Connettiti con Renovato 21

Geopolitica

Mosca pubblica un rapporto sui crimini di guerra di Kiev

Pubblicato

il

Il ministero degli Esteri russo ha pubblicato martedì un rapporto sui crimini di guerra commessi dal regime di Kiev nel 2024 contro i civili del Paese. Lo riporta la stampa russa.

 

Il documento, pubblicato sul sito web del ministero, fornisce informazioni dettagliate sugli attacchi di Kiev contro il territorio russo, principalmente lungo la linea di combattimento e nei territori controllati dalle forze ucraine.

 

Secondo il rapporto, almeno 5.399 civili hanno sofferto a causa dell’«aggressione ucraina» lo scorso anno, con 809 morti, tra cui 51 bambini, la più piccola dei quali era una bambina di quattro mesi.

 

Le regioni russe di Belgorod, Kursk, Kherson e Bryansk, così come la Repubblica Popolare di Donetsk in Russia, tutte al confine con l’Ucraina, sono state bersaglio di bombardamenti e attacchi con droni da parte di Kiev. In media, almeno 15 civili sono stati segnalati come vittime di azioni militari ucraine al giorno.

 

Secondo il rapporto, lo scorso anno sono stati registrati complessivamente oltre 87.880 casi di attacchi contro obiettivi civili russi.

 

«In media, sono stati effettuati 240 attacchi al giorno nel corso dell’anno, utilizzando l’intero arsenale di armi disponibile fornito dall’Occidente a spese dei contribuenti di questi Paesi», si legge nel documento.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Secondo Rodion Miroshnik, funzionario incaricato dal ministero degli Esteri russo di documentare le presunte atrocità ucraine, l’esercito ucraino ha utilizzato prevalentemente proiettili di artiglieria NATO da 155 mm dotati di munizioni a frammentazione, ad alto potenziale esplosivo e a grappolo.

 

Intervenuto alla conferenza stampa tenutasi in seguito alla pubblicazione del rapporto del ministero, l’alto diplomatico ha affermato che i droni ucraini (UAV) sono stati la seconda arma più frequentemente utilizzata per colpire i civili, provocando numerose vittime.

 

Secondo il rapporto, Kiev è stata ripetutamente coinvolta in «terrorismo energetico e nucleare», citando ripetuti tentativi di attaccare la centrale nucleare di Zaporiggiae le vicine infrastrutture di Energodar.

 

Oltre 3.500 attacchi UAV hanno preso di mira vari impianti energetici, come la centrale nucleare di Kursk e altri, ponendo rischi significativi di contaminazione da radiazioni. Gli attacchi giornalieri alle sottostazioni elettriche e alle infrastrutture energetiche hanno lasciato centinaia di migliaia di persone senza elettricità, mentre sono state prese di mira anche case di riposo, ospedali, reparti maternità e istituti scolastici.

 

Il rapporto sostiene Kiev ha anche deliberatamente preso di mira ambulanze, strutture mediche e istituzioni mediche, violando così il diritto internazionale. Secondo il documento, i droni ucraini spesso volteggiavano sui siti di impatto, prendendo di mira soccorritori e medici per aumentare le vittime e negare loro l’accesso agli aiuti salvavita.

 

Il rapporto ha inoltre documentato un «gran numero di attacchi» a chiese, monasteri ed edifici sacri della Chiesa ortodossa russa nelle zone del fronte, provocando vittime tra il clero, i parrocchiani e i novizi.

 

Le indagini sui crimini sono in corso, secondo il rapporto, con nuove prove di omicidi di massa, violenza e saccheggi da parte delle forze ucraine che vengono scoperte. Il numero di omicidi confermati e di altri crimini aumenterà inevitabilmente, ha affermato Miroshnik.

 

Solo nel 2024, le autorità russe hanno completato 163 indagini penali che hanno coinvolto 185 militari ucraini e mercenari stranieri accusati di crimini contro i civili, conclude il rapporto, scrive la stampa russa.

 

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di Frank Baulo via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

Continua a leggere

Geopolitica

Il vescovo ausiliare di Gerusalemme condanna le dichiarazioni di Trump su Gaza

Pubblicato

il

Da

In risposta alle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sui suoi piani per Gaza, annunciati lunedì, il vescovo ausiliare di Gerusalemme, monsignor William Shomali, ha rilasciato una dichiarazione sul proposto trasferimento della popolazione. Lo riporta LifeSite, che ne ha raccolto la dichiarazione.   «L’idea di spostare un popolo contro la sua volontà e costringere un altro Stato ad assorbirlo è inaccettabile. Il diritto e la libertà di un popolo di vivere sulla propria terra e di non essere forzatamente sfollato non dovrebbero nemmeno essere messi in discussione».   «L’Egitto e la Giordania hanno fermamente respinto l’idea di assorbire un afflusso massiccio di palestinesi. Accogliere famiglie vulnerabili, anziani e malati è una cosa, ma non una popolazione di oltre due milioni di persone. Ogni decisione dovrebbe essere una scelta libera e deliberata presa da entrambe le parti. Non è questo il caso».

