurato un’intervista con il candidato alla presidenza degli Stati Uniti Robert F. Kennedy Jr. – il principale sfidante di Joe Biden per la nomination del Partito Democratico nel 2024 – rimuovendo le sue affermazioni riguardo ai vaccini COVID-19.
«Dovremmo notare che durante la nostra conversazione, Kennedy ha fatto false affermazioni sui vaccini COVID-19», ha detto giovedì la giornalista della ABC Linsey Davis dopo aver mandato in onda la sua intervista con il nipote dell’ex presidente John F. Kennedy, aggiungendo che il Kennedy avrebbe fatto «affermazioni fuorvianti» contrarie ai risultati della ricerca su un legame tra alcuni vaccini e l’autismo. «Abbiamo usato il nostro giudizio editoriale per non includere parti di quello scambio nella nostra intervista».
In pratica, si tratta di censura bella e buona – semplicemente, le parole del candidato Kennedy sono state tagliate dal segmento televisivo, come se il pubblico non dovesse nemmeno ascoltarle, non dovesse esserne messo a parte per farsi un’idea.
Davis ha provocato con insolenza Kennedy durante l’intervista, dicendo che le sue passate affermazioni sui vaccini che causano l’autismo erano state totalmente «smentite» da studi. «Quali studi?» ha tentato di rispondere Kennedy, che ha quindi iniziato a spiegare perché crede che le principali agenzie di sanità pubblica, come l’ente di controllo epidemico CDC, siano «captured», ossia inglobate in interessi politico economici di privati e non solo – purtroppo però questa spiegazione, che Kennedy – come sa il lettore – ha articolato molto finemente negli anni in articoli (che Renovatio 21 ha ininterrottamente tradotto) e in libri ed azioni legali, è stata tagliata dalle mani di forbice della testata TV.
L’intervistatrice ha poi iniziato a provocare andando a pescare nella famiglia, ricordando che alcuni membri della famiglia di Kennedy non sono d’accordo con le sue opinioni sui vaccini.
«Sono solo curiosa, se non riesce a convincere le sue sorelle a votare per te come presidente, come può fare questo appello agli elettori americani?» chiede la giornalista.
Si tratta di una vecchia ruggine interna al casato raccontata a suo tempo da Renovatio 21, minimizzata dal Kennedy dicendo che in nessuna famiglia si è completamente d’accordo, e che comunque due suoi fratelli erano presenti al discorso di lancio della sua campagna presidenziale. Va ricordato che i figli di Bob Kennedy sono in tutto undici, sette maschi e due femmine.
«Questo è qualcosa che penso sia una lezione che dovremmo imparare per questo paese. Possiamo essere in disaccordo l’uno con l’altro senza odiarci l’un l’altro, senza emarginarci a vicenda» ha dichiarato Kennedy con immane sensibilità.
Venerdì scorso Kennedy ha notato che la legge federale proibisce alle emittenti di censurare i candidati alla presidenza.
«Invece del giornalismo, il pubblico ha visto un lavoro di ascia», ha detto, riferendosi agli intollerabili tagli riguardo le sue opinioni. «Invece di informazioni, hanno ottenuto diffamazione e propaganda farmaceutica sguainata. Gli americani meritano di ascoltare l’intervista completa in modo che possano prendere una decisione. Come può funzionare la democrazia senza una stampa libera e imparziale?»
Un sondaggio di Fox News pubblicato giovedì ha mostrato che sebbene i rivali del presidente Biden per la nomina del Partito Democratico siano candidati a lungo termine, Kennedy sta guadagnando terreno. Mentre il 62% degli elettori democratici vuole che il partito nomini Biden per la rielezione, il 19% è favorevole a Kennedy. Un precedente sondaggio indicava che Kennedy era sostenuto dal 14% dei Democratici dopo essere entrato in gara all’inizio di questo mese.
Kennedy è il nipote di John F. Kennedy, assassinato nel 1963, e figlio del candidato presidenziale Robert F. Kennedy detto «Bobby», ucciso durante la campagna elettorale nel 1968.
