Militaria
Nuova proposta per combattere inflazione e carenze energetiche: arruolarsi per distruggere i russi
L’agenzia di stampa rumena Mediafax ha pubblicato un articolo il 18 settembre intitolato «Vuoi porre fine alla crisi energetica in Europa causata dalla Russia? Ecco i passaggi per entrare a far parte della Legione straniera ucraina».
«A causa della crisi energetica, gli europei potrebbero ricorrere a misure disperate in inverno» scrive l’agenzia romena. Ad esempio, «il primo sarebbe lo stabilimento temporaneo in un altro paese del Mediterraneo e dello spazio nordafricano che ha temperature elevate durante l’inverno».
«Alcuni potrebbero ricorrere a metodi ingegnosi ed energie alternative» continua il sito. «Altri potrebbero usare metodi immorali per ottenere energia, e qui non mi riferisco necessariamente al “rubare l’elettricità dei vicini”, ma a Viktor Orbán che compra il gas in rubli dall’aggressore russo».
In Romania, ricorda il lettore di Renovatio 21, nell’inverno 2021 cominciarono ad andare in onda in TV allarmi di possibili blackout.
L’articolo tuttavia serve subito la soluzione:
«La crisi potrebbe essere attenuata e persino terminata solo se l’Europa si concentrasse sul problema che ha aggravato la carenza di energia dopo la pandemia di coronavirus: l’aggressione del regime putinista».
Quindi, usando la logica, «Molti europei, alla disperata ricerca di bollette energetiche elevate e aumenti dei prezzi dei generi alimentari di base, causati da Vladimir Putin dal taglio delle forniture di gas e dalla paralisi del commercio di grano dal Mar Nero, potrebbero ricorrere a una misura ancora più estrema ma efficace per la rapida risoluzione della crisi dell’energia – diventare soldati volontari in Ucraina e combattere contro l’aggressore russo per porre fine alla crisi energetica!»
A questo punto saremmo incerti, potrebbe trattarsi di un articolo di satira.
Tuttavia poco sotto il testo riporta come Zelens’kyj abbia provveduto alla creazione della «la Legione Internazionale dell’Ucraina, composta da cittadini stranieri che vogliono unirsi alla resistenza contro gli occupanti russi e lottare per la sicurezza globale».
«Gli ucraini hanno già dimostrato il loro coraggio e la loro forza in difesa della loro patria, dell’Europa e dei nostri valori comuni. Questa non è solo un’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, ma un inizio di guerra contro tutta l’Europa».
Viene riportato il link ad un sito che lancia la commossa chiamata alla armi: «Unisciti alla Legione e aiutaci a difendere l’Ucraina, l’Europa e il mondo intero!»
Seguono istruzioni e FAQ per i volontari pronti a partire, come il dover contattare l’ambasciata ucraina, i documenti, il consiglio di portarsi dietro il kit militare.
Vi è spazio anche per un disclaimer:
«Attenzione: se scegli di combattere volontariamente in Ucraina, lo fai da solo. Né il governo rumeno, né qualsiasi altro governo o istituzione dell’Unione Europea e del Trattato del Nord Atlantico saranno responsabili della tua sicurezza. Non riceverai decorazioni o compensi dal paese in cui vivi. Solo il governo dell’Ucraina ti darà tutto ciò di cui hai bisogno per combattere».
Incredibilmente, il disclaimer si allarga fino a toccare contraddizioni geopolitiche mondiali.
«Ufficialmente, gli Stati membri della NATO, anche se forniscono armi all’Ucraina, non sono in guerra dichiarata con la Federazione Russa» è scritto in neretto. «Non è consigliabile combattere contro i russi che portano la bandiera della Romania, né di qualsiasi altro stato, né con la bandiera dell’UE o della NATO, ma solo sotto la bandiera dell’Ucraina».
Insomma bisogna stare attenti perché «il regime putinista a Mosca può interpretare come una dichiarazione di guerra se si agisce sotto la bandiera di uno Stato membro della NATO e può mettere in pericolo la sicurezza europea di fronte all’aggressione russa».
