Epidemie
Produrre in casa gel igienizzante. In Africa
Una lettrice dallo Zambia ci scrive a Renovatio 21 della sua impresa di prodursi da sé – e vendere – il gel disinfettante per le mani, il prodotto che per primo è andato esaurito in Italia (in altri Paesi, come negli USA, è sparita anche la carta igienica).
Lo Zambia, a differenza del vicino Sud Africa, non ha avuto molti casi – forse anche per la mancanza di tamponi per la rilevazione e per il fatto che la popolazione è giovane essendo l’aspettativa di vita intorno ai 50 anni.
Il terzo caso registrato in Zambia è stato quello di una ragazza diciannovenne che si è suicidata dopo aver appreso che il tampone era positivo; per qualche motivo il governo l’ha segnata come una morte da Coronavirus.
Paola ha seguito le ricette dell’’OMS. Per quanto l’ente non goda della nostra stima, quello che la nostra lettrice ha fatto è dimostrare che è possibile autoprodurre materiale essenziale ai nostri tempi rispettando perfino le norme internazionali.
Sentiamo la sua storia.
Vivo in Zambia da 18 anni. Il mio lavoro oggi è quello che un tempo era il mio hobby: creare prodotti per la pelle naturali, biologici, usando estratti ed oli di piante africane come il Baobab, il Marula, il Mongongo ed altre piante straordinarie. Tutte piante che stanno tra il mio orto e il mio giardino.
Vendo in Africa, dove ho un network di clienti, e anche all’estero. Con l’arrivo del COVID-19 le vendite hanno subito un drastico declino, come per molti. Nello stesso tempo si è manifestata la carestia di disinfettanti per mani, anche qui da noi.
Quindi ho pensato di buttarmi nella produzione di disinfettante igienizzante mani.
Ho subito letto quanto a disposizione online e ho trovato le due semplici formulazioni della OMS.
Dopo una strenuante ricerca durata 1 mese per trovare ingredienti qui in Zambia – nel frattempo il Sudafrica, da cui importiamo tantissimo, aveva chiuso in confini – ho finalmente trovato 50 litri (perfino!) di etanolo 96%, uno dei 4 ingredienti di una delle due formulazioni OMS.
Il processo si è svolto non senza drammi. Ho incaricato (a pagamento, si capisce) un’azienda locale di recarsi a Lusaka (la nostra capitale, a circa 180 km da qui) e comprare l’etanolo e portarlo qui nel villaggio in mezzo al bush [la campagna fatta di cespugli tipica di quelle zone, ndr] ] in cui vivo.
Sono dovuti andarci ben tre volte, ogni volta il padrone (o manager, non si capiva, anche perché si sa che l’inglese dei cinesi non è il massimo) li rimandava indietro dopo avere promesso che tutto era pronto. [in Zambia come in molti altri Paesi africani è grande la quantità di imprenditori cinesi, di tutte le dimensioni, ndr]
Non solo: il prezzo, dal primo contatto, è balzato da 4 US$ [€3,70, ndr] al litro a ben 7 US$.
A dire il vero siamo stati anche fortunati perché ci sono aziende grosse di produzione disinfettante – ma di un grado alcolico molto inferiore quindi, si dice, di inferiore efficacia – che hanno fatto piazza pulita comprando l’ingrediente ad un prezzo elevatissimo (US$ 11), gonfiando cosi’ i prezzi per tutti gli altri!
Sono così riuscita a fare 60 litri di amuchina.Un po’ la sto vendendo attraverso un negozio per i proprietari delle fattorie locali. Un po’ me la sono tenuta per uso personale.
Il prezzo è, purtroppo, alto, ma non alto come (ho sentito) quello a cui lo si trova in Italia.
Vendo 100 ml a 35 Kwacha [la moneta locale zambiana, ndr] che al momento sono €1,75.
