Gender
Nuova legge sul cambio di genere in Isvezia: transessualizzazione anche per 16enni senza diagnosi di disforia di genere
Da poco più di due settimane è entrata in vigore in Isvezia la legge sull’affiliazione di genere, che ha reso più semplice cambiare genere legalmente senza bisogno di una diagnosi di disforia di genere e consentendo anche ai sedicenni di intraprendere questa strada, con il consenso di un tutore legale.
Secondo i dati del Socialstyrelsen – il Consiglio nazionale della salute e del benessere nazionale svedese – oltre 100 persone hanno presentato domanda per cambiare il proprio genere legale solo nella prima settimana.
La stampa mainstream ha concentrato la sua attenzione sui cittadini per i quali la legge «semplicemente fa piacere», citando anche (a lungo) figure politiche a sostegno, sorvolando brevemente sulle voci critiche.
La nuova legge ha tuttavia critici anche nel Parlamento di Stoccolma. Il partito dei Sverigedemokraterna (cioè i democratici svedesi) ha definito la modifica «follia, follia e insensatezza» e da allora si è impegnato ad abrogare la legge se salirà al potere l’anno prossimo. Anche i Kristdemokraterna (Cristiano-Democratici, un partito minore) hanno votato contro le misure, e i sondaggi nazionali suggeriscono che il 59% parte degli svedesi – la vede negativamente.
Tuttavia gli attivisti del gender insistono già sulla necessità di apportare modifiche più radicali per rendere ancora più facile per un uomo identificarsi legalmente come donna, o viceversa. L’agenzia di stampa AFP cita attivisti che «vogliono che la Svezia vada oltre e consenta alle persone di cambiare il proprio genere legale senza bisogno di un certificato medico».
Come riportato da Renovatio 21, la Svezia già lo scorso anno aveva abbassato l’età alla quale i ragazzini possono cambiare sesso, dai 18 ai 16 anni. Diversi Paesi dell’UE, tra cui Danimarca, Norvegia, Finlandia, Germania e Spagna, hanno già leggi simili: in tutta Europa leggi di transessualizzazione parossistica stanno facendosi largo.
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Come riportato da Renovatio 21, il Belgio ha consentito il cambio di genere nelle carte di identità.
Nell’Europa orientale, tuttavia, il transgenderismo non ha attecchito per nulla, con il patriarca della chiesa ortodossa russa Cirillo I a dichairare che le transizioni di genere «odorano di apocalisse».
In Svizzera mesi fa è emerso che i genitori che si oppongono alla transessualizzazione dei figli possono essere messi sotto accusa.
Come riportato da Renovatio 21, in base ad una nuova legge proposta nel 2022 i cittadini della Repubblica Federale Tedesca potranno cambiare legalmente sesso una volta l’anno.
La Svizzera tuttavia aveva già segnalato un grande atto di resistenza alla dittatura genderista globale: si tratta del 64enne cittadino della città svizzera di Lucerna si è dichiarato donna per incassare la pensione un anno prima. Nel suo cantone le donne possono andare in pensione un anno prima degli uomini, cioè a 64 anni invece che a 65, con pensioni piuttosto alte: dipendentemente da fattori come età e genere, possono variare dai 13 mila ai 24 mila euro.
L’uomo ha quindi investito 75 franchi svizzeri (circa 72 euro) in burocrazia anagrafica, sfruttando una nuova legge svizzera che permette ai cittadini elvetici di cambiare sesso senza dover procurare alle autorità alcuna documentazione medica. In pratica, se ti alzi al mattino e decidi che vuoi essere donna, basta andare all’ufficio pubblico preposto, e sei «ufficialmente» una donna. Così ha fatto il signore – o signora – in questione. Il quale, raggiunti i 66 anni, potrà semplicemente andare all’anagrafe e cambiare di nuovo sesso e continuare magari a godere di una pensione più elevata.
