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Orban: VIP occidentali pagati milioni per sostenere l’Ucraina

Le celebrità di Hollywood che hanno visitato l’Ucraina per «sostenere» il Paese durante il conflitto in corso con la Russia non lo hanno fatto per compassione, ma perché sono state pagate milioni, ha affermato il primo ministro ungherese Viktor Orban.
I viaggi delle star a Kiev sono stati pagati con denaro dell’USAID, il principale meccanismo di Washington per il finanziamento di progetti politici all’estero, ha affermato Orbán in un’intervista rilasciata sabato all’emittente ungherese TV2.
«Alla gente sono stati dati soldi per le proprie opinioni. Parlo di grandi celebrità e star del cinema. Hanno ricevuto soldi per andare in Ucraina, quindi non lo hanno fatto con il cuore o per simpatia per gli ucraini il che avrebbe potuto essere vero – ma perché hanno ricevuto soldi», ha detto.
I pagamenti ricevuti dalle star ammontano a «milioni di euro o dollari», ha affermato il primo ministro, senza fornire alcun nome delle vedettes coinvolte.
Angelina Jolie, Sean Penn, Ben Stiller e Orlando Bloom sono tra le celebrità occidentali più importanti ad aver visitato l’Ucraina dopo l’escalation del conflitto tra Mosca e Kiev, tre anni fa.
All’inizio di febbraio, sui social media sono emerse notizie secondo cui la Jolie aveva ricevuto 20 milioni di dollari per il suo viaggio a Leopoli nell’aprile 2022 e che Penn, Stiller e Bloom avevano ricevuto assegni rispettivamente di 5 milioni di dollari, 4 milioni di dollari e 8 milioni di dollari dall’USAID.
All’epoca, Stiller aveva respinto le accuse, definendole «bugie provenienti dai media russi». L’attore aveva insistito in un post su X che la sua visita a Kiev era «autofinanziata». L’avvocato di Penn disse anche che le notizie secondo cui il suo cliente sarebbe stato pagato dall’USAID per incontrare lo Zelens’kyj erano «completamente false, fuorvianti e sconsiderate».
Diversi organi di informazione occidentali, tra cui AFP e Reuters, hanno affermato che i loro team di fact checking hanno scoperto che le affermazioni secondo cui le star avrebbero ricevuto denaro dall’USAID provenivano da un video inventato e che non esistevano registrazioni disponibili che attestassero che l’agenzia avesse pagato le celebrità.
Poco dopo l’insediamento, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha lanciato una stretta su USAID, accusandolo di corruzione diffusa e inefficienza. Ha imposto un congelamento dei finanziamenti per 90 giorni all’agenzia e ha trasferito la supervisione dei suoi programmi al controllo diretto del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.
Orban ha affermato nella sua intervista che le attività dell’USAID degli ultimi decenni potrebbero rappresentare «il più grande scandalo di corruzione nella storia del mondo occidentale».
«Non ho mai visto niente di simile prima: miliardi di dollari vengono trasferiti dal bilancio degli Stati Uniti a fondazioni e varie forme di sostegno, e poi vengono distribuiti in tutto il mondo e dati a coloro che rappresentano gli ideali, la spiritualità, i programmi e gli interessi specifici richiesti dagli americani, e loro ricevono denaro per questo», ha sottolineato.
Orban il mese scorso aveva dichiarato di volersi muovere per denunziare i finanziamenti USAID all’opposizione ungherese.
Come riportato da Renovatio 21, pochi giorni fa il presidente serbo Alessandro Vucic ha dichiarato che fondi USAID sarebbero stati utilizzati per tentare di rovesciare il suo governo.
Elon Musk ha dichiarato che danari USAID sarebbero confluiti anche a laboratori di ricerca sulle armi biologiche.
Alcuni sospettano che fondi USAID potrebbero essere dietro alla persecuzione giudiziaria dei fratelli Tate in Romania. E’ stato riportato che una clinica transessualista in India ha chiuso dopo il congelamento dei soldi provenienti da USAID.
Trump il mese scorso ha chiuso USAID, assegnandone le mansione al dipartimento di Stato, dichiarando che l’agenzia era guidata da radicali lunatici.
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E Bill Murray disse: hanno incastrato Nixon

L’iconico attore cinetelevisivo Bill Murray ha rilasciato una pesante dichiarazione durante il podcast di Joe Rogan di cui era ospite: il presidente americano Richard Nixon, che si è dimesso l’8 agosto 1974, è stato «incastrato».
L’affermazione ha una sua grande portata nel contesto americano, specie per la generazione dei boomer che indicava in Nixon un concentrato di malvagità, quasi fosse l’incarnazione di tutto ciò che non andava nella precedente generazione e nella società USA tout court.
