Protesta
Protesta massiva in Israele contro il governo Netanyahu
Crisi politica in Israele, seguita dalle manifestazioni di massa più partecipate dalla sua storia.
La sigla sindacale Histadrut dichiara lo sciopero che ha chiuso i trasporti, università, ristoranti e negozi in segno di protesta contro la riforma giudiziaria programmata dal nuovo governo di Bibi Netanyahu.
Tutti i decolli dal principale aeroporto israeliano, Ben Gurion Tel Aviv, sono stati interrotti per diverse ore a causa dello sciopero. I lavoratori del porto più grande del paese, Haifa, hanno smesso di lavorare, alcune università sono state chiuse e alcuni dei rivenditori più noti del paese, tra cui McDonald’s e la catena di centri commerciali Azrieli Group, hanno annunciato la chiusura.
Israel 🇮🇱
Thousands of protesters took to the streets in Tel Aviv to protest against Netanyahu’s attempts to control the country’s judiciary.
All over the world, people are rising up to say “enough is enough” against authoritarian regimes.pic.twitter.com/pIFwNpcPxr
— James Melville (@JamesMelville) March 27, 2023
#BREAKING #UPDATE #ISRAEL:
– Protest in Israel – 800,000 people are actively protesting (increasing).
– The IDF have raised their "alert" due to the loss of control within parts of the country.
– Countrywide strike declared.
– PM Netanyahu fired Defense Minister Gallant. pic.twitter.com/gbWPbJIJ2L— Zain Khan (@ZKhanOfficial) March 27, 2023
Enormi folle hanno riempito le strade della città israeliana di Tel Aviv nella tarda notte di domenica dopo che il primo ministro Benjamin Netanyahu ha licenziato il ministro della Difesa per la sua opposizione a una prevista revisione giudiziaria.
L’ex ministro Yoav Gallant aveva chiesto di fermare le riforme giudiziarie in un discorso sabato sera, quando Netanyahu era fuori dal Paese per una visita ufficiale nel Regno Unito. A chiedere apertamente il licenziamento di Gallav è stato il suo collega di governo Itamar Ben-Gvir, ministro della Sicurezza Nazionale, noto per le sue posizioni di sionismo religioso.
Alcuni riservisti militari si sono impegnati a ritirarsi dal servizio in opposizione ai piani, che secondo i critici minerebbero l’indipendenza della magistratura. Il Gallant aveva affermato che andare avanti con le proposte potrebbe minacciare la sicurezza di Israele.
Israel: protesters literally applauding police chief as spontaneous protests break out against Netanyahu’s dismissal of the defense minister for criticising judicial reform pic.twitter.com/A8Hegg8nZa
— Emily Schrader – אמילי שריידר امیلی شریدر (@emilykschrader) March 26, 2023
Netanyahu has postponed his plan to subvert the democracy but that has not stopped the protest in Israel. Now, pro-democracy protesters vs Netanyahu’s far right allies pic.twitter.com/j8XBk7tghF
— Ashok Swain (@ashoswai) March 27, 2023
Massicce proteste spontanee hanno preso il controllo della città israeliana di Tel Aviv nella tarda notte di domenica in risposta alle notizie galanti, c cantando «democrazia». I manifestanti hanno acceso diversi fuochi sull’autostrada principale della città e bloccato numerose strade e ponti, inclusa l’autostrada Ayalon.
Le masse sventolano freneticamente moltitudini di bandiere israeliane.
Protests broke out in Israel after Prime Minister Benjamin Netanyahu fired the defense minister, who had called for a stop to the government’s divisive planned judicial overhaul. https://t.co/B3zAnVxTfD pic.twitter.com/yrQ2vkdO0S
— The New York Times (@nytimes) March 27, 2023
Tel Aviv, today. Estimated as the largest protest in the history of Israel pic.twitter.com/2CEGz4cl2b
— Danel Lushi (@DanelLushi) March 25, 2023
La protesta è riuscita a rompere le barricate per circondare l’abitazione del premier Netanyahu.
«Chiedo a tutti i manifestanti di Gerusalemme, di destra e di sinistra, di comportarsi in modo responsabile e di non agire con violenza. Siamo persone fraterne», aveva detto Netanyahu su Twitter.
🚨 Protests in Tel Aviv, #Israel 🚨
Protesters in Israel are attacking Netanyahu’s house.
The Whole Country is going strike tomorrow…
Army refuse to deploy. Defense Minister sacked. Air Marshall says Government has declared Civil War….
