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La Cina chiude gli orfanotrofi cattolici: l’appello di un sacerdote cinese a Bergoglio

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di Asianews

 

 

Un appello a papa Francesco e alla Chiesa universale perché fermino la chiusura degli orfanotrofi cattolici di bambini disabili mentali e fisici. È tempo di rivedere l’Accordo sino-vaticano: aveva suscitato speranze, ma ora tutto viene tradito in nome della politica.

 

 

Una richiesta al papa e alla Chiesa universale perché parlino in difesa degli orfani – bambini disabili mentali e fisici – che vengono consegnati a strutture statali. Il governo cinese ha infatti decretato la chiusura e la cancellazione di orfanotrofi cattolici che esistono e sono apprezzati da decenni anche da membri del Partito. È di ieri la notizia della chiusura della “Casa dell’aurora” di Zhaoxian. Oltre al male che viene fatto a questi bambini, vi è un male che viene fatto alla Chiesa: quello di sopprimere il più possibile la visibilità della fede e delle sue opere. La riflessione sugli orfanotrofi che vengono chiusi, porta padre Wendao a rivedere l’entusiasmo verso l’Accordo provvisorio Cina-Vaticano. Padre Wendao è un sacerdote del Nord della Cina. Al suo attivo ha diverse lauree e lunghi stage all’estero.

 

 

Negli ultimi tempi si sono diffuse molte notizie sulla chiusura o lo scioglimento di case per bambini disabili o orfani tenute dalla Chiesa cattolica

Negli ultimi tempi si sono diffuse molte notizie sulla chiusura o lo scioglimento di case per bambini disabili o orfani tenute dalla Chiesa cattolica.

 

Fra le più recenti vi sono: la casa San Giuseppe per bambini disabili a Renqiu, Xianxian (diocesi di Cangzhou); la casa Liming (dell’aurora) a Zhaoxian, entrambe nell’Hebei. Vi sono pure notizie riguardo agli orfanotrofi cattolici a Zhangjiakou e Zhengding, anche questi nell’Hebei. Due anni fa è successa la stessa cosa per un orfanotrofio a Baoji (Shaanxi), curato dalle suore del Sacro Cuore.

 

Molti cinesi guardano a queste case per bambini disabili con rispetto e amore; molte persone le visitano e aiutano nel servizio, portando buoni frutti d’amore nella Chiesa e nella società. In questi luoghi le persone apprendono a prendersi cura e rispettare «i piccoli» di Dio.

 

Ho un ricordo vivo di alcuni anni fa, quando sono stato costretto a seguire una sessione di «riforma» nell’Istituto centrale per il socialismo.

 

Molti cinesi guardano a queste case per bambini disabili con rispetto e amore; molte persone le visitano e aiutano nel servizio, portando buoni frutti d’amore nella Chiesa e nella società

Una professoressa del corso ha raccontato la sua esperienza dopo aver visitato quegli orfanotrofi cattolici per i bambini disabili in Hebei. Ella ha detto che quelle case erano ben organizzate dalla Chiesa cattolica e risolvevano alcuni problemi sociali, dato che bambini abbandonati trovavano qualcuno che si curava di loro.

 

La professoressa ha continuato: «I gruppi cattolici mostrano di fare questo lavoro non per il profitto, ma per amore. E lo staff e le suore cattoliche che sono al servizio [di questi bambini] meritano il nostro rispetto. L’amore che essi donano ai bambini abbandonati proviene dalla loro fede in Dio. Questo è un fatto non comune, che si vede di rado in altri settori della società».

 

Insomma: anche se lei era comunista, atea, riconosceva i servizi resi alla società dalla Chiesa cattolica.

 

«I gruppi cattolici mostrano di fare questo lavoro non per il profitto, ma per amore. E lo staff e le suore cattoliche che sono al servizio [di questi bambini] meritano il nostro rispetto. L’amore che essi donano ai bambini abbandonati proviene dalla loro fede in Dio. Questo è un fatto non comune, che si vede di rado in altri settori della società»

Adesso, il governo non solo ignora il meraviglioso contributo e il servizio sociale di alta qualità offerto dalla Chiesa cattolica, ma lo sta distruggendo!

