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Grande Reset

Mons. Viganò: Rosario per la fine dell’emergenza pandemica

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Renovatio 21 pubblica il messaggio di Monsignor Viganò per coloro che oggi aderiranno all’iniziativa della recita del Rosario contro il Great Reset

 

 

 

 

QUATTROCENTOCINQUANT’ANNI FA, il 7 Ottobre 1571, la flotta cristiana guidata da don Giovanni d’Austria riportò a Lepanto – nel Golfo di Patrasso – una schiacciante vittoria sul Turco.

 

Quella vittoria, conseguita miracolosamente dalla Lega Santa che pure era in netta inferiorità numerica e militare rispetto alla flotta dell’Impero Ottomano, venne attribuita all’intervento della Madonna, che da quel giorno viene venerata sotto il titolo di Regina delle Vittorie e Aiuto dei Cristiani: l’invocazione Auxilium Christianorum che recitiamo nelle Litanie Lauretane fu inserita proprio a seguito di quella miracolosa vittoria.

 

Da allora celebriamo la Madonna anche come Regina del Sacratissimo Rosario.

 

Il vessillo della Lega Santa, sul quale campeggiava il Crocifisso affiancato dagli Apostoli San Pietro e San Paolo con il motto IN HOC SIGNO VINCES, era stato benedetto l’anno prima nella Basilica di San Pietro da San Pio V – il Papa del Concilio di Trento, del Rosario e della Messa tradizionale – e consegnato a Marcantonio Colonna.

 

Chi dovrebbe difenderci è proprio colui che favorisce l’invasione e che cancella sistematicamente dalla società la nostra identità, la nostra Fede, la nostra cultura e le nostre tradizioni

Il 16 Settembre 1571 dal porto di Messina salpava la flotta della Lega Santa e il 4 Ottobre si riuniva nel porto di Cefalonia per muovere contro i Turchi.

 

Presero parte alla Lega il regno di Spagna, la repubblica di Venezia, lo Stato della Chiesa, le repubbliche di Genova e di Lucca, i Cavalieri di Malta, i Farnese di Parma, i Gonzaga di Mantova, gli Estensi di Ferrara, i Della Rovere di Urbino, il duca di Savoia, il granduca di Toscana. Tutti uniti per fronteggiare il comune nemico che minacciava ancora una volta, dopo essere stato respinto e sconfitto a Poitier e Vienna, l’Europa cristiana.

 

Oggi il nostro nemico è più subdolo e infido: non ci troviamo davanti un avversario che ci dichiara guerra e che combatte con onore e con coraggio, ma proprio quanti dovrebbero essere i nostri alleati, coloro che ci dovrebbero aiutare e proteggere dinanzi alla minaccia – non meno temibile di allora – di un’invasione dell’Europa.

 

Per questo la crisi che stiamo attraversando è così grave: essa parte da una crisi dell’autorità, da una mancanza di principi e valori morali che animi e orienti chi comanda ancor prima di chi obbedisce

«L’azione del governo non può seguire il calendario elettorale, dobbiamo seguire il calendario negoziato con la Commissione UE per il Pnrr e per le raccomandazioni date dalla Commissione UE all’Italia», ha confessato Draghi alcuni giorni fa, compendiando alto tradimento e attentato alla Costituzione senza che ciò abbia destato la minima protesta.

 

Chi dovrebbe difenderci è proprio colui che favorisce l’invasione e che cancella sistematicamente dalla società la nostra identità, la nostra Fede, la nostra cultura e le nostre tradizioni. In nome della cancel culture è riuscito a farci vergognare della Vittoria di Lepanto, senza la quale per quattro secoli l’Islam non è riuscito a sottomettere alla Mezzaluna i nostri Paesi. Anche in questo – lo riconoscerete – Bergoglio e Letta la pensano allo stesso modo.

 

Ma se ciò a cui assistiamo oggi fosse accaduto nel 1570, il prodigio di quella Vittoria con ogni probabilità sarebbe stato impossibile.

 

Se San Pio V avesse promosso il dialogo con l’Islam, invece di convocare la Lega Santa; se don Giovanni d’Austria avesse congiurato con il Sultano per interessi personali e la Repubblica di Venezia avesse taciuto su quelle che oggi chiameremmo «violazioni dei diritti umani» inflitte dagli Ottomani ai Veneziani di Cipro; se il Re di Spagna o i Duchi e Granduchi in Italia avessero invocato la laicità dello Stato, ai popoli dell’Europa cattolica non sarebbe mai stato possibile combattere e vincere.

