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Monsignor Viganò in sostegno del cardinale Mueller

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Renovatio 21 pubblica questo testo di mons. Carlo Mario Viganò a sostegno del cardinale Müller ora sotto attacco per le sue accuse contro l’élite del Grande Reset e la loro agenda pandemica. Questo testo è previamente pubblicato da Lifesitenews.

 

 

Ephpheta, quod est, Adaperire!

Effatà, cioè: Apriti! 

Mc 7, 34

 

Non mi stupisce che la verità provochi reazioni scomposte in chi propaganda l’errore che ad essa si oppone.

 

Le reazioni dei farisei alle parole di Nostro Signore – ad iniziare dai gesti teatrali di Caifa alla proclamazione della propria divinità da parte del Messia – tradiscono sempre la rabbia dei bugiardi e delle persone in malafede davanti all’affermazione della verità e all’onestà intellettuale.

 

E questa indignazione tanto forzata quanto immotivata, non avendo argomenti per ribattere alla confutazione, spesso si sposta sull’interlocutore, nel tentativo di ridicolizzarlo, farlo passare per matto o per un pericoloso criminale.

 

Gli esempi a cui abbiamo potuto assistere a chi abbia messo in discussione uno qualsiasi dei capisaldi della narrazione ufficiale sul COVIDsono la conferma di un atteggiamento intollerante da parte di chi mente, e allo stesso tempo all’accusa di intolleranza nei confronti di chi si limita a dire una palese evidenza di verità. 

 

Il virologo che afferma l’inefficacia del vaccino e evidenzia i gravi conflitti di interesse nei funzionari preposti all’autorizzazione dei farmaci o delle terapie; il parlamentare che obbietta l’opportunità di imporre lockdown dopo che si sono dimostrati inutili al contenimento della pandemia e disastrosi per l’economia della Nazione; il giurista che critica le norme imposte dal Governo in violazione della Costituzione; il parroco che dal pulpito mette in dubbio la moralità di un siero sperimentale prodotto con cellule di feti abortivi; l’intellettuale che fa notare come il piano criminale del Great Reset promosso dal World Economic Forum e dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite trovino puntuale e inquietante realizzazione proprio a seguito di quell’emergenza pandemica auspicata sin dal 2009 da Jacques Attali sul settimanale francese L’Express, vengono ritenuti dal Sinedrio globalista come eretici, indegni di porsi domande sui nuovi dogmi della religione sanitaria definiti ex cathedra dagli esperti al soldo di BigPharma.

 

Possiamo immaginare quale onestà e quale imparzialità possa essere assicurata da controllori pagati dai controllati

Possiamo immaginare quale onestà e quale imparzialità possa essere assicurata da controllori pagati dai controllati. 

 

A nulla vale citare gli scritti degli esponenti del deep state in cui confessano sfrontatamente il loro progetto criminale. Prendiamo ad esempio proprio la citazione di Jacques Attali: 

 

«La storia ci insegna che l’umanità evolve significativamente soltanto quando ha realmente paura: allora essa inizialmente sviluppa meccanismi di difesa; a volte intollerabili (dei capri espiatori e dei totalitarismi); a volte inutili (della distrazione); a volte efficaci (delle terapie che negano se necessario tutti i principi morali precedenti). Poi, una volta passata la crisi, la paura trasforma questi meccanismi per renderli compatibili con la libertà individuale ed iscriverli in una politica di salute democratica». 

 

Queste parole sono state pronunciate nel 2009, nell’imminenza dell’influenza suina per la cui falsa emergenza fu poi denunciata l’OMS. In esse possiamo avere conferma di un quadro esatto circa le modalità di gestione dell’emergenza sanitaria, anzi addirittura circa la programmazione dell’emergenza stessa, con la previsione delle possibili risposte da parte dei cittadini.

 

Proprio alcuni giorni fa Attali si è fatto intervistare senza indossare la mascherina da due proni giornalisti, che ha redarguito perché tenevano la mascherina sotto il naso.

