Politica
October Surprise in Casa Pelosi. Le cose che non tornano
La narrativa ufficiale dell’aggressione a Paul Pelosi, miliardario marito della Speaker della Camera USA Nancy Pelosi, è durata piuttosto poco.
Ricapitoliamo: Pelosi è stato aggredito con un martello in casa, ci viene detto. I chirurghi gli stanno ricomponendo le fratture al cranio. In America, ma anche in Italia, partono subito i giornaloni: è colpa del clima tossico creato dagli oppositori. Si lascia intendere che l’aggressore possa essere un sostenitore di Trump, un nazionalista bianco, un QAnonaro, un no-vax, etc.
Il presidente Biden ha immediatamente attribuito l’attacco ai 2020 election deniers, cioè coloro che negano la validità della sua elezione.
Biden says that people claiming the 2020 election was stolen are responsible for Paul Pelosis' recent attack. pic.twitter.com/BaFIrlHvCZ
— 3sidedstory ???????? (@3sidedstory) October 29, 2022
La Clinton ha detto che il responsabile è il Partito Repubblicano con le sue teorie del complotto.
La deputata somalo-americana Ilhan Omar parla di un tentativo di assassinio della Pelosi (che non era in casa) da parte di un «nazionalista bianco di estrema destra». Tanti altri esempi sono possibili. Insomma, una bella October Surprise, cioè uno di quegli eventi che avvengono stranamente subito prima delle elezioni americane che si tengono solitamente in novembre, con il potenziale di alterarne il risultato.
Poco dopo emerge però che il sospetto, il 42enne David DePape, non si attaglia alla categoria. Vive a Oakland, non lontanissimo dalla magione di San Francisco dei Pelosi, universalmente nota perché, in un segno di classismo intollerabile, anni fa Nancy mostrò ai media sottolineando la sua bellezza del suo immenso frigo-ghiacciaia, dove teneva i gelati di cui anche lei, come Biden va ghiotta.
Nella casetta del DePape, invece, si vendono solo bandiere LGBT, segni con la foglia di canapa e cartelloni fatti a mano inneggianti a Black Lives Matter. I vicini lo definiscono come una persona instabile, che ha chiamato la polizia contro tutto il vicinato, che pure è tutto sinistroide, anche se non zelotamente hippy come lui e la compagna (o moglie, non si capisce) con cui ha dei figli. La tizia viene infine sentita da Fox News è chiarisce una volta per tutte le inclinazioni domestiche «Quando l’ho incontrato aveva solo 20 anni, non aveva alcuna esperienza in politica, era molto in linea con le mie opinioni, e io sono sempre stato molto progressista». Aggiunge qualcosa di importante: «ammiro assolutamente Nancy Pelosi».
FBI visits Berkeley home tied to Pelosi beating suspect. The Victorian is dubbed a “hippie collective” by neighbors pic.twitter.com/jOhbVTvElx
— Jaxon Van Derbeken (@jvanderbeken) October 28, 2022
La Pelosi, per chi non lo sapesse, è l’eterno rappresentante politico del distretto di San Francisco, il più liberal – e gay – dell’intero Paese.
Il DePape, apprendiamo, è un nudista convinto. Chi conosce San Francisco sa che, per quanto sia una città dove la follia scorre sovrana, il numero di nudisti praticanti sia davvero esiguo, al punto che è possibile averli presente tutti. Il più famoso è Luis Andrew Martinez (1972-2006), che fu bandito per via del suo nudismo dal campus di Berkeley, e la sua insistenza era tale che lo stesso comune di Berkeley promanò una legge antinudisti (si presentava anche ad assistere il consiglio comunale senza vestiti). La sua storia, tristissima, passa per la vera malattia mentale e finisce in carcere con la testa dentro un sacchetto di plastica.
Tuttavia, il fenomeno nudista persiste anche nel quartiere di Castro, epicentro dell’omosessualismo mondiale, dove all’angolo con Market Street era possibile rimirare una sorta di cowboy nudo (cioè: aveva solo stivali e cappello) che si esponeva per la gioia dei passanti, che talvolta si fermavano a rimirarlo e financo a fotografarlo. Quasi mai l’uomo era solo: c’era un gruppo, scostante ma presente, di persone che si denudavano assieme a lui. Sono i cosiddetti «Castro-nudist».
Paul Pelosi’s assailant has been ID’d as David DePape, a member of Castro Nudist Protesters and a hemp artist.