Chi oggi comanda veramente non fa parte delle Istituzioni, ma se ne avvale corrompendone i funzionari, ricattando coloro che ha messo lì per poterli manovrare a proprio piacimento estromettendo gli onesti, controllando l’opposizione.

 

Perché i movimenti popolari – anche quelli motivati dalle migliori intenzioni – hanno bisogno di capi, di guide carismatiche, di un’autorità che li guidi e che ne coordini l’azione.

 

Per questo la crisi che stiamo attraversando è così grave: essa parte da una crisi dell’autorità, da una mancanza di principi e valori morali che animi e orienti chi comanda ancor prima di chi obbedisce, dal considerare il proprio ruolo come un’occasione per curare i propri interessi che non per fare il bene della comunità.

 

Chi oggi comanda veramente non fa parte delle Istituzioni, ma se ne avvale corrompendone i funzionari, ricattando coloro che ha messo lì per poterli manovrare a proprio piacimento estromettendo gli onesti, controllando l’opposizione.

 

Se i nostri governanti avessero davvero a cuore il bonum commune e non dovessero obbedire ai loro mandanti, avrebbero curato il virus senza sottostare agli ordini dell’industria farmaceutica da un lato e dell’élite globalista dall’altro.

 

Quando un’autorità che è finalizzata al il bene dei cittadini viene usata per corromperli, impoverirli, schiavizzarli e addirittura debilitarli o eliminarli fisicamente, quell’autorità viene meno, perché se ne abusa

Lo stesso accade anche nella Chiesa: pensate solo all’appiattimento dei Vescovi alla narrazione sul COVID, a come hanno prontamente chiuso le chiese, a come hanno raccomandato ai fedeli di vaccinarsi, usando l’autorità e il prestigio del Papato per sponsorizzare prima il siero genico e oggi la transizione ecologica, altro chiodo fisso del Great Reset teorizzato da Klaus Schwab Rothschild.

 

Politici, parlamentari, magistrati, medici, giornalisti, chierici: sono tutti asserviti alla narrazione psicopandemica, ed altrettanto pronti ad accettare acriticamente le teorie assurde e scientificamente confutate del riscaldamento globale, solo perché i loro padroni hanno deciso di speculare prima sull’emergenza pandemica e ora sul green, usando un’altra emergenza come pretesto per imporre il green pass – che non a caso si chiama green – e con esso ulteriori privazioni delle libertà naturali dei cittadini.

 

Avrete compreso che tutto ciò che ci viene presentato come giustificazione alle loro azioni è sempre e solo un pretesto che non ha nulla a che vedere con le loro intenzioni criminali. D’altra parte, se ci dicessero chiaramente – e non solo anticipandolo nelle pubblicazioni dei loro convegni per addetti ai lavori – che vogliono ridurre in schiavitù la popolazione, non riuscirebbero a ingannarci tutti.

 

Ma come possiamo considerare normale che i medici non curino i malati e si vendano alle case farmaceutiche?

In tutte le parti del mondo in cui vige la psicopandemia, il popolo scende nelle piazze e manifesta il proprio dissenso. I media di regime – in pratica tutti –  tacciono sistematicamente quello che però possiamo vedere su internet, nonostante la censura dei social: decine di migliaia di persone, centinaia di migliaia di persone in Francia, in Germania, in Olanda, in Grecia, nei Paesi dell’ex Jugoslavia, in America, in Australia, in Canada… in Italia.

 

Ci siamo svegliati un po’ tardi, è vero, ma stiamo cominciando a capire che ci hanno ingannato per quasi due anni, raccontandoci cose che non corrispondevano alla realtà, dicendo che non c’erano cure, che si moriva di COVID mentre uccidevano deliberatamente i contagiati per farci accettare mascherine, lockdown e coprifuoco. Oggi ci dicono che ci sono cure, solo perché le case farmaceutiche hanno brevettato a costi esorbitanti (e con effetti collaterali gravi) quei farmaci disponibili da anni (senza reazioni avverse) a prezzi bassissimi. E nessun magistrato ha nulla da dire.

 

Come possiamo tacere dinanzi ai conflitti di interessi di membri del CTS, dell’AIFA, dell’EMA e dell’OMS?

Comprendete bene, cari fratelli, che quando un’autorità che è finalizzata al il bene dei cittadini viene usata per corromperli, impoverirli, schiavizzarli e addirittura debilitarli o eliminarli fisicamente, quell’autorità viene meno, perché se ne abusa.