 

L’aneddoto – che potete trovare in un video su Internet – è la prova provata dell’assurdità della narrazione pandemica, che vale per i sudditi e gli schiavi del sistema, ma non per chi comanda. Biden, Johnson, la Merkel, Draghi, Bergoglio e tutti i «grandi della terra» ostentano disprezzo per le masse, imponendole norme assurde che essi per primi infrangono proprio per dimostrare che l’adesione a questo culto pandemico richiede un assenso fideistico, e non ha nulla di scientifico. 

 

Sua Eminenza il Cardinale Müller, che è persona intellettualmente onesta, ha detto cose già denunciate dal Card. Burke, da Mons. Scheider e da me, tra gli altri; cose che Klaus Schwab, George Soros, Bill Gates e tutti gli adepti del Great Reset hanno sempre dichiarato pubblicamente, addirittura producendo documenti ufficiali e stampando libri in cui spiegano per filo e per segno i differenti scenari che possono essere ipotizzati, dalla pandemia all’emergenza climatica.

 

Se sono palesi le interferenze di Soros e di Gates nel governo delle Nazioni, è innegabile la responsabilità di Bergoglio nel dare dignità e legittimità ai complici del WEF e dell’ONU, ai loro piani e a quanti con essi cooperano

E le parole del Porporato sono la conferma che il suo nome apposto al mio Appello per la Chiesa e per il mondo dello scorso Maggio 2020 era meditato e voluto. Di quel gesto per certi aspetti coraggioso ringrazio Sua Eminenza. 

 

E mi dispiace che in Germania i media mainstream abbiano accusato il Cardinale Müller di antisemitismo, per il semplice fatto che George Soros abbia origini ebraiche, mentre hanno evitato scrupolosamente di entrare nel merito della questione.

 

Eppure, analoghe denunce contro l’élite globalista e segnatamente contro Schwab, Gates, Soros, i Rothschild e i Rockefeller siano formulate da rabbini ortodossi e da Ebrei sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti. Sono dunque anche costoro antisemiti? Ma, ancora una volta, porre domande ragionevoli a chi è prevenuto non serve a nulla. Come nella fiaba di Esopo, il lupo in cima al corso d’acqua crede di avere il diritto di non farsi inquinare l’acqua dall’agnello che sta a valle. 

 

Posso immaginare che, per un Cardinale che è stato anche Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, sia in qualche modo impegnativo e non così semplice prendere posizione su una questione che vede Bergoglio sul fronte opposto a propagandare i vaccini Pfizer e a sostenere la green economy e il capitalismo inclusivo con i Rothschild e i Rockefeller.

 

Ma penso parimenti che, se Sua Eminenza ha avuto l’onestà di denunciare la cospirazione antiumana del Nuovo Ordine Mondiale e le interferenze dei miliardari Gates e Soros nelle sorti delle nazioni, basandosi sull’evidenza e la consentaneità delle loro dichiarazioni, saprà con altrettanta lucidità di analisi riconoscere la stessa consentaneità all’ideologia globalista nell’inquilino di Santa Marta, che proprio in questi giorni ha benedetto un parco interreligioso in Argentina e approvato la Fondazione Fratelli tutti e la sua «formazione olistica» per il dialogo con le religioni.

 

L’ecumenismo, la divinizzazione della Madre Terra, la dimensione «amazzonica» della Chiesa, il «synodal path», il transumanesimo della Fondazione per l’Intelligenza Artificiale e tutte le sciagurate innovazioni di questo pontificato sono perfettamente coerenti con questo quadro, sono ad esso strumentali e perseguono il medesimo fine, ossia l’instaurazione quella Religione dell’Umanità che è meta necessaria del Nuovo Ordine Mondiale

Se sono palesi le interferenze di Soros e di Gates nel governo delle Nazioni, è innegabile la responsabilità di Bergoglio nel dare dignità e legittimità ai complici del WEF e dell’ONU, ai loro piani e a quanti con essi cooperano; perché l’ecumenismo, la divinizzazione della Madre Terra, la dimensione «amazzonica» della Chiesa, il «synodal path», il transumanesimo della Fondazione per l’Intelligenza Artificiale e tutte le sciagurate innovazioni di questo pontificato sono perfettamente coerenti con questo quadro, sono ad esso strumentali e perseguono il medesimo fine, ossia l’instaurazione quella Religione dell’Umanità che è meta necessaria del Nuovo Ordine Mondiale. 

