Cina
La Cina impone un marchio obbligatorio per contenuti da Intelligenza Artificiale

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Una bozza prevede per la prima volta regole specifiche per il settore, valide per aziende e creatori di contenuti. I video dovranno contenere una etichetta «esplicita». Gli esperti prevedono difficoltà nell’applicazione.
Pechino ha proposto una nuova normativa che prevede l’obbligo di identificare con chiarezza tutti i contenuti generati dall’Intelligenza Artificiale, nel tentativo di arginare l’aumento delle frodi legate all’uso di questa nuova tecnologia.
La bozza contenente le linee guida, pubblicata il 14 settembre scorso e aperta ai commenti del pubblico per un mese, prevede che tutte le immagini, i video e gli audio generati dall’IA siano chiaramente etichettati con un watermark (o filigrana elettronica) e metadati incorporati.
È la prima volta che l’Amministrazione cinese per il cyberspazio propone regole specifiche per la definizione e l’inquadramento di contenuti generati dall’Intelligenza Artificiale.
Secondo le linee guida, i video generati devono contenere un’etichetta «esplicita» visualizzata all’inizio della clip e visibile in ogni momento in un angolo dello schermo.
Vi è inoltre la forte raccomandazione a far lampeggiare l’etichetta stessa in alcuni momenti definiti «appropriati» del video stesso. Anche i metadati che registrano la fonte del file e le informazioni sul copyright – indicati come etichetta «implicita» – devono essere registrati al momento della creazione.
Le regole si applicherebbero non solo alle aziende di IA, ma anche ai singoli creatori di contenuti, alle piattaforme online, agli app store e a qualsiasi altro distributore di contenuti. Sempre secondo le linee guida, le piattaforme di distribuzione dei contenuti hanno l’obbligo di etichettare i file sospettati di essere generati dall’intelligenza artificiale, nel caso in cui vengano a mancare i metadati. Infine, gli app store sono tenuti a garantire che i fornitori di contenuti etichettino correttamente i contenuti generati dall’IA.
Le proposte sono l’ultimo sforzo delle autorità cinesi per combattere l’aumento dei casi di frode legati alla nuova tecnologia.
Secondo la start-up cinese RealAI, nei primi cinque mesi del 2024 in Cina sono stati sottratti oltre 185 milioni di yuan (26 milioni di dollari) utilizzando l’IA, rispetto ai soli 16,7 milioni di yuan dell’intero 2023. La tecnologia Deepfake, la sintesi vocale e i chatbot AI sono elencati come «scenari applicativi tipici ad alto rischio» nelle linee guida, evidenziando il loro potenziale utilizzo per frodare gli utenti.
Tuttavia, analisti ed esperti sottolineano che le nuove direttive potrebbero non essere così facili da applicare all’atto pratico. Fra le voci critiche vi è quella di Ma Ce, avvocato dello studio legale Zhejiang Kinding, specializzato in diritto di Internet, secondo cui le linee guida mancano di una chiara definizione di ciò che costituisce «contenuto generato dall’Intelligenza Artificiale che richiede la filigrana».
L’obbligo per i creatori e le piattaforme online di aggiungere correttamente i metadati ai file generati «porrà delle sfide tecniche», ha aggiunto l’esperto. Le linee guida non specificano inoltre le sanzioni per i creatori e i distributori di contenuti che violano le regole.
La Cina non è l’unico Paese che sta cercando di garantire che i contenuti generati dall’intelligenza artificiale siano chiaramente etichettati. L’Unione Europea, gli Stati Uniti, Singapore e il Canada si stanno muovendo per regolamentare questo settore. Tuttavia, rimangono diversi interrogativi sulle modalità di attuazione delle norme che impongono il watermarking dei contenuti online.
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Pechino scommette sul carbonio per i microchip di domani

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Cina
«Space oil»: la nuova droga tra i giovanissimi di Hong Kong