Poi, una spiegazione su «quali benefici potrebbe portare una fine più rapida alla guerra russo-ucraina»: ecco spiegato che «per l’Europa orientale, l’Ucraina è un partner energetico più affidabile della Russia» è spiegato. Ci fermiamo qua, perché dobbiamo stropicciarci gli occhi. Non c’è dubbio che Kiev possa sostituire Mosca per gas, petrolio e quant’altro.
Come spiega EIRN, si tratta nientemeno che della traduzione di «un lungo annuncio dal sito di reclutamento ucraino», il quale «fornisce i contatti dell’ambasciata ucraina. Stranamente, afferma di essere un sito ufficiale del ministero degli Esteri ucraino, ma il collegamento non esiste. Né il ministero degli Esteri fa alcun cenno alla Legione straniera internazionale».
Come riportato in questi medi da Renovatio 21, il flusso di foreign fighter che volevano combattere in Ucraina è stato organizzato sin dai primi momenti del conflitto.
Ricordiamo come molti di essi sarebbero stati uccisi con l’attacco missilistico all’ex base sovietica di Yavarov, vicino al confine polacco.
Alcuni foreign fighter già nelle prime settimane riportavano esperienze agghiaccianti e denunciavano di non essere equipaggiati per andare a combattere, e di aver avuto enormi problemi per passare la frontiera una volta deciso di lasciare l’Ucraina. Non è chiaro se con il costante fiume di armamenti occidentali regalati a Kiev la situazione per i volontari stranieri sia migliorata, tuttavia è stato riportato che fino al 70% delle armi potrebbe non arrivare ai combattenti ucraini per essere rivenduta.
«È una trappola. La gente deve smettere di venire qui» riassumeva amaramente il foreign fighter apparentemente nordamericano nel video di metà marzo.
Diventò virale anche la testimonianza del brasiliano sopravvissuto che diceva come l’intera legione fosse stata spazzata via.
In Italia, il decreto legge del febbraio 2015 («Misure per il contrasto del terrorismo anche di matrice internazionale »), lanciato nei mesi dell’ascesa dell’ISIS punisce i foreign fighter anche se nel contesto delle «attività terroristiche».
«Diventa reato andare a combattere all’estero, non solo reclutare, con la previsione della detenzione da 3 a 6 anni per chi si arruola in organizzazioni terroristiche e per chi supporta i foreign fighters, mentre sono previsti da 5 a 10 anni per i “lupi solitari”, che si autoaddestrano all’uso di armi ed esplosivi. Con aggravante di pena per chi lo fa via web» scrive il sito del ministero dell’Interno.
È il caso di ricordare che i separatisti del Donbass per Kiev erano «terroristi»: si tratta quindi di punti di vista.
Di fatto, a occuparsi dei casi di foreign fighters italiani nel Donbass, scrive il Corriere della Sera, è proprio l’antiterrorismo.
Militaria
Putin: gli F-16 dati all’Ucraina saranno distrutti
La Russia distruggerà gli aerei da combattimento F-16 di fabbricazione statunitense che alla fine arriveranno in Ucraina, proprio come ha fatto con altri equipaggiamenti occidentali, ha detto mercoledì il presidente Vladimir Putin. Lo riporta il sito governativo russo RT.
Diversi stati membri della NATO hanno promesso di donare i loro F-16 a Kiev e hanno addestrato i piloti ucraini a pilotarli, ma non è stata ancora effettuata alcuna consegna. La Russia ha avvertito l’Occidente che l’impiego di aerei con capacità nucleare rappresenterà un’inaccettabile escalation del conflitto ucraino.
«Se consegnano gli F-16, penso che tu sappia meglio di altri che ciò non cambierà la situazione sul campo di battaglia», ha detto il presidente. «E distruggeremo questi aerei proprio come abbiamo distrutto carri armati, veicoli corazzati e altre attrezzature, compresi i sistemi missilistici a lancio multiplo».
