Connettiti con Renovato 21

Eutanasia

Noa e le marocchinate olandesi

Pubblicato

il

 

 

 

«Odio mia figlia. La ucciderò». Secondo le intercettazioni raccolte dai giornali, questo sarebbe quello che la madre di una bambina disabile avrebbe detto al marito.

 

La storia è finita nelle cronache come un ulteriore pugno nello stomaco: oramai i casi di violenza su bambini piccoli, talvolta su neonati, sbucano ciclicamente ogni mese.

 

I genitori  in questione sono due egiziani di 29 anni, arrestati lo scorso venerdì mentre con gli altri 4 figli (età uno-8 anni) erano su un autobus partito da Milano Centrale e diretto a Malpensa, dove stavano imbarcarsi per l’Egitto. I due,  in Italia dal 2010, vivono in un alloggio abusivo nella periferia della metropoli lombarda. Il padre è muratore, la madre sta a casa.

 

«Odio mia figlia, ho un rifiuto per lei. Mi conosci, annegherò lei e la picchierò di continuo. Faccio finta di darle da mangiare, ma la pizzico».

L’uomo dice alla moglie  come chiudere la questione: «portala in bagno ora e strangola subito… chiudi il suo naso così non respirerà più e falla finita»

 

Le intercettazioni della polizia locale di Milano, che indaga sui due egiziani sospettando che abbia picchiato e maltrattato la loro bimba di 3 anni e mezzo, fanno emergere un disprezzo della bambina che ha una disabilità cognitiva.

 

«Sono stanca e ho picchiato X e Y [altri due dei 5 figli, ndr] per colpa sua», dice la moglie. «Allora la uccido», risponde subito il marito.

 

«Si, posso anche io, metto il veleno nel suo mangiare. Ho fatto cose bruttissime che non puoi immaginare alla scimmia [il soprannome con cui chiamavano la bambina, ndr]. Le ho pure rotto il braccio e tu lo sapevi» replica la donna.

 

Durante il ricovero della bimba all’ospedale Fatebenefratelli, dove era stata per il braccio rotto, l’uomo dice alla moglie  come chiudere la questione: «portala in bagno ora e strangola subito… chiudi il suo naso così non respirerà più e falla finita».

 

Questo quadretto è agghiacciante, vero.  A sentire questa storia, molte persone stanno male. C’è chi dice «ma dove andremo a finire», c’è chi parla di «coppia diabolica» (con 5 figli…?). C’è chi si lascia andare a riflessioni sulla Civiltà diversa dei «marocchini», parola con cui l’italiano medio in genere indica volgarmente tutti i maghrebini, i nordafricani, finanche gli arabi in generale.

Niente più di una «marocchinata»?

Spaventa il fatto che oggi è la Civiltà Occidentale, cioè la Civiltà ex-cristiana,  a uccidere bambini senza pietà

 

Chissà, può darsi. L’islam medievale conosceva un fenomeno chiamato ghayla: una donna che non avesse portato a termine l’allattamento per un periodo di due anni, avrebbe sicuramente, se rimasta incinta nuovamente in questo periodo, privato il lattante delle giuste sostanze nutritive – da qui la soluzione del «piccolo assassinio» dell’infante. Cioè, un vero e proprio «aborto post-natale».

 

A dire la verità, più che remote regole dell’Islam sunnita, spaventa il fatto che oggi è la Civiltà Occidentale, cioè la Civiltà ex-cristiana,  a uccidere bambini senza pietà. Non ci riferiamo all’aborto, né alla fecondazione in provetta (che ne uccide 20 volte tanti l’aborto, ma chissà perché è taciuta ed accettata da tutti, preti in testa).

 

Ci riferiamo a macrofenomeni emersi con evidenza negli ultimi anni, o negli ultimi giorni. In USA si parla apertamente della possibilità di uccidere il bambino appena nato, dopo un colloquio tra medico e madre – una cosa che aveva annunciato Hillary Clinton in campagna elettorale.