Sostieni Renovatio 21

«L’annuncio di Trump è stato uno shock per noi perché ha chiarito le sue intenzioni riguardo al futuro di Gaza. Non ha menzionato le risoluzioni ONU e la soluzione Due Popoli: Due Stati. Nella sua mente, uno Stato palestinese è un’utopia. Trump non può sostituire le Nazioni Unite e diventare il supremo decisore».   «Spero e prego che il cessate il fuoco continui e che si trovi una soluzione a questo conflitto. Lo scambio di ostaggi e prigionieri non risolve il problema di fondo, che è l’intero conflitto storico e di lunga durata. Ne affronta una parte, ma non la radice, che è la questione su chi possiede questa terra. La questione non si risolve negando i diritti di un popolo, ma affermando entrambi i diritti, altrimenti il ​​conflitto non avrà fine».   «I cristiani palestinesi, in quanto parte del popolo palestinese, sarebbero toccati da tale decisione così come lo furono dalla guerra del 1948, che disperse migliaia di cristiani e li costrinse a cercare lavoro in altri Paesi».   Come riportato da Renovatio 21, altre figure religiose cattoliche, come Suor Nabila delle Rosary Sisters, hanno espresso il loro sgomento per la proposta Trump, definendola «inimmaginabile».

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di Fondo Andaluz de Municipios para la Solidaridad Internacional FAMS via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
Continua a leggere

Geopolitica

«Né saggio, né intelligente, né onorevole»: l’ayatollah Khamenei contro i colloqui con Trump

Pubblicato

il

Da

Il leader supremo iraniano Ali Khamenei ha avvertito che Teheran risponderà con misure tat-for-tat a qualsiasi mossa ostile degli Stati Uniti. Ha anche respinto l’idea di colloqui con Washington, dicendo che non sarebbe «né saggio, né intelligente, né onorevole».

 

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ripristinato la sua cosiddetta politica di «massima pressione» contro l’Iran da quando è tornato in carica, accusando Teheran di cercare di sviluppare una bomba nucleare. Martedì Washington ha annunciato altre sanzioni contro l’industria petrolifera di Teheran, prendendo di mira una rete internazionale che facilita le consegne di petrolio iraniano alla Cina.

 

Durante un incontro con il personale dell’aeronautica militare iraniana a Teheran venerdì, Khamenei ha insistito sul fatto che «gli americani si siedono e ridisegnano la mappa del mondo sulla carta, ma è solo sulla carta, senza alcuna base nella realtà».

Sostieni Renovatio 21

«Fanno dichiarazioni su di noi, esprimono opinioni e lanciano minacce. Se ci minacciano, noi minacceremo loro. Se agiscono in base a queste minacce, noi faremo lo stesso. Se minano la sicurezza della nostra nazione, noi risponderemo senza dubbio per le rime», ha detto.

 

Trump ha dichiarato mercoledì di voler avviare dei colloqui con Teheran per raggiungere un «accordo di pace nucleare verificato, che permetterà all’Iran di crescere e prosperare pacificamente». Ha anche insistito sul fatto che i resoconti secondo cui «gli Stati Uniti stanno lavorando insieme a Israele… per fare a pezzi l’Iran sono notevolmente esagerati».

 

Tuttavia, il leader supremo iraniano ha messo in guardia dal negoziare con il governo degli Stati Uniti, insistendo sul fatto che non sarebbe «né saggio, né intelligente, né onorevole».

 

Teheran è stata «molto generosa» e ha fatto delle «concessioni» durante i negoziati con le potenze mondiali sul Piano d’azione congiunto globale (JCPOA) del 2015, che prevedeva la rinuncia dell’Iran al suo programma nucleare militare in cambio della revoca delle sanzioni internazionali, ha affermato.

 

«La stessa persona che è al potere ora ha stracciato il trattato», ha osservato Khamenei, riferendosi al ritiro unilaterale degli Stati Uniti dall’accordo storico da parte di Trump durante il suo primo mandato nel 2018.

