Bizzarria
La Corea del Nord riprende i lanci di palloni di spazzatura

Secondo quanto riportato dai media sudcoreani, che citano i capi di stato maggiore congiunto del Paese, sabato la Corea del Nord ha lanciato circa 240 palloni carichi di rifiuti verso la Corea del Sud, circa dieci dei quali sono atterrati nel Paese vicino.
La Corea del Nord ha iniziato a inviare palloncini pieni di spazzatura verso il suo vicino a fine maggio e da allora ne ha inviati circa 3.600 velivoli di rumenta.
Pyongyang afferma di aver fatto ricorso a queste tattiche non convenzionali per rappresaglia contro i palloncini inviati al Nord contenenti volantini di propaganda. Seul, a sua volta, ha risposto riprendendo le trasmissioni di propaganda quotidiane su vasta scala attraverso gli altoparlanti di confine a metà luglio.
???????????????? North Korea has launched hundreds of balloons filled with trash and waste across the border, Seoul’s military reported on Wednesday.
This action follows a warning from the North of retaliatory measures in response to anti-Pyongyang leaflets sent by South Korean activists. pic.twitter.com/28f5eoQwMK
— DD Geopolitics (@DD_Geopolitics) May 29, 2024
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Secondo la Yonhap News Agency, alcuni dei palloncini sono arrivati nella provincia di Gyeonggi, che circonda la capitale di Seoul. La polizia locale ha confermato di aver ricevuto due segnalazioni di gonfiabili carichi di spazzatura nel fine settimana.
Il capo di stato maggiore congiunto sudcoreano ha affermato che i palloni contenevano frammenti di carta e bottiglie di plastica e che nel loro carico non sono state rilevate sostanze pericolose.
Il lancio di sabato, avvenuto dopo una pausa di oltre due settimane, ha segnato l’undicesima volta che la Corea del Nord invia palloni di questo tipo al suo vicino meridionale.
Il mese scorso, diversi palloni carichi di rifiuti sono atterrati nel complesso degli uffici presidenziali a Seul, ha osservato Yonhap.
All’inizio di giugno, il vice ministro della Difesa della Corea del Nord, Kim Kang Il, aveva annunciato che il suo Paese avrebbe «temporaneamente sospeso lo sbarco di rifiuti oltre confine», sostenendo che la campagna aveva raggiunto i suoi obiettivi. Il funzionario ha tuttavia avvertito che Pyongyang potrebbe riprendere i lanci se Seul intraprendesse ulteriori azioni ostili.
Secondo le autorità sudcoreane, i palloni lanciati negli ultimi mesi contenevano mozziconi di sigaretta, plastica ed escrementi umani; alcuni di essi erano dotati di timer, il che indica che erano stati progettati per scoppiare a mezz’aria.
Commentando le azioni del Nord all’inizio di giugno, il ministro della Difesa sudcoreano Shin Won-sik le ha descritte come «inimmaginabilmente vergognose e meschine per un Paese normale».
Kim Yo Jong, membro dell’organismo politico supremo della Corea del Nord, la Commissione per gli Affari di Stato, a sua volta ha dichiarato che «quando si sperimenta quanto sia spiacevole e stancante ricevere roba appiccicosa, ci si rende conto che non si può parlare di libertà di espressione così facilmente quando si tratta di volantini nelle zone di confine», ha riportato l’agenzia di stampa nordcoreana KCNA.
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Negli ultimi mesi le tensioni tra i due paesi vicini sono aumentate a causa dei test missilistici di Pyongyang e delle esercitazioni congiunte di Seul con gli Stati Uniti sulla penisola.
Pyongyang un mese fa aveva denunciato che l’Occidente sta preparando la «versione asiatica della NATO». Poche setitmane prima, il presidente russo Vladimiro Putin, in visita in Estremo Oriente, aveva dichiarato che la Russia è pronta ad armare la Corea del Nord.
Come riportato da Renovatio 21, varie agenzie di Intelligence occidentali hanno avvertito di attività hacker nordcoreana in corso.
La scorsa primavera i nordcoreani, in un contrattacco nucleare simulato, hanno testato la tecnologia di innesco nucleare.
Dopo lo stralcio dell’accordo militare con Seul, nel corso di questi mesi varie voci da Pyongyang hanno ripetuto che la guerra è solo «questione di tempo».
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Immagine screenshot da YouTube
Bizzarria
Ai nordcoreani è stato ordinato di identificare le donne con tette «antisocialiste»

