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Persecuzioni

Terroristi bastonano ostaggi cristiani e musulmani nigeriani in uno straziante video che circola in rete

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In un video dalla Nigeria che circola in rete è possibile vedere i terroristi Fulani in bastonare i loro ostaggi, che sono persone innocenti catturati il 28 marzo

 

Il governo nigeriano si è rifiutato di pagare per la loro liberazione e, stando alle accuse, stanno impedendo alle famiglie di pagare il loro riscatto – un po’ come succede in Italia con il blocco dei beni.

 

Queste immagini sono devastanti. E fanno capire a quale impotenza nei confronti della barbarie è ridotta l’Africa post-coloniale.

 

 

Queste povere persone, di religione sia cristiana che musulmana, sono stati catturati con un assalto ad un treno.

 

Tra la popolazione bastanota a sangue donne con bambini molto piccoli.

 

Il discorso dell’uomo che vedete, un prigioniero che accusa il governo di Lagos ma anche l’America, la Francia e l’Inghilterra scusando i terroristi che volevano tenerli solo una settimana, è il classico hostage video ai limiti della sindrome di Stoccolma.

 

Come riportato da Renovatio 21, la Nigeria sta diventando teatro di continui attacchi anticristiani, con ondate continue di sacerdoti rapiti e assassinati e chiese e cattedrali attaccate – perfino nel giorno delle Pentecoste –, al punto che lo scorso mese si sono registrati 8 morti e 38 rapiti cristiani nel giro di appena due settimane.

 

Per questo le autorità cattoliche stanno cominciando a parlare apertis verbis del collasso dello Stato nigeriano.

 

Gli islamisti Fulani hanno già colpito con massacri spaventosi. L’anno scorso vi avevamo mostrato le immagini dei corpi di oltre 50 cristiani uccisi a 100 miglia a sud di Kaduna City, tutti ammucchiati in un camion dopo l’eccidio.

 

La persecuzione dei cattolici ad opera dei jihadisti Fulani è attiva anche nel Niger Orientale.

 

Il mese passato vi è stata una strage anticristiana anche in Burkina Faso: 22 morti.

 

 

 

 

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Persecuzioni

Spari e attacchi contro le scuole cristiane a Nazareth

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

 

Spari contro la scuola e il convento delle francescane, raid di uomini mascherati all’istituto delle salesiane con richiesta di convertirsi. Ieri interrotta la messa con la richiesta di recitare il Corano. Per l’ex vicario «positiva» la netta condanna di imam e leader islamici della città. Il clima di forte tensione attorno alla riforma della giustizia «ampio e preoccupante».

 

 

Un clima di tensione «che ha sorpreso tutti, anche gli stessi musulmani» e che rappresenta una “novità”. Così l’ex vicario patriarcale di Gerusalemme dei Latini mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo, ancora oggi residente nella città santa e attivo nella pastorale, commenta gli ultimi episodi di violenza e intolleranza anti-cristiana che si sono consumati a Nazareth.

 

«Prima – racconta ad AsiaNews – gli spari contro la scuola delle suore francescane, poi il raid dalle suore salesiane con il saluto “Ramadan Kareem” e l’esortazione a diventare musulmani. L’ultimo ieri mattina, quando si sono presentati in una chiesa durante la messa e al vice parroco, un sacerdote maronita, hanno chiesto di recitare il Corano». Al rifiuto opposto dal sacerdote, il giovane «si è messo a pregare» fino all’arrivo di un gruppo di persone che «lo hanno convinto a desistere e ad andarsene» per evitare di generare ulteriore tensione.

 

Tre episodi in pochi giorni contro i cristiani nella città di Gesù, che è anche – come spiega mons. Marcuzzo – il più importante centro «del mondo musulmano e arabo in Israele». Di questi, due hanno coinvolto istituti educativi ed è per questo che il segretariato generale delle scuole cristiane in Israele ha indetto per oggi uno sciopero generale di tutti gli istituti di Nazareth.

 

Per domani sono previste «attività educative speciali» con approfondimenti sul tema della violenza confessionale e i modi per contrastare il fondamentalismo nella società. Il 29 marzo la Salzian Sisters School terrà una conferenza stampa intitolata «No alla violenza», mentre i vescovi il giorno stesso «pubblicheranno una nota ufficiale – anticipa il prelato – sulle recenti violenze».

