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L’UE indaga su Telegram

La Commissione europea sta indagando per verificare se Telegram abbia violato le norme digitali dell’UE non fornendo numeri di utenti precisi, ha riferito mercoledì il Financial Times, citando alcune fonti.
I funzionari informati sull’indagine dell’UE hanno dichiarato a FT che il Centro comune di ricerca della Commissione sta conducendo un’indagine tecnica per determinare il numero di utenti di Telegram nell’UE.
«Abbiamo un modo attraverso i nostri sistemi e calcoli per determinare quanto siano accurati i dati degli utenti», ha detto Thomas Regnier, portavoce della commissione per le questioni digitali. «E se pensiamo che non abbiano fornito dati accurati sugli utenti, possiamo designarli unilateralmente [come una piattaforma molto grande] sulla base della nostra indagine».
Il Digital Services Act (DSA) dell’UE, entrato in vigore all’inizio di quest’anno, impone alle cosiddette «Very Large Online Platforms» (ossia le piattaforme con oltre 45 milioni di utenti mensili) di rispettare una serie di norme sulla protezione dei dati e sulla pubblicità.
Telegram afferma di avere 41 milioni di utenti mensili nell’UE. Ha rilasciato una dichiarazione domenica, affermando che la società rispetta le leggi dell’UE e le politiche di moderazione dei contenuti, aggiungendo che è «assurdo» affermare che Durov è responsabile dell’uso improprio della piattaforma da parte di malintenzionati.
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A maggio, Telegram ha nominato un rappresentante legale belga per garantire la conformità UE. All’inizio di questo mese, il Belgian Institute of Post and Telecommunications ha annunciato di non essere ancora in grado di dimostrare che Telegram avesse più di 41 milioni di utenti mensili.
Secondo il rapporto di FT, Telegram avrebbe dovuto fornire un numero di utenti aggiornato questo mese, ma non l’ha fatto, dichiarando solo di avere «significativamente meno di 45 milioni di destinatari attivi mensili medi nell’UE».
La mancata fornitura dei nuovi dati pone Telegram in violazione del DSA, hanno affermato due funzionari dell’UE, aggiungendo che è probabile che l’indagine dell’UE riscontri che il numero reale supera la soglia per le «piattaforme online molto grandi».
Come riportato da Renovatio 21, negli scorsi giorni l’UE aveva preso le distanze dall’arresto di Durov, affermando che il DSA, essendo una legge europea, non può avere conseguenze penali, perché i reati possono essere perseguiti dai singoli Stati.
Già in passato, Bruxelles aveva dichiarato di voler regolamentare Telegram accusando la società di nascondere il numero dei suoi utenti.
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Immagine di Radek Kucharski via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
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Macron minaccia di vietare l’uso dei social ai minorenni

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C’est une recommandation des experts de la commission écrans : je porte l’interdiction des réseaux sociaux avant 15 ans. Les plateformes ont la possibilité de vérifier l’âge. Faisons-le.
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) June 10, 2025
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Pornhub sospeso in Francia, VPN alle stelle

I servizi di rete privata virtuale (VPN) hanno registrato un forte aumento della domanda in Francia dopo che Pornhub e diversi altri siti web per adulti hanno sospeso l’accesso agli utenti del Paese. La decisione anticipa l’entrata in vigore delle normative francesi che impongono alle piattaforme per adulti di implementare sistemi di verifica dell’età.
Aylo Freesites, proprietaria di Pornhub, Redtube e YouPorn, ha iniziato a limitare l’accesso mercoledì, reindirizzando i visitatori a un messaggio di protesta contro le misure, sostenendo che mettono a repentaglio la privacy degli utenti e non riescono a tenere i minori lontani dalle sue piattaforme. Un rappresentante ha dichiarato all’AFP che l’avviso spiega «quanto sia pericolosa, quanto potenzialmente lesiva della privacy e quanto inefficace la legge francese».
Giovedì, ProtonVPN ha segnalato un aumento del 1.000% delle registrazioni entro 30 minuti dall’entrata in vigore della sospensione. In un post su X, l’azienda ha affermato che l’impennata è stata maggiore di quella seguita ai tentativi di vietare TikTok negli Stati Uniti.
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Anche NordVPN ha segnalato un aumento significativo della domanda. Un portavoce ha dichiarato a Politico che il servizio ha registrato un aumento del 170% nell’utilizzo, affermando che picchi di questo tipo sono comuni «ovunque le libertà digitali siano minacciate o i contenuti siano censurati».
Secondo la società di monitoraggio Top10VPN, la domanda complessiva di VPN in Francia è aumentata del 334% il 4 giugno, rispetto alla media dei 28 giorni precedenti.
La Francia ha fissato al 7 giugno la scadenza per conformarsi a una legge del 2023 che impone ai siti web per adulti di adottare controlli «robusti» sull’età per impedire ai minori di accedere a materiale esplicito. I siti che non si conformano potrebbero incorrere in multe o essere bloccati completamente in Francia.
Il sistema francese prevede l’utilizzo di software di verifica di terze parti che confermano l’età dell’utente senza raccogliere dati personali. Tuttavia, Aylo ha sostenuto che gli strumenti esistenti sono inaffidabili o presentano ancora rischi per la privacy.
Il rabbino Solomon Friedman, vicepresidente di Ethical Capital Partners, società proprietaria di Aylo, ha affermato che il settore ha invece bisogno di soluzioni sicure a livello di dispositivo. «Google, Apple e Microsoft hanno tutte questa funzionalità integrata nei loro sistemi operativi», ha affermato.
Secondo i dati di Aylo, nel 2024 la Francia è stata la seconda fonte di traffico di Pornhub dopo gli Stati Uniti.
I funzionari francesi hanno difeso le misure, definendole necessarie per proteggere i minori. Il ministro con delega Aurore Berge ha affermato che le piattaforme hanno scelto di abbandonare il progetto e ha sostenuto che la loro assenza avrebbe ridotto i contenuti «violenti, degradanti e umilianti» accessibili ai minori.
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Oltre a Spagna e Grecia, anche la Francia ha sollecitato misure a livello UE mirate a piattaforme come Facebook e X, sottolineando la mancanza di un efficace controllo dell’età.
Pornhub aveva lasciato la Russia dopo l’avvio della guerra ucraina, scatenando la gioia di osservatori come il sacerdote ortodosso padre Andrej Tkachev.
Come riportato da Renovatio 21, l’Unione Europea due settimane fa ha annunziato l’indagine sui quattro maggiori siti porno, tra cui Pornhub, perché sospettati di aver violato le norme, tra cui quelle per la protezione dei minori dall’esposizione alla pornografia online. Tuttavia, appena dietro, è possibile vedere lo sforzo di Bruxelles per trovare un nuovo strumento di introduzione del portafoglio digitale UE, la più grande minaccia alla nostra libertà.
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Immagine focal photo di via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC 2.0
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Tribù amazzonica fa causa al New York Times: «non siamo porno-dipendenti»

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