 

L’obbedienza che ci viene chiesta a leggi tiranniche diventa complicità, perché con un ricatto ci impone azioni irrazionali e potenzialmente dannose, che in normali condizioni rifiuteremo di compiere.

 

Ma come possiamo considerare normale che i medici non curino i malati e si vendano alle case farmaceutiche?

 

Come possiamo tacere dinanzi ai conflitti di interessi di membri del CTS, dell’AIFA, dell’EMA e dell’OMS?

 

Come possiamo accettare in silenzio le ammissioni sui protocolli, sul piano pandemico, sul divieto delle cure?

Come possiamo accettare in silenzio le ammissioni sui protocolli, sul piano pandemico, sul divieto delle cure?

 

Come possiamo continuare a dar credito a un potere che fino ad oggi ci ha solo inferto confinamenti, sofferenze, miseria, licenziamenti, fallimenti, privazioni, dolori, morti? Pensate davvero che quando vi dicono che lo fanno per il vostro bene, ci credano loro per primi?

 

Per questo ci sono tante manifestazioni e tante proteste, e per questo è auspicabile un coordinamento che le renda sempre più efficaci e sempre più partecipate. Per questo dobbiamo sperare che il Signore susciti anche delle persone oneste e animate da sani principi, da nobili ideali, da vero senso del dovere che possano creare un’alternativa concreta e condivisibile – senza infiltrazioni massoniche e senza gatekeeper – al desolante panorama politico, sociale e religioso odierno.

 

Ma se state organizzandovi per fronteggiare la minaccia che incombe su di voi da parte di una classe politica, medica e dell’informazione che ha tradito tutti gli ideali e la deontologia che dovrebbe animarne l’azione; dall’altra parte è indispensabile dare un’anima cristiana a questa civile protesta, perché si mantenga moralmente nobile e perché possa sperare di aver successo e di essere benedetta da Dio.

 

Come possiamo continuare a dar credito a un potere che fino ad oggi ci ha solo inferto confinamenti, sofferenze, miseria, licenziamenti, fallimenti, privazioni, dolori, morti? Pensate davvero che quando vi dicono che lo fanno per il vostro bene, ci credano loro per primi?

Tra poco reciterete insieme il Rosario per implorare alla Vergine Santissima la Sua intercessione presso il Trono di Dio, affinché intervenga oggi nelle vicende umane, come molte volte ha fatto nel corso della Storia. Lo farete con la Fede e l’umile confidenza di figli che corrono dalla Madre celeste, sapendo che nonostante le loro colpe possono ricorrere a Lei, invocarLa ancora una volta, promettendoLe di convertirsi e di fare quanto possibile per riportare la Patria ad essere una terra cristiana, fiera dei propri valori, orgogliosa di innalzare la Croce di Cristo in pubblico, a testimoniare nelle leggi, nelle istituzioni, nel lavoro e nelle arti quella Fede che ha fatto grande l’Italia, che le ha dato tanti Santi, che ne ha reso feconda la cultura e prospera l’impresa.

 

Il Senato della Repubblica Serenissima – con un gesto di devozione che oggi scandalizzerebbe le benpensanti che indossano lo chador in omaggio all’Islam e i fautori della laicità dello Stato – dichiarò solennemente: «Non virtus, non arma, non duces, sed Maria Rosarii victores nos fecit», «Non abbiamo vinto grazie alla strategia militare, alle potenza delle armi, al valore dei nostri condottieri, ma grazie alla Madonna del Rosario». Nelle monete celebrative, San Pio V fece incidere questo motto: DEXTERA DOMINI FECIT VIRTUTES, la destra del Signore ha fatto meraviglie, tratta dal Salmo 118.

 

Quattrocentocinquant’anni fa, la Madonna ha ascoltato la preghiera fervente dell’intera Cattolicità, e ha concesso una miracolosa vittoria alla flotta cristiana. Anche oggi – se sapremo pregare e far penitenza come Ella chi ha chiesto a Fatima e in tante altre apparizioni – la recita del Santo Rosario può impetrare al Cielo un altro miracolo: liberare la nostra amata Patria dai corrotti e dai traditori che ne infestano le istituzioni; muovere i buoni a denunciare con coraggio chi si è macchiato di crimini gravi; illuminare i magistrati e le forze dell’ordine a compiere il loro dovere, smettendola di assecondare i deliri tirannici dei sedicenti filantropi e di chi li serve; ispirare i politici perché si facciano interpreti delle legittime richieste di un popolo esasperato, e non cinici esecutori dell’ideologia di morte dell’élite.

