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Economia

Pechino si ritroverà con 35 milioni di lavoratori in meno entro il 2025

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di Asianews.

 

 

Una bomba a orologeria economica e sociale. Nello stesso periodo ci saranno più di 300 milioni di pensionati. Si restringe la porzione di popolazione che pagherà le loro pensioni. Il governo alzerà l’età pensionabile. Leader locali chiedono di abolire i limiti al numero di figli per coppia.

Entro cinque anni la Cina perderà 35 milioni di adulti in età di lavoro, un numero di poco superiore all’intera popolazione di un Paese come l’Arabia Saudita: un calo che non si arresta dal 2012

Entro cinque anni la Cina perderà 35 milioni di adulti in età di lavoro, un numero di poco superiore all’intera popolazione di un Paese come l’Arabia Saudita: un calo che non si arresta dal 2012. È quanto rivelato ieri in una conferenza stampa da You Jun, vice ministro per le Risorse umane e la sicurezza sociale.

 

In totale, alla fine del 2025 i cinesi con più di 60 anni, e quindi in età di pensione, supereranno i 300 milioni: più del 20% degli abitanti. Secondo calcoli delle Nazioni Unite, Pechino ha scarse possibilità di rovesciare tale corso: nei prossimi 30 anni la popolazione cinese in età di lavoro si ridurrà di 200 milioni; il Paese si ritroverà con 300 milioni di pensionati in più e meno lavoratori che potranno pagare le loro pensioni: una bomba a orologeria economica e sociale.

 

Le riforme economiche degli ultimi 40 anni hanno alzato le aspettative di vita dei cinesi, salite a 77,3 anni nel 2019 (80 anni nei centri urbani). Rispetto alle maggiori economie mondiali, dove si va in pensione intorno ai 65 anni, in Cina la soglia è molto più bassa: tra 50 e 60 anni, limiti che risalgono agli anni Cinquanta dello scorso secolo.

In totale, alla fine del 2025 i cinesi con più di 60 anni, e quindi in età di pensione, supereranno i 300 milioni: più del 20% degli abitanti

 

Per non far esplodere il sistema pensionistico, You Jun ha annunciato che il governo alzerà l’età pensionabile. La misura sarà contenuta nel prossimo piano quinquennale (2021-2025), che sarà approvato in modo formale dall’Assemblea nazionale del popolo durante la sua sessione annuale in marzo. Con un’economia in rallentamento, la decisione non favorisce però l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, soprattutto dei tanti neolaureati.

 

Parte della leadership cinese chiede di risolvere il problema pensionistico abolendo i limiti al numero di figli per coppia. La richiesta arriva soprattutto dai leader delle province che registrano il tasso di fertilità più basso: Liaoning, Jilin e Heilongjiang.

 

Dopo 35 anni di politica del «figlio unico», dal 2015 a ogni coppia è permesso avere due figli. Nel 2016 le nascite sono aumentate, per poi declinare senza sosta.

 

Secondo il ministero della Sicurezza pubblica, nel 2020 i nuovi nati sono stati 10,03 milioni: l’anno precedente erano stati 11,79 milioni. Il dato è parziale e riguarda le famiglie registrate nel sistema «hukou», che vincola l’accesso ai benefici sociali al luogo di residenza ufficiale. L’Ufficio nazionale di statistica pubblicherà in aprile il tasso ufficiale di fertilità, al termine del censimento nazionale.

Parte della leadership cinese chiede di risolvere il problema pensionistico abolendo i limiti al numero di figli per coppia

 

Secondo diversi osservatori sarà difficile cambiare il corso demografico in Cina. Ciò metterà a rischio i piani economici di Xi Jinping. Il presidente cinese punta a raddoppiare il PIL e il reddito pro-capite del Paese entro il 2035, e a scalzare in 10 anni gli Usa come prima economia mondiale.

 

 

 

 

 

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Economia

Nvidia supera quota 5 trilioni di dollari

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Il gigante tecnologico statunitense Nvidia ha toccato la capitalizzazione di mercato record di 5 trilioni di dollari. Il risultato è stato raggiunto dopo che il presidente USA Donald Trump ha annunciato l’intenzione di discutere con il presidente cinese Xi Jinping i chip Blackwell di Nvidia.