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Animali
Il Canada vuole eutanasia di massa anche per gli struzzi

Una controversia legata alla gestione di un focolaio di influenza aviaria ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica canadese. Tutto ha avuto inizio nel 2024, quando i proprietari di un’azienda agricola a conduzione familiare nella Columbia Britannica hanno rilevato sintomi compatibili con l’influenza aviaria in alcuni struzzi del loro allevamento. La malattia si è diffusa rapidamente tra gli uccelli, causando la morte di 69 esemplari nel giro di un mese.
Gli struzzi rimasti, tuttavia, non hanno mostrato segni di malattia nei mesi successivi, suggerendo lo sviluppo di una possibile immunità naturale. Nonostante ciò, l’Agenzia canadese per l’ispezione alimentare (CFIA) ha disposto l’abbattimento dell’intero stormo sopravvissuto, considerandolo un rischio per la salute pubblica e per l’industria avicola nazionale.
La decisione ha suscitato una forte reazione da parte della famiglia proprietaria dell’allevamento, che da mesi si oppone al provvedimento attraverso vie legali e mediatiche. La vicenda ha avuto un nuovo sviluppo lo scorso mercoledì, quando la Corte Suprema del Canada ha concesso una sospensione temporanea dell’abbattimento, bloccando l’operazione in attesa di ulteriori decisioni giudiziarie.
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Nonostante la sospensione, gli agenti della CFIA – coadiuvati da oltre 100 agenti di polizia – continuano a presidiare la proprietà, impedendo ogni accesso non autorizzato agli animali. Secondo i proprietari, l’agenzia ha anche vietato loro di effettuare test diagnostici indipendenti sugli uccelli sopravvissuti, con la minaccia di sanzioni che includono multe fino a 200.000 dollari e pene detentive fino a sei mesi per ogni esemplare testato senza autorizzazione.
La CFIA sostiene che la presenza degli struzzi costituisca ancora una minaccia biologica. Tuttavia, alcuni osservatori hanno sollevato dubbi sulle modalità di gestione della situazione. In particolare, è stato segnalato che, nei giorni iniziali dell’intervento, alcuni operatori dell’agenzia sarebbero entrati nell’area senza adeguati dispositivi di protezione individuale, adottando misure di sicurezza più rigorose solo successivamente. Anche le forze dell’ordine, secondo quanto riferito, non avrebbero utilizzato equipaggiamenti protettivi durante le operazioni di sorveglianza.
La famiglia proprietaria della fattoria, denuncia quella che definisce una violazione dei propri diritti. La figlia dei titolari, ha dichiarato: «Non si tratta solo dei nostri struzzi. È una questione più ampia che riguarda i diritti degli agricoltori e la libertà di gestire le proprie terre».
Il caso ha acceso un dibattito pubblico sull’equilibrio tra misure di biosicurezza e diritti individuali, sollevando interrogativi sulla proporzionalità dell’intervento governativo e sulla trasparenza delle valutazioni scientifiche alla base delle decisioni.
Rimane il fatto che il Canada, anche per i grandi pennuti, è capitale dell’eutanasia di Stato che si dirige verso l’eliminazione dei bambini autistici (anche senza consenso dei genitori), i malati mentali in genere, i disabili, i depressi da lockdown, gli angosciati, i poveri – etc. Con contorno di record per le predazioni di organi.
Due anni fa il Canada registrò che una persona su 25 moriva per MAiD, il nome della pubblica eutanasia canadese.
Come riportato da Renovatio 21, un altro caso di eutanasia animale sconvolse gli USA, forse spostando anche qualche voto delle presidenziali: quello dello scoiattolo Peanut, strappato dalle amorevoli braccia del suo addestratore ed eutanatizzato dalle autorità statunitensi.
Perché per il malvagio squirrello che invece terrorizza la California, al momento, non è richiesta la morte di Stato?
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Immagine di Mostafameraji via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Bizzarria
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