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Politica

«Sarò il cancelliere dei non-vaccinati». Il debutto di Olaf Scholz fa già ridere – o piangere

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Il nuovo Kanzler tedesco Olaf Scholz si è dichiarato il «cancelliere dei non vaccinati» in una intervista del giornale tedesco Bild.

 

L’affermazione in sé contraddice quanto da lui dichiarato contestualmente, ovvero che per lui non esisteranno «linee rosse» invalicabili per fermare il COVID. L’uscita è altresì contraria a quanto emerso in questi giorni, cioè la posizione di Scholz a favore di un obbligo vaccinale così come istituito anche dalla vicina Austria, che prevede peraltro il carcere fino ad un anno in caso di mancata vaccinazione.

 

Lo stesso Scholz in passato ha definito «disgustosi» i manifestanti scesi in piazza in Germania contro le restrizioni pandemiche.

 

«La Germania non è divisa! La maggior parte dei cittadini si è fatta vaccinare»

Ora, il nostro parrebbe impegnato, come tanti leader appena saliti al potere, in un discorso di unità nazionale. Tuttavia, le sue parole dicono altro.

 

«La Germania non è divisa! La maggior parte dei cittadini si è fatta vaccinare. Molti altri vogliono farlo presto perché hanno superato le loro preoccupazioni», ha dichiarato il neocancelliere. «E di quelli che non si vaccinano, sono pochissimi quelli che credono di dover dimostrare la loro resistenza alle vaccinazioni con fiaccolate».

 

Come potete vedere, nessuna vera intenzione di unire: i non vaccinati non sono nemmeno considerati, perché stanno cedendo alla siringa mRNA, dice Scholz, e quelli che rimarranno saranno pochissimi. Una minoranza minuscola, quindi che si può ignorare – o che in altri tempi, in Germania, si poteva sacrificare…

 

Il «cancelliere dei non vaccinati» in pratica lavora per la sparizione dei non vaccinati – per la disintegrazione della minoranza.

Scholz, detto anche Scholzomat per i tanti scandali finanziari che lo hanno coinvolto, ma da cui è uscito sempre illeso, non molla la presa della retorica dell’unità.

 

«Voglio tenere unito il Paese. E quindi sono anche il cancelliere dei non vaccinati…Vorrei convincerli del punto della vaccinazione. Ma: avere opinioni diverse non significa divisione. Possiamo anche litigare. Sono convinto che la stragrande maggioranza di coloro che non sono stati vaccinati trovino queste fiaccolate disgustose quanto me».

 

Capito? Il problema, oltre alla resistenza ai vaccini, è la protesta, che Scholz definisce sobriamente «disgustosa». Dobbiamo dire che sembra un uomo davvero di grande saggezza politica, di grande spirito democratico. I non-vaccinati, di cui ora è (volenti o nolenti) il capo, possono pure essere in disaccordo, purché non partecipino a manifestazioni e magari si convincano a sottomettersi al siero genico.

 

Basterebbe fin qui per capire il personaggio, e il vuoto maligno dentro e fuori dalle sue parole.

 

Una democrazia che consente come unico diritto l’obbedienza all’accordo generale e più nessuna rappresentazione nei processi decisionali non può più dirsi tale – essa è divenuta tirannide

Tuttavia vogliamo ricordare che «cancelliere dei non vaccinati» ha recentemente parlato di obbligo vaccinale per l’intera popolazione tedesca.

 

«Come membro del parlamento, voterò per la vaccinazione obbligatoria perché è legalmente consentita e moralmente corretta».

 

Il «cancelliere dei non vaccinati» in pratica lavora per la sparizione dei non vaccinati – per la disintegrazione della minoranza.

 

Come abbiamo scritto in varie occasioni, una democrazia che consente come unico diritto l’obbedienza e più nessuna rappresentazione nei processi decisionali non può più dirsi tale – essa è divenuta tirannide.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Politica

Brigitta Macron contro le femministe: «stupide stronze»

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La moglie del presidente francese Emmanuel Macron, Brigitte, ha provocato un’ondata di indignazione dopo aver definito le manifestanti femministe «salles connes», cioè «stupide stronze».