 

Se l’emergenza sanitaria ha causato danni incalcolabili, essa ha nondimeno il pregio di aver aperto gli occhi a tanti ciechi, di aver guarito tanti sordomuti, che tornano ad ascoltare e a parlare.

 

Questa grazia deve essere per tutti noi un’occasione per saper valutare con uno sguardo soprannaturale quanto accade sotto i nostri occhi, scorgervi i principi ispiratori e gli scopi non dichiarati, denunciarne i responsabili e mettere in guardia i semplici, i quali giustamente si aspettano che siano i loro Pastori a dar loro salutari indicazioni, e non a spingerli nel baratro.

 

E per capire quanto vere siano le parole del Signore: «Senza di me non potete fare nulla» (Gv 15, 5).

 

 Carlo Maria Viganò

Arcivescovo

 

 

16 Dicembre 2021

 

 

Immagine di Jolanta Dyr via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0)

 

 

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Bergoglio dice che i vescovi conservatori hanno un «comportamento suicida»

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Papa Francesco ha descritto i vescovi «conservatori» come aventi un «atteggiamento suicida» perché chiusi «dentro una scatola dogmatica».

 

Le dichiarazioni sono state fatte durante un’intervista con Norah O’Donnell, giornalista del famoso programma americano di giornalismo di inchiesta 60 Minutes.

 

«Un conservatore è qualcuno che si aggrappa a qualcosa e non vuole vedere oltre», ha detto Francesco rispondendo a una domanda sui «vescovi conservatori negli Stati Uniti» che l’intervistatrice della TV statunitense CBS ha descritto come contrari agli «sforzi di Francesco di rivisitare insegnamenti e tradizioni».

 

«È un atteggiamento suicida perché un conto è tenere conto della Tradizione e considerare le situazioni del passato, un’altra è chiudersi in una scatola dogmatica», ha dichiarato papa Francesco, parlando in lingua spagnuola.

 

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I suoi commenti facevano parte di un’intervista di un’ora con la O’Donnell della CBS realizzata alla fine di aprile, di cui solo una piccola parte era stata pubblicata. Ora sarà trasmessa per intero alla TV americana questa domenica e lunedì.

 

In un precedente spezzone dell’intervista fatto uscire, il Bergoglio – di fatto non nuovo all’insulto verso chi percepisce come altro da sé – denigrava i critici della tesi del cambiamento climatico definendoli «sciocchi».

 

«Ci sono persone che sono sciocche, e sciocche anche se mostri loro delle ricerche; non ci credono», aveva dichiarato l’argentino. «Perché? Perché non capiscono la situazione o per il loro interesse, ma il cambiamento climatico esiste».

 

Come scrive LifeSite, da tempo Francesco sembra esprimere malcontento nei confronti dei cattolici americani, spesso utilizzando la sua descrizione di «rigido» quando si riferisce a loro.

 

Alcuni episcopati statunitensi si sono distinti nel difendere elementi dell’insegnamento cattolico, spesso in apparente contrapposizione alla posizione di Francesco – compresi uomini come l’arcivescovo di San Francisco Salvatore Cordileone (che ha negato la comunione all’abortista Nancy Pelosi, divieto poi di fatto annullato dal Pontefice) e soprattutto come il vescovo Joseph Strickland e il cardinale Raymond Burke.

 

Come noto, è possibile dire che sia Strickland che Burke sono stati puniti: il primo è stato incredibilmente rimosso dalla sua diocesi di Tyler, in Texas, il secondo ha perso l’assistenza sanitaria vaticana ed è costretto a pagare l’affitto del suo appartamento in via della Conciliazione.