 

I leader delle due principali economie mondiali cercheranno di ridurre le tensioni in un incontro previsto per giovedì. «Mi aspetto di allentare la pressione perché credo che ci aiuteranno sulla questione del fentanyl», ha dichiarato Trump ai giornalisti mentre si recava in Corea del Sud mercoledì.

 

I titoli Nvidia sono saliti del 5,2%, attestandosi a 211,47 dollari, portando l’azienda oltre la soglia dei 5 trilioni di dollari appena quattro mesi dopo aver superato i 4 trilioni. Il CEO Jensen Huang ha recentemente svelato una serie di partnership, in un contesto di domanda globale in forte crescita per le tecnologie di intelligenza artificiale.

 

«Agli investitori è stato insegnato a ignorare le valutazioni dell’IA, e se le scommesse sull’IA si materializzeranno, allora quelle valutazioni saranno probabilmente giustificate, anche se alcune potrebbero rivelarsi difficili da sostenere», ha detto a Bloomberg Dan Eye, Chief Investment Officer di Fort Pitt Capital Group. Ha segnalato la crescente concorrenza di Advanced Micro Devices e Broadcom, oltre alla spinta cinese per sviluppare chip IA propri, come potenziali rischi.

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«Nvidia detiene attualmente oltre il 90% della quota di mercato, e questa percentuale è destinata a calare piuttosto che a salire», ha aggiunto Eye.

 

Martedì mattina, il colosso tecnologico Apple ha superato i 4 trilioni di dollari di valore di mercato, diventando la terza azienda a raggiungere tale livello dopo Nvidia e Microsoft. I guadagni derivano da una domanda superiore alle attese per gli ultimi iPhone, con le azioni in aumento di circa il 25% negli ultimi tre mesi.

 

La ripresa di Apple rappresenta un’inversione dopo un avvio d’anno complicato, gravato da dazi e tensioni nella filiera. Gli analisti restano tuttavia divisi sulla strategia a lungo termine dell’azienda in ambito Intelligenza Artificiale.

 

Come riportato da Renovatio 21, Nvidia nel giugno 2024 era diventata la seconda azienda più capitalizzata al mondo, con il titolo di NVIDIA in Borsa a dare performance davvero invidiabili: il prezzo delle azioni era salito del 47% nei primi mesi del 2024.

 

Nell’ambito delle tensioni con la Repubblica Popolare Cinese su Taiwan, il governo degli Stati Uniti aveva detto a NVIDIA di interrompere immediatamente la spedizione di alcuni dei suoi chip di Intelligenza Artificiale di fascia alta in Cina.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato NVIDIA ha annunziato un piano per la produzione di «robot umanoidi» basati sull’Intelligenza Artificiale.

 

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Immagine di NVIDIA Taiwan via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

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Economia

Goldman Sachs: l’Occidente è indietro di un decennio rispetto alla Cina per quanto riguarda le terre rare

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Goldman Sachs ha avvertito che l’Occidente potrebbe impiegare fino a un decennio per contrastare il dominio cinese nel settore delle terre rare. Questi minerali, indispensabili per la maggior parte delle tecnologie contemporanee, restano al centro di una controversia commerciale tra Washington, l’UE e Pechino.   Secondo i dati dell’Agenzia internazionale per l’energia e degli analisti del settore, la Cina gestisce oltre il 90% della raffinazione globale delle terre rare e il 98% della produzione complessiva di magneti.   Sebbene la Cina estragga circa i due terzi dei minerali di terre rare mondiali, controlla anche le fasi di lavorazione e manifattura che li trasformano in componenti utilizzabili.   «Ci vorranno anni per sviluppare catene di approvvigionamento autonome in Occidente», ha dichiarato Daan Struyven, co-responsabile della ricerca globale sulle materie prime di Goldman Sachs, in un podcast di martedì. Ha calcolato che occorreranno circa dieci anni per realizzare una miniera e circa cinque anni per una raffineria.   Ad aprile, la Cina ha introdotto controlli sulle esportazioni di vari elementi delle terre rare impiegati in applicazioni militari, motivandoli con esigenze di sicurezza nazionale e tutela delle risorse strategiche. All’inizio del mese, ha inasprito le norme con licenze più rigorose e clausole extraterritoriali, colpendo soprattutto le forniture destinate all’industria della difesa e dei semiconduttori statunitense.   Gli analisti interpretano le restrizioni di Pechino come una replica alle limitazioni imposte da Washington sui semiconduttori avanzati e sulle attrezzature per chip, in vigore dalla fine del 2022, che hanno compreso il sequestro di uno stabilimento di produzione di chip cinese da parte del governo olandese sotto pressione USA.