 

Rendiamoci degni di quanto chiediamo alla Vergine Maria, con l’essere coerenti testimoni della Fede che professiamo, con l’avere una vita onesta e santa, alimentata dalla preghiera e dai Sacramenti.

 

La nostra Madre e Regina aspetta solo un segno concreto da parte nostra, da parte vostra.

 

Nos cum prole pia benedicat Virgo Maria.

 

 

Mons. Carlo Maria Viganò

Arcivescovo

 

 

 

 

Renovatio 21 ripubblica questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Canadese «non binario» chiede al governo di pagare l’intervento per avere sia una vagina che un pene

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Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.

 

Un uomo dell’Ontario ha fatto causa al piano di assicurazione sanitaria del governo provinciale per coprire un intervento chirurgico di nicchia negli Stati Uniti per l’affermazione del genere, che gli darà sia una vagina che un pene.

 

Il caso riguarda KS, un 33enne nato maschio, ma che ora si identifica come un «femminile dominante» non binario. Usa un nome femminile. Secondo lui, l’intervento chirurgico più appropriato per la sua identità di genere è una «vaginoplastica con conservazione del pene», una procedura offerta presso il Crane Center for Transgender Surgery di Austin, in Texas. Non è disponibile in Canada.

 

Secondo i documenti legali, KS afferma che «ignorare “l’altro terzo”» di lei e il modo in cui si presenta sarebbe invalidante; lei è «entrambi», non esclusivamente l’uno o l’altro ma letteralmente un mix.

 

L’assicuratore ha ribattuto che la vaginoplastica senza rimozione del pene (penectomia) è considerata un intervento sperimentale e non è una prestazione assicurata.

 

Tuttavia, il comitato di appello e revisione dei servizi sanitari dell’Ontario ha annullato la decisione dell’assicuratore. Ha affermato che una vaginoplastica è elencata per la copertura pubblica e che non vi è motivo per cui non dovrebbe includere una penectomia.

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Il caso è attualmente all’esame della Corte Superiore di Giustizia dell’Ontario.

 

Secondo il National Post:

 

«KS ha sostenuto che costringere una persona non binaria a sottoporsi a un intervento chirurgico binario – da maschio a femmina, o da femmina a maschio – non farebbe altro che esacerbare la sua disforia di genere e sarebbe simile a un atto di terapia di conversione, che è stata vietata in Canada dal 2022».

 

«Nella sua decisione, il tribunale d’appello dei servizi sanitari ha fatto riferimento agli standard di cura stabiliti dall’influente World Professional Association for Transgender Health, o WPATH, che considera una vaginoplastica con risparmio del pene una valida opzione di trattamento per le persone non binarie. Il consiglio ha affermato di aver adottato la logica del gruppo trans care secondo cui “presentazioni diverse per genere possono portare a richieste chirurgiche personalizzate individualmente che alcuni potrebbero considerare “non standard”».

 

Questo caso solleva ovviamente importanti questioni sull’etica della chirurgia sperimentale. Ma il capo del Crane Center, Curtis Crane, li ha risolti in modo soddisfacente. Crane è membro della WPATH, l’Associazione professionale mondiale per la salute transgender. In un video promozionale sul suo sito web afferma che «non riesco a pensare a una volta in cui un paziente ha presentato una richiesta chirurgica che non sono stato in grado di soddisfare». Ad esempio: «un uomo trans è venuto da me e voleva una falloplastica ma voleva mantenere la sua vagina e io ho detto, beh, non c’è problema. Non mi è mai stato chiesto di farlo e non c’è mai stato nulla pubblicato a riguardo e non l’ho mai visto, ma sono felice di pensarci».

 

Ha fatto un esame di coscienza e ha scoperto che era etico. Questo era il suo ragionamento: «essere un uomo trans o una donna trans o non binario non ha niente a che fare con la tua anatomia, non ha niente a che fare con quello che hai tra le gambe». Inoltre, ragionava, «se il genere esiste in un continuum, perché allora i miei trattamenti chirurgici dovrebbero essere binari? Non ha alcun senso riconoscere che il genere esiste in un continuum, ma offrirò solo opzioni tutte maschili o tutte femminili».