Si è impegnato a porre fine alla «fusione corrotta tra Stato e potere corporativo» e si è espresso contro la politica di Washington di utilizzare il potere militare per rafforzare l’egemonia globale.
«La guerra in Ucraina è il collasso finale dell’effimero “secolo americano” dei neocon», ha detto Kennedy all’inizio di questo mese.
Come riportato da Renovatio 21, in settimana Kennedy aveva ricevuto anche le lodi della Repubblica Islamica dell’Iran per aver dichiarato durante il suo primo comizio elettorale che gli USA hanno «creato l’ISIS».
Le idee di Kennedy sono estremamente pericolose per il sistema di potere transnazionale: dalla sua visione del COVID come un golpe globale diretto dalla CIA (che accusa di aver ucciso il padre e lo zio JFK) – dove hanno un loro ruolo le armi biologiche e Fauci – al suo attacco agli oligarcati delle farmaceutiche che hanno «decostruito la Costituzione alla dura condanna di figure di potere assoluto come Bill Gates.
Politica
Brigitta Macron contro le femministe: «stupide stronze»
La moglie del presidente francese Emmanuel Macron, Brigitte, ha provocato un’ondata di indignazione dopo aver definito le manifestanti femministe «salles connes», cioè «stupide stronze».
All’inizio di questa settimana è emerso un video (poi cancellato) in cui la first lady francese, domenica scorsa, chiacchierava in privato nel backstage con l’attore e comico ebreo sefardita Ary Abittan, in passato accusato di stupro. L’artista 51enne era in tournée per la prima volta dopo che i giudici istruttori avevano archiviato il caso per mancanza di prove.
La sera precedente, il collettivo femminista Nous Toutes («Tutte noi») aveva fatto irruzione nel suo spettacolo di cabaret: alcune attiviste, con maschere raffiguranti il volto dell’attore e la scritta «stupratore», si erano alzate in mezzo al pubblico gridando «Abittan stupratore» prima di essere accompagnate fuori.
Nel video trapelato, Abittan scherza sul fatto di sentirsi ancora nervoso, probabilmente temendo il ritorno delle manifestanti. Si sente chiaramente Brigitte Macron rispondere in tono scherzoso: «Se ci sono delle stupide stronze, le cacceremo via».
Martedì un portavoce dell’Eliseo ha spiegato che la first lady stava solo cercando di tranquillizzare l’attore e che il suo commento era diretto unicamente ai metodi radicali usati per interrompere lo spettacolo.
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Nonostante la precisazione, le reazioni sono state immediate e trasversali: politici di tutti gli schieramenti, attivisti e personalità del mondo del cinema hanno condannato le parole.
La segretaria nazionale dei Verdi, Marine Tondelier, le ha definite «estremamente gravi»; la senatrice LR Agnès Evren le ha giudicate «profondamente sessiste». Persino l’ex presidente François Hollande ha criticato la scelta lessicale della first lady. L’attrice Judith Godrèche, divenuta simbolo della lotta contro le violenze sessuali nel cinema francese dopo aver denunciato abusi subiti da minorenne, ha chiesto la fine di questi comportamenti nel settore culturale e ha pubblicato un breve messaggio su Instagram contro le dichiarazioni di Brigitte Macron. Il collettivo Nous Toutes ha poi trasformato la frase in un hashtag virale sui social.
Brigitta Macron era già finita al centro dell’attenzione nei mesi scorsi per una lunga vicenda giudiziaria legata alle teorie complottiste che la descrivono come transgender. Una sentenza di quest’anno ha condannato e multato le due donne che avevano diffuso la falsa notizia, riaccendendo il dibattito sulle molestie online contro le figure pubbliche.
Il caso aveva avuto risonanza internazionale dopo che la commentatrice americana Candace Owens ne aveva ripreso le accuse, per poi dichiarare che i Macron avessero ordinato il suo assassinio.
Come riportato da Renovatio 21, Macron aveva chiesto personalmente a Trump di intercedere con la Owens per farla smettere di parlare dell’incredibile teoria per cui la Brigitta sarebbe nata uomo.