In Belgio è dal 2014 che è possibile uccidere un bambino malato, «purché consenziente»

 

In Belgio è dal 2014 che è possibile uccidere un bambino malato, «purché consenziente». Il bambino, cioè, può essere elimianto se ci mette la firma, dopo che i genitori ovviamente ce l’hanno messa. Potete immaginare la situazione: il bambino odia andare a scuola, ma siccome mamma e papà glielo chiedono, ci va. Il bambino odia il pianoforte, ma siccome mamma e papà glielo chiedono, suona un’ora al giorno. Il bambino odia i broccoli, ma siccome mamma e papà glielo chiedono, li mangia. Il bambino non vuole la punturina, ma siccome mamma e papà glielo chiedono, se la fa fare.

 

Arriviamo quindi all’ultimo capolavoro targato Benelux: lo Stato Olandese che uccide una bambina (17 anni, nemmeno maggiorenne) perché depressa. Noa Pothoven, soggetta a sindrome post-traumatica per uno stupro – che è nominato subito ma sul quale non sono dati dettagli; l’importante per i giornali, come Repubblica, è mettere nel titolo la parola «stupro» quasi a cercare giustificazione del suicidio ospedaliero –, anche anoressica, la ragazza ha lasciato, oltre che un libro biografico (!?) anche vari messaggi sui social pieni di emoji. Come avrebbe fatto una ragazzina della sua età, con tutta la maturità del caso.

La bambina chiesto allo Stato di morire, lo Stato l’ha accontentata,

 

Non è l’unica mostruosità possibile nei Paesi Bassi: nel 2015, parrebbe siano stati uccisi tramite la cosiddetta eutanasia quasi 500 persone contro la loro volontà – ripetiamo, contro la loro volontà. Persone, in stato di demenza o di grave indigenza, che non avevano lasciato disposizioni in materia: decide il medico, forse anche senza sentire la famiglia.

 

Nel 2016, il governo dell’Aia garantì il suicidio assistito per coloro che sento di avere avuto «una vita completa».Ora apprendiamo che nei Paesi Bassi ha diritto di suicidarsi a spese del contribuente anche chi ha avuto una vita incompleta, come una diciassettenne

Nel 2016, il governo dell’Aia garantì il suicidio assistito per coloro che sento di avere avuto «una vita completa».

 

Ora apprendiamo che nei Paesi Bassi ha diritto di suicidarsi a spese del contribuente anche chi ha avuto una vita incompleta, come una diciassettenne, che non ha l’età per votare o comprarsi una bottiglia di alcolico, ma per il farmaco della morte sì.

 

Una vita incompleta non solo per l’età: una vita incompleta perché è la depressione che la rende tale, e solo virtualmente. La depressione, che è una grande generatrice di menzogne, continua a ripetere al cervello: è finita, basta, non hai nulla davanti, solo sofferenza. Chiunque, a meno che non sia nella morsa del Cane Nero (come chiamava la depressione Winston Churchill), sa che questo mai e poi mai è vero.

 

Quante persone, nonostante traumi immani nell’infanzia e dopo e la depressione magari di livello clinico (cioè, perennemente a letto, magari in sanatorio), sono riusciti ad andare avanti e sono grati di non aver mollato mai?

Di quante persone di questo tipo dobbiamo essere grati noi? Quante persone dobbiamo ringraziare per non aver creduto alle menzogne della depressione ed esserne sopravvissuti, rinunciando alla sirena della Morte?

Quante persone dobbiamo ringraziare per non aver creduto alle menzogne della depressione ed esserne sopravvissuti, rinunciando alla sirena della Morte?

 

Vi facciamo un piccolo elenco: Buzz Aldrin, astronauta, soffriva di depressione. Isaac Newton, il fisico della mela che gli cade in testa. Hans Christian Andersen, lo scrittore delle favole.  Jon Hamm, l’attore protagonista di Mad Man. Francis Scott Fitzgerald, lo scrittore de Il Grande Gatsby. Alec Baldwin, attore. Thom Yorke, il cantante dei Radiohead. Beyoncé. Antoine de Saint-Exupéry, l’autore del Piccolo Principe. Leonard Cohen. Brad Pitt. Francisco Goya. Stephen King. Edgar Degas. Uma Thurman. John Lennon. Charles Baudelaire. Akira Kurosawa. Agata Christie. Abramo Lincoln. Jim Morrison. Marlon Brando. Michael Phelps. Truman Capote.  Michelangelo. Jim Carrey. Leone Tolstoy. Emily Dickinson. Frank Sinatra. Helena Bonham-Carter. Robert Smith. William Faulkner. Bruce Springsteen. Sheryl Crow. Alanis Morissette. Joseph Conrad. Vladimir Mayakovsky. Chris Cornell. Billy Corgan. Gwyneth Paltrow. Søren Kierkegaard. Ray Charles. Kristen Dunst. Vincent van Gogh. Peter Gabriel.