 

All’inizio di questa settimana è emerso un video (poi cancellato) in cui la first lady francese, domenica scorsa, chiacchierava in privato nel backstage con l’attore e comico ebreo sefardita Ary Abittan, in passato accusato di stupro. L’artista 51enne era in tournée per la prima volta dopo che i giudici istruttori avevano archiviato il caso per mancanza di prove.

 

La sera precedente, il collettivo femminista Nous Toutes («Tutte noi») aveva fatto irruzione nel suo spettacolo di cabaret: alcune attiviste, con maschere raffiguranti il volto dell’attore e la scritta «stupratore», si erano alzate in mezzo al pubblico gridando «Abittan stupratore» prima di essere accompagnate fuori.

 

Nel video trapelato, Abittan scherza sul fatto di sentirsi ancora nervoso, probabilmente temendo il ritorno delle manifestanti. Si sente chiaramente Brigitte Macron rispondere in tono scherzoso: «Se ci sono delle stupide stronze, le cacceremo via».

 

Martedì un portavoce dell’Eliseo ha spiegato che la first lady stava solo cercando di tranquillizzare l’attore e che il suo commento era diretto unicamente ai metodi radicali usati per interrompere lo spettacolo.

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Nonostante la precisazione, le reazioni sono state immediate e trasversali: politici di tutti gli schieramenti, attivisti e personalità del mondo del cinema hanno condannato le parole.

 

La segretaria nazionale dei Verdi, Marine Tondelier, le ha definite «estremamente gravi»; la senatrice LR Agnès Evren le ha giudicate «profondamente sessiste». Persino l’ex presidente François Hollande ha criticato la scelta lessicale della first lady. L’attrice Judith Godrèche, divenuta simbolo della lotta contro le violenze sessuali nel cinema francese dopo aver denunciato abusi subiti da minorenne, ha chiesto la fine di questi comportamenti nel settore culturale e ha pubblicato un breve messaggio su Instagram contro le dichiarazioni di Brigitte Macron. Il collettivo Nous Toutes ha poi trasformato la frase in un hashtag virale sui social.

 

Brigitta Macron era già finita al centro dell’attenzione nei mesi scorsi per una lunga vicenda giudiziaria legata alle teorie complottiste che la descrivono come transgender. Una sentenza di quest’anno ha condannato e multato le due donne che avevano diffuso la falsa notizia, riaccendendo il dibattito sulle molestie online contro le figure pubbliche.

 

Il caso aveva avuto risonanza internazionale dopo che la commentatrice americana Candace Owens ne aveva ripreso le accuse, per poi dichiarare che i Macron avessero ordinato il suo assassinio.

 

Come riportato da Renovatio 21, Macron aveva chiesto personalmente a Trump di intercedere con la Owens per farla smettere di parlare dell’incredibile teoria per cui la Brigitta sarebbe nata uomo.

 

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Immagine di Mélanie Praquin via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

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Trump: Zelens’kyj deve indire le elezioni

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Il presidente statunitense Donald Trump ha invitato l’Ucraina a convocare elezioni, mettendo in dubbio le autentiche prerogative democratiche del Paese in un’intervista a Politico diffusa martedì.   Trump ha lanciato una nuova provocazione a Volodymyr Zelens’kyj, il cui quinquennio presidenziale è terminato a maggio 2024, ma che ha declinato di indire consultazioni elettorali presidenziali, invocando la legislazione di emergenza bellica.   Lo Zelens’kyj era stato scelto alle urne nel 2019 e, a dicembre 2023, ha annunciato che Kiev non avrebbe proceduto a elezioni presidenziali o legislative fintantoché perdurasse lo stato di guerra. Tale regime è stato decretato in seguito all’acutizzazione dello scontro con la Russia a febbraio 2022 e, da allora, è stato prorogato più volte dall’assemblea nazionale.   Trump ha dichiarato a Politico che la capitale ucraina non può più addurre il perdurante conflitto come pretesto per rinviare il suffragio. «Non si tengono elezioni da molto tempo», ha dichiarato Trump. «Sai, parlano di democrazia, ma poi si arriva a un punto in cui non è più una democrazia».   Rispondendo a un quesito esplicito sull’opportunità di un voto in Ucraina, Trump ha replicato «è il momento» e ha insistito che si tratta di «un momento importante per indire le elezioni», precisando che, pur «stiano usando la guerra per non indire le elezioni», gli ucraini «dovrebbero avere questa scelta».   Come riportato da Renovatio 21, il presidente della Federazione Russa Vladimiro Putin ha spesse volte dichiarato di considerare illegittimo il governo di Kiev, sostenendo quindi per cui firmare un accordo di pace con esso non avrebbe vera validità.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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Tentativo di colpo di Stato in Benin