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Si chiama «olio spaziale» perché la sensazione che provoca è di essere mandati in orbita. Si tratta di una sostanza il cui ingrediente base è un anestetico, l’etomidato, che viene assunto tramite le sigarette elettroniche. Sempre più popolare tra i giovanissimi di Hong Kong, ma anche della Cina continentale e di Taiwan. L’approccio «tolleranza zero» non risponde alle cause vere del fenomeno.
In un video circolato sui media cinesi nei giorni scorsi si vede una ragazzina appena adolescente salire sulla metropolitana di Hong Kong e fumare una sigaretta elettronica. Una volta scesa alla stazione di Tin Shui, la ragazza si deve appendere alla ringhiera della banchina per mantenere l’equilibrio. La polizia interverrà verso sera per arrestare la minorenne, di soli 13 anni, per possesso di droghe pesanti. Oltre alla sigaretta elettronica, infatti, le viene trovata addosso anche una boccetta che contiene «space oil», olio spaziale, una nuova droga in voga tra i giovani di Hong Kong e della regione.
Il mese scorso la città ha vietato la sostanza, il cui componente principale è un anestetico, l’etomidato. Anche altri giovani, di 16 e 18 anni, sono stati arrestati dalla polizia nei giorni scorsi con le stesse accuse. Gli assistenti sociali sostengono che l’olio spaziale sia diventato estremamente popolare tra i giovanissimi perché economico, pratico (viene inalato tramite le cartucce delle e-cigarettes) e dal gusto più gradevole rispetto ad altre sostanze.
Se nel 2023 erano stati fatti solo otto arresti per il contrabbando di olio spaziale, nel 2024 la cifra è salita a 278, tra cui 61 persone di età inferiore ai 21 anni. Secondo il Registro centrale sull’abuso di droghe di Hong Kong, nel 2024 l’olio spaziale era la terza sostanza più comune tra i ragazzi e le ragazze con meno di 21 anni, dopo la cannabis e la cocaina. I minori hanno anche rappresentato circa un quarto dei casi ospedalieri per abuso di olio spaziale. La droga viene mescolata con altri farmaci e vari aromi e poi venduta in forma di cartuccia, con un prezzo compreso tra 100 e 800 dollari di Hong Kong (pari a 12 e 95 euro).
Durante uno degli ultimi blitz della polizia, a un ragazzo di 16 anni sono stati sequestrati 510 milligrammi di etomidato, 2,3 litri di glicerina e 466 capsule da inserire nelle sigarette elettroniche. «Le indagini mostrano che il sospettato avrebbe mescolato l’etomidato con la glicerina per produrre olio spaziale e poi iniettato la miscela nelle capsule delle sigarette elettroniche», ha dichiarato la polizia. «Una stima preliminare mostra che l’etomidato e la glicerina sequestrati possono produrre oltre 600 cartucce».
Già a ottobre dello scorso anno, il deputato Hon Lam So-wai, durante un’udienza parlamentare, spiegava che l’etomidato può essere prescritto solo da un medico. Quando viene svapato, «può produrre un’euforia transitoria e causare dipendenza», ma gli esperti sanitari hanno aggiunto che l’etomidato può anche provocare seri danni al sistema nervoso centrale. La droga, ha confermato il deputato Hon Lam So-wai, ha cominciato a diventare popolare dal 2023, «con alcuni venditori che hanno persino messo palesemente in vendita l’olio spaziale sulle piattaforme dei social media», come Instagram o WhatsApp.
Oltre a vietare la droga (oggi classificata al pari della cocaina) e ad aumentare le pene per chi viene trovato in possesso dell’olio spaziale (fino a sette anni di carcere e un milione di dollari hongkonghesi di multa), la città di Hong Kong ha avviato anche una serie di progetti a scopo preventivo nelle scuole primarie e secondarie. Le forze dell’ordine hanno inoltre aumentato le attività di sensibilizzazione e intensificato le ispezioni, con particolare attenzione alla compravendita online della sostanza.
Anche Taiwan e la Cina continentale hanno messo al bando l’olio spaziale e inasprito le pene, ma gli operatori sociali temono che un atteggiamento di «tolleranza zero» ostacoli i giovani a cercare aiuto psicologico, soprattutto tra coloro che già ne fanno uso per superare eventi traumatici o particolarmente stressanti. Alcuni esperti a contatto con adolescenti hanno riferito che le prime capsule contenenti olio spaziale sono arrivate a Hong Kong dalla Cina continentale, dopo che a ottobre 2023 Pechino aveva aggiunto l’etomidato alla lista di farmaci da tenere sotto stretto controllo.
«I giovani che non hanno una rete di supporto o che non sanno come affrontare l’influenza negativa dei coetanei, o che non hanno un buon modo per affrontare le sfide della salute mentale, sono più propensi a ricorrere alle droghe», ha dichiarato a Hong Kong Free Press Cindy Ng, responsabile dei programmi dell’ong Kely Support Group.
Inoltre, molti giovani che fanno uso di droghe lottano contro l’ansia e la depressione, ha spiegato Eugene Chau, supervisore di Caritas Hugs Centre. «Alcuni hanno un cattivo rapporto con i genitori, con conseguenti continui litigi, mentre altri sono distanti dai loro familiari e non hanno nessuno con cui parlare», ha detto Chau «Quando prendono l’olio spaziale, gli sembra di essere mandati in orbita Si dimenticano dei loro problemi», ha aggiunto l’esperto. «Rispetto alla metanfetamina o alla cocaina, l’effetto non dura a lungo. Quindi salgono nello spazio, poi tornano giù e tornano al lavoro o a scuola».
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Cina
L’amministrazione pubblica cinese spalanca le porte a DeepSeek

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