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Immagine di Mélanie Praquin via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Politica
Trump: Zelens’kyj deve indire le elezioni
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Politica
Tentativo di colpo di Stato in Benin
Un gruppo di militari del Benin, paese dell’Africa occidentale, ha proclamato la propria ascesa al potere attraverso la tv di stato SRTB. Tuttavia, diverse fonti hanno indicato che un assalto alla residenza presidenziale è fallito.
I soldati hanno sfruttato la rete televisiva per annunciare la sospensione delle istituzioni nazionali e della Costituzione beninese, ordinando la chiusura di tutte le frontiere aeree, terrestri e marittime. Hanno designato il tenente colonnello Pascal Tigri come presidente del Comitato Militare per la Rifondazione (CMR), «a partire da oggi». In seguito, il segnale del canale è stato tagliato.
Il ministro degli Esteri del Benin, Olushegun Adjadi Bakari, ha riferito all’agenzia Reuters che «un piccolo gruppo» di militari ha orchestrato un tentativo di golpe, ma le truppe leali al presidente Patrice Talon sono al lavoro per ristabilire la normalità. «C’è un tentativo in corso, ma la situazione è sotto controllo… La maggior parte dell’esercito rimane fedele e stiamo riprendendo il dominio della faccenda», ha precisato.
Il governo ha poco fa diffuso un video in lingua francese per spiegare l’accaduto. A parlare è Sig. Alassane Seidou, ministro dell’Interno e della Pubblica Sicurezza del Paese.
#Gouvbenin | #Wasexo | #DefenseSecuriteBenin |
🚨📢 Tentative de déstabilisation de l’État et ses Institutions : Le Gouvernement rassure la populationhttps://t.co/QYgsl5eIfS pic.twitter.com/LiG1xJdmKG
— Gouvernement du Bénin 🇧🇯 (@gouvbenin) December 7, 2025
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«Cari concittadini, Nelle prime ore del mattino di domenica 7 dicembre 2025, un piccolo gruppo di soldati ha scatenato un ammutinamento con l’obiettivo di destabilizzare lo Stato e le sue istituzioni. Di fronte a questa situazione, le Forze Armate del Benin e i loro vertici, fedeli al giuramento, rimasero fedeli alla Repubblica».
«La loro risposta ha permesso loro di mantenere il controllo della situazione e di sventare la manovra. Di fronte a questa situazione, le Forze Armate del Benin e i loro vertici, fedeli al giuramento, rimasero fedeli alla Repubblica. Pertanto, il Governo invita la popolazione a continuare a svolgere le proprie attività come di consueto».
A Cotonou, la principale città del Benin, si sono sentiti spari sin dalle prime ore di domenica, sebbene le voci di un colpo di stato non siano ancora verificate, ha dichiarato Maxim Meletin, portavoce dell’ambasciata russa nel paese africano, all’agenzia African Initiative.
«Dalle 7 del mattino, abbiamo rilevato colpi d’arma da fuoco e detonazioni di granate nei dintorni della residenza presidenziale. Stando a indiscrezioni non confermate, militari beninesi si sono presentati alla tv nazionale per proclamare la destituzione del presidente», ha proseguito Meletin.
Una fonte vicina a Talon, interpellata da Jeune Afrique, ha raccontato che uomini in divisa hanno provato a irrompere nella residenza presidenziale intorno alle 6 del mattino ora locale, con il capo dello Stato ancora all’interno. L’incursione sarebbe stata sventata dalle guardie di sicurezza, e il presidente sarebbe illeso.
Tuttavia, questi dettagli non hanno ricevuto conferme indipendenti da canali ufficiali. Unità dell’esercito fedeli al regime in carica hanno risposto con una controffensiva. Si parla di elicotteri che pattugliano Cotonou, mentre varie zone del centro urbano risultano bloccate.
Talon è al timone del Benin dal 2016; il suo secondo e ultimo mandato scadrà nel 2026. La Carta Costituzionale ammette soltanto due quinquenni presidenziali, e le urne per il dopo-Talon sono in programma il 12 gennaio 2026.
Nell’agosto 2025, la maggioranza al governo ha sostenuto la corsa alla presidenza del ministro dell’Economia e delle Finanze, Romuald Wadagni.
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Immagine da Twitter
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