 

Michael Cook

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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La finanza come arma: preparatevi alla debancarizzazione

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Renovatio 21 ripubblica questo testo di Joseph Mercola apparso su LifeSiteNews nel dicembre 2023. Il tema del debanking o debancarizzazione – ossia, la chiusura improvvisa del vostro conto corrente da parte della vostra banca che potrebbe non dare spiegazioni o farvi capire che lo ha fatto per le vostre idee – è una realtà sempre più vicina anche in Europa. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   Dobbiamo spingere per il decentramento e la libertà tanto quanto i globalisti stanno spingendo il loro Grande Reset. Ciò significa rifiutare tutte le loro allettanti offerte, soprattutto per quanto riguarda il settore bancario e la sorveglianza.   Come riportato in precedenza, a metà luglio 2023, Chase Bank ha chiuso i miei conti aziendali, insieme ai conti personali del mio CEO e CFO – entrambi con me da quasi 20 anni – e ai conti dei loro coniugi e figli. Questo nonostante una nuova legge della Florida vieti specificamente alle istituzioni finanziarie di negare o annullare servizi basandosi su convinzioni politiche o religiose.

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Scuse zoppicanti

All’epoca, l’unica ragione fornita era che avevano riscontrato «attività sospette» su un conto non specificato. Più tardi, un rappresentante ha detto ai giornalisti che le chiusure dei conti sono in genere effettuate solo a fini di antiriciclaggio.   Tuttavia, non sono mai state mosse accuse di riciclaggio di denaro contro di me e, in un vero caso di riciclaggio di denaro, sequestrano i tuoi conti a titolo definitivo. Non ti ordinano di portare la tua attività altrove.   In seguito, in risposta a un’indagine del Chief Financial Officer della Florida Jimmy Patronis, un portavoce di Chase ha risposto che i conti erano stati chiusi perché la mia attività era stata «oggetto di controllo regolamentare da parte del governo federale… per aver intrapreso attività illegali relative alla commercializzazione e alla vendita di prodotti di consumo».   Il portavoce ha affermato che la banca aveva un «obbligo legale» di impedire che i fondi derivanti da tali attività passassero attraverso la propria banca. Il problema di questa «spiegazione» è che l’ultimo «controllo federale» della nostra attività è stato quando la Food and Drug Administration, nel 2021, ci ha inviato una lettera di avvertimento che ci accusava di vendere vitamine C, D, quercetina e pterostilbene avanzate per «mitigare, prevenire, trattare, diagnosticare o curare il COVID-19» in violazione del Federal Food, Drug, and Cosmetic Act.   Tuttavia, una lettera di avvertimento non è la prova di un’attività illegale. È un’accusa. Abbiamo risposto alla lettera della FDA e non sono mai state intraprese ulteriori azioni, perché non avevamo, di fatto, violato la legge.   Se Chase Bank insiste sul fatto che ha un «obbligo legale» di chiudere i conti a me, i miei dipendenti e le loro famiglie, in base a una vecchia lettera di avvertimento della FDA, allora sarebbero anche legalmente obbligati a chiudere i conti ai dirigenti e ai dipendenti di Chase che hanno intenzionalmente beneficiato del traffico sessuale e truffato gli investitori con schemi di investimento illegali, cosa che non hanno fatto.   No, qualcos’altro ha spinto Chase Bank a chiudere i nostri conti e la ragione più probabile sembra essere la relazione della banca con la rete di controllo tecnocratica che sta cercando di inaugurare un governo totalitario mondiale.   Dal nostro debanking, abbiamo scoperto che Chase Bank ha diversi collegamenti con entità che stanno spingendo la distopia orwelliana che è il Grande Reset, sia a livello nazionale che internazionale.   È importante sottolineare che JP Morgan Chase è stato un partner commerciale storico di Bill Gates, tanto da creare insieme un «fondo di investimento» per i vaccini. Quindi, Chase Bank è alla base del profitto derivato dai vaccini di Gates e ha ricavato somme incalcolabili dai vaccini in cui Gates è coinvolto, inclusi i «vaccini» mRNA.