 

Tutti costoro, è ammesso pubblicamente, hanno sofferto di depressione.

A molti di costoro, forse, se a 17 anni qualcuno avesse offerto la possibilità di morire, si sarebbero uccisi. Quanto avrebbe perso il mondo, quindi? Quanto sarebbe mancato all’umanità?

 

Quello che abbiamo perso con la morte di Noa non lo sapremo mai.

Non sapremo mai se avrebbe vissuto e, magari, se si sarebbe messa alla spalle la depressione: magari mettendo su una famiglia, e trovando l’amore incondizionato dei suoi figli e i suo marito. Rifiorita, come capita a molte.

 

Non sapremo mai se avrebbe vissuto e, magari, si sarebbe vendicata dei suoi stupratori, facenogliela pagare tutta. Oppure, se sarebbe mai arrivata al punto incredibile, qualora ne fossero degni, di perdonarli.

Tra la coppia egiziana di Milano che progetta un infanticidio e lo Stato Olandese, di differenza ne vediamo davvero poca.

 

Non sapremo nulla della vita Noa, perché il diluvio della Cultura della Morte l’ha annegata prima ancora che prendesse la patente.

 

Ora, tra la coppia egiziana di Milano che progetta un infanticidio e lo Stato Olandese, di differenza ne vediamo davvero poca.

 

Ma non è nemmeno questo crollo visibile della Civiltà europea che ci spaventa.

Quello che ci intimorisce, è il fatto che ci vorrà poco, pochissimo, prima che vadano a bussare alle porte delle famiglie con bambini handicappati, down, autistici.

Quanto ci metteranno gli impiegati dello Stato della Morte a bussare in casa di chi ha un bambino danneggiato da vaccino?

Quanto ci metteranno gli impiegati dello Stato della Morte a bussare in casa di chi ha un bambino danneggiato da vaccino?

 

Toc-toc. Vi chiederanno se volete uccidere vostro figlio, per il suo bene chiaramente: perché la sua qualità della vita è scarsa, e continuare a respirare, come per Alfie, non è nel suo best interest.

All’inizio cercheranno di pervertire le famiglie così. In molti casi, ci riusciranno: perché senza un fondamento morale di alcun tipo, la vita moderna riesce a farti accettare anche il sacrificio umano di un bambino.

 

Lo abbiamo detto, lo ripetiamo. Lo scopo è quello di accelerare il ritorno del sacrificio umano. Rendere la vita spendibile, sacrificabile, cancellabile con uno schiocco di dita.

Poi passeranno a parlare di costi per la collettività, di egoismo dei genitori che vogliono tenere in vita un bambino che soffre.

La  scienza dirà la sua, gli stati legifereranno secondo la pressione degli interessi in campo. Puf, ci ritroveremo con l’assassinio obbligatorio dei bimbi ritenuti non-adatti. Perché malati, perché manchevoli, o forse, in un giorno non lontano, perché troppi.

 

Lo abbiamo detto, lo ripetiamo. Lo scopo è quello di accelerare il ritorno del sacrificio umano. Rendere la vita spendibile, sacrificabile, cancellabile con uno schiocco di dita. Se non ci credete aprite gli occhi. E abbracciate i vostri figli, finché vi permettono di lasciarli vivere.

 

Roberto Dal Bosco

 

 

Continua a leggere

Eutanasia

Francia, accelerazione parlamentare verso il fine vita

Pubblicato

il

Da

Sebbene alcuni prevedessero un rinvio, si prevede che le discussioni sui due progetti di legge sul fine vita – uno sulle cure palliative, l’altro sul suicidio assistito – si terranno a breve al Senato. Una fonte vicina al presidente del Senato, Gérard Larcher, ha dichiarato alla stampa che è stato raggiunto un accordo per programmare questa revisione entro la fine di ottobre.