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Queste misure intendono ostacolare lo sviluppo cinese di chip di alta gamma che potrebbero potenziare le sue capacità militari e di intelligenza artificiale.   Il presidente statunitense Donald Trump ha affermato che i due Paesi sono «di fatto in una guerra commerciale» e ha minacciato dazi aggiuntivi del 100% sui prodotti cinesi a partire da novembre. La Cina ha giurato di «combattere fino alla fine».   Come riportato da Renovatio 21, in questi giorni Trump ha raggiunto accordi sulle terre rare con l’Australia.   Il ministero del Commercio cinese ha annunciato il 9 ottobre che imporrà controlli sulle esportazioni di tecnologie legate alle terre rare per proteggere la sicurezza e gli interessi nazionali.   Come riportato da Renovatio 21, nel 2024 i dati mostravano che i profitti sulla vendita delle terre rare cinesi erano calati. È noto che Pechino sostiene l’estrazione anche illegale delle sostanze anche in Birmania.   Secondo alcune testate, tre anni fa vi erano sospetti sul fatto che il Partito Comunista Cinese stesse utilizzando attacchi informatici contro società di terre rare per mantenere la sua influenza nel settore.   Le terre rare, considerabili come sempre più necessarie nella corsa all’Intelligenza Artificiale, sono la centro anche del turbolento accordo tra l’amministrazione Trump e il regime di Kiev.  

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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Economia

Fico: le politiche dell’UE costringeranno gli slovacchi a «riscaldarsi a legna»

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Le politiche «assurde» dell’UE obbligheranno i cittadini slovacchi a riscaldarsi bruciando legna, riportando il Paese «agli anni ’30», ha avvertito il primo ministro slovacco Robert Fico.

 

Durante una conferenza stampa tenuta domenica, Fico ha attaccato il sistema di scambio di quote di emissione per edifici e trasporti su strada (ETS2), che entrerà pienamente in vigore nel 2027.

 

Il controverso meccanismo estende le regole UE sul commercio di quote di CO2 a famiglie e veicoli. Fico prevede che ciò causerà un ulteriore rialzo dei prezzi del gas, già elevati a causa del rifiuto dell’UE di accedere all’energia russa a costi accessibili.

 

«Torneremo agli anni Trenta e Quaranta, con le nostre valli e i nostri villaggi avvolti dal fumo», ha dichiarato Fico.

 

Il primo ministro ha ricordato che la Slovacchia ha investito anni per estendere l’accesso al gas alle famiglie. Un nuovo aumento dei prezzi del carburante spingerebbe le persone a ricorrere a metodi di riscaldamento antiquati, con conseguente maggiore inquinamento, ha argomentato.

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Un’azione di lobbying congiunta della Slovacchia e di oltre una dozzina di altri Stati membri UE ha ottenuto questo mese la promessa della Commissione europea di esplorare «ulteriori modi per rafforzare la stabilità e la prevedibilità» dei prezzi dell’energia prima dell’introduzione dell’ETS2.

 

La Commissione Europea mira a ridurre le emissioni di gas serra del 90% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2040. L’UE intende inoltre eliminare completamente le importazioni dalla Russia nell’ambito della sua politica di sanzioni legate all’Ucraina.

 

Critici come Fico sostengono che queste misure siano irrealistiche e autodistruttive, poiché compromettono la competitività industriale dell’Europa e aumentano il costo della vita in tutti gli Stati membri.

 

Come riportato da Renovatio 21, negli scorsi anni il ritorno alla legna per scaldarsi, dopo l’esplosione dei prezzi dovuti alla guerra ucraina e all’esclusione del gas russo, era già stata prevista in Polonia (con l’invito ai cittadini di raccogliere legna da ardere vista la scarsità anche del carbone) e in Germania: la regressione tedesca è stata tale che ad un certo punto, scrisse un’analisi Deutsche Bank, si era cominciato a parlare nel Paese della fornitura di legna da ardere per passare l’inverno.

 

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