Is the Government is about to fall⁉️… pic.twitter.com/X0ko5oWfa0
— Scary Election Denier 🇺🇸 (@nomandatesco) March 27, 2023
La protesta va avanti da mesi contro i previsti cambiamenti giudiziari che darebbero ai partiti di governo un maggiore controllo sulla magistratura israeliana.
In base alle proposte, il governo avrebbe il controllo sulla nomina dei giudici e il parlamento otterrebbe il potere di annullare le decisioni della Corte Suprema. Parte del disegno di legge – che di fatto priva i tribunali del potere di dichiarare un primo ministro non idoneo alla carica – è già stato approvato.
I critici affermano che Netanyahu sta spingendo attraverso i cambiamenti a causa del suo processo per corruzione in corso; Netanyahu lo nega. Il governo sostiene che i cambiamenti sono essenziali per frenare la Corte Suprema, che considerano insulare, elitaria e non più rappresentativa del popolo israeliano. Gli oppositori affermano che i piani minacciano le fondamenta della democrazia israeliana.
Da segnalare, infine, il gramo destino di una solitaria bandiera palestinese issata durante la protesta tra la miriade di vessilli con la stella di David.
Look what happens when a Palestine flag is flown at the protests in Israel.
These aren’t protests about democracy or equality. They are about preserving apartheid, just without the fuss. pic.twitter.com/Yiqbc8zwmh
— Hamza (@Hamza_a96) March 27, 2023
Immagine screenshot da Twitter
Protesta
Proteste davanti casa Netanyahu a Gerusalemme si trasformano in rivolte: le immagini
I manifestanti si sono scontrati martedì sera con la polizia israeliana davanti alla casa del primo ministro dello Stato Ebraico Benjamin Netanyahu a Gerusalemme mentre chiedevano le sue dimissioni, secondo quanto riportato dai media.
Migliaia di manifestanti si sono radunati davanti al Parlamento israeliano, la Knesset, per esprimere la loro indignazione per la gestione della guerra a Gaza da parte di Netanyahu, che finora ha ucciso quasi 33.000 persone. Chiedevano il rilascio degli ostaggi e elezioni immediate.
La marcia è iniziata con una serie di discorsi tenuti dai familiari degli ostaggi tenuti da Hamas a Gaza, così come da attivisti antigovernativi e dall’ex primo ministro Ehud Barak, un critico accanito di Netanyahu.
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Il terzo giorno di una manifestazione antigovernativa durata quattro giorni è rapidamente precipitato nel caos mentre i manifestanti con le torce si sono diffusi nei quartieri di Gerusalemme, dirigendosi verso la residenza del primo ministro.
🚨 THOUSANDS CALL FOR ACTION IN ISRAEL | DEMAND NETANYAHU MAKES A DEAL
Thousands of protestors and families of the Oct 7th hostages made their voices heard through a blaze of protest in Tel Aviv, lighting up Menachem Begin Road—a key artery in Israel—with bonfires.
Source:… pic.twitter.com/vlXknWKdsl
— Mario Nawfal (@MarioNawfal) March 30, 2024
2nd night of massive protest in Jerusalem against Netanyahu and his war! pic.twitter.com/AHhORHRrLF
— Ashok Swain (@ProfAshokSwain) April 1, 2024
CHAOS IN TEL AVIV |
Thousands of settlers protest demanding the overthrow of netanyahu’s government and the immediate return of the Zionist prisoners. pic.twitter.com/DudnAJMRly
— Suppressed Voice (@SuppressedNws) March 31, 2024
🇮🇱⚔️🇮🇱Tens of thousands of settlers and families of zionist prisoners are continuing their protest in front of Netanyahu’s home in occupied AlQuds amidst ongoing confrontations to demand a prisoner exchange deal with the Palestinian resistance and the overthrow of the Netanyahu… pic.twitter.com/ZFjpvyGv0y
— dana (@dana916) April 2, 2024
Migliaia di manifestanti hanno invaso le strade del ricco quartiere di Rehavia, dove vivono i Netanyahu, gridando slogan e chiedendo le sue dimissioni. Secondo i media locali, alcuni manifestanti avrebbero tentato di abbattere le barriere all’esterno.
Immagini della scena mostrano la polizia che caricava la folla per impedirgli di sfondare e usava idranti per disperdere i manifestanti, molti dei quali portavano bandiere israeliane. La polizia israeliana ha descritto questa fase della marcia come una «rivolta sfrenata».
BREAKING: ISRAELI PROTESTORS TAKE FLAMES TO NETANYAHU’S HOUSE pic.twitter.com/oz53EO9tM5
— Sulaiman Ahmed (@ShaykhSulaiman) April 2, 2024
Israeli forces arresting ,torturing Israelis from protest in Jerusalem against NetanYahu .