 

Alle prese con questioni di sovranità – immigrazione, giustizia, economia – il nuovo governo francese vorrebbe creare un consenso trasversale sulla base della legge naturale, accelerando l’agenda del testo che dovrebbe sancire uno pseudo diritto all’eutanasia in Francia?

 

In ogni caso, un accordo in tal senso sarebbe stato raggiunto durante un incontro del 29 settembre 2025 tra Yaël Braun-Pivet, il Presidente dell’Assemblea Nazionale, Gérard Larcher, e il primo ministro dimissionario, Sébastien Lecornu. Secondo Le Figaro, questo impegno orale era in attesa di conferma definitiva.

 

Prima delle nuove dimissioni, è stato discusso un calendario preciso: una seduta pubblica a partire dal 20 ottobre al Palazzo del Lussemburgo e una votazione formale prevista per il 28 ottobre. Questo ritmo contrasta con le due settimane di discussioni all’Assemblea Nazionale. Anche se l’attuale caos ridimensiona molti aspetti, questo calendario solleva interrogativi.

 

Si tratta semplicemente di finalizzare la revisione di un testo già adottato in prima lettura dall’Assemblea Nazionale? Oppure si tratta di segnare il secondo mandato di Emmanuel Macron con un’importante riforma sociale, una riforma che sarebbe minacciata dallo scioglimento del Parlamento? Gli osservatori sospettano un tacito accordo con il Partito Socialista per facilitare l’adozione di questi testi, un’ipotesi che divide le opinioni.

Iscriviti al canale Telegram

«In un clima politico così instabile, programmare un dibattito sulla morte assistita è incomprensibile. Qual è l’urgenza?», chiede un senatore LR, irritato da quella che percepisce come la debolezza di Gérard Larcher di fronte a una riforma ampiamente contestata dalla destra. «Sembra un gioco politico in cui siamo semplici pedine», aggiunge.

 

Questa accelerazione ha sollevato preoccupazioni tra gli operatori sanitari contrari all’eutanasia e al suicidio assistito. La Società Francese di Cure Palliative e di Accompagnamento (SFAP) ha condannato il dibattito frettoloso, in un contesto di incertezza che circonda il bilancio, il disegno di legge sul finanziamento della Previdenza Sociale e le promesse di rafforzare le cure palliative.

 

La strategia decennale, che prevede uno stanziamento di 100 milioni di euro all’anno per le cure palliative nell’arco di dieci anni, rischia di non essere pienamente attuata. La SFAP sottolinea inoltre che il Comitato consultivo nazionale di etica (CCNE) aveva subordinato qualsiasi passo verso l’assistenza attiva al suicidio a un miglioramento significativo delle cure palliative.

 

Tuttavia, secondo la Corte dei Conti, metà dei francesi che dovrebbero beneficiare di queste cure non vi ha accesso. «In questo contesto, si teme che alcuni pazienti richiedano l’eutanasia a causa della mancanza di accesso a cure palliative adeguate», avverte Ségolène Peruchhio, presidente della SFAP. Anche i sostenitori della liberalizzazione dell’eutanasia sono preoccupati.

 

Pertanto, l’economista Frédéric Bizard, favorevole alla modifica legislativa, sottolinea: «prima di apportare qualsiasi modifica al fine vita, dobbiamo innanzitutto garantire il futuro della previdenza sociale e migliorare l’assistenza agli anziani», avverte. Mette in guardia dal rischio di «ingiustizia sociale di fronte alla morte», dove persone vulnerabili o indigenti potrebbero ricorrere al suicidio assistito a causa della mancanza di alternative.

 

Anche il tempo concesso ai dibattiti in Senato alimenta le critiche. “Ci avevano promesso un dibattito pacifico, ma le condizioni non sono adeguate”, lamenta Ségolène Perruchio, sottolineando che solo il 54% dei parlamentari si è espresso a favore del suicidio assistito. Le relazioni del Senato forniranno una prima indicazione sulla direzione dei dibattiti. Si prevede che il Senato imporrà condizioni restrittive, inefficaci nella pratica, ma l’ultima parola spetterà al Palazzo Borbone.

