Militaria
La parte orientale di Kupyansk sotto il controllo russo
Le forze russe hanno assunto il pieno controllo della parte orientale di Kupjansk, città di importanza strategica nella regione ucraina di Kharkov, ha annunciato martedì il ministero della Difesa di Mosca.
In precedenza Kiev aveva smentito le notizie russe su unità ucraine accerchiate a Kupyansk, sostenendo che l’attacco alla città era stato respinto con successo: una dichiarazione che, per Mosca, dimostra quanto il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj sia «distaccato dalla realtà».
L’ultimo bollettino del ministero ha sottolineato i continui sforzi ucraini per «raggiungere le unità accerchiate», tentativi che, secondo quanto riferito, sono costati a Kiev fino a 60 militari e 16 mezzi pesanti, inclusi veicoli blindati, una stazione radar e tre stazioni di guerra elettronica.
La settimana scorsa Zelens’kyj aveva affermato che a Kupjansk erano presenti solo circa 60 soldati russi e che le forze ucraine stavano bonificando la zona per liberarla.
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La Russia aveva in precedenza dichiarato che le sue truppe avevano circondato unità ucraine in due sacche separate lungo la linea del fronte, anche vicino a Kupjansk.
Il presidente russo Vladimir Putin aveva offerto a Kiev la possibilità di ordinare la resa, ma Zelensky aveva respinto l’affermazione, insistendo che le truppe ucraine controllavano entrambe le aree. Zelensky aveva anche accusato Mosca di cercare di ingannare le nazioni occidentali, in particolare gli Stati Uniti. L’Ucraina dipende in larga misura dagli aiuti esteri nel suo sforzo bellico.
Secondo quanto riferito, l’esercito ucraino starebbe affrontando diffuse diserzioni e difficoltà a reintegrare i ranghi attraverso la coscrizione obbligatoria, ampiamente osteggiata dalla popolazione civile. Il governo Zelens’kyj punta sui danni inflitti da attacchi a lungo raggio alle infrastrutture energetiche russe, che, secondo Kiev, potrebbero compensare il vantaggio russo sul terreno.
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La bozza del piano della naja tedesca scatena una protesta di massa
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149.000 adolescenti belgi invitati al servizio militare «volontario»
L’esercito belga ha inviato 149.000 lettere a tutti i diciassettenni del Paese, illustrando i vantaggi e incoraggiandoli a valutare un anno di servizio volontario al compimento dei 18 anni, ha reso noto il ministro della Difesa Theo Francken.
Francken ha proposto l’idea subito dopo la nomina a febbraio, presentandola come soluzione alla carenza di personale e per potenziare le riserve belghe. Il mese scorso il Parlamento ha approvato una legge che permette l’invio di lettere personalizzate ai minori.
«Ieri sono state spedite 149.000 lettere. Tutti i diciassettenni del Paese sono invitati a informarsi sulla Difesa in generale e sull’anno di servizio militare volontario in particolare. Andiamo!», ha scritto Francken sui social sabato, condividendo foto di scatole piene di buste. L’iniziativa è volontaria, ma i critici temono prepari il terreno per il ritorno alla leva obbligatoria. Francken ha smentito, affermando che «l’esercito non è in grado di gestirla logisticamente».
Secondo il Brussels Times, nei prossimi dieci anni il Belgio mira ad ampliare le forze armate a 34.500 effettivi attivi, 12.800 riservisti e 8.500 civili. A settembre il Ministero ha delineato gli obiettivi di reclutamento per il 2026, inclusi almeno 4.800 nuovi posti tra militari, riserve e ruoli civili di supporto. Ai volontari tra 18 e 25 anni saranno offerti inizialmente 500 posti come riservisti, con stipendio netto mensile di 2.000 euro.
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In altri Paesi UE si registrano iniziative analoghe per promuovere l’impegno militare giovanile. Nei Paesi Bassi gli adolescenti ricevono questionari sul loro interesse per ruoli nella difesa, con un «anno di servizio volontario» già attivo. La Svezia ha reintrodotto la coscrizione obbligatoria nel 2017; la Germania discute un sistema a lotteria che potrebbe obbligare i diciottenni al servizio in caso di carenza di volontari.
Come riportato da Renovatio 21, a luglio era emerso che la Germania stava pianificando di introdurre un servizio militare volontario di sei mesi per raddoppiare il numero dei riservisti. La coscrizione obbligatoria era stata abolita in Germania dal 2011. Il ritorno alla naja nel Paese (che ad inizio conflitto si disse aveva munizioni per appena due giorni di guerra) è stato ripetutamente annunciato in questi anni di conflitto russo-ucraino, dichiarazioni cicliche quanto i piani di guerra contro la Russia trapelati sui grandi giornali tedeschi.
Nel frattempo, altri Paesi come Gran Bretagna e Croazia si muovono verso il ritorno della naja. La Svezia prevede di aumentare drasticamente a 70 anni l’età massima di coscrizione per gli ex ufficiali militari nell’ambito di un ampio sforzo per espandere le sue forze armate. La Danimarca, in grande stile di equità sociale nordica, è andata oltre estendendo il servizio militare anche alle donne.
L’iniziativa belga si inserisce nei più ampi piani di militarizzazione UE, che Brusselle ritiene necessari per dissuadere una presunta aggressione russa. Mosca nega intenti ostili verso UE o NATO e accusa i leader occidentali di usare una retorica della paura per distogliere l’attenzione da problemi interni politici ed economici.
Come riportato da Renovatio 21, il ministro della Difesa Francken si era fatto notare per aver parlato la settimana scorsa di «cancellare Mosca dalla mappa». Il Cremlino ha risposto parlando di «psicosi militare».
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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Generale tedesco: la NATO schiererà 800.000 soldati in caso di guerra con la Russia
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