Terrorismo
L’Iraq dice di aver eliminato il capo dell’ISIS

Il comandante supremo dello Stato Islamico (IS, ex ISIS) in Iraq è stato ucciso, ha annunciato martedì il primo ministro Mohammed Shia al-Sudani.
L’annuncio conferma una dichiarazione sull’uccisione di Jassim Al-Mazrouei, noto anche come Abu Abdul Qader, rilasciata dal Comando centrale degli Stati Uniti (CENTCOM) alla fine della scorsa settimana.
In un post su X, il primo ministro ha scritto: «Mi congratulo con il nostro onorevole popolo per l’uccisione del cosiddetto (Wali dell’Iraq) nell’organizzazione terroristica ISIS, e (8) dei leader senior dell’organizzazione».
أبارك لأبناء شعبنا الكريم مقتل ما يسمى (والي العراق) في تنظيم داعش الإرهابي، و (8) من كبار قيادات التنظيم، في العملية البطولية النوعية لجهاز مكافحة الإرهاب والأمن الوطني، وبإشراف العمليات المشتركة، التي استهدفت جحور الإرهاب المختبئين بها في جبال حمرين.
نشدّ على أيدي أبطال جميع…— محمد شياع السوداني (@mohamedshia) October 22, 2024
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Al-Sudani ha sottolineato che l’«operazione eccezionale» è stata condotta dai servizi antiterrorismo e di sicurezza nazionale del Paese sotto la supervisione del Comando operativo congiunto (JOC) sui monti Hamrin, nel Nord-Est dell’Iraq.
Il premier iracheno ha elogiato le forze di sicurezza, sottolineando che «non c’è posto per i terroristi in Iraq. Li inseguiremo nei loro nascondigli e li elimineremo finché la terra dell’Iraq non sarà ripulita da loro e dai loro atti atroci».
Il JOC ha affermato che l’operazione per eliminare i comandanti dell’ISIS è stata supportata dall’assistenza tecnica e dall’intelligence delle forze della «Coalizione globale».
Le forze irachene hanno intensificato le loro operazioni contro l’ISIS nel 2024. In un’intervista con Bloomberg il mese scorso, al-Sudani ha affermato che lil Paese non ha più bisogno di truppe statunitensi sul suo territorio, perché «l’Iraq nel 2024 non è lo stesso dell’Iraq nel 2014». «Siamo passati dalle guerre alla stabilità».
A settembre, Iraq e Stati Uniti hanno rilasciato una dichiarazione congiunta affermando che Washington avrebbe concluso la missione internazionale guidata dagli americani in Iraq nei successivi 12 mesi. Il Pentagono, tuttavia, ha in seguito chiarito che, sebbene la missione degli Stati Uniti stia cambiando, ciò non costituirà un ritiro completo.
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Dopo la diffusione dell’ISIS in alcune parti della Siria e dell’Iraq nel 2014, le truppe statunitensi erano tornate nel paese. Le operazioni militari della coalizione si sono concluse nel 2021, lasciando circa 2.500 soldati americani sul posto.
Come riportato da Renovatio 21, a maggio 2023 il presidente turco Erdogan in campagna elettorale annunciò l’eliminazione del presunto leader dello Stato Islamico Abu Hussein al-Qurashi, il quale sarebbe stato ucciso in un’operazione dei servizi segreti turchi del MIT in Siria. Si trattava del terzo autoproclamato «califfo» del gruppo terroristico ad essere eliminato negli ultimi 15 mesi.
Al-Qurashi era diventato il quarto leader del gruppo terroristico nel novembre 2022, dopo che il suo predecessore, Abu Hasan al-Hashimi al-Qurashi, era stato ucciso in battaglia. Un comandante sarebbe stato eliminato dalle forze speciali USA in Somalia mesi prima. Un altro capo di rango alto, ma minore, è stato invece individuato mentre viveva tra i rifugiati in Olanda.
Gli USA hanno assassinato un supposto leader dell’ISIS, Maher al-Agal in Siria due anni fa; settimane prima era ucciso un altro supposto leader ISIS nell’area della Siria occupata da Turchia e forze di al-Qaeda.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Terrorismo
Bomba uccide generale russo: le immagini