 

In ogni caso, le dimissioni del Primo Ministro più effimero della Quinta Repubblica, Sébastien Lecornu, rimescolano le carte e potrebbero offrire un inaspettato sollievo alla vita dei più vulnerabili.

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.News

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di Sénat via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

 

Continua a leggere

Eutanasia

Gran Bretagna, proposta di legge sul suicidio assistito alla Camera dei Lord

Pubblicato

il

Da

Il Catholic Herald titolava: «I pari esaminano attentamente la legge sul suicidio assistito mentre cresce l’opposizione», riferendo che la Camera dei Lord discuterà il disegno di legge sugli adulti malati terminali (fine della vita) dopo la sua approvazione da parte della Camera dei Comuni.   Questo disegno di legge, presentato dal deputato laburista Kim Leadbeater, consentirebbe agli adulti malati terminali in Inghilterra e Galles di richiedere assistenza medica per porre fine alla propria vita. È stato approvato dalla Camera dei Comuni all’inizio di quest’estate, appena sette mesi dopo il primo dibattito parlamentare sulla questione.   Il testo è già stato letto alla Camera dei Lord il 23 giugno, un passaggio puramente procedurale senza dibattito. La seconda lettura del 19 settembre sarà la prima occasione per i Lord di esaminare il disegno di legge in dettaglio.   Il suo avanzamento è insolito per un disegno di legge presentato da un parlamentare di base, che in genere affronta un percorso difficile per l’adozione finale. I parlamentari hanno consentito che il disegno di legge fosse valutato nel merito, evitando tattiche procedurali: è stato approvato dalla Camera dei Comuni con voto libero.   Si prevede che la Camera dei Lord avvii il dibattito formale il 19 settembre, dopo una prima sessione puramente formale il 12 settembre. Se i Lord emendano il disegno di legge, questo tornerà alla Camera dei Comuni per un ulteriore esame in un processo parlamentare noto come «ping-pong».   Non è escluso che la Camera dei Lord respinga la legge nella sua interezza, a causa delle numerose lacune del suo quadro giuridico. Va notato che la Camera dei Lord ha già esaminato diversi progetti di legge sul suicidio assistito senza approvarli, con proposte presentate nel 2014, 2020, 2021 e 2024.

Sostieni Renovatio 21

La Camera non eletta comprende membri con esperienza in settori correlati al disegno di legge: medicina, diritto e diritto della disabilità. La Convenzione di Salisbury, che sconsiglia ai Lord di bloccare gli impegni previsti dal programma governativo, non si applica in questo caso. Tuttavia, è raro che i Lord respingano completamente un disegno di legge approvato dalla Camera dei Comuni.   Ma il momento giusto potrebbe rivelarsi decisivo. L’ultimo tentativo di legiferare sul suicidio assistito alla Camera dei Lord, dieci anni fa, fallì a causa dell’elevato numero di emendamenti. I Lord hanno il diritto di presentare e discutere ogni emendamento, il che potrebbe richiedere molto tempo parlamentare.   Gli oppositori avvertono che anche una legge limitata sul suicidio assistito potrebbe compromettere la tutela dei gruppi vulnerabili. Lord Shinkwin, disabile, ha dichiarato: «questo disegno di legge metterebbe una taglia sulla mia testa e su quella di molte persone disabili».   La Conferenza Episcopale Cattolica di Inghilterra e Galles ha espresso la sua opposizione. In documenti scritti presentati alla Commissione per la Legge sul Suicidio Assistito all’inizio di quest’anno, i vescovi hanno sostenuto che la vita è un dono sacro che deve essere apprezzato fino alla morte naturale e che qualsiasi modifica alla legge avrebbe conseguenze sociali dannose.   Hanno espresso preoccupazione per il fatto che il termine «suicidio assistito» offuschi la realtà del suicidio assistito e hanno avvertito che tale legislazione potrebbe minare la fiducia tra medici e pazienti. Hanno inoltre sottolineato che le persone più vulnerabili potrebbero essere messe a rischio da giudizi prematuri o errati.   I vescovi hanno inoltre avvertito che la legalizzazione potrebbe colpire in modo sproporzionato le persone con disabilità e gli anziani, in particolare in un contesto di pressione sui servizi sanitari e sociali. Citando l’esempio di altri Paesi, hanno affermato che una volta legalizzato il suicidio assistito, la sua portata tende ad espandersi oltre le circostanze inizialmente previste.   I vescovi hanno chiesto maggiori investimenti nelle cure palliative, accogliendo con favore l’obbligo legale introdotto nel 2022 per i consigli di assistenza integrati di fornire questi servizi. Hanno ribadito il loro impegno a sostenere i malati e i morenti attraverso l’assistenza pastorale, le cure palliative e l’assistenza spirituale negli ospedali, e hanno ribadito la loro opposizione a qualsiasi legislazione che autorizzi il suicidio assistito o l’eutanasia.   Articolo previamente apparso su FSSPX.News