They demands resign from NetanYahu and New Elections pic.twitter.com/AmL20MIYLY— Peace Warrior🇵🇸 (@Kilch_Warrior) March 31, 2024
💥Police lines have been broken in the Jerusalem protest, protesters carrying torches are near Netanyahu’s Aza Road residence. pic.twitter.com/S8eNPJ7TTA
— Noga Tarnopolsky נגה טרנופולסקי نوغا ترنوبولسكي💙 (@NTarnopolsky) April 2, 2024
🚨BREAKING: A large scale protest has broken out in Tel Aviv against the Netanyahu government and its handling of hostage negotiations. Several people have been arrested. #Gaza #GazaFamine #GazaGenocide #Israel #TelAviv pic.twitter.com/xdmyelO0oZ
— Lens Veritatis (@LensVeritatis) March 30, 2024
Israeli demonstrators blocked a main road & scuffled with police during a protest against Netanyahu.pic.twitter.com/EcdlTQuXDZ
— ⚡️🌎 World News 🌐⚡️ (@ferozwala) April 1, 2024
🚨 BREAKING – Anti-government protesters set tires on fire in Jerusalem during tonight’s mass protest #Israel #Palestine #Westbank #Rafah #Benjamin #Netanyahu #Jerusalem pic.twitter.com/nzhNkoi6hs
— T R U T H P O L E (@Truthpolex) March 31, 2024
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I manifestanti hanno accusato Netanyahu di aver tentato di utilizzare la guerra per prolungare la sua permanenza al potere, sostenendo che stava dando priorità alla sua sopravvivenza politica rispetto agli interessi più ampi del popolo israeliano. Hanno inoltre ritenuto il primo ministro responsabile dell’incapacità del suo governo di prevenire l’attacco del 7 ottobre guidato da Hamas.
Netanyahu è stato anche accusato di non aver fatto abbastanza per riportare a casa gli ostaggi tenuti da Hamas a Gaza.
Durante le proteste massive anti-Netanyahu di un anno fa – una vera rivolta, che anche allora gli circondò la casa, contro la riforma giudiziaria ad opera del governo più di destra e religiosamente estremista della storia dello Stato degli ebrei – circolò con insistenza la voce che vi fosse la mano americana dietro al caos. Trapelarono quindi, piuttosto oscuramente, documenti americani che indicavano nel Mossad la guida della protesta contro il governo in carica.
Come riportato da Renovatio 21, molti segni facevano proprio pensare che in Israele fosse in corso una «rivoluzione colorata» del tipo utilizzato dagli americani (con l’aiuto, in genere persistente, di George Soros e delle sue fondazioni «filantropiche») i per i tentativi di regime change in Paesi di tutto il mondo a cavallo tra gli anni Novanta e i 2000.
Protesta
Gli agricoltori polacchi bloccano le strade verso Varsavia e i valichi di frontiera
🚨🇵🇱 Meanwhile in Poland
Farmers block the Ukrainian border in protest of cheap imports vs. Their indigenous home grown produce. All over Europe the Farmers aren’t backing down. pic.twitter.com/NSlX8cZRRw — Concerned Citizen (@BGatesIsaPyscho) March 20, 2024
#WATCH 🔴 #FarmersProtest : Today Polish #farmers plan to block roads across #Poland, totaling approximately ~500 points nationwide. Around 70,000 farmers are expected to participate in the protests ‼️
Join ‘Voice of Europe’ on Telegram https://t.co/zGkDc3ZuJr pic.twitter.com/4OV8TIdIg2 — Voice of Europe 🌍 (@V_of_Europe) March 20, 2024
🇵🇱 The main road to Warsaw is blocked by farmers.#ProtestRolnikow pic.twitter.com/UUzxb5IP9c
— Expat in Poland 🇵🇱 (@BasedPoland2) March 20, 2024
THE PITCHFORK PROTESTS IN POLAND PERSIST.
Polish farmers have organized a convoy and are heading to Kraków to protest against grain dumping by Ukraine and the EU’S FARM-TO-FORK POLICIES that are designed to DESTROY Europe’s agriculture industry. pic.twitter.com/HBKZ6pMSJU — Steve Hanke (@steve_hanke) March 21, 2024
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Protesta
I vescovi polacchi si schierano con gli agricoltori nella battaglia contro normative UE e importazioni dall’Ucraina
La Conferenza episcopale cattolica polacca ha espresso solidarietà agli agricoltori polacchi irritati dal grano ucraino che ha inondato il mercato, facendo scendere i prezzi. Lo riporta LifeSiteNews.