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Chase Bank ha legami diretti con il centro di censura nazionale

Lori Beer, Chief Information Officer di JP Morgan Chase, è diventata membro del nuovo Cybersecurity Advisory Committee della Cybersecurity & Infrastructure Security Agency (CISA) nel dicembre 2021.    Secondo un comunicato stampa, questo comitato consultivo ha il compito di formulare raccomandazioni al direttore della CISA su «politiche, programmi, pianificazione e formazione per migliorare la difesa informatica della nazione».   Due degli argomenti affrontati dal sottocomitato includevano «combattere la disinformazione e la contro-informazione che incidono sulla sicurezza delle infrastrutture critiche» e «trasformare il partenariato pubblico-privato in una vera collaborazione operativa».   Quindi, quello che abbiamo qui è una banca, JP Morgan Chase, che consiglia un’agenzia federale, CISA, su come censurare gli americani e capire come sfruttare questa relazione pubblico-privato per garantire la sopravvivenza di un governo sempre più totalitario e al di sopra della legge.   Con questo in mente, c’è da meravigliarsi quindi che Chase sia stata la prima banca a «punire per associazione?» Non fate confusione, il debanking è l’arma della finanza ai fini del controllo sociale.   Chiudendo i miei conti, quelli del mio CEO, CFO, dei loro coniugi e figli (in realtà escludendoli a vita), Chase Bank ha dato alle persone un assaggio di come le valute digitali delle banche centrali (CBDC) e i punteggi di credito sociale verranno utilizzati per controllarci.   Se si scopre che sei anche solo vagamente associato a un «dissidente», il tappeto che è la tua vita finanziaria ti verrà tolto da sotto i piedi. Lo scopo è che le persone si sorveglino a vicenda ed evitino chiunque non segua la narrativa ufficiale.

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Chase Bank supporta il Complesso Industriale della Censura

Chase è anche l’unica banca rappresentata nel sottocomitato CISA sulla protezione delle infrastrutture critiche da disinformazione e contro-informazione.    I documenti interni della CISA ottenuti da una causa in corso contro il governo degli Stati Uniti mostrano che un rappresentante della Chase Bank, il cui nome è stato redatto, ha partecipato alla riunione della sottocommissione del 1 marzo 2022, in cui il capo sezione della Foreign Influence Task Force (FITF) dell’FBI ha avvertito che «informazioni sovversive» sui social media potrebbero minare il sostegno pubblico al governo degli Stati Uniti e che «l’infrastruttura dei media» deve essere ritenuta responsabile.    I membri del comitato hanno continuato a discutere quale dovrebbe essere l’approccio strategico del governo relativo alla disinformazione e alla contro-informazione, come organizzare al meglio la condivisione delle informazioni tra il settore pubblico e privato e come collaborare attraverso vari canali.   Ora sappiamo che è stato implementato un processo formale che ha consentito ai funzionari governativi di accedere a un portale speciale in cui potevano contrassegnare i contenuti dei social media da rimuovere.   Il comitato ha anche cercato di identificare le entità che avevano «compiuto un adeguato monitoraggio dei social media per il governo». Ora abbiamo la prova che la CISA ha collaborato con un consorzio di censura chiamato Election Integrity Partnership (EIP), in seguito rinominato Virality Project, per censurare illegalmente gli americani. Ho dettagliato questa relazione in «How the Virality Project Threatens Our Freedom».   Perché Chase Bank è stata inclusa in una riunione per individuare il modo migliore per il governo di censurare gli americani? Con tutto ciò che ora sappiamo sulle attività di censura interna incostituzionale della CISA, la risposta più probabile è che l’arma della finanza faceva parte di quel piano e, un anno e mezzo dopo, Chase ha testato questa tattica sui miei dipendenti e sulle loro famiglie.

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Chase Bank ha anche legami diretti con Bill Gates