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
  Immagine di ukhouseoflords via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Continua a leggere

Eutanasia

Medici del Quebecco sostengono che l’eutanasia è un «trattamento appropriato» per i neonati gravemente malati

Pubblicato

il

Da

L’Ordine dei medici del Quebecco ha dichiarato che l’eutanasia è un «trattamento appropriato» per i bambini nati con gravi problemi di salute. Lo riporta LifeSiteNews.

 

In un’intervista con il sito pro-life nordamericano, il Quebec College of Physicians ha confermato il suo sostegno all’estensione del regime di eutanasia canadese ai bambini nati con gravi malformazioni o sindromi.

 

«Il CMQ ribadisce che l’assistenza medica al suicidio può essere un trattamento appropriato per i neonati che soffrono di dolori fortissimi che non possono essere alleviati e che presentano gravi malformazioni o gravi sindromi polisintomatiche che distruggono qualsiasi prospettiva di sopravvivenza», ha dichiarato un portavoce del college a LifeSiteNews.

Sostieni Renovatio 21

«Il CMQ ritiene che i genitori debbano avere la possibilità di ottenere questa assistenza per il loro bambino in circostanze ben definite», prosegue la dichiarazione, riferendosi all’infanticidio come «assistenza».

 

Il suicidio assistito è stato legalizzato dal governo liberale dell’ex primo ministro Giustino Trudeau nel 2016. Da allora, il regime di eutanasia si è esteso dall’uccisione di pazienti «terminali» alla possibilità di consentire ai malati cronici di accedere al suicidio assistito dopo l’approvazione del disegno di legge C-7 .

 

I liberali avevano anche pianificato di estendere il suicidio assistito ai canadesi affetti da malattie mentali, ma decisero di rimandare l’estensione al 2027 dopo le reazioni negative dei canadesi e di importanti medici.

 

Inoltre, il Quebecco, noto come provincia progressista, è stato in prima linea nella lotta per legalizzare l’infanticidio. Nel novembre 2024, il deputato dell’Alberta Damien C. Kurek aveva presentato una petizione per proteggere i bambini dopo che una raccomandazione, presentata da Louis Roy del Quebec College of Physicians, spingeva per l’uccisione dei bambini fino a 12 mesi se nati con «gravi deformità e sindromi molto gravi».

 

«Per quanto scioccanti siano gli appelli all’infanticidio, sono coerenti con la cultura della morte promossa dal governo liberale» scrive LifeSite, dimostrando che i dati rivelano che centinaia di bambini sopravvissuti all’aborto in Canada vengono lasciati morire.

 

Secondo uno studio del Quebecco, un bambino su 10 abortito nel secondo trimestre nasce vivo, ma solo il 10% sopravvive oltre le tre ore. Inoltre, solo il 24% dei bambini nati vivi è stato ricoverato in Terapia Intensiva Neonatale (UTIN), mentre solo il 5% ha ricevuto cure palliative.

 

«Poiché in Canada non esistono leggi che stabiliscano l’età minima per l’aborto, molti hanno confuso il confine tra aborto e infanticidio, sostenendo che quest’ultimo sia semplicemente un aborto tardivo» continua LSN.