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I commenti sono arrivati durante la visita di Putin alla base aerea di Torzhok nella regione di Tver, sede del 344° Centro di addestramento per piloti da combattimento russi, compreso il personale addestrato a prendere parte al conflitto in Ucraina.
Gli F-16 pilotati da piloti ucraini ma basati in paesi terzi saranno comunque obiettivi legittimi per la Russia, ha aggiunto Putin.
«Naturalmente, se vengono utilizzati da aeroporti di paesi terzi, diventano per noi un obiettivo legittimo, ovunque si trovino», ha affermato.
La Russia è ben consapevole che gli aerei degli anni ’70 possono potenzialmente trasportare armi nucleari, e questo sarà preso in considerazione nelle operazioni di combattimento, ha osservato Putin.
Come riportato da Renovatio 21, il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov aveva ricordato che gli F-16 possono trasportare testate atomiche già un anno fa.
Kiev ha perso gran parte della sua forza aerea negli ultimi due anni, compresi i jet dell’era sovietica donati da diversi membri della NATO in sostituzione. Alla fine il governo ucraino ha chiesto degli F-16 al blocco guidato dagli Stati Uniti.
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Il caccia monomotore è un progetto della fine degli anni ’70, originariamente prodotto dalla General Dynamics prima che fosse acquisito da Lockheed Martin. Richiede piste incontaminate, che scarseggiano in Ucraina, suggerendo che i jet gestiti dall’Ucraina potrebbero invece essere di stanza nei vicini Paesi della NATO.
Come riportato da Renovatio 21, la scorsa estate il ministro della Difesa danese Jakob Ellemann-Jensen aveva posto una condizione secondo cui i caccia F-16 destinati a essere donati a Kiev dalla Danimarca e dai Paesi Bassi devono essere utilizzati solo sul territorio ucraino.
Si tratta, ovviamente, di parole al vento, come ogni altro «paletto» messo sull’escalation ucraina.
Come ha detto l’anno passato il candidato presidenziale USA Robert F. Kennedy jr. ha definito gli F-16 all’ucraina «un disastro per l’umanità».
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Intelligenza Artificiale
Robocani a Gaza
Israel buys these robots from an American company called Ghost Robotics to help them exterminate the Palestinians. Each of these robotic dogs costs 165,000 US dollars. They are considered semi-automatic, work underground and above rubble, and can get back on their feet even if… pic.twitter.com/QZ4ZE8qCyE
— Romouz (@Romouze) March 3, 2024
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Pechino ha inoltre militarizzato modelli di robocane, portandoli sul sempre irrequieto confine himalayano con l’India, dove è schierato il robo-yak. Un video particolarmente inquietante mostra un robocane armato essere trasportato in cima ad un palazzo da un drone.Shanghai has deployed robotic dogs to blare lockdown instructions to the public. pic.twitter.com/PK72YIPfxs
— Ian Miles Cheong (@stillgray) March 30, 2022
Blood-Wing, a Chinese defense contractor, demonstrates drone-deploying an armed robodog.
The Future is Now. pic.twitter.com/tRKnKa8xvp — Lia Wong (@LiaWong__) October 4, 2022
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Geopolitica
Generale tedesco: riconoscete che l’Ucraina ha perso. Le forze armate russe sono «più forti che negli anni ’80»
In un’intervista del 21 marzo alla radio Berlino-Brandeburgo (RBB), il generale tedesco in pensione Harald Kujat ha definito un’«assoluta assurdità» l’idea che l’Ucraina sarebbe in grado, solo con più munizioni, di respingere i russi.
Maggiori rifornimenti per l’Ucraina significherebbero solo che «potranno usare di nuovo la loro artiglieria per qualche giorno, qualche settimana». Ciò che manca veramente, però, è la capacità di condurre «operazioni di combattimento mobili e offensive», che permetterebbero loro di cacciare i russi dal Paese: «le forze armate ucraine non sono state in grado di farlo per molto tempo».