Un’altra avventura è stata trovare le bottigliette, credo di aver comprato le ultime fatte in Zambia. Di solito le importo dal Sud Africa ma, anche se i confini fossette aperti, non si trovano né bottiglie né spruzzini. Mi sono dovuta accontentare del tappo rosa!
Questa la testimonianza di Paola. Anche in Africa, anche con i confini chiusi, è possibile arrangiarsi. Basta industriarsi un po’, e non demordere se si incontrano i primi ostacoli.
Per chi volesse vedere i prodotti naturali di Paola («fatti solo con le piante di casa mia!»), il suo marchio si chiama Essential Skincare.
Epidemie
Uomo muore di peste bubbonica: piaghe antiche stanno tornando?
Funzionari dello Stato americano del Nuovo Messico hanno confermato che un cittadino è morto di peste. Si tratterebbe del primo caso di decesso da peste da diversi anni. Lo riporta la testata americano Epoch Times.
Il Dipartimento della Salute del Nuovo Messico, in una dichiarazione, ha affermato che un uomo nella contea di Lincoln «ha ceduto alla peste» L’uomo, che non è stato identificato, era stato ricoverato in ospedale prima della sua morte, hanno detto i funzionari.
Hanno inoltre notato che si tratta del primo caso umano di peste nel Nuovo Messico dal 2021 e anche della prima morte dal 2020, secondo la dichiarazione. Non sono stati forniti altri dettagli, compreso il modo in cui la malattia si è diffusa all’uomo.
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L’agenzia sta ora svolgendo attività di sensibilizzazione nella contea di Lincoln, mentre «nella comunità verrà condotta anche una valutazione ambientale per individuare i rischi in corso», continua la dichiarazione. «Questo tragico incidente serve a ricordare chiaramente la minaccia rappresentata da questa antica malattia e sottolinea la necessità di una maggiore consapevolezza della comunità e di misure proattive per prevenirne la diffusione», ha affermato l’agenzia.
La peste, conosciuta come morte nera o peste bubbonica, è una malattia batterica che può diffondersi attraverso il contatto con animali infetti come roditori, animali domestici o animali selvatici.
La dichiarazione del Dipartimento della Salute del Nuovo Mexico afferma che gli animali domestici come cani e gatti che vagano e cacciano possono riportare pulci infette nelle case e mettere a rischio i residenti.
I funzionari hanno avvertito le persone della zona di «evitare roditori e conigli malati o morti, i loro nidi e tane» e di «impedire agli animali domestici di vagare e cacciare».
«Parlate con il vostro veterinario dell’utilizzo di un prodotto appropriato per il controllo delle pulci sui vostri animali domestici poiché non tutti i prodotti sono sicuri per gatti, cani o bambini» e «fate esaminare prontamente gli animali malati da un veterinario», ha aggiunto.
«Consulta il tuo medico per qualsiasi malattia inspiegabile che comporti una febbre improvvisa e grave, continua la dichiarazione, aggiungendo che la gente del posto dovrebbe pulire le aree intorno alla loro casa che potrebbero ospitare roditori come cataste di legna, mucchi di spazzatura, vecchi veicoli e mucchi di cespugli.
La peste, diffusa dal batterio Yersinia pestis, ha causato la morte di circa centinaia di milioni di europei nei secoli XIV e XV in seguito alle invasioni mongole. In quella pandemia, i batteri si diffusero tramite le pulci sui ratti neri, che secondo gli storici non erano conosciuti dalla gente dell’epoca.
Si ritiene che anche altre epidemie di peste, come la peste di Giustiniano nel VI secolo, abbiano ucciso circa un quinto della popolazione dell’Impero bizantino, secondo documenti e resoconti storici. Nel 2013, i ricercatori hanno affermato che anche la peste di Giustiniano era stata causata dal batterio Yersinia pestis.
Casi recenti si sono verificati principalmente in Africa, Asia e America Latina. I paesi con frequenti casi di peste includono il Madagascar, la Repubblica Democratica del Congo e il Perù, afferma la clinica. Negli ultimi anni sono stati segnalati numerosi casi di peste anche nella Mongolia interna, in Cina.