 

A luglio, la deputata liberale Dr. Hedy Fry ha bizzarramente insinuato che i «neonati» corrono maggiori rischi per la salute poiché i governi di «estrema destra» limitano l’aborto, una pratica il cui unico scopo è uccidere i bambini. Secondo la testata pro-life, nel 2013 il governo conservatore dell’allora Primo Ministro Stephen Harper si rifiutò di indagare sui dati di Statistics Canada, secondo cui 491 bambini erano stati lasciati morire dopo essere nati vivi in ​​seguito ad aborti.

 

«L’aborto è legale in Canada», aveva affermato l’Harper all’epoca.

 

Allo stesso modo, nel 2011, un giudice dell’Alberta aveva suggerito che l’infanticidio è semplicemente un aborto tardivo, pronunciandosi su un caso in cui una giovane madre aveva strangolato il suo neonato e ne aveva gettato il cadavere oltre la recinzione nel cortile di uno dei suoi vicini.

 

In effetti, l’infanticidio è spesso il passo successivo per gli attivisti dell’aborto che negano la dignità della vita umana, con alcuni abortisti che uccidono attivamente i bambini sopravvissuti all’aborto, nota il sito. È quello che nel gerco medico-filosofico si è fatto strada con l’espressione «aborto post-natale».

 

Come riportato da Renovatio 21, documenti mostrano che la Sanità canadese ha finanziato un progetto di ricerca universitario riguardante le «opinioni dei giovani» sull’eutanasia, che includeva una breve discussione sulla possibilità che i bambini affetti da autismo grave possano mai essere ammessi alla morte nell’ambito del programma nazionale di «Assistenza medica al suicidio», detto MAiD.

 

Nel Paese sembra partita pure la promozione dell’eutanasia senza consenso dei genitori per bambini con problemi mentali.

 

Di fatto, un canadese ogni 25 viene oggi ucciso dall’eutanasia. L’aumento negli ultimi anni è stato semplicemente vertiginoso. E la classe medica, oramai totalmente traditrice di Ippocrate e venduta all’utilitarismo più sadico e tetro, insiste che va tutto bene.

 

Come riportato da Renovatio 21, qualche mese fa un’altra veterana dell’esercito, divenuta disabile, ha riportato che alcuni funzionari statali avevano risposto alla sua richiesta di avere in casa una rampa per la sedie a rotelle offrendole invece la possibilità di accedere al MAiD – cioè di ucciderla.

 

Ma non è il caso più folle del degrado assassino raggiunto dallo Stato canadese: ecco l’ecologista che chiede di essere ucciso per la sua ansia cronica riguardo al Cambiamento Climatico, ecco i pazienti che chiedono di essere terminati perché stanchi di lockdown, ecco le proposte di uccisione dei malati di mente consenzienti, e magari pure dei neonati. Il tutto, ovviamente, con il corollario industriale, della predazione degli organi, di cui il Paese ora detiene il record mondiale.

Aiuta Renovatio 21

Il Canada del governo Trudeau e del suo successore Carney – dove il World Economic Forum regna, come rivendicato boriosamente da Klaus Schwab – è il Paese dell’avanguardia della Necrocultura. Se lo Stato può ucciderti, ferirti, degradarti, lo fa subito, e legalmente. Magari pure con spot mistico propalato da grandi società private in linea con il dettato di morte. L’anno scorso in Canada un decesso ogni 25 era dovuto all’eutanasia, che viene servita anche alle pompe funebri.

 

A febbraio l’eutanasia è stata offerta anche ad una signora riconosciuta come danneggiata da vaccino COVID.

 

Secondo alcuni, l’eutanasia in Canada – che si muove verso i bambini – sta divenendo come una sorta di principio «sacro» dello Stato moderno.

 

Come abbiamo ripetuto tante volte: lo Stato moderno è fondato sulla Cultura della Morte. La Necrocultura è, incontrovertibilmente, il suo unico sistema operativo. Aborto ed eutanasia (e fecondazione in vitro, e vaccinazioni, anche e soprattutto geniche) sono quindi sue primarie linee di comando.

 

Il Canada, che è all’avanguardia anche grazie alla potente penetrazione nel suo gabinetto pure rivendicata dal World Economic Forum, è quindi un vero esempio dello Stato basato sempre più sull’eugenetica – cioè sul dominio totale sull’essere umano e l’annientamento della sua dignità di creatura figlia di Dio.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

 

Continua a leggere

Più popolari