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🇷🇺💥❗ An IED explosion in Moscow’s Balashikha district killed Yaroslav Moskalik, deputy head of the Russian General Staff’s Main Operations Directorate
The device, packed with shrapnel and linked to a propane gas system, detonated as Moskalik walked nearby, turning a… pic.twitter.com/9urvk73zDy — HOT SPOT (@HotSpotHotSpot) April 25, 2025
BREAKING 🔶🔶
Major General Yaroslav Moskalik, Deputy Chief of the Main Operations Directorate of the Russian General Staff, has been eliminated today in a car explosion in the Moscow region. Rescue teams report he died from an explosive device planted in the vehicle. pic.twitter.com/wzGVOcs09K — Polymarket Intel (@PolymarketIntel) April 25, 2025
El Comité de Investigación ha confirmado oficialmente la muerte del teniente general Yaroslav Moskalik. La explosión se produjo como resultado de la detonación de un artefacto explosivo lleno de metralla
La nefasta “estrategia” de Putin está causando un daño irreparable a Rusia pic.twitter.com/FXFlSbkiyk — Noticias del otro lado (@LadoNoticias) April 25, 2025
Major General Yaroslav Moskalik, the Deputy Head of the Main Operations Directorate of the General Staff of the Russian Armed Forces, was eliminated this morning in the town of Balashikha to the east of Moscow, after a car bomb exploded as he walked past leaving his home. Adding… pic.twitter.com/UrndDGZobZ
— OSINTdefender (@sentdefender) April 25, 2025
Per Russian media, a car exploded in the Moscow suburbs, killing Major General Yaroslav Moskalik, deputy chief of the Russian General Staff’s Main Operational Directorate. The bomb detonated as he passed the vehicle. pic.twitter.com/pQq39cOmRa
— WarTranslated (@wartranslated) April 25, 2025
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Terrorismo
Sale la tensione tra le potenze atomiche India e Pakistan dopo la strage in Kashmir

Le tensioni tra India e Pakistan sono aumentate drasticamente in seguito al mortale attacco nella regione del Kashmir amministrata dall’India, in cui sono morte 26 persone.
L’attacco è avvenuto martedì pomeriggio nella valle di Baisaran, nota come la «mini Svizzera». Il Fronte della Resistenza, un gruppo militante ritenuto legato al Lashkar-e-Taiba, con base in Pakistan, ne avrebbe rivendicato la responsabilità, spingendo Nuova Delhi ad accusare Islamabad di sostenere il terrorismo transfrontaliero.
Il Pakistan ha negato qualsiasi ruolo nell’attacco, accusando invece Nuova Delhi di opprimere la regione e la sua popolazione a maggioranza musulmana.
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Le relazioni tra Islamabad e Nuova Delhi sono tese da decenni. I due vicini hanno combattuto quattro guerre, di cui una non dichiarata, e hanno avuto numerose schermaglie di confine.
Dall’attacco di martedì, le due nazioni hanno adottato misure radicali per inasprire ulteriormente i rapporti diplomatici e commerciali. Le relazioni erano già in una fase di stallo dal 2019, quando il governo del primo ministro indiano Narendra Modi aveva abrogato l’articolo 370 della Costituzione, che garantiva un certo grado di autonomia al Jammu e Kashmir.
L’India è stata la prima a muoversi questa settimana, espellendo i diplomatici pakistani, chiudendo il suo confine terrestre e sospendendo mercoledì l’importante Trattato sulle acque dell’Indo, affermando che la decisione sarebbe rimasta in vigore «finché il Pakistan non abiurerà in modo credibile e irrevocabile il suo sostegno al terrorismo transfrontaliero».
Giovedì Islamabad ha risposto in modo analogo, sospendendo importanti accordi bilaterali e rotte transfrontaliere, chiudendo il suo spazio aereo a tutte le compagnie aeree di proprietà o gestite dall’India e dichiarando i consiglieri indiani per la difesa, la marina e l’aviazione a Islamabad persone non grate.
Secondo quanto riportato da CNN-News18, che cita fonti, le agenzie di Intelligence indiane hanno lanciato l’allarme in merito a nuove minacce rivolte a cittadini non locali, tra cui turisti, personale di polizia e dipendenti delle ferrovie, in particolare nei distretti di Srinagar e Ganderbal nel Jammu e Kashmir.
Nel frattempo, il ministro degli Esteri iraniano Seyed Abbas Araghchi ha offerto il sostegno di Teheran alla promozione del dialogo tra Pakistan e India, in un contesto di crescenti tensioni. In un post su X, Araghchi ha dichiarato che l’Iran «è pronto a usare i suoi buoni uffici a Islamabad e Nuova Delhi per promuovere una maggiore comprensione in questo momento difficile», descrivendo entrambi i Paesi come «vicini fraterni» con profondi legami culturali.
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La direttrice dell’Intelligence nazionale statunitense, Tulsi Gabbard, ha espresso solidarietà all’India in seguito al mortale attacco terroristico in Kashmir. In un post su X, Gabbard ha pregato per le vittime e ha promesso sostegno al Primo Ministro indiano Narendra Modi e al popolo indiano nel perseguire i responsabili del «violento attacco».
Un’operazione di ricerca per catturare tre terroristi fuggiti nelle foreste di Udhampur è entrata nel suo secondo giorno, secondo un funzionario della sicurezza anonimo, citato dal Times of India. Sono in corso operazioni di rastrellamento nel distretto di Udhampur e nelle vicine località di Kishtwar, Kathua, Rajouri e Poonch.
L’esercito indiano, la polizia del Jammu e Kashmir e le unità speciali della Central Reserve Police Force (CRPF) hanno rafforzato un cordone di sicurezza a più livelli attorno all’area di Dudu-Basantgarh per localizzare i sospettati, ha riferito la fonte al quotidiano.
I telefiornali indiani stanno trasmettendo intanto immagini della distruzione delle case dei sospetti terroristi.
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Immagine screenshot da YouTube
Terrorismo
Strage in Kashmir, il vescovo di Srinagar: «attacco vile contro persone innocenti»

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