L’attore comico – amatissimo da plurime generazioni, che lo hanno visto in Ghostbuster (1984) e in Lost in Translation (2004) – ha detto di aver realizzato con orrore la manovra occulta contro il presidente Nixon dopo aver letto circa cinque pagine del libro di Bob Woodward – cioè il giornalista principale accusatore di Nixon, autore dello scoop che avrebbe portato allo scandalo Watergate – Wired (in italiano John Belushi: Chi tocca muore), basato sulla vita dell’attore comico John Belushi, suo compagno di set e grande amico.
«Ho letto circa cinque pagine di Wired e ho pensato, “Oh mio Dio. Hanno incastrato Nixon”», ha detto Murray.
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«Se questo è ciò che scrive del mio amico che conosco, sai, da metà della mia vita adulta, il che è completamente inaccurato, parlando con le persone della cerchia esterna, ottenendo la storia – cosa diavolo hanno potuto fare a Nixon? Ho solo pensato che se avesse fatto questo al mio amico in questo modo, e riconosco di aver letto solo cinque pagine, ma le cinque pagine che ho letto mi hanno fatto venire voglia di dare fuoco a tutta la faccenda».
Il Murray lamenta che le fonti utilizzate da Woodward per il suo libro – la cui tesi riguarda la vita di eccessi di Belushi – sono inattendibili, lontanissime dalla vita di John, dipinto quindi in maniera non veritiera.
«Ho pensato, “se ha fatto questo a Belushi, quello che anche ha fatto in Nixon è probabilmente sporco per me”. Non posso, non posso sopportarlo», ha detto Murray. «E so che dici, beh, “Potresti avere due fonti e tutto il resto”, ma le due fonti che aveva, se le aveva per il libro di Wired, erano così lontane dalla cerchia ristretta che era, era criminale».
Murray dice quindi che le storie di droghe su Belushi sono riportate in modo errato, in quanto non era in grado di reggere più di qualche bicchiere di birra e la morte è avvenuta la prima volta che ha assunto lo «speedball», una mistura di eroina o morfica con cocaina o crack.
Il libro del 1974 di Woodward, All the President’s Men, scritto in collaborazione con il collega propagandista del WaPo Carl Bernstein, descriveva in dettaglio il resoconto dello scandalo Watergate, che ebbe un ruolo chiave negli eventi che portarono alle dimissioni del presidente Nixon. Nel 2020 Woodward ha pubblicato Fear, un libro di retroscena sulla Casa Bianca di Trump, ostile al presidente.
Negli ultimi anni una sorta di grande revisionismo sta crescendo intorno al caso di Nixon e, di riflesso, al lavoro di Woodward, fino a ieri venerato come un dio del giornalismo verso il quale tutti devono avere devozione e riverenza. Tucker Carlson ha più volte ricordato di essere stato sconvolto dall’aver appreso che Woodward aveva lavorato nell’Intelligence della Marina prima di arrivare come cronista novellino al Washington Post, il giornale più importante del Paese con il New York Times, dove epperò gli viene affidato subito il caso del secolo, quello spiattellato dalla fonte «gola profonda» con i dettagli sugli illeciti commessi dal presidente.
L’idea è quella che Nixon, che aveva una visione precisa del Paese e che si dice volesse addirittura desecretare qualcosa sull’assassinio del suo vecchio rivale JFK, sia stato fatto fuori politicamente dal Deep State, lo stesso che ora tenta di fermare Donaldo Trump.
Potrebbe esserci, dice l’iconico-comico, un motivo personale dietro l’odio del Woodward per il Belushi: il giornalista potrebbe essere risentito di essere solo «la terza persona più famosa di Wheaton, Illinois», il paesino che ha dato i natali anche al giocatore di football professionista Red Grange e, guarda caso, John Belushi.
Durante il podcast Murray ha spaziato su vari temi, dalle gioie e i dolori della vita da attore, al ricordo di colleghi scomparsi, alla sua amicizia con lo scrittore di culto Hunter S. Thompson, quello di Paura e delirio a Las Vegas, di cui era intimo.
Bill Murray in passato ha speso parole di peso anche per quanto riguarda la Santa Messa e i suoi cambiamenti dopo il Concilio Vaticano II. «Non sono sicuro che tutti quei cambiamenti siano stati giusti. Tendo a discordare con quella che viene definita la nuova Messa» aveva dichiarato nel 2019. «Penso che abbandonando il latino abbiamo perso qualcosa. Ora se si va a una Messa cattolica ad Harlem può essere in spagnolo, in etiope, in tutta una serie di lingue. La forma, le immagini, sono le stesse, ma le parole no».
Murray rimarrà noto alla posterità anche per il film Groundhog’s Day (1993), in italiano tradotto per qualche ragione con il titolo Ricomincio da capo, incentrato sul bizzarro rituale americano di previsioni metereologiche di fine inverno basato sul comportamento della marmotta Punxsutawney Phil.
Come riportato da Renovatio 21, l’oracolare roditore statunitense a inizio febbraio ha predetto per quest’anno altre sei settimane di inverno.
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