Also married to Gypsy Taub, another nudists protester.
This photo states the man to the right of Gypsy Taub is her husband.
Probably not a Christian nationalist. pic.twitter.com/knWmEqegNE
— Oriental Fury (@FuryOriental) October 28, 2022
Come dire: persone così eccentriche, persino a San Francisco, sono rare, e ben conosciute.
Non solo: potrebbe essere che il Pelosi, già noto alle cronache per un arresto per guida in stato di ubriachezza poche settimane fa, conoscesse la vittima? Secondo quanto emerge da un audio della polizia locale, sì. Il Pelosi, alle 2 e 30 della notte, chiama la polizia e dice che c’è un signore a casa sua, uno che non conosce, ma si chiama «David ed è un amico»…
Paul Pelosi’s 911 call reveals he knew the man, his name is David and describes him as his friend.
In the beginning he said he didn’t know him but later, Paul confessed.
The Pelosi’s are not being honest. Retweet so everyone sees this. pic.twitter.com/zRozccWceq
— Derek Utley (@realDerekUtley) October 30, 2022
Un’ulteriore dubbio: l’avvocato Harmeet Dhillon, attiva nelle cause riguardanti il primo emendamento, dice di aver portato documenti legali a tutte le case della zona dei Pelosi, che sono tutte pesantemente circondate da forze di sicurezza: Nancy Pelosi come speaker della Camera è ufficialmente terza in linea di successione alla Casa Bianca – dovesse succedere qualcosa a Biden e alla vicepresidente Harris, la Pelosi diverrebbe presidente USA.
My firm served a lawsuit against Paul Pelosi one time in SF after attempting to serve at other residences—Napa, Georgetown. They weren’t home, but staff were, & multiple law enforcement officers were on the perimeter. Break-in is odd given this level of security.
— Harmeet K. Dhillon (@pnjaban) October 28, 2022
Come può infiltrarsi in un luogo simile un uomo, indisturbato e, secondo quanto riportato, con indosso solo le mutande?
Eppure, circolano foto di una porta-finestra rotta: DePape sarebbe entrato da lì. Chiaramente, dovrebbero esistere video dell’accaduto: le foto che ritraggono la presenza di telecamere del posto sono già condivise online, dove gli utenti aspettano la pubblicazioni dei video di sorveglianza, che però non arrivano, con qualcuno che parla, non si sa con quanta validità, di opposizione da parte dei Pelosi.
There are 3 cameras on one side of Pelosi’s house…. And the cops were there (with body cams) before the assault started.
If anything other than the official narrative is a “wild conspiracy theory,” let’s see the tapes. https://t.co/7s01ba5VYO pic.twitter.com/vRwXfdum85
— John LeFevre (@JohnLeFevre) October 30, 2022
Inoltre, alcune voci in rete, come quella di un poliziotto con 11 anni di esperienza in rapine, sostengono come sia bizzarro che i vetri rotti, come si vede nella foto, siano caduti fuori dalla casa e non dentro, come avviene solitamente negli episodi di scasso.
Breaking INTO the Paul Pelosi home from the outside, wouldn’t the broken glass go INTO the house instead of outside the house? ???? pic.twitter.com/AATGlsRnjP
— FLCowboy (@1BoysFan) October 28, 2022
Vi sarebbe, inoltre, un terzo uomo: secondo Politico, una delle testate più impegnate a ricostruire l’accaduto, «gli agenti sono arrivati alla casa, hanno bussato alla porta d’ingresso e sono stati fatti entrare da uno sconosciuto». L’identità di quest’uomo è ancora da svelare. Come non è facile capire cosa facesse lì in quel momento: stava assistendo all’aggressione senza far nulla? Anche qui, in vari stanno chiedendo la pubblicazione del video delle body-cam, le telecamere montate su ogni agente di polizia. Tale pubblicazione toglierebbe ogni dubbio, ma anche quella tarda ad arrivare…
Le stranezze non finiscono. Secondo quanto riportato sempre da Politico, il Pelosi avrebbe detto all’intruso che «doveva andare in bagno» nel bel mezzo dell’irruzione da parte del malintenzionato nudista. Da lì, il Pelosi sarebbe stato apparentemente in grado di chiamare la polizia da un telefono che aveva lasciato in carica, bizzarramente, in bagno. Pelosi, dicendo che c’è uno sconosciuto in casa ma che è un amico che si chiama David, parla in codice per cercare di far arrivare un messaggio all’operatore senza che il DePape capisca?
