Persecuzioni
Uomo assassinato durante una messa a Istanbul
![](https://www.renovatio21.com/wp-content/uploads/2024/01/chiesa-istanbul-attentato.jpg)
Domenica due uomini armati mascherati hanno sparato e ucciso una persona durante una messa in una chiesa cattolica a Istanbul, hanno confermato funzionari turchi.
Il ministro dell’Interno Ali Yerlikaya ha detto che l’attacco di domenica alla chiesa cattolica italiana di Santa Maria nel distretto di Sariyer, nella parte nord-orientale della parte europea di Istanbul affacciata sul Bosforo, è avvenuto alle 11:40 ora locale.
Yerlikaya ha aggiunto che la persona uccisa sembrava essere stata deliberatamente presa di mira dagli assassini, le cui identità erano nascoste da maschere. «È stata avviata un’indagine approfondita sulla questione e sono stati avviati i lavori per catturare gli aggressori», ha scritto domenica Yerlikaya sui social media.
#WATCH 🔴 Footage of the shooting in a Catholic church in Istanbul, where one person died, has emerged. The Turkish Ministry of Internal Affairs has already detained 47 suspects in connection with the case. The police do not rule out the involvement of ISIS in the attack.… pic.twitter.com/oel4rNOupK
— Voice of Europe 🌍 (@V_of_Europe) January 29, 2024
Il governatore di Istanbul Davut Gul ha detto che la vittima era un cittadino turco e che non ci sono altri feriti legati all’incidente, secondo la Reuters. Gul ha anche specificato che «il movente dell’attacco non è stato immediatamente chiarito».
Il presidente turco Tayyip Recep Erdogan ha espresso il suo dolore per l’incidente telefonando al sacerdote della chiesa, a un funzionario locale del partito AK al governo e al console generale della Polonia a Istanbul, ha aggiunto l’agenzia di stampa.
Erdogan ha detto che gli assassini sarebbero stati trovati «entro 24 ore» e che sarebbero state prese le «misure necessarie» per localizzare i sospettati. Su internet circola la notizia, non si sa quanto verificata, che sarebbero stati già arrestati due membri dell’ISIS di etnia russa e tagica.
BREAKING:
Islamist terror attack against an Italian church in Istanbul, Turkey.
2 gunmen attacked the church during Sunday mass.
Fatalities reported pic.twitter.com/cORonjRTv7
— Visegrád 24 (@visegrad24) January 28, 2024
A dicembre, le forze di sicurezza turche avevano arrestato 32 sospetti per presunte connessione dell’ISIS, con gli investigatori a sostenere che questi stessero progettando attacchi contro chiese e sinagoghe e contro l’ambasciata irachena. Il precedente più sanguinoso di un attentato firmato dall’ISIS a Istanbul fu l’attacco compiuto la notte di Capodanno del 2017 contro un locale notturno del quartiere Beşiktaş, dove centinaia di persone stavano festeggiando il nuovo anno. Ben 39 persone rimasero uccise e altre 69 ferite.
Anche papa Francesco ha espresso le sue condoglianze dopo la preghiera settimanale dell’Angelus dal Vaticano domenica. «Esprimo la mia vicinanza alla comunità della chiesa Saint Mary Draperis di Istanbul che ha subito un attacco armato durante la messa che ha causato un morto», ha detto il Pontefice, riferendosi alla cappella con il suo titolo inglese.
Le telecamere a circuito chiuso ottenute dai media turchi mostrano l’attacco in dettaglio. Due uomini armati entrano nella chiesa, apparentemente seguendo un uomo vestito di nero prima che venga colpito e ferito a morte, mostra il filmato. Successivamente i due aggressori lasciano tranquillamente la chiesa.
Lo zio della vittima, che AsiaNews dice si chiamava Tuncer Cihan, ha detto che il 52enne intendeva diventare cristiano ma non era ancora stato battezzato. Parlando con l’Associated Press, il nipote della vittima ha sottolineato come l’obiettivo degli attentatori fosse la chiesa e non suo zio, che «era un disabile mentale che non aveva legami con la politica o con organizzazioni criminali. Era stato invitato alla celebrazione ed è stato vittima del destino».
La Turchia è un Paese a maggioranza musulmana: si stima che solo lo 0,2% della popolazione sia cristiana o appartenga ad altre religioni riconosciute come l’ebraismo.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Persecuzioni
Almeno 70 violenze contro i cristiani pachistani nei primi 6 mesi del 2024
![](https://www.renovatio21.com/wp-content/uploads/2024/07/ragazza-pakistana-ai-Renovatio-21.jpg)
Iscriviti al canale Telegram
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Persecuzioni
Cardinale un tempo incarcerato dai comunisti critica il silenzio del Vaticano sulla persecuzione dei cattolici in Cina
![](https://www.renovatio21.com/wp-content/uploads/2024/07/Cardinal-Dominik-Duka.jpg)
Un cardinale ceco, in passato imprigionato dai comunisti, ha criticato pubblicamente il Vaticano, sotto Papa Francesco, per aver ignorato le violazioni dei diritti umani e la persecuzione dei cattolici da parte della Cina comunista.