Come riportato da Renovatio 21, negli scorsi anni alcuni segnali avevano fatto pensare che in Svezia stesse mondando l’opposizione alla narrativa del transessualismo. Nel marzo 2023 l’ospedale Karolinska, centro di riferimento, ha smesso di prescrivere ormoni ai minori. La decisione si basa su studi che sottolineano la mancanza di prove dell’efficacia dei trattamenti per il benessere dei pazienti e i pericolosi effetti collaterali.
Il governo ha dimostrato tuttavia che la direzione delle istituzioni è un’altra. Come noto, l’Isvezia è appena entrata nella NATO.
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Immagine di pubblico dominio CCo via Wikimedia
Gender
La prima donna primo ministro del Giappone si oppone al «matrimonio» omosessuale
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Gender
Il Parlamento austriaco vieta il linguaggio «inclusivo di genere» nelle sue comunicazioni ufficiali
Il presidente del Parlamento austriaco ha vietato l’uso del cosiddetto linguaggio «inclusivo di genere» nelle comunicazioni ufficiali dell’organo legislativo.
Walter Rosenkranz, presidente del Nationalrat (Consiglio nazionale, la Camera bassa del Parlamento austriaco), ha recentemente annunciato che il Parlamento tornerà a utilizzare la forma maschile generica delle parole o, in alternativa, la forma maschile e femminile insieme, come nell’espressione «Gentili signore e signori» («Sehr geehrte Damen und Herren»).
In precedenza, il Parlamento di Vienna aveva adottato una variante ideologica che prevedeva l’inserimento di lettere maiuscole interne, due punti, asterischi o barre all’interno di sostantivi per includere persone di generi diversi, compresi coloro che si identificano come «transgender».
Questo adattamento linguistico, promosso da attivisti di sinistra in molte istituzioni austriache e tedesche, è estraneo alla lingua tedesca scritta. L’Associazione per la Lingua Tedesca ha più volte criticato questo linguaggio «inclusivo di genere», definendolo una «lingua ideologica» che «viola le regole ortografiche vigenti» e cerca di «rieducare» i cittadini. I sondaggi indicano che l’80-90% dei tedeschi rifiuta questo linguaggio ideologico.
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«Come istituzione governativa, dobbiamo rispettare le regole stabilite dal Consiglio per l’ortografia tedesca, l’unica istituzione riconosciuta dal governo», ha dichiarato Rosenkranz al quotidiano austriaco Krone. «Nel 2021, il Parlamento ha anche stabilito una base giuridica nel Piano di promozione delle donne. Voglio che le persone si attengano a questo e non inventino una propria lingua. Perché la vera uguaglianza si ottiene attraverso l’istruzione, le pari opportunità e il rispetto, non con i segni di punteggiatura».
«Il Parlamento è un luogo di democrazia, non di esperimenti linguistici», ha aggiunto. «Torniamo a una lingua che rispecchia lo spirito della Costituzione austriaca: universalmente comprensibile, oggettiva e inclusiva nel senso più autentico».
«Non a caso, il Bundestag tedesco e il Consiglio nazionale svizzero, così come quasi tutti i media stampati, non utilizzano un linguaggio neutro rispetto al genere», ha sottolineato il Presidente del Parlamento.
Le linee guida non si applicano ai discorsi tenuti nel Consiglio nazionale né ai testi presentati dai parlamentari, che, in virtù del loro mandato, sono liberi di redigere i propri documenti come preferiscono.
Rosenkranz, primo Presidente del Consiglio Nazionale austriaco nominato dal Partito della Libertà (FPÖ) è stato eletto dopo che l’FPÖ è diventato il partito più votato alle elezioni nazionali del 2024. Tuttavia, pur avendo ottenuto il maggior numero di voti, l’FPÖ non fa parte della coalizione di governo, poiché non dispone della maggioranza assoluta necessaria e gli altri partiti hanno rifiutato di allearsi con esso.
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Immagine di Gryffindor via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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Il transgenderismo è in declino tra i giovani americani: «una moda in declino»
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