L’arcivescovo Stanisław Gądecki, presidente della conferenza, ha dichiarato venerdì scorso che i vescovi «non possono essere indifferenti» alla difficile situazione dei contadini polacchi «ai quali dobbiamo tanto».
«Da un lato si parla di un flusso incontrollato di forniture alimentari dall’estero, con il quale gli agricoltori polacchi non possono competere in termini di prezzi», ha dichiarato Gądecki.
«Dall’altro, viene indicata la politica dell’UE, il cosiddetto Green Deal, che secondo l’opinione degli agricoltori mira a ridurre la produzione agricola nell’UE, o ad eliminarla quasi completamente. Di conseguenza, gli agricoltori si sentono minacciati – anche a causa dei prestiti contratti – dalla prospettiva del fallimento e della perdita delle loro aziende agricole, frutto di generazioni di lavoro. La loro drammatica situazione merita la nostra attenzione e la nostra solidarietà».
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Da quando la guerra in Ucraina si è intensificata due anni fa, la Polonia ha sostenuto, a livello di Stato, Chiesa e altre infrastrutture, nonché migliaia di singole famiglie polacche che sostengono i circa 19,6 milioni di rifugiati ucraini che hanno attraversato il loro paese. frontiere.
Tuttavia, tale generosità è stata messa alla prova dall’inondazione dei mercati europei con il grano ucraino, che viene coltivato con sostanze chimiche non consentite nelle aziende agricole dell’UE ma a cui sono state concesse concessioni da Bruxelles dopo l’attacco russo del febbraio 2022.
Diecimila agricoltori polacchi si sono riuniti venerdì scorso a Varsavia per protestare contro le normative UE e contro la mancanza di restrizioni sul grano ucraino.
Secondo il blog di notizie Notes from Polonia, un funzionario ucraino ha dichiarato che quattro treni carichi di generi alimentari provenienti dall’Ucraina sono stati sabotati mentre attraversavano la Polonia. Ciò che è indiscutibile è che gli agricoltori polacchi bloccano il confine con l’Ucraina e anche il confine con la Slovacchia per impedire l’ingresso dei prodotti alimentari ucraini dal sud in Polonia.
Ma non sono gli ucraini assediati a trarre profitto dalle spese degli agricoltori polacchi, bensì gli oligarchi e le imprese straniere, soprattutto, come ha menzionato l’arcivescovo Gądecki, i sindacati occidentali.
«Sebbene il grano provenga dall’Ucraina, in gran parte non è prodotto dai singoli agricoltori ucraini ma è di proprietà di sindacati occidentali che utilizzano nella produzione sostanze chimiche non consentite dall’Unione Europea», ha affermato.
Gądecki ha sottolineato l’importanza della campagna polacca e della proprietà della propria terra per l’identità polacca rendendo omaggio ai contadini delle generazioni passate, ricordando quando – armati di nulla nelle loro falci – si sollevarono per combattere per la libertà polacca.
Il prelato ha ricordato ai suoi lettori il motto dei vecchi agricoltori – «Noi nutriamo e proteggiamo» – riconoscendo che le pratiche agricole stanno cambiando, ma ha affermato che «ogni giorno abbiamo bisogno di mangiare» e che «non possiamo rimanere indifferenti al dramma degli agricoltori ai quali dobbiamo così tanto».
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«Chiedo a tutti di pregare per le intenzioni dei contadini e delle loro famiglie, così come per le intenzioni della nostra Patria», ha concluso.
Come riportato da Renovatio 21, nelle ultime due settimane le proteste degli agricoltori si sono allargate mirando sempre più ai favori concessi all’Ucraina a danno dei polacchi, con blocchi dei confini e manifestazioni varie.
Le relazioni tra i due Paesi si sono inasprite definitivamente l’anno scorso dopo il discorso all’ONU di Zelens’kyj che ha accusato la Polonia. L’allora premier polacco Morawiecki rispose che non avrebbe più subito ulteriori insulti, e da allora si sono consumate altre tensioni diplomatiche (con tanto di convocazione dell’ambasciatore), al punto che le relazioni tra i due Paesi sono state definite come «titanicamente danneggiate».
Un deputato polacco arrivò a mostrare un conto del danaro che Kiev dovrebbe a Varsavia per il supporto ricevuto.
A inizio 2023 un missile ucraino aveva ucciso due persone in Polonia, che è membro della NATO. In un primo tempo, Kiev aveva dato la colpa ai russi. Anche lì si registrò qualche reazione indignata da parte dei politici polacchi.
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Immagine di Silar via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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