«Così come il silenzio e la complicità con il regime comunista hanno danneggiato il mio Paese e hanno reso più facile per il governo imprigionare i dissidenti, il silenzio della Chiesa di fronte alle violazioni dei diritti umani da parte della Cina comunista danneggia la vita cattolica in Cina», ha affermato in un recente articolo il cardinale Dominik Duka, OP, arcivescovo emerito di Praga.
«La studiosa dell’Hudson Institute Nina Shea ha documentato che si ritiene che otto vescovi cattolici siano ora detenuti a tempo indeterminato senza processo in Cina», ha osservato il porporato. «Sappiamo che il grande cardinale Joseph Zen è stato arrestato nel 2022 e ora è sorvegliato e monitorato dallo Stato».
Iscriviti al canale Telegram
«Jimmy Lai, convertito al cattolicesimo e proprietario di un giornale, è tenuto in isolamento a Hong Kong da più di tre anni», ha aggiunto il cardinale Duka. «Václav Havel [famoso scrittore e statista ceco, ndr] con cui una volta ho condiviso una cella, scrisse che l’unico modo per combattere il potere totalitario è che ognuno di noi abbia il coraggio di scegliere di vivere la verità nelle proprie vite, non importa cosa», ha continuato il religioso ceco.
«Oggi, ci troviamo di nuovo di fronte a dittature e ideologie totalitarie. Ancora una volta, individui coraggiosi stanno pagando il prezzo per averle affrontate».
«Rafforzata da questi testimoni moderni, noti o sconosciuti, la diplomazia vaticana deve riprendere e alzare la voce per unirsi a loro nella difesa della persona umana e nella difesa del Vangelo. Il tempo del coraggio è giunto ancora una volta» ha continuato il cardinale.
A Duka, ordinato sacerdote nel 1970, fu proibito di esercitare la professione di sacerdote dal governo comunista di quella che allora era la Cecoslovacchia, sebbene continuasse segretamente a predicare e insegnare ai seminaristi. Nel 1981, fu condannato a 15 mesi di prigione per «attività religiose».
Il prelato ha paragonato la diplomazia del Vaticano con la Cina sotto Francesco alla politica dell’Ostpolitik impiegata dai papi Giovanni XXIII e Paolo VI, in cui «la lotta per la libertà e la dignità umana aveva iniziato a essere messa da parte in favore della politica di distensione, sostenuta principalmente dalla sinistra politica e dagli Stati comunisti».
La «diplomazia del silenzio» dell’Ostpolitik «è stata abilmente superata sotto Papa San Giovanni Paolo II, che ha rafforzato le reti di informazione clandestine e dissidenti per far sentire la sua voce ed estendere la sua portata», ha ricordato il cardinale Duka. «Ha insistito affinché il Vangelo di Gesù Cristo fosse reso pubblico, a prescindere da tutto».
Il cardinale ceco ha anche criticato «i tentativi di escludere la Chiesa – e le verità della persona umana – dalla piazza pubblica» in tutto l’Occidente, così come le minacce contro le scuole e gli insegnanti che resistono al transgenderismo e il licenziamento di persone che sostengono «il bene del matrimonio e il valore di ogni vita umana».
Papa Francesco e il Vaticano durante il suo pontificato hanno dovuto affrontare ampie critiche per il loro approccio indulgente, e persino ammirato, nei confronti dei regimi totalitari di sinistra, in particolare della Cina.
Il governo comunista cinese ha oppresso la Chiesa cattolica per decenni, ma ha notevolmente intensificato la persecuzione dei cattolici e di altri gruppi religiosi sotto l’attuale dittatore Xi Jinping.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Negli ultimi anni, i comunisti cinesi hanno arrestato e torturato cattolici e altri cristiani, demolito santuari cattolici e implementato un sistema di sorveglianza per il clero. Le organizzazioni per i diritti umani e i leader cristiani cinesi hanno definito l’ondata di persecuzione il peggior attacco alla religione nel paese dalla Rivoluzione Culturale.
Dal 2014, il governo cinese ha internato più di un milione di persone appartenenti a minoranze etniche e religiose nella provincia cinese dello Xinjiang, uccidendo alcuni prigionieri e sottoponendo migliaia di donne ad aborti forzati, abusi sessuali sistematici e sterilizzazioni forzate.