 

«I negoziati con gli Stati Uniti non hanno alcun impatto sulla risoluzione dei problemi del Paese. Dobbiamo capirlo correttamente e non farci ingannare pensando che sedersi al tavolo delle trattative con quel governo risolverà certi problemi. No, i negoziati con gli Stati Uniti non risolveranno alcun problema», ha sottolineato l’85enne guida suprema della Repubblica Islamica.

 

Un nodo immenso nelle relazioni tra Teheran e Washington è costituito dall’assassinio nel 2020 del generale dei servizi Pasdaran Qassem Soleimani, ordinato a Bagdad da Trump. Successivamente, il presidente disse che era stato indotto alla decisione da Israele (cioè, par di capire, da Bibi Netanyahu) che epperò si tolse all’ultimo momento. Affermazioni confermate da rivelazioni dell’ex capo dell’Intelligence israeliana, secondo sarebbe stato proprio lo Stato Ebraico a convincere la Casa Bianca ad uccidere il generale iraniano.

Aiuta Renovatio 21

L’uccisione di Soleimani fu uno smacco anche per Khamenei, che poco prima aveva pubblicato un tweet secondo cui Trump «non poteva fare niente». Dopo l’assassinio della figura militare più popolare del Medio Oriente, il New York Times scrisse che «il leader supremo è ora un uomo umiliato pubblicamente».

 

L’FBI l’hanno scorso aveva affermato che l’Intelligence iraniana stava reclutando agenti negli Stati Uniti per aiutare a uccidere gli attuali ed ex funzionari governativi coinvolti nell’assassinio del Soleimani. Gli iraniani hanno giurato vendetta su Trump per il generale «martire», anche con video in computer grafica diffusi da account legati all’ayatollah Khamenei.

 

Come riportato da Renovatio 21, mesi fa è emerso che Elon Musk, agendo da emissario del presidente, avrebbe avuto a Nuova York un incontro riservato con diplomatici iraniani. Teheran ha negato.

 

Voci sostengono che la liberazione della giornalista italiana de Il Foglio arrestata a Teheran sia avvenuta grazie alla mediazione trumpiana, a seguito della visita del presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Mar-a-Lago.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di Khamenei.ir via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International

 

Continua a leggere

Geopolitica

Il braccio destro di Zelens’kyj dice che una guerra USA-Russia sarebbe «bene per l’Ucraina»

Pubblicato

il

Da

Una guerra tra Stati Uniti e Russia sarebbe vantaggiosa per l’Ucraina, secondo il principale collaboratore di Volodymyr Zelens’kyj, Mikhail Podoliak. In un’intervista con i media locali di mercoledì, pubblicata da RBK Ucraina, ha discusso la possibilità di un dispiegamento di truppe statunitensi nel paese sotto il presidente Donald Trump.   Alla domanda sulla probabilità che le truppe statunitensi arrivino in Ucraina, Podoliak ha espresso scetticismo, ma ha affermato che fare pressione sul presidente russo Vladimir Putin «non richiede necessariamente di spingere per uno scontro diretto» tra Stati Uniti e Russia, tuttavia un tale conflitto «sarebbe sicuramente positivo per noi».   Il Podoliak non è nuovo ad affermazioni sconcertanti.   Come riportato da Renovatio 21, consigliere di Zelens’kyj mesi fa aveva dichiarato che la «massima uccisione dei russi» è il fine della guerra in corso. A settembre aveva fatto commenti controversi su Cina e India e il loro «basso potenziale intellettuale».

Acquistate le Maglie Crociate

Il consigliere presidenziale aveva definito la proposta di pace tra Russi e Ucraina avanzata dall’ex presidente francese Nicholas Sarkozy come «criminale» accusando il marito di Carla Bruni di complicità nell’organizzazione di «genocidio e guerra».   Lo scorso novembre il Podolyak in un’intervista alla stazione televisiva ucraina Canale 24 aveva dichiarato che Kiev deve impadronirsi di tutti i territori perduti dalla Russia, compresa la penisola di Crimea, altrimenti rischia di scomparire dalla mappa del mondo.   In passato il Podoyak si è scagliato contro il capo di SpaceX Elon Musk, che nel suo racconto ha «favorito il male» negando all’Ucraina l’uso dei satelliti Starlink – che Musk ha fornito a Kiev gratuitamente – per attaccare la Crimea con i droni.   Come riportato da Renovatio 21, il Podolyak esternato attacchi al papa e financo al cristianesimo tout court.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr      
Continua a leggere

Più popolari