 

Il primo attacco risale al 16 marzo, quando verso le 18.30 alcuni individui hanno esploso colpi di pistola in direzione della scuola e del convento delle suore francescane. Un gesto considerato un «pericoloso precedente», perché per la prima volta prende di mira una istituzione educativa cristiana in Israele, finora risparmiate.

 

Il secondo è avvenuto il 24 marzo e ha coinvolto l’istituto e la casa delle suore salesiane, attaccata da persone mascherate in un raid di chiara matrice confessionale. Le religiose raccontano che, dopo aver aperto il cancello, si sono trovate davanti persone con il volto coperto da maschere nere che intimavano di convertirsi all’islam in questo «mese sacro di Ramadan». A compiere l’assalto sarebbero stati almeno cinque giovani, poi fuggiti all’arrivo della guardia.

 

Gli assalti giungono in un clima di profonda tensione, a partire dall’ondata di proteste in Israele attorno alla controversa riforma della giustizia. A questa si somma lo scontro fra israeliani e palestinesi in Cisgiordania e Gaza, alimentato da gesti provocatori come la camminata di Itamar Ben-Gvir alla Spianata delle moschee, che rischia di trasformarsi in una nuova intifada e ha già causato un numero record di vittime.

 

Vi sono poi gli attacchi contro luoghi di culto e centri cristiani per mano di estremisti ebraici: l’ultimo episodio il 19 marzo alla Tomba di Maria, preceduta dal raid ai primi di febbraio contro la Chiesa della Flagellazione, mentre a inizio anno gruppi estremisti avevano profanato un cimitero sul Monte Sion e prima ancora colpito altri obiettivi fra i quali una chiesa nei pressi del Cenacolo, la stessa basilica di Nazareth ed edifici cattolici e greco-ortodossi.

 

«In riferimento agli episodi di intolleranza a Nazareth di questi giorni – sottolinea mons. Marcuzzo – è importante la presa di posizione di due autorevoli imam della città, capi delle moschee, che hanno condannato con forza questi gesti. Si tratta – prosegue – perlopiù di giovani, forse animati da troppo slancio, che in occasione del Ramadan [il mese di digiuno e preghiera islamico] vogliono compire gesti di… “zelo apostolico”, persone che vogliono farsi notare in un clima particolare legato al mese sacro».

 

«Oggi scioperano le scuole e domani ci saranno seminari e momenti di riflessione negli istituti – spiega l’ex vicario – ma come Chiesa e leader cristiani vogliamo cercare di calmare la situazione, senza fare polemiche. Il vero nodo – conclude – è che questi episodi si inseriscono in un quadro più ampio e preoccupante che si respira in Israele, un’escalation di tensione che ha sorpreso per la rapidità con cui si sta consumando e che, almeno per ora, non ha causato vittime. La preoccupazione, però, resta».

 

 

 

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Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

 

 

 

 

Immagine di Zairon via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0)

 

 

 

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Persecuzioni

Mons. Schneider: essere conformi alla limitazioni contro la Messa antica è «falsa obbedienza»

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Il vescovo Athanasius Schneider – vescovo ausiliare di Astana, Kazakistan – ha incoraggiato sacerdoti e cattolici a continuare la loro devozione alla Messa tradizionale nonostante qualsiasi restrizione, poiché rispettare la restrizione della Messa costituirebbe «una falsa obbedienza» che danneggerebbe anime.

 

Mons. Schneider si è espresso  durante la sessione di domande e risposte ad un incontro tenuto dalla Confraternita di Nostra Signora di Fatima, facendo considerazioni stato della Messa tradizionale dopo le nuove restrizioni imposte da Papa Francesco dal luglio 2021.

 

«Il Papa non ha il potere di abolire la Messa tradizionale», ha dichiarato Schneider, «perché è una proprietà, un tesoro di tutta la Chiesa, di tutti i santi, della Chiesa di tutti i tempi».

 

 

La Santa Messa Tradizionale non è nata con il Concilio di Trento, ha spiegato Schneider, sfatando un’errata convinzione sostenuta da molti, ma lo precede.

