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Spirito

Mons.Viganò: persino ChatGPT sa come stanno distruggendo la chiesa

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Renovatio 21 pubblica questa riflessione dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò.

 

Breve riflessione

sul sondaggio di Real Presence Coalition per LifeSite News

 

Potrebbe commentare i risultati del più grande sondaggio condotto tra i Cattolici negli Stati Uniti, secondo il quale la ragione numero 1 per la perdita della fede nella vera presenza di Cristo nell’Eucaristia è la comunione nella mano?

 

Il sondaggio condotto dalla Real Presence Coalition conferma ciò che era già evidente sin da quando Paolo VI autorizzò la modifica della disciplina in materia.

 

Anzitutto, era chiaro che le cosiddette «riforme» imposte da una cupola di Modernisti eversori non rispondevano ad alcuna richiesta «della base». Né il Novus Ordo, né le nuove modalità di amministrazione della Comunione erano il frutto di un reale bisogno del corpo ecclesiale.

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È vero invece il contrario, e cioè che la cosiddetta riforma liturgica doveva aiutare a diffondere tra il Clero e i fedeli la dottrina che essa racchiudeva, facendo sì che la πρᾶξις influisse sulla δόξα. Il concetto riassunto dall’adagio Lex orandi, lex credendi è stato adottato ampiamente dai fautori della riforma conciliare, ma al contrario e dolosamente: in questo caso non è infatti l’oρθοδοξία che determina la ὀρθοπραξία, ma la ἑτεροπραξία che plasma la ἑτεροδοξία.

 

Il fedele a cui è chiesto di inginocchiarsi per ricevere in bocca la Santa Comunione è portato dai gesti che compie a riconoscere nelle Sacre Specie la Presenza Reale e ad aderire alla dottrina cattolica relativa. Analogamente il fedele a cui è chiesto di non inginocchiarsi e di toccare la particola con le mani finisce col credere alla dottrina eterodossa insinuata dai riti riformati. Questo cambiamento dottrinale è ulteriormente favorito nel momento in cui il cambiamento rituale sostituisce una prassi del tutto opposta.

 

Ciò dimostra inequivocabilmente che coloro che hanno messo mano alla Liturgia dopo il Concilio sapevano benissimo quale sarebbe stata la portata dirompente del Novus Ordo nel corrompere la Fede del popolo di Dio. Essi non hanno modificato esplicitamente la lex credendi, ma hanno voluto esprimere le loro deviazioni nella lex orandi, ben sapendo che sarebbe stato molto più semplice far perdere la fede nella Presenza Reale facendo ricevere la Comunione in piedi e in mano, piuttosto di predicare dai pulpiti questi errori continuando ad amministrare la Comunione in ginocchio e in bocca.

 

Il fatto che la Gerarchia abbia imposto ai fedeli la Comunione in piedi e in mano è stato recepito come una sconfessione del passato e un rigetto della dottrina precedente.

 

L’evidenza di questo ragionamento è confermata da una fonte insolita: ChatGPT, un’app di «intelligenza artificiale» conversazionale. Ho provato ad interrogare ChatGTP non perché la consideri una forma vera di intelligenza ma perché il suo sistema di elaborazione dei dati individua rapporti di causalità sul modello matematico ed è quindi interessante vedere come un algoritmo sia in grado di rilevare ciò che la narrazione mainstream finge di non vedere.

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Questa la domanda che ho fatto:

 

Se un Papa volesse indebolire la fede dei Cattolici nella Presenza Reale, come dovrebbe modificare il rito della Comunione?

 

Questa la risposta che ho avuto:

 

Se un Papa volesse indebolire la fede cattolica nella Presenza Reale, potrebbe considerare alcune modifiche al rito della Comunione, come:

 

  1. Rituali semplificati: Ridurre il numero di elementi rituali che sottolineano la sacralità della Comunione, come l’adorazione o la genuflessione.
  2. Elementi simbolici: Promuovere un’enfasi sulla simbologia del pane e del vino, piuttosto che sulla loro trasformazione nel Corpo e nel Sangue di Cristo.
  3. Comunicazione verbale: Utilizzare un linguaggio che evidenzi la Comunione come un atto commemorativo piuttosto che un incontro reale con Cristo.
  4. Modifica delle preghiere: Cambiare le preghiere e i testi liturgici per riflettere una visione più simbolica della Comunione, minimizzando riferimenti alla Presenza Reale.
  5. Flessibilità nell’amministrazione: Consentire forme alternative di ricezione della Comunione che possano sembrare meno sacramentali, come riceverla in forma più informale o senza celebrazione liturgica.