 

Il Burke era stato insultato da Bergoglio anche quando era stato male, con allusione alle sue posizioni sui vaccini – posizioni che Renovatio 21 conosce bene, avendo organizzando proprio con il cardinale Burke un convegno su vaccini e linee cellulari da feto abortito a Roma nel 2019.

 

La soluzione, forse, è quella offerta dal presidente argentino Milei, che nel tempo aveva chiamato Bergoglio «imbecille», «rappresentante del maligno», e di lì a peggio: tre mesi fa, in Vaticano, Francesco ha abbracciato tra grandi sorrisi il Milei, come niente fosse.

 

Che per entrare nelle simpatie del papa bisogni sintonizzarsi con il suo mondo di contumelie continue?

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Crocifisso vietato al municipio di Varsavia

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La capitale della Polonia, Varsavia, ha dato istruzioni ai dipendenti pubblici di non esporre crocifissi e altri simboli religiosi sul posto di lavoro, scatenando la reazione dei gruppi conservatori.   Secondo il quotidiano Gazeta Wyborcza, ai funzionari non sarà permesso appendere croci e crocifissi ai muri o tenerli sulle scrivanie. Tuttavia, i dipendenti pubblici potranno comunque indossare croci sul posto di lavoro.   Le nuove norme fanno parte di un insieme più ampio di norme pensate per contrastare la discriminazione. Ai funzionari è stato chiesto di utilizzare un linguaggio neutro rispetto al genere, di rivolgersi alle persone con i loro pronomi preferiti e di non discriminare le coppie dello stesso sesso.

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«Varsavia è la prima città in Polonia ad adottare un documento del genere», ha detto la portavoce del municipio Monika Beuth.   Alcuni politici e gruppi religiosi hanno risposto sostenendo che tali norme sono inappropriate in un Paese a maggioranza cattolica. «Penso che questa decisione non sia necessaria», ha detto Szymon Holownia, presidente del Sejm, il Parlamento polacco. «Ho trovato un gran numero di croci sui muri del Sejm. Anche se personalmente non appenderò croci negli uffici pubblici, non penso che oggi in Polonia sia necessaria una guerra per decidere se le croci debbano essere tolte dai muri».   Il deputato conservatore Sebastian Kaleta ha promesso di chiedere alla procura di verificare se le politiche della capitale violano qualche legge, mentre il gruppo di attivisti cattolici Ordo Iuris ha invitato i cittadini a presentare denunce al municipio.   Il sindaco di Varsavia Rafal Trzaskowski ha difeso le nuove regole e ha criticato «l’hype nei media». Ha spiegato che le linee guida sono state messe in atto per garantire un ambiente inclusivo e sostenere la laicità della Polonia.   «Ognuno ha diritto alla propria fede, o alla sua mancanza. Tra questi figurano i dipendenti pubblici e gli impiegati. Chiunque venga in ufficio per gestire i propri affari ha il diritto di sentirsi in un ufficio neutrale. Così semplicemente», ha scritto giovedì il sindaco su X. «Nessuno intende intraprendere una battaglia contro alcuna religione a Varsavia».   Intervenendo in una conferenza stampa, Trzaskowski ha affermato che le norme non si applicheranno agli ospedali, alle scuole e ai centri di assistenza sociale. Ha inoltre chiarito che, sebbene le linee guida impediscano lo svolgimento di cerimonie religiose negli edifici governativi, non si applicheranno alle «celebrazioni storiche tradizionali», come la commemorazione della rivolta dei cittadini di Varsavia del 1944 contro l’occupazione nazista durante la seconda guerra mondiale.