«Ciò non cambierebbe se l’Ucraina ottenesse i missili a lungo raggio Taurus dalla Germania, ma inasprirebbe l’intero conflitto e spingerebbe la Germania ancora di più verso uno scontro diretto con i russi». Inoltre: «Gli ucraini devono essere giustamente preoccupati se il sostegno continuerà nella stessa misura di prima».
Il problema «sono gli Stati Uniti», dice Kujat. Dopotutto, non si tratta solo di finanziamenti, armi e munizioni: «gli americani stanno facendo molto di più». Ad esempio, l’offensiva ucraina dello scorso anno è stata sviluppata in collaborazione con l’Ucraina, ma «essenzialmente da personale militare americano e britannico». Gli americani hanno fornito all’Ucraina informazioni «per poter intraprendere la guerra».
Non è prevedibile se il pacchetto di aiuti da 61 miliardi di dollari, di cui si discute da mesi, verrà approvato a Washington.
L’UE ha «ottenuto molto finora», ma non è riuscita a compensare il calo del sostegno degli Stati Uniti. Tuttavia «è importante che ciò continui. Questo è ciò che vuole ottenere anche la Cancelliera federale. Dobbiamo dare all’Ucraina la certezza che questo sostegno non verrà interrotto».
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Tuttavia, le forze armate russe sono «molto più forti oggi che prima dell’inizio della guerra», addirittura «più forti che negli anni ’80». La Russia ha «un’enorme superiorità in alcune aree delle capacità militari», che usa a proprio vantaggio anche sul campo di battaglia. Il Cremlino non ha difficoltà significative nel reclutare nuovi soldati. L’Ucraina è diversa: «hanno grossi problemi di personale».
Il Kujat, i cui ultimi due incarichi di carriera sono stati ispettore generale della Bundeswehr – l’esercito della Repubblica Federale Tedesca – nel 2000-2002 e poi presidente del comitato militare della NATO nel 2002-2005, ha dichiarato di conoscere abbastanza bene le strutture militari di entrambe le parti in guerra per poter effettuare una valutazione qualificata.
Il 19 marzo il generale germanico in pensione aveva dato un’intervista alla TV online della testata Die Weltwoche. «Dobbiamo essere assolutamente chiari: non esiste un’arma miracolosa», aveva detto Kujat. «Nessuna arma, compresi il Taurus, può cambiare la situazione sul campo di battaglia contro l’Ucraina in modo tale che la Russia si trovi in una situazione difficile e non sia in grado di raggiungere i suoi obiettivi (…) Nessuno dei sistemi può fornirlo».
Aveva quindi detto che il cancelliere Olao Scholz aveva ragione nel rifiutarsi di inviare missili Taurus in Ucraina: «Berlino non sarà in grado di controllarne l’uso (…) Un attacco su alcuni obiettivi con questi missili provocherebbe un disastro nazionale per la Germania. Spero che il Cancelliere rimanga fermo nella sua decisione».
Come riportato da Renovatio 21, la scorsa estate il generale aveva messo in guardia dalla minaccia di guerra se la Germania dovesse soccombere alle pressioni NATO e consegnare missili da crociera Taurus all’Ucraina.
«La consegna dei Taurus sarebbe un altro passo verso l’europeizzazione della guerra» aveva affermato il Kujatto, che asserisce che qualora i missili fossero utilizzati contro obiettivi all’interno della Russia, la reazione di Mosca sarebbe certa: «l’unica domanda è se questa reazione è diretta contro l’Ucraina o anche contro coloro che consentono all’Ucraina di effettuare questi attacchi».
Come riportato da Renovatio 21, il nome del generale Kujat appariva in un appello di inizio anno da parte di generali tedeschi che si opponevano alla fornitura di carrarmati Leopard all’Ucraina.
Kujat è stato ispettore generale della Bundeswehr nel 2000-2002 e ha concluso la sua carriera militare come presidente del comitato militare della NATO nel 2002-2005.
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Immagine di NATO via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International; immagine tagliata ed ingrandita.
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