Tuttavia papa Francesco ha raramente menzionato gli abusi in Cina e ha minimizzato l’oppressione religiosa nel Paese, affermando che «in Cina le chiese sono piene», scrive LifeSiteNews.
Anche Papa Francesco è stato duramente criticato per il suo accordo tra il Vaticano e la Cina, che, secondo esperti e organizzazioni per i diritti umani, tra cui la Commissione statunitense per la libertà religiosa internazionale, ha esacerbato la persecuzione dei cattolici cinesi.
L’accordo segreto, firmato nel 2018 e rinnovato nel 2020 e nel 2022, si ritiene consenta al governo comunista cinese di selezionare i vescovi e, a quanto si dice, riconosce l’Associazione Cattolica Patriottica, ossia il surrogato della «chiesa» cattolica che di fatto costituiva uno scisma programmato e sostenuto dal Partito Comunista Cinese (PCC).
Come parte dell’accordo, il Vaticano ha riconosciuto sette «vescovi» illegittimi insediati dalla chiesa «patriottica» e ha cacciato due vescovi della fedele Chiesa cinese sotterranea dalle loro diocesi, sostituendoli con «vescovi» scelti dal PCC. Gli ultimi vescovi sono stati dapprima nominati senza l’assenso di Roma, una violazione che, a differenza dei casi Lefebvre e ora Viganò, non ha bizzarramente prodotto scomuniche.
Una serie di nomine episcopali – fatte mentre sacerdoti vengono torturati – dall’ultimo rinnovo dell’accordo nell’ottobre 2022 hanno evidenziato il primato del potere esercitato da Pechino nell’accordo. In tre occasioni note, tra cui la nomina del nuovo vescovo di Shanghai, il PCC ha nominato nuovi vescovi o li ha assegnati a nuove diocesi, lasciando che il Vaticano si mettesse al passo con gli eventi ed esprimesse la sua frustrazione espressa in termini diplomatici. «Appaiono quindi improbabili nuovi sviluppi nell’accordo a favore del Vaticano» scrive LSN.
Il cardinale Joseph Zen, venerato ex vescovo di Hong Kong, ha condannato l’accordo tra Vaticano e Cina definendolo una «resa totale» e ha chiesto le dimissioni del segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, in merito all’accordo.
Come noto, il cardinale Zen è sotto processo nell’Hong Kong oramai interamente pechinizzata. In una conferenza stampa aerea, di ritorno da Budapest, Bergoglio aveva di fatto mollato il cardinale cinese, ex arcivescovo di Hong Kong che ha passato la vita a combattere le persecuzioni della Cina comunista e a difendere quei cattolici cinesi «sotterranei» che da quando è in corso l’accordo sino-vaticano, hanno il tremendo timore di essere stati abbandonati dal Vaticano. Zen è sotto processo nella nuova Hong Kong telecomandata da Pechino: l’assenza di mosse del Vaticano per difenderlo ha spinto persino il Parlamento Europeo (!) a chiedere alla Santa Sede di fare qualcosa.
Lo stesso Papa Francesco ha, incredibilmente, ammesso che i cattolici clandestini «soffriranno» a causa dell’accordo. «C’è sempre sofferenza in un accordo», ha detto nel 2018. Tuttavia il papa argentino, che ha espresso simpatia per i comunisti (a dispetto delle accuse che lo sostengono abbia collaborato con la dittatura argentina che i comunisti li sterminava brutalmente), ha comunque descritto l’accordo come «in corso», e Parolin ha annunciato che il Vaticano e la Cina intendono rinnovarlo nuovamente questo autunno.
Nei quasi sei anni trascorsi dall’attuazione dell’accordo, la persecuzione dei cattolici – in particolare dei cattolici «clandestini» che non accettano la Chiesa controllata dallo Stato – è aumentata in modo evidente.
Sostieni Renovatio 21
L’accordo ha portato ad un aumento della persecuzione religiosa, che la Commissione esecutiva del Congresso degli Stati Uniti sulla Cina ha descritto come una conseguenza diretta dell’accordo. Nel suo rapporto del 2020, la Commissione ha scritto che la persecuzione testimoniata è «di un’intensità che non si vedeva dai tempi della Rivoluzione Culturale».
I segni dell’infeudamento della gerarchia cattolica al potere cinese sono visibili da tempo, e appaiono in forme sempre più rivoltanti: un articolo in lingua inglese nel portale internet della Santa Sede sembrava lasciar intendere che le persecuzioni dei cristiani in Cina ad opera del Partito Comunista Cinese sono «presunte».