Ancora: Pelosi, che non è solo marito della terza carica politica più importante della superpotenza, ma anche investitore miliardario (e controverso, secondo alcuni, per possibili conflitti di interesse con la moglie, che va a Taiwan quando la famiglia comincia ad investire sui semiconduttori…)
Tutto è molto bizzarro, contorto.
Ad un certo punto su Twitter era entrato in campo anche il suo nuovo padrone, Elone Musk. Il quale non ha resistito rispondendo a Hillary che sbavava contro i Repubblicani linkandole un articolo e commentando che «c’è una piccola possibilità che ci possa essere di più in questa storia di quanto sembri».
L’articolo è interessante: è di un micrologico giornale locale, il Santa Monica Observer, che sostiene che il DePape sarebbe un «Castro-nudist», di quelli che si trovano all’angolino con il cowboy di cui vi abbiano ritrovato sopra. «Da anni a San Francisco si vociferava che Paul Pelosi fosse gay. Si dice che David DePape sia un nudista di Castro» si spinge a scrivere il giornalista, specificando di avere ricevuto questa teoria da una fonte: «i Castro Nudists sono un gruppo di prostituti gay ì davvero radicali che sfilano nudi con anelli al c**zo». Il giornalista si spinge a dire che non si trattava di una telefonata alla polizia, ma di una risposta ad un wellness check, cioè qualcuno li avrebbe chiamati per controllare se Pelosi stesse bene. Questa idea sembra negata dalla telefonata registrata dalla polizia.
Per riassumere, il Santa Monica Observer titola: «L’orribile verità: Paul Pelosi era di nuovo ubriaco e ha litigato con un prostituto venerdì mattina presto».
Su Twitter tutti si sono buttati contro il giornalino californiano, accusato di essere poco affidabile e destroide. Elon Musk, in una figura da cioccolataio non bella visto che siamo all’inizio della sua proprietà di Twitter, rimuove il link. Fake news?
This exchange between @HillaryClinton and @elonmusk should kill any remaining confidence advertisers had in the platform. pic.twitter.com/JYhkm17Osp
— Molly Jong-Fast (@MollyJongFast) October 30, 2022
La stampa mainstream non sembra voler fare domande su nessuna delle questioni sollevate: anche le più semplici, come i video di sorveglianza della casa e dei poliziotti.
Non ricevendo una versione credibile, il pubblico su internet si sta dando, oltre che a fantasiose teorie del complotto, anche alla satira più volgare ed inaccettabile.
"The two men were in their underwear at 2 am… and they knew each other?"#PaulPelosi pic.twitter.com/BGj290HVUf
— Retro Coast (@RetroCoast) October 29, 2022
Don’t let anyone tell you that you are somehow a crazy conspiracy theorist for wondering why a young male nudist was in the house with Paul Pelosi when his wife has an entire police force dedicated to protecting her and her family.
— Kurt Schlichter (@KurtSchlichter) October 29, 2022
Yo what kind of home invasions include bathroom breaks?? pic.twitter.com/U6Gjj6alRl
— Raheem J. Kassam (@RaheemKassam) October 29, 2022
Can't stop….#Pelosi #hammer pic.twitter.com/4OAEuJRr5b
— Mrgunsngear (@Mrgunsngear) October 30, 2022
Hammer used in attack on Paul Pelosi. Hmmm pic.twitter.com/y1zYPTbjBd
— Kenny Powers – Whiskey – Democracy – Sexy (@vKennyPowers) October 28, 2022
Ban all hammers… pic.twitter.com/VBr8Mfoa85
— Donald Trump Jr. (@DonaldJTrumpJr) October 31, 2022
The internet remains undefeated… Also if you switch out the hammer for a red feather boa you could be Hunter Biden in an instant. https://t.co/lOYZ8SwiAZ
— Donald Trump Jr. (@DonaldJTrumpJr) October 31, 2022
Prendiamo le distanze da simili offensive volgarità.
Sapendo i suoi trascorsi col personaggio, immaginiamo tuttavia che una certa versione di un meme con Bill Gates che sta circolando in rete per un momento l’avrebbe voluta condividere anche Elon Musk.