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Un gruppo di militari del Benin, paese dell’Africa occidentale, ha proclamato la propria ascesa al potere attraverso la tv di stato SRTB. Tuttavia, diverse fonti hanno indicato che un assalto alla residenza presidenziale è fallito.

 

I soldati hanno sfruttato la rete televisiva per annunciare la sospensione delle istituzioni nazionali e della Costituzione beninese, ordinando la chiusura di tutte le frontiere aeree, terrestri e marittime. Hanno designato il tenente colonnello Pascal Tigri come presidente del Comitato Militare per la Rifondazione (CMR), «a partire da oggi». In seguito, il segnale del canale è stato tagliato.

 

Il ministro degli Esteri del Benin, Olushegun Adjadi Bakari, ha riferito all’agenzia Reuters che «un piccolo gruppo» di militari ha orchestrato un tentativo di golpe, ma le truppe leali al presidente Patrice Talon sono al lavoro per ristabilire la normalità. «C’è un tentativo in corso, ma la situazione è sotto controllo… La maggior parte dell’esercito rimane fedele e stiamo riprendendo il dominio della faccenda», ha precisato.

 

Il governo ha poco fa diffuso un video in lingua francese per spiegare l’accaduto. A parlare è Sig. Alassane Seidou, ministro dell’Interno e della Pubblica Sicurezza del Paese.

 

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«Cari concittadini, Nelle prime ore del mattino di domenica 7 dicembre 2025, un piccolo gruppo di soldati ha scatenato un ammutinamento con l’obiettivo di destabilizzare lo Stato e le sue istituzioni. Di fronte a questa situazione, le Forze Armate del Benin e i loro vertici, fedeli al giuramento, rimasero fedeli alla Repubblica».

 

«La loro risposta ha permesso loro di mantenere il controllo della situazione e di sventare la manovra. Di fronte a questa situazione, le Forze Armate del Benin e i loro vertici, fedeli al giuramento, rimasero fedeli alla Repubblica. Pertanto, il Governo invita la popolazione a continuare a svolgere le proprie attività come di consueto».

 

A Cotonou, la principale città del Benin, si sono sentiti spari sin dalle prime ore di domenica, sebbene le voci di un colpo di stato non siano ancora verificate, ha dichiarato Maxim Meletin, portavoce dell’ambasciata russa nel paese africano, all’agenzia African Initiative.

 

«Dalle 7 del mattino, abbiamo rilevato colpi d’arma da fuoco e detonazioni di granate nei dintorni della residenza presidenziale. Stando a indiscrezioni non confermate, militari beninesi si sono presentati alla tv nazionale per proclamare la destituzione del presidente», ha proseguito Meletin.

 

Una fonte vicina a Talon, interpellata da Jeune Afrique, ha raccontato che uomini in divisa hanno provato a irrompere nella residenza presidenziale intorno alle 6 del mattino ora locale, con il capo dello Stato ancora all’interno. L’incursione sarebbe stata sventata dalle guardie di sicurezza, e il presidente sarebbe illeso.

 

Tuttavia, questi dettagli non hanno ricevuto conferme indipendenti da canali ufficiali. Unità dell’esercito fedeli al regime in carica hanno risposto con una controffensiva. Si parla di elicotteri che pattugliano Cotonou, mentre varie zone del centro urbano risultano bloccate.

 

Talon è al timone del Benin dal 2016; il suo secondo e ultimo mandato scadrà nel 2026. La Carta Costituzionale ammette soltanto due quinquenni presidenziali, e le urne per il dopo-Talon sono in programma il 12 gennaio 2026.

 

Nell’agosto 2025, la maggioranza al governo ha sostenuto la corsa alla presidenza del ministro dell’Economia e delle Finanze, Romuald Wadagni.

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