 

Questi cambiamenti potrebbero contribuire a una visione più attenuata della Presenza Reale tra i fedeli.

 

Sappiamo benissimo che la cosiddetta «Intelligenza artificiale» altro non è se non un sistema informatico molto veloce per la raccolta e l’analisi di una mole enorme di dati. Ma proprio per questo possiamo comprendere come una macchina senza coscienza sappia rispondere chiaramente a un quesito, svelando la premeditazione e il dolo di chi ha manomesso la Liturgia della Chiesa per manomettere la sua Fede.

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Dinanzi all’evidenza degli intenti eversivi della rivoluzione conciliare e all’ancor più evidente disastro che essa ha provocato nei fedeli e in tutto il corpo ecclesiale, è indispensabile opporre un’azione contraria, la quale deve necessariamente consistere, da una parte, nel rifiuto sine glossa del Novus Ordo e dell’impianto dottrinale ed ecclesiologico che esso sottende; e dall’altra, nel pieno ritorno al Rito Apostolico Tradizionale, che per stessa ammissione dei fautori del Vaticano II è incompatibile con la loro «chiesa».

 

Questa restaurazione liturgica non può e non deve essere motivata da mere preferenze estetiche o di gusto, bensì dalla consapevolezza che l’unica lex orandi della Chiesa Cattolica è quella sancita da duemila anni di ininterrotta e integrale professione della stessa Fede, e non il frutto di un bricolage ereticale raffazzonato da massoni e protestanti.

 

+ Carlo Maria Viganò

Arcivescovo

 

30 Ottobre 2024

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Spirito

FSSPX, Tonsure e primi ordini minori del 2025 a Ecône

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Il 15 marzo 2025, sabato delle Tempora di Quaresima, mons. Bernard Fellay ha conferito la tonsura clericale a 18 seminaristi della Fraternità San Pio X (un belga, due italiani, undici francesi, due kenioti e due svizzeri). Ha conferito inoltre gli ordini di ostiario e lettore a 14 seminaristi, tra cui un brasiliano, dieci francesi, un italiano, un keniota e un srilankese.       Articolo apparso previamente su FSSPX.News.  

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Geopolitica

Mons. Viganò: «le parole di Zelens’kyj sulla pace sono assurde»

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L’arcivescovo Carlo Mario Viganò ha affidato a X un breve commento sulla notizia secondo cui vi sarebbe stato un colloquio tra il presidente ucraino Zelen’skyj e il cardinale Parolin per il rilascio dei prigionieri di guerra.

 

«Le dichiarazioni di Zelens’kyj suonano assurde, quando si considera che è ancora in vigore la legge – firmata dallo stesso Zelens’kyj– che vieta ogni negoziato di pace con la Russia» scrive monsignore.

 

«Suonano ancora più assurde, quando pensiamo che è sempre Zelens’kyj aver promulgato una legge che permette l’espianto di organi anche senza il consenso del donatore (che poi finiscono sul mercato nero in Europa, negli USA e in Israele) e che l’Ucraina non ha mai smesso – nemmeno durante il conflitto – di commerciare bambini con le cliniche per la maternità surrogata» dice Viganò, riprendendo accuse sul traffico degli organi già sentite, soprattutto da parte russa, e verità autoproclamate dagli stessi interessati sulla continuazione dell’utero in affitto.

 


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Poi l’arcivescovo aggiunge una pennellata oscuro ed inquietante: «senza parlare del traffico di minori che alimenta l’élite pedofila occidentale». Su questo tema, con le sue storie diffuse in tutto il mondo, esistono varie voci ma nessuna conferma diretta – solo qualche grande episodio, come quello di Jeffrey Epstein, emerso drammaticamente negli anni, e un mare di situazioni agghiaccianti che spuntano qua e là vicino a grandi potentati e ad organizzazione transnazionali.

 

«Occorre diffidare di chi parla di pace ma sa benissimo che la propria sopravvivenza politica dipende dal protrarsi della guerra e degli enormi finanziamenti che essa assicura» conclude monsignor Viganò.

 

In passato, sempre in merito a Zelens’kyj e la pace, l’arcivescovo aveva parlato del «paradosso» che «appare nella sua evidenza quando vediamo accusare di estremismo un partito cattolico francese e allo stesso tempo inviare armi e aiuti al regime di Zelens’kyj, sostenuto da gruppi neonazisti che praticano la pulizia etnica contro i propri cittadini russofoni, perseguitano i ministri della Chiesa Ortodossa Russa (e anche di quella Cattolica di rito orientale, sul versante ungherese), ostentano svastiche e simboli hitleriani, inneggiano al criminale Bandera e celebrano lo sterminio degli ebrei di cui costui fu responsabile in Ucraina».