Immagine di Nancy Pelosi via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
Politica
L’Ucraina vuole che l’Occidente paghi le elezioni
Kiev è disposta a indire elezioni, ma soltanto a patto che vengano soddisfatte diverse condizioni, tra cui il finanziamento occidentale del processo elettorale, ha dichiarato Mikhail Podoliak, consigliere di alto livello del presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj.
Il mandato presidenziale di Zelens’kyj è scaduto a maggio 2024, ma egli ha sempre rifiutato di convocare le urne, appellandosi alla legge marziale in vigore. All’inizio della settimana, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che Kiev non dovrebbe più utilizzare il conflitto in corso come pretesto per rinviare il voto.
Mosca ha ripetutamente sostenuto che Zelens’kyj ha «perso la sua legittimità», rendendo così giuridicamente discutibile qualsiasi accordo di pace firmato con lui.
Lo Zelens’kyj ha dichiarato di non voler «aggrapparsi al potere» e, in settimana, si è detto pronto a indire elezioni, purché Stati Uniti e Paesi europei forniscano «garanzie di sicurezza» durante lo svolgimento delle votazioni.
Podoliak ha precisato la posizione venerdì su X, spiegando che Zelensky ha invitato il parlamento a predisporre emendamenti alla Costituzione e alle leggi elettorali. Il consigliere ha tuttavia elencato tre condizioni indispensabili perché il voto possa avere luogo.
President Zelenskyy confirms Ukraine’s readiness for elections and calls on Parliament to prepare changes to the Constitution and laws. However, three basic questions must be solved first.
No missiles or drones can fly during the vote. The only realistic path is a ceasefire.…
— Михайло Подоляк (@Podolyak_M) December 12, 2025
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«Nessun missile o drone deve sorvolare il Paese durante le votazioni. L’unica strada realistica è un cessate il fuoco», ha scritto Podoliak, aggiungendo che i militari al fronte e gli abitanti delle zone di prima linea devono poter «votare ed essere candidati». Ha poi sottolineato che «milioni di sfollati» rendono l’operazione «complessa e costosa».
«Questo onere non può gravare solo sull’Ucraina», ha proseguito il collaboratore dello Zelens’kyj, precisando che Kiev sarebbe «pronta» a procedere solo con finanziamenti esterni e il rispetto delle altre due condizioni.
Non si tratta della prima volta che l’Ucraina chiede danari occidentali pure per il voto.
Come riportato da Renovatio 21, due anni fa, tra i tanti rinvii citanti la legge marziale, Kiev aveva annunciato che le elezioni le avrebbe tenute qualora le avesse pagate l’Europa.
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Immagine di Saeima via Wikimedia pubblicata su licenzaCreative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
Politica
Brigitta Macron contro le femministe: «stupide stronze»
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Politica
Trump: Zelens’kyj deve indire le elezioni
Il presidente statunitense Donald Trump ha invitato l’Ucraina a convocare elezioni, mettendo in dubbio le autentiche prerogative democratiche del Paese in un’intervista a Politico diffusa martedì.
Trump ha lanciato una nuova provocazione a Volodymyr Zelens’kyj, il cui quinquennio presidenziale è terminato a maggio 2024, ma che ha declinato di indire consultazioni elettorali presidenziali, invocando la legislazione di emergenza bellica.
Lo Zelens’kyj era stato scelto alle urne nel 2019 e, a dicembre 2023, ha annunciato che Kiev non avrebbe proceduto a elezioni presidenziali o legislative fintantoché perdurasse lo stato di guerra. Tale regime è stato decretato in seguito all’acutizzazione dello scontro con la Russia a febbraio 2022 e, da allora, è stato prorogato più volte dall’assemblea nazionale.
Trump ha dichiarato a Politico che la capitale ucraina non può più addurre il perdurante conflitto come pretesto per rinviare il suffragio. «Non si tengono elezioni da molto tempo», ha dichiarato Trump. «Sai, parlano di democrazia, ma poi si arriva a un punto in cui non è più una democrazia».
Rispondendo a un quesito esplicito sull’opportunità di un voto in Ucraina, Trump ha replicato «è il momento» e ha insistito che si tratta di «un momento importante per indire le elezioni», precisando che, pur «stiano usando la guerra per non indire le elezioni», gli ucraini «dovrebbero avere questa scelta».
Come riportato da Renovatio 21, il presidente della Federazione Russa Vladimiro Putin ha spesse volte dichiarato di considerare illegittimo il governo di Kiev, sostenendo quindi per cui firmare un accordo di pace con esso non avrebbe vera validità.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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