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Geopolitica

Il capo dei servizi segreti di Kiev dice l’Ucraina potrebbe cessare di esistere

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L’Ucraina potrebbe crollare entro l’estate se non accettasse i colloqui di pace con la Russia, ha detto il massimo funzionario dell’intelligence del Paese ai legislatori di Kiev. Lo riporta quotidiano locale Strana.ua.

 

Secondo le fonti del sito web, Kyrylo Budanov, capo dell’Intelligence militare ucraina (GUR), ha fatto le sue osservazioni durante una riunione a porte chiuse nel Parlamento ucraino. Una delle persone presenti alla conferenza ha detto al sito che c’erano comunicazioni sensibili da parte di alti funzionari militari, tra cui ufficiali dello Stato maggiore.

 

Tuttavia, la fonte avrebbe individuato il racconto di Budanov. «Qualcuno gli ha chiesto: “Quanto tempo ci resta?” Lui ha risposto, con il suo caratteristico sorriso freddo: “Se non ci saranno negoziati seri entro l’estate, potrebbero iniziare processi molto pericolosi per l’esistenza stessa dell’Ucraina”».

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All’inizio di questa settimana, sempre Strana aveva riferito che i massimi funzionari ucraini stavano esaminando un piano del team del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per porre fine al conflitto entro 100 giorni. Sebbene la tabella di marcia non sia stata confermata, i suoi punti chiave includono presumibilmente colloqui diretti tra il presidente degli Stati Uniti e la sua controparte russa Vladimir Putin per spianare la strada a un cessate il fuoco lungo le linee del fronte entro il 20 aprile e un accordo di pace entro l’inizio di maggio.

 

Secondo la tabella di marcia, si ritiene che l’Ucraina accetterebbe di abbandonare le sue ambizioni di adesione alla NATO, di smettere di reprimere le forze politiche che promuovono la cooperazione con la Russia e di diventare membro dell’UE entro il 2030. Kiev si asterrebbe anche dai tentativi di reclamare i suoi ex territori da Mosca senza riconoscere formalmente la sovranità russa, con l’Occidente che si impegna a revocare parzialmente le sanzioni subito dopo l’accordo di pace.

 

Mentre i funzionari ucraini hanno liquidato la roadmap come una bufala, il Cremlino non ha commentato il rapporto. Tuttavia, Mosca ha ripetutamente affermato di essere aperta ai colloqui sull’Ucraina, segnalando la disponibilità per un vertice Trump-Putin.

 

La Russia ha escluso il congelamento del conflitto, sostenendo che Kiev userebbe tale pausa per riarmarsi, e insistendo sul fatto che la pace potrebbe essere raggiunta solo se l’Ucraina si impegnasse a una neutralità permanente, alla smilitarizzazione e alla denazificazione, scrive la stampa russa.

 

Budanov è uno dei veri protagonisti del conflitto in corso. Nel 2023 le notizie sulla morte dell’uomo si sono rivelate infondate, come altre su sparizioni, ferimenti e morti di altri membri di spicco dell’apparato ucraino.

 

Come riportato da Renovatio 21, mesi fa era emerso che la moglie di Budanov avrebbe subito un tentativo di avvelenamento. Il capo delle spie ucraine aveva dichiarato in interviste che attualmente sua moglie vive con lui nel suo ufficio. «La mia felicità è sempre con me, perché mia moglie vive con me nel mio ufficio, 24 ore su 24, 7 giorni su 7», aveva raccontato nei mesi precedenti  Budanov

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Immagine screenshot da YouTube
 

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Geopolitica

Il vescovo ausiliare di Gerusalemme condanna le dichiarazioni di Trump su Gaza

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In risposta alle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sui suoi piani per Gaza, annunciati lunedì, il vescovo ausiliare di Gerusalemme, monsignor William Shomali, ha rilasciato una dichiarazione sul proposto trasferimento della popolazione. Lo riporta LifeSite, che ne ha raccolto la dichiarazione.   «L’idea di spostare un popolo contro la sua volontà e costringere un altro Stato ad assorbirlo è inaccettabile. Il diritto e la libertà di un popolo di vivere sulla propria terra e di non essere forzatamente sfollato non dovrebbero nemmeno essere messi in discussione».   «L’Egitto e la Giordania hanno fermamente respinto l’idea di assorbire un afflusso massiccio di palestinesi. Accogliere famiglie vulnerabili, anziani e malati è una cosa, ma non una popolazione di oltre due milioni di persone. Ogni decisione dovrebbe essere una scelta libera e deliberata presa da entrambe le parti. Non è questo il caso».