 

In un’intervista di due anni fa per Catholic Family News il monsignore lombardo aveva dichiarato che «l’Ucraina agisce come testa di ariete nella proxy war della NATO contro la Federazione Russa, per cui dovremmo anzitutto smettere di considerare Zelens’kyj come un interlocutore negli eventuali accordi di pace: se non ha contato nulla nella dichiarazione di guerra e nel proseguimento delle azioni militari sinora condotte, non vedo quale dovrebbe o potrebbe essere il suo ruolo a un tavolo di pace».

 

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Spirito

Roma emette il verdetto su Maria Valtorta

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Il Dicastero per la Dottrina della Fede (DDF) ha appena reso pubblica la posizione del Vaticano sugli scritti di Maria Valtorta, ponendo fine a mezzo secolo di dibattito sulla natura delle sue visioni e rivelazioni. Tuttavia, non è detto che questa precisazione ponga fine all’aura di cui ancora godono gli scritti della mistica italiano.   Per una volta nell’attuale pontificato, l’organismo romano preposto a garantire l’ortodossia della fede, presieduto dal cardinale Victor Manuel Fernandez, ha appena pubblicato un comunicato per chiarire la posizione della Chiesa su una questione spinosa: quella delle presunte visioni e rivelazioni che Maria Valtorta (1897-1961) avrebbe ricevuto tra il 1943 e il 1951.   Bisogna dire che il materiale è copioso: 122 quaderni composti da 15.000 pagine manoscritte in cui sono descritti con dovizia di particolari interi tratti della vita di Cristo, in parte pubblicati in un’opera intitolata Il Vangelo come mi è stato rivelato.   Nel 1959, il Sant’Uffizio, un lontano predecessore della DDF, pose Il Poema dell’Uomo-Dio nell’Indice dei libri proibiti, provvedimento accompagnato da un commento tagliente su L’ Osservatore Romano che descriveva l’opera come una «vita di Gesù gravemente romanzata». Questa iscrizione, benché revocata nel 1966 con la soppressione dell’Indice stesso da parte di Paolo VI, lasciò un’ombra persistente sulla legittimità degli scritti.   Nel corso dei decenni, personaggi come Gabriel Allegra, Padre Gabriel Roschini e René Laurentin hanno difeso l’opera, vedendola come una ricchezza spirituale e un aiuto alla fede. Più lucido è il cardinale Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, che ritiene che le visioni di Valtorta non debbano essere considerate di origine soprannaturale, ma un’opera letteraria personale.   Il comunicato stampa del DDF, firmato il 22 febbraio 2025, è stato reso pubblico il 4 marzo, in risposta alle numerose richieste di chiarimenti da parte del clero e della società civile.     Nel testo si legge: «Le presunte “visioni”, “rivelazioni” e “comunicazioni” contenute negli scritti di Maria Valtorta, o comunque a lei attribuite, non possono ritenersi di origine soprannaturale, ma devono essere considerate come semplici forme letterarie utilizzate dall’autore per raccontare, a modo suo, la vita di Gesù Cristo».   L’ex Sant’Uffizio ricorda che la Chiesa aderisce ai vangeli canonici ispirati e non riconosce questo valore normativo a testi apocrifi o simili.   Diversi fattori spiegano questa posizione, che a prima vista può sembrare tardiva. In primo luogo, la continua popolarità dell’opera, alimentata da gruppi di lettura, associazioni come la Fondazione Maria Valtorta e una crescente presenza su Internet, ha indotto alcuni fedeli a supporre erroneamente un’approvazione ufficiale da parte della Chiesa.   Inoltre, analisi teologiche – come quella di padre Guillaume Chevallier – hanno messo in luce alcuni elementi non ortodossi negli scritti del presunto veggente, come una visione di Gesù spesso affettiva o ambigua, rafforzando la necessità di una chiarificazione ufficiale. Più in generale, la DDF è da tempo impegnata in un processo di chiarificazione dei fenomeni mistici.   Resta da vedere se la dichiarazione del 22 febbraio porrà fine alla lunga saga degli scritti di Maria Valtorta, che resta una figura affascinante per molti fedeli, anche se ormai sembra chiaro che i suoi scritti sono più frutto di fantasia letteraria che di rivelazione divina.   Articolo previamente apparso su FSSPX.News.

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