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Come riportato da Renovatio 21, La politica polacca in questi mesi è in subbuglio. Quattro mesi fa il governo neoeletto ha fatto arrestare l’ex ministro degli Interni Mariusz Kamisnki. Al contempo, l’élite politica polacca sta affrontando un grande scandalo di diplomi falsi.   Con il nuovo governo filo-europeista, l’aborto sta avanzando al Parlamento polacco, dopo anni in cui era stato messo in stallo da continui interventi finiti anche alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.   Il nuovo governo di Varsavia – dove la lobby LGBT sembra molto attiva – sta inoltre aprendo la strada al matrimonio gay, e discutendo cambiamenti per il finanziamento della chiesa. Il governo precedente aveva fatto approvare una legge per vietare l’educazione sessuale a scuola.   La società polacca è quindi sempre più spaccata, come dimostra anche la denuncia di un genitore di bambina prodotta in provetta contro l’ex governo per un testo scolastico in cui si criticava la fecondazione in vitro.

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Immagine di Adrian Grycuk via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Poland
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Il Patriarca latino di Gerusalemme entra nella Striscia di Gaza

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Un comunicato stampa del Patriarcato latino di Gerusalemme, datato 16 maggio 2024, annuncia che, per la prima volta dall’attentato del 7 ottobre 2023, il cardinale Pierbattista Pizzaballa è entrato a Gaza.

 

Il Patriarca «era accompagnato da Sua Eccellenza Fra’ Alessandro de Franciscis, Grande Ospedaliere del Sovrano Ordine di Malta, da padre Gabriele Romanelli, parroco di Gaza e da una piccola delegazione. Si sono recati presso la parrocchia cattolica della Sacra Famiglia per una visita pastorale», si precisa.

 

«Hanno incontrato la popolazione sofferente per incoraggiarla e trasmettere un messaggio di speranza, solidarietà e sostegno. Sua Beatitudine ha celebrato la messa nella chiesa parrocchiale insieme alla comunità locale. Durante il suo soggiorno, Sua Beatitudine ha effettuato una visita di cortesia alla parrocchia ortodossa di San Porfirio», si legge nel comunicato.

 

«Il senso della mia visita è innanzitutto stare con loro, baciarli, abbracciarli e sostenerli il più possibile», confida il cardinale Pizzaballa in un video postato su YouTube. «Da molto tempo desideravo e desideravo vederli», assicura il patriarca latino, che ogni anno prima di Natale visitava abitualmente questa piccola comunità, riferisce cath.ch.

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Una popolazione cattolica prigioniera

Dopo l’attacco terroristico di Hamas contro Israele il 7 ottobre e la guerra che ne è seguita, la comunità cattolica di Gaza vive chiusa in se stessa. Condivide le condizioni imposte dall’esercito israeliano all’intera popolazione. Anche due fedeli sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco dai soldati israeliani nel cortile della parrocchia il 16 dicembre.

 

«Prima della guerra la comunità cattolica contava 135 persone. Oggi si tratta di circa 90 persone», spiega a I.MEDIA Farid Jubran, impiegato del Patriarcato latino e firmatario del comunicato stampa, ripreso da cath.ch. «È una comunità in guerra, sconvolta, stanca, ma con molta fede e coraggio. Una testimonianza di fede immensa», aggiunge.

 

Nel suo videomessaggio, il cardinale Pizzaballa spiega che la sua venuta è anche un’occasione per «vedere cosa possiamo fare per migliorare le loro condizioni e aiutarli in ogni modo possibile».

 

«Questa visita costituisce anche il primo passo di una missione umanitaria congiunta del Patriarcato Latino e del Sovrano Ordine di Malta, in collaborazione con il Malteser International e altri partner, volta a fornire cibo vitale e aiuti medici alla popolazione di Gaza», conclude il Comunicato stampa del Patriarcato.

 

È prevista la permanenza del sacerdote di Gaza, padre Gabriel Romanelli, che viaggiava con la delegazione. Il 7 ottobre 2023 si trovava fuori dalla Striscia di Gaza ed è rimasto bloccato a Betlemme. È lui che Papa Francesco chiama con maggiore regolarità per avere notizie dalla comunità di Gaza.

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