Come accennato all’inizio di questo articolo, Chase Bank ha anche legami intimi con Bill Gates, così come con il famigerato pedofilo Jeffrey Epstein. Queste connessioni collegano la banca non solo alle imprese globali di traffico sessuale di minori, ma anche al disastroso filantrocapitalismo vaccinale di Gates, all’agenda eugenetica nascosta e al cuore della cabala del governo mondiale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità.   Come riportato da Seamus Bruner, autore di Controligarchs: Exposing the Billionaire Class, Their Secret Deals, and the Globalist Plot to Dominate Your Life, JP Morgan Chase è stato uno dei «più potenti partner commerciali» di Gates.   Nel 2011, la banca ha formato una partnership ufficiale con Gates chiamata Global Health Investment Fund (GHIF), che «ha cercato di trarre profitto dallo sviluppo di vaccini e altre tecnologie sanitarie». Gli investitori in GHIF includevano la Pfizer Foundation, Merck, GlaxoSmithKline ed entità finanziate dai governi di Svezia, Canada e Germania.   Secondo Bruner, il GHIF «ha sostenuto le tecnologie mRNA almeno cinque anni prima della pandemia COVID-19 e almeno quattro delle società in cui il GHIF ha investito – Atomo Diagnostics, Access Bio, genedrive plc e Univercells – hanno lavorato attivamente per affrontare la pandemia COVID-19 attraverso una diagnostica efficiente che aiuta a identificare e tracciare i casi e l’applicazione di tecnologie innovative per lo sviluppo e la produzione di vaccini».   In altre parole, JP Morgan Chase aveva un incentivo diretto e finanziariamente motivato a collaborare con CISA per censurare i distruttori della narrativa ufficiale sul COVID come me e punire me e i miei dipendenti per aver continuato a parlare contro la narrativa anche dopo che eravamo stati sepolti con successo da Google, banditi da tutti i social media e aver avuto il nostro sito web abbattuto dagli hacker e i nostri server di posta elettronica distrutti definitivamente.   Dopo tutto questo, Chase Bank ha intrapreso un’azione contro di noi e, dopo aver appreso che la banca ha sostenuto gli sviluppatori di mRNA per quasi un decennio, le sue azioni ora hanno più senso che mai. Per loro, zittirmi e chiudermi era ciò che si definisce «una questione personale», perché i miei punti di vista rappresentano una chiara minaccia per i loro investimenti.  

Chase ha sostenuto Epstein

Epstein è stato introdotto nella partnership da James Staley, un dirigente senior di Chase Bank che gestiva il rapporto di Epstein con la banca. Intendiamoci, nel 2008, Epstein, di fronte alle accuse federali di reati sessuali, si è dichiarato colpevole di un’accusa minore di istigazione alla prostituzione da parte di una persona di età inferiore ai 18 anni e ha scontato una pena di 18 mesi in un programma di riabilitazione.   Molti sapevano che era un accordo mite che nascondeva una realtà molto più sordida, eppure Chase Bank non aveva scrupoli a mantenere Epstein come cliente. Hanno anche tenuto i conti per le vittime di Epstein e «gestito il flusso di denaro tra di loro», secondo il Washington Post.   Chase Bank non ha chiuso i conti di Epstein fino al 2013 e, anche allora, la banca ha mantenuto con lui un rapporto d’affari segreto che è durato fino al suo arresto per traffico sessuale nel 2019.

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«Lockdown Globale» e il ruolo delle banche

Come spiegato dall’esperta di finanza Catherine Austin Fitts, fondatrice del Solari Report, i banchieri centrali, la maggior parte dei quali sono tecnocrati, hanno creato una società parallela in cui sono al di sopra di ogni legge e controllano quasi tutto, compresa la politica fiscale.   Il loro piano, che è parte integrante del Great Reset, è quello di implementare un nuovo sistema finanziario che suggellerà in modo permanente il loro potere illecito. In breve, il sistema di controllo tecnocratico e il sistema delle transazioni finanziarie sono la stessa cosa.   Questo nuovo sistema di transazioni è la fine delle valute, perché in questo sistema non puoi mai prendere la valuta dalla banca e metterla in tasca. È possibile effettuare transazioni solo digitalmente e tutte le transazioni devono essere convalidate e approvate tramite e dalla banca centrale.   Usando la mia esperienza personale di debanking come esempio, dovrebbe essere facile vedere come questo tipo di sistema di transazione possa essere utilizzato come meccanismo di controllo centrale.   Quando qualcuno esce dallo schema, la sua capacità di effettuare transazioni finanziarie è semplicemente interrotta e non ci sarà nemmeno un essere umano a prendere questa decisione. La punizione finanziaria per il pensiero sbagliato e le associazioni con gli indesiderabili saranno inflitte dall’intelligenza artificiale che gestisce il sistema di credito sociale.   Sapendo questo, le opzioni diventano piuttosto semplici. Possiamo avere una civiltà umana, o possiamo avere una civiltà disumana. Possiamo avere un sistema finanziario in cui il monopolio privato controlla la stampa di denaro, oppure possiamo avere un sistema decentralizzato fondato su denaro sonante.   Sono d’accordo con Fitts, che dice di voler vivere in un mondo in cui la stampa finanziaria è stata decentralizzata e in cui ci impegniamo per la civiltà umana – non una distopia transumanista gestita da tecnocrati immersi nell’ideologia dell’eugenetica.   Dobbiamo spingere per il decentramento e la libertà tanto quanto i globalisti stanno spingendo il loro Grande Reset. Ciò significa rifiutare tutte le loro allettanti offerte, soprattutto per quanto riguarda il settore bancario e la sorveglianza.   Joseph Mercola   Pubblicato originariamente da Mercola.