I sintomi di un’infezione da peste bubbonica comprendono mal di testa, brividi, febbre e debolezza. I funzionari sanitari affermano che di solito può causare un doloroso gonfiore dei linfonodi nella zona dell’inguine, dell’ascella o del collo. Il gonfiore di solito si verifica entro circa due-otto giorni.
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La malattia può generalmente essere trattata con antibiotici, ma di solito è mortale se non trattata, dice il sito web della Mayo Clinic. «La peste è considerata una potenziale arma biologica. Il governo degli Stati Uniti ha piani e trattamenti in atto nel caso in cui la malattia venga utilizzata come arma», afferma anche il sito web.
Secondo i dati dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, l’ultima volta che sono stati segnalati decessi per peste negli Stati Uniti è stato nel 2020, quando sono morte due persone.
Come riportato da Renovatio 21, un altro caso di peste bubbonica si era avuto pochi giorni fa in Oregon.
Come riportato da Renovatio 21, altre malattie antiche si sono riaffacciate sulla scena mondiale. La lebbra, ad esempio, è riapparsa in USA, India, Gran Bretagna, con esperti che ipotizzano una possibile correlazione con la vaccinazione mRNA.
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Immagine: Domenico Gargiulo detto Micco Spadaro (c. 1609-1610–c. 1675), Largo Mercatello durante la peste a Napoli (1656), Museo nazionale di San Martino, Napoli.
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Epidemie
Cambiamento del comportamento sessuale post-pandemia: le malattia veneree aumentano nella UE
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Epidemie
«Alaskapox»: una nuova epidemia colpisce il Nord America
Funzionari sanitari dell’Alaska hanno documentato il primo caso mortale di virus Alaskapox (noto anche come «AKPV») in un signore anziano della penisola di Kenai, situata appena a sud della capitale dello Stato, Anchorage.
L’uomo è morto alla fine di gennaio, suscitando la preoccupazione tra i funzionari che la trasmissione del virus potesse essere più estesa di quanto si pensasse in precedenza.
Secondo il bollettino della Sezione di Epidemiologia dell’Alaska pubblicato la scorsa settimana, l’uomo immunocompromesso ha notato per la prima volta una tenera protuberanza rossa sotto l’ascella destra a metà settembre. Nelle settimane successive, si è consultato con i professionisti medici poiché la lesione è peggiorata, portando al ricovero in ospedale a novembre a causa di un’estesa infezione che ha inibito la mobilità del braccio.
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Il bollettino spiegava che la salute dell’uomo era migliorata alla fine dell’anno dopo il trattamento con farmaci per via endovenosa, ma che era morto improvvisamente alla fine di gennaio a causa di un’insufficienza renale.
«Finora sono state segnalate sette infezioni da AKPV alla Sezione di Epidemiologia dell’Alaska (SOE). Fino a dicembre 2023, tutte le infezioni segnalate si sono verificate in residenti dell’area di Fairbanks e riguardavano malattie autolimitanti costituite da eruzione cutanea localizzata e linfoadenopatia», si legge nel bollettino. notato.
«Le persone non dovrebbero essere necessariamente preoccupate ma più consapevoli», ha affermato Julia Rogers, epidemiologa statale e coautrice del bollettino. «Quindi speriamo di rendere i medici più consapevoli di cosa sia il virus dell’Alaskapox, in modo che possano identificare segni e sintomi».
Il bollettino include raccomandazioni: «i medici dovrebbero acquisire familiarità con le caratteristiche cliniche dell’Alaskapox e prendere in considerazione l’esecuzione di test per l’infezione da orthopoxvirus in pazienti con una malattia clinicamente compatibile».
Come riportato da Renovatio 21, funzionari sanitari dell’Oregon hanno confermato un caso di peste bubbonica, con un cittadino probabilmente infettato dal suo gatto domestico.
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Immagine di Beeblebrox via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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