 

«A causa dell’età molto veneranda e dell’uso costante e perenne di questo ordine della Messa da parte di tanti santi e generazioni di cattolici, e di quasi tutte le nazioni cattoliche, il Papa non ha il potere di abolirlo semplicemente».

 

Così come «il Papa non avrebbe il potere di abolire il simbolo apostolico e di sostituire il credo apostolico con una nuova formula, e di vietare allo stesso tempo l’uso del simbolo apostolico. Lo stesso può valere per l’ordine della Messa: si tratta di una formula di venerabile antico uso».

 

È stato chiesto a monsignor Schneider se un sacerdote abbia il potere di continuare a offrire la Messa tradizionale nonostante l’emanazione delle numerose restrizioni contro di essa. Il vescovo ha risposto che sì, può farlo in «buona coscienza», «perché qui obbedirà alla Santa Madre Chiesa – questa è un’obbedienza più grande che fare un’obbedienza sbagliata».

 

«Non possiamo obbedire all’ordine di un Papa che evidentemente sta danneggiando il bene spirituale della Chiesa. Sarebbe falsa obbedienza cooperare a qualcosa che evidentemente danneggia il bene spirituale delle anime e di tutta la Chiesa».

 

«Papa Francesco non è eterno: anche il suo pontificato è limitato nel tempo» ha dichiarato Sua Eccellenza, invitando i fedeli a guardare il quadro complessivo della Storia della Chiesa.

 

Si vocifera che a brevissimo ci sarà una nuova, tremenda stretta contro la cosiddetta Messa in latino. Schneider ha ricordato la possibilità che i sacerdoti celebrino il rito antico  «segretamente o clandestinamente, in modo prudente, pregando per il Papa, amando il Papa anche se non può obbedirgli in questo caso concreto». «Non dobbiamo fare polemiche contro il Papa, contro il vescovo, ma dobbiamo pregare per loro perché Dio li illumini, perché tornino e facciano tesoro della Messa tradizionale» ha precisato monsignore.

 

Il vescovo Schneider ha quindi avvertito che papa Francesco starebbe tentando di «cambiare il carisma delle suore di clausura… questa è una distruzione di questo prezioso tesoro che la Chiesa ha nella vita rigorosa e claustrale».

 

«Le suore devono resistere», ha detto Schneider, «e conservare questo tesoro per il bene di tutta la Chiesa, per le anime… e quindi questa sarebbe un’obbedienza sbagliata obbedire a tali ordini da Roma per cambiare la vita claustrale».

 

Definendo le mosse della Santa Sede una «persecuzione», Schneider ha osservato come tali azioni sarebbero state precedentemente compiute «dai regimi politici», mentre «ora sono fatte dalla Santa Sede con belle espressioni».

 

Il presule di Astana ha anche risposto ai commenti fatti di recente da papa Francesco in merito all’omosessualità e alle leggi contro di essa. Ha denunciato le dichiarazioni papali, dicendo che fomentano «confusione».

 

Pur concordando sul fatto che una tendenza omosessuale «di per sé non è un peccato o un crimine, è solo una tendenza», Schneider ha aggiunto che “gli atti omosessuali – questi sono crimini, perché contro natura. Sono contro il creatore».

 

«È una bestemmia contro il creatore. Gli atti omosessuali sono atti profondamente blasfemi contro l’ordine di Dio… stiamo disonorando il nostro corpo con tali atti. È grave e quindi è un crimine davanti a Dio, e sul piano civile può essere anche un crimine» ha detto il vescovo del Kazakistan. «Certo, con una punizione con moderazione, non punizioni estreme, ma con una certa moderazione delle punizioni per atti omosessuali in pubblico».

 

Mentre papa Francesco, come ricorda Lifesitenews, ha una storia di accoglienza di persone omosessuali e transessuali in Vaticano, il vescovo Schneider ha messo in guardia contro azioni pubbliche che implicherebbero l’approvazione di un tale stile di vita.

 

«Invitare le cosiddette coppie omosessuali a portare i propri figli in chiesa è una grande confusione perché si tratta di una promozione del loro stile di vita in questo modo. Penso che il Papa non possa farlo. Dobbiamo dire loro che devono separarsi perché è uno scandalo, la loro unione, vivono nel peccato nel peccato pubblico. e dando scandalo contro l’ordine di Dio».