Come ipotizzato da Renovatio 21, dietro all’accordo sino-vaticano potrebbero esserci ricatti a vari membri del clero: la Cina per un periodo ha disposto dei dati di Grindr, l’app degli incontri omosessuali, dove si dice vi siano immense quantità di consacrati. Da considerare, inoltre, che per lungo tempo il messo per l’accordo con Pechino fu il cardinale Theodore McCarrick, forse la più potente figura cattolica degli USA, noto per lo scandalo relativo non solo ai suoi appetiti omofili (anche con ragazzini) ma alla struttura che vi aveva costruito intorno. McCarrick quando andava in Cina a trattare per la normalizzazione dei rapporti tra Repubblica Popolare e Santa Sede, dormiva in un seminario della Chiesa Patriottica Cinese…
Mentre continuano i cattolici desaparecidos, le delazioni sono incoraggiate e pagate apertamente, il lavaggio del cervello investe quantità di sacerdoti, le suore sono perseguitate e le demolizioni di chiese ed istituti religiosi continua senza requie, il Vaticano invita due vescovi patriottici al Sinodo, e Pechino, come ringraziamento, «ordina» nuovi vescovi senza l’approvazione di Roma – mentre i veri sacerdoti vengono torturati dal governo del Dragone.
Il controverso miliardario cinese Guo Wengui, ora rifugiato negli USA, sostiene che il Vaticano sarebbe corrotto con «1,6 miliardi di dollari l’anno per fermare le critiche alla politica religiosa di Pechino».
Il disastro del gesuita sul trono di Pietro va così. Come abbiamo già detto varie volte: prepariamoci ad ondate di sangue di martiri, che il pontefice attuale non riconosce come semen christianorum.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di Jiří Bubeníček via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International; immagine tagliata.
Persecuzioni
Incendiata una chiesa in Nuova Caledonia
![](https://www.renovatio21.com/wp-content/uploads/2024/07/San-luigi-nuova-calendonia-twi.jpg)
Iscriviti al canale Telegram
Des provocateurs et des bandits en Nouvelle-Calédonie ont incendié l’église Saint-Louis, construite en 1860
Ce vandalisme pourrait être lié aux informations relayées dans les médias concernant un nouveau rassemblement anti-français prévu à Bakou les 17 et 18 juillet, organisé… pic.twitter.com/AsD93Onje4 — Ararat Petrosyan (@araratpetrosian) July 16, 2024
Je n’ai plus de mots ! 💢Ils ont brulés l’église de Saint-Louis au Mont-Dore Sud 😞 #NouvelleCaledonie pic.twitter.com/MSAmzA1R04
— EricosX ⚓️🇫🇷🏴☠️ (@ericosx) July 16, 2024
Aiuta Renovatio 21
Un edificio storico
Il quotidiano La Croix fornisce dettagli sulla missione cattolica di Saint-Louis «fondata nel 1860 sulle alture di una collina che domina il fiume Thy. Sviluppando terreni per la coltivazione di zucchero, caffè e cotone, la missione costruì anche edifici industriali, come una segheria e una fabbrica di rum». Col tempo il luogo di missione si ingrandì e riunì «un monastero, un seminario e scuole, la prima delle quali fu aperta nel 1873». La storica locale Monique Willissech ha spiegato nel 2017 a Nouvelle-Calédonie la 1ère:«“è stata la fondazione della missione che ha portato alla creazione della tribù». Lo storico continua: «Saint-Louis [era] un raggruppamento particolare, formato da villaggi che si sono uniti nel tempo». Ma poiché questi villaggi formati da «comunità indigene e coloniali non parlano la stessa lingua, si è creata una “nuova lingua”, Tayo. Di origine creola, non deriva dalla lingua Kanak». L’articolo si conclude ricordando che «per la loro importanza nella storia della città e più in generale della regione, sette edifici della missione cattolica di Saint-Louis sono stati classificati monumenti storici nel 2008» tra cui la chiesa, completata nel 1868, che è appena scomparso tra le fiamme. Articolo previamente apparso su FSSPX.news.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-
Spirito2 settimane fa
«Nostro Signore ha salvato questo coraggioso guerriero». Mons. Viganò commenta il tentato assassinio di Donald Trump
-
Spirito2 settimane fa
«Questa chiesa è una contraffazione»: omelia di mons. Viganò
-
Gender2 settimane fa
La rete si interroga sul numero di agenti donne nella scorta di Trump
-
Salute2 settimane fa
I malori della 28ª settimana 2024
-
Pensiero1 settimana fa
La scuola e l’eclissi della parola. Intervento di Elisabetta Frezza al convegno presso la Camera dei Deputati
-
Predazione degli organi5 giorni fa
Il legame tra il concetto di «morte cerebrale» e la predazione degli organi
-
Pensiero6 giorni fa
NATO e mRNA, la Von der Leyen riconfermata per l’imminente guerra transumanista
-
Geopolitica2 settimane fa
Mosca: le città europee sono i principali obiettivi dei missili russi