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Immagine di Thomas Hawk via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial 2.0 Generic  
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Grande Reset

Davos messianica: Klaus Schwab dichiara le élite non elette del WEF come «amministratrici del futuro»

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Nel tentativo di ricostruire la fiducia, il fondatore del World Economic Forum (WEF) Klaus Schwab nomina se stesso e la folla di Davos «amministratori del futuro» in occasione dell’incontro annuale del WEF.

 

Martedì scorso, dando il via all’incontro annuale del WEF a Davos, in Svizzera, lo Schwab si è concentrato sul tema dell’incontro di quest’anno, «Ricostruire la fiducia», senza mai menzionare la ricostruzione della fiducia dei privati ​​cittadini.

 

«Dobbiamo ricostruire la fiducia: fiducia nel nostro futuro, fiducia nella nostra capacità di superare le sfide e, soprattutto, fiducia gli uni negli altri», ha affermato Schwab, riferendosi alla folla di Davos.

 

Il capo del gruppo estremista poi dato una definizione piuttosto peculiare di cosa significhi per lui «fiducia»: «la fiducia non è solo un sentimento; la fiducia è un impegno all’azione, alla fede, alla speranza» ha affermato il calvo guru.

 

 

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Lo Schwabbo ha quindi ribadito la necessità di abbracciare la Great Narrative Initiative del WEF, lanciata nel novembre 2021 in seguito al lancio dell’agenda del Grande Reset un anno prima, affermando che «dobbiamo riscoprire e abbracciare la narrativa che ha guidato l’umanità sin dal suo inizio, agendo come amministratori per un futuro migliore».

 

«Il concetto di fiducia e amministrazione fiduciaria ci obbliga a pensare oltre i confini e oltre le nostre vite», ha affermato Schwab, aggiungendo che «incoraggia la collaborazione rispetto alla concorrenza, la sostenibilità rispetto all’opportunità e l’empatia rispetto all’apatia».

 

«Come amministratori del futuro, abbiamo la responsabilità di far avanzare un mondo che sia più ricco di possibilità, più equo nelle opportunità e più sicuro nelle sue fondamenta. Inoltre, come leader nel governo, nel mondo degli affari e nella società, abbiamo la particolare responsabilità di ricostruire la fiducia nel modo in cui assumiamo il nostro ruolo di amministratori fiduciari».

 

Diventa chiaro, quindi, che il guru stia autonominando se stesso e i partecipanti del vertice di Davos come amministratori del mondo e padroni del futuro collettivo dell’umanità, in un impeto messianico ora quasi totalmente slatentizzato.

 

Significativo come tale evidente «complesso di Dio» venga venduto utilizzando una parola placida e pura, «fiducia».

 

«La fiducia è un pilastro fondamentale della nostra vita sociale, economica e politica. È vitale per la cooperazione, la coesione sociale e istituzioni efficaci e funzionanti. Per ricostruire la fiducia, è fondamentale incarnare l’amministrazione fiduciaria, il che significa prendersi cura del bene comune. Usiamo questo incontro annuale per ricostruire la fiducia esercitando la nostra amministrazione fiduciaria individualmente e collettivamente per salvaguardare il futuro dell’umanità e della natura».

 

Ogni anno che passa a Davos l’autodeificazione dell’élite diventa sempre più spudorata, svergognata.

 

Come riportato da Renovatio 21, poche ore fa la Regina d’Olanda ha parlato di sistemi di tracciamento totale dell’essere umano, dalle transazioni economiche allo status vaccinale. Il filosofo transumanista israeliano gay Yuval Harari si è invece concentrato sulla minaccia all’ordine mondiale costituita dall’elezione democratica di Donald Trump.

 

In passato abbiamo sentito di tutto uscire dal WEF: blackout «benefici», telefonini «costruiti dentro i nostri corpi», microchip nel cervello, esseri umani geneticamente per essere più bassi ed intolleranti alla carne, perfino la privazione dell’acqua come strumento di controllo della popolazione.

 

Nel frattempo, sul palco di Davos si celebrano apertamente riti di quel paganesimo amazzonico tanto caro a Bergoglio, accorciando sempre più la distanza nei confronti dei culti che nei secoli compivano sacrifici umani – gli stessi di cui Davos, in ultima analisi, invoca il ritorno.

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Immagine di World Economic Forum via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic

 

 

 

 

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