 

Il primate ha esortato il Papa a lanciare un appello pubblico affinché le coppie dello stesso sesso si separino e vivano una «vita casta»:

 

«Dovrebbe essere così che dice il Papa: vi chiedo con tutta serietà e amore di separarvi e di vivere una vita casta con la grazia di Dio e di fare opere buone e di dare i figli a una coppia di sposi, uomo e donna, che li crescerà secondo alle leggi di Dio e della Chiesa».

 

Come riportato da Renovatio 21, a fine 2022 ad un evento di Pittsburgh, negli USA, monsignor Schneider aveva parlato del fatto che si doveva procedere con la Santa Messa Tradizionale anche a costo di un «esilio liturgico».

 

Le parole di monsignore durante la pandemia sono state particolarmente lucide e incoraggianti: Schneider ha più volte ricordato che con «il COVID si sta creando una società di schiavi», scagliandosi contro l’«industria fetale» che produce farmaci con pezzi di bambini abortiti, un’operazione pubblica considerata come «ultimo passo del satanismo».

 

Il 4 dicembre 2018 Mons. Schneider, vescovo ausiliare di Maria Santissima ad Astana (Kazakistan) scrisse a Renovatio 21, che lo aveva informato della battaglia intrapresa dal gruppo contro l’uso delle cellule di feto abortito nell’industria vaccinale, sfociata poi nel convegno «Fede, Scienza, Coscienza» tenutosi a Roma nel marzo 2019.

 

«Volentieri appoggio la Vostra nobile e necessaria iniziativa» scrisse monsignor Schneider a Renovatio 21 «per combattere la barbarie del nuovo cannibalismo dell’uso delle linee cellulari di feti abortiti in numerosi vaccini».

 

Si era, ricordiamolo, un anno prima del COVID e dei suoi vaccini orrendi.

 

È un’espressione che ancora ci rimbomba nella testa: la «barbarie del nuovo cannibalismo»… poco dopo, la quasi totalità della popolazione mondiale vi si sarebbe sottomessa, in quella nuova schiavitù di cui ci ha parlato monsignore, e che è sotto gli occhi di tutti.

 

 

 

Immagine screenshot da YouTube

 

 

 

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India, funerale negato a una donna cristiana

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

 

In un villaggio il corteo è stato bloccato per due volte da una folla aizzata dagli estremisti del Bajrang Dal. Per permettere di effettuare la sepoltura in un terreno privato della famiglia è dovuta intervenire la polizia.

 

Persino la questione delle sepolture in India è un pretesto per le discriminazioni contro i cristiani da parte dei fondamentalisti indù. È tornato a succedere in queste ultime ore nello Stato del Chattisgarh: a una donna cristiana è stato negato un funerale pubblico per le pressioni dei gruppi organizzati dei nazionalisti.

 

La signora Mate Bekko è deceduta domenica nel villaggio di Bhejripadar, che rientra nell’area della stazione di polizia di Parpa. Quando nel giorno stesso della morte, com’è d’uso, la famiglia insieme ai parenti si è avviata per il corteo funebre ha dovuto fare i conti con alcuni attivisti del Bajrang Dal (uno dei movimenti nazionalisti indù ndr) che insieme ad altri abitanti del villaggio li hanno bloccati, protestando contro la sepoltura.

 

La polizia di Parpa, giunta sul posto, ha cercato di convincere entrambe le parti, ma senza successo.

 

Il giorno successivo la famiglia ha cercato nuovamente di svolgere il funerale, ma è stata nuovamente oggetto di proteste durante il tragitto venendo di fatto costretta a lasciare la salma sulla strada. Solo in seguito, le forze dell’ordine hanno richiamato i membri della famiglia e hanno fatto in modo che la sepoltura avvenisse nel terreno privato dietro la loro casa, in una situazione di tensione.

 

In un comunicato la polizia, pur affermando che la situazione è tornata alla normalità, ha promesso che «saranno avviate severe azioni legali contro coloro che cercano di disturbare la situazione dell’ordine pubblico».

 

 

 

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Immagine di Biswarup Ganguly via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0)

 

 

 

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