 

Le autorità hanno ordinato alle suore di chiudere gli orfanotrofi e trasferire gli orfani e i bambini disabili che erano con loro, in istituzioni gestite dallo Stato. Da notare che queste persone sono gli stessi rappresentanti del governo che in passato giudicavano una scocciatura e senza significato la registrazione dell’identità di quei bambini.

 

Che è successo? Sono cambiati, divenuti di buon cuore dal giorno alla notte? È chiaro che il proposito del governo non è servire quei bambini abbandonati, ma seguire gli ordini politici dei loro superiori: fare tutto il possibile per ridurre l’influenza della Chiesa cattolica in Cina. Per questa ragione, che si tratti di servizi sociali o della vita della Chiesa, il governo sta sopprimendo tutto senza sosta, o imponendo una serie di misure di controllo!

 

Durante la Settimana Santa e nei giorni di Pasqua di quest’anno, molti fedeli in diverse parti della Cina hanno diffuso messaggi pieni di tristezza perché non potevano partecipare alle liturgie della Settimana Santa.

 

Essi dicono che avrebbero voluto partecipare ai riti, ma le chiese erano bloccate. Centri commerciali e attrazioni turistiche sono aperti: perché non la chiesa?

 

Le autorità hanno ordinato alle suore di chiudere gli orfanotrofi e trasferire gli orfani e i bambini disabili che erano con loro, in istituzioni gestite dallo Stato

Sembra che ciò sia dovuto alla pandemia, ma di fatto si effettua un controllo più serrato sulla Chiesa. Giorni fa si è diffusa un’altra triste notizia da Shanghai: «a causa della pandemia da Covid-19, sarà proibita ogni attività di pellegrinaggio a Sheshan (Shanghai)» nei prossimi mesi, quando di solito si onora e celebra la Madre di Dio benedetta.

 

Casi simili non avvengono solo nelle chiese, ma anche nelle scuole di ogni livello. Il governo ha stretto il controllo sulla fede religiosa di studenti e insegnanti, dalle elementari fino all’università, facendo del loro meglio per controllare ogni ambiente educativo perché non avvenga alcuna attività religiosa o di Chiesa.

 

Alcuni fedeli hanno commentato dicendo che la scuola ha diffuso documenti per fare un’inchiesta sulla fede religiosa di studenti e professori.

 

Lo scopo è giungere a zero credenti in scuola, facendo comprendere a studenti e insegnanti che è meglio non credere in nessuna religione

Coloro che sono stati scoperti ad avere una fede religiosa (e soprattutto i cattolici), alcuni sono stati persuasi ad abbandonare il percorso educativo, altri sono stati messi in guardia con pressioni piscologiche; alcuni insegnanti sono stati minacciati sui rischi per la loro carriera, altri disprezzati in pubblico. Lo scopo è giungere a zero credenti in scuola, facendo comprendere a studenti e insegnanti che è meglio non credere in nessuna religione.

 

Nello scrivere ciò, mi viene in mente l’Accordo (provvisorio) fra Cina e Vaticano. Quando è stato firmato, la Chiesa in Cina si è sentita davvero incoraggiata. Dopo quella firma, tutti attendevano «giorni migliori». In più, un gran numero di persone di chiesa erano entusiasti e per molti fedeli la luce stava finalmente giungendo in Cina. Nei media si diceva perfino che il papa sarebbe venuto in Cina di lì a poco.

 

Di fatto, un’organizzazione non riconosciuta dalla Chiesa – l’Associazione patriottica – ha offuscato i principi dei fedeli e si è innalzata come il modello ufficiale

Alla luce di questa speranza, i fedeli cinesi hanno accettato quei vescovi come pastori ufficiali della Chiesa. Di fatto, un’organizzazione non riconosciuta dalla Chiesa – l’Associazione patriottica – ha offuscato i principi dei fedeli e si è innalzata come il modello ufficiale. Alcuni sacerdoti, che coltivano il «sogno di [diventare] vescovo», agitano la bandiera dell’accordo, senza considerare se vi sono vantaggi per la Chiesa e affrontando la cosa senza vergogna, come al mercato Liu’yin di Pechino, guardando ai propri vantaggi.

 

Era inevitabile che tutto questo avvenisse in conseguenza dell’Accordo sino-vaticano. E l’accordo, come pure le indicazioni date dal papa alla Chiesa cinese dopo l’accordo, mostrano che tale «accordo» va mantenuto