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«L’annuncio di Trump è stato uno shock per noi perché ha chiarito le sue intenzioni riguardo al futuro di Gaza. Non ha menzionato le risoluzioni ONU e la soluzione Due Popoli: Due Stati. Nella sua mente, uno Stato palestinese è un’utopia. Trump non può sostituire le Nazioni Unite e diventare il supremo decisore».   «Spero e prego che il cessate il fuoco continui e che si trovi una soluzione a questo conflitto. Lo scambio di ostaggi e prigionieri non risolve il problema di fondo, che è l’intero conflitto storico e di lunga durata. Ne affronta una parte, ma non la radice, che è la questione su chi possiede questa terra. La questione non si risolve negando i diritti di un popolo, ma affermando entrambi i diritti, altrimenti il ​​conflitto non avrà fine».   «I cristiani palestinesi, in quanto parte del popolo palestinese, sarebbero toccati da tale decisione così come lo furono dalla guerra del 1948, che disperse migliaia di cristiani e li costrinse a cercare lavoro in altri Paesi».   Come riportato da Renovatio 21, altre figure religiose cattoliche, come Suor Nabila delle Rosary Sisters, hanno espresso il loro sgomento per la proposta Trump, definendola «inimmaginabile».

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Immagine di Fondo Andaluz de Municipios para la Solidaridad Internacional FAMS via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
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«Né saggio, né intelligente, né onorevole»: l’ayatollah Khamenei contro i colloqui con Trump

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Il leader supremo iraniano Ali Khamenei ha avvertito che Teheran risponderà con misure tat-for-tat a qualsiasi mossa ostile degli Stati Uniti. Ha anche respinto l’idea di colloqui con Washington, dicendo che non sarebbe «né saggio, né intelligente, né onorevole».

 

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ripristinato la sua cosiddetta politica di «massima pressione» contro l’Iran da quando è tornato in carica, accusando Teheran di cercare di sviluppare una bomba nucleare. Martedì Washington ha annunciato altre sanzioni contro l’industria petrolifera di Teheran, prendendo di mira una rete internazionale che facilita le consegne di petrolio iraniano alla Cina.

 

Durante un incontro con il personale dell’aeronautica militare iraniana a Teheran venerdì, Khamenei ha insistito sul fatto che «gli americani si siedono e ridisegnano la mappa del mondo sulla carta, ma è solo sulla carta, senza alcuna base nella realtà».

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«Fanno dichiarazioni su di noi, esprimono opinioni e lanciano minacce. Se ci minacciano, noi minacceremo loro. Se agiscono in base a queste minacce, noi faremo lo stesso. Se minano la sicurezza della nostra nazione, noi risponderemo senza dubbio per le rime», ha detto.

 

Trump ha dichiarato mercoledì di voler avviare dei colloqui con Teheran per raggiungere un «accordo di pace nucleare verificato, che permetterà all’Iran di crescere e prosperare pacificamente». Ha anche insistito sul fatto che i resoconti secondo cui «gli Stati Uniti stanno lavorando insieme a Israele… per fare a pezzi l’Iran sono notevolmente esagerati».

 

Tuttavia, il leader supremo iraniano ha messo in guardia dal negoziare con il governo degli Stati Uniti, insistendo sul fatto che non sarebbe «né saggio, né intelligente, né onorevole».

 

Teheran è stata «molto generosa» e ha fatto delle «concessioni» durante i negoziati con le potenze mondiali sul Piano d’azione congiunto globale (JCPOA) del 2015, che prevedeva la rinuncia dell’Iran al suo programma nucleare militare in cambio della revoca delle sanzioni internazionali, ha affermato.

 

«La stessa persona che è al potere ora ha stracciato il trattato», ha osservato Khamenei, riferendosi al ritiro unilaterale degli Stati Uniti dall’accordo storico da parte di Trump durante il suo primo mandato nel 2018.

 

«I negoziati con gli Stati Uniti non hanno alcun impatto sulla risoluzione dei problemi del Paese. Dobbiamo capirlo correttamente e non farci ingannare pensando che sedersi al tavolo delle trattative con quel governo risolverà certi problemi. No, i negoziati con gli Stati Uniti non risolveranno alcun problema», ha sottolineato l’85enne guida suprema della Repubblica Islamica.

 

Un nodo immenso nelle relazioni tra Teheran e Washington è costituito dall’assassinio nel 2020 del generale dei servizi Pasdaran Qassem Soleimani, ordinato a Bagdad da Trump. Successivamente, il presidente disse che era stato indotto alla decisione da Israele (cioè, par di capire, da Bibi Netanyahu) che epperò si tolse all’ultimo momento. Affermazioni confermate da rivelazioni dell’ex capo dell’Intelligence israeliana, secondo sarebbe stato proprio lo Stato Ebraico a convincere la Casa Bianca ad uccidere il generale iraniano.

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L’uccisione di Soleimani fu uno smacco anche per Khamenei, che poco prima aveva pubblicato un tweet secondo cui Trump «non poteva fare niente». Dopo l’assassinio della figura militare più popolare del Medio Oriente, il New York Times scrisse che «il leader supremo è ora un uomo umiliato pubblicamente».

 

L’FBI l’hanno scorso aveva affermato che l’Intelligence iraniana stava reclutando agenti negli Stati Uniti per aiutare a uccidere gli attuali ed ex funzionari governativi coinvolti nell’assassinio del Soleimani. Gli iraniani hanno giurato vendetta su Trump per il generale «martire», anche con video in computer grafica diffusi da account legati all’ayatollah Khamenei.

 

Come riportato da Renovatio 21, mesi fa è emerso che Elon Musk, agendo da emissario del presidente, avrebbe avuto a Nuova York un incontro riservato con diplomatici iraniani. Teheran ha negato.

 

Voci sostengono che la liberazione della giornalista italiana de Il Foglio arrestata a Teheran sia avvenuta grazie alla mediazione trumpiana, a seguito della visita del presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Mar-a-Lago.

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Immagine di Khamenei.ir via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International

 

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Geopolitica

Il braccio destro di Zelens’kyj dice che una guerra USA-Russia sarebbe «bene per l’Ucraina»

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Una guerra tra Stati Uniti e Russia sarebbe vantaggiosa per l’Ucraina, secondo il principale collaboratore di Volodymyr Zelens’kyj, Mikhail Podoliak. In un’intervista con i media locali di mercoledì, pubblicata da RBK Ucraina, ha discusso la possibilità di un dispiegamento di truppe statunitensi nel paese sotto il presidente Donald Trump.   Alla domanda sulla probabilità che le truppe statunitensi arrivino in Ucraina, Podoliak ha espresso scetticismo, ma ha affermato che fare pressione sul presidente russo Vladimir Putin «non richiede necessariamente di spingere per uno scontro diretto» tra Stati Uniti e Russia, tuttavia un tale conflitto «sarebbe sicuramente positivo per noi».   Il Podoliak non è nuovo ad affermazioni sconcertanti.   Come riportato da Renovatio 21, consigliere di Zelens’kyj mesi fa aveva dichiarato che la «massima uccisione dei russi» è il fine della guerra in corso. A settembre aveva fatto commenti controversi su Cina e India e il loro «basso potenziale intellettuale».

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Il consigliere presidenziale aveva definito la proposta di pace tra Russi e Ucraina avanzata dall’ex presidente francese Nicholas Sarkozy come «criminale» accusando il marito di Carla Bruni di complicità nell’organizzazione di «genocidio e guerra».   Lo scorso novembre il Podolyak in un’intervista alla stazione televisiva ucraina Canale 24 aveva dichiarato che Kiev deve impadronirsi di tutti i territori perduti dalla Russia, compresa la penisola di Crimea, altrimenti rischia di scomparire dalla mappa del mondo.   In passato il Podoyak si è scagliato contro il capo di SpaceX Elon Musk, che nel suo racconto ha «favorito il male» negando all’Ucraina l’uso dei satelliti Starlink – che Musk ha fornito a Kiev gratuitamente – per attaccare la Crimea con i droni.   Come riportato da Renovatio 21, il Podolyak esternato attacchi al papa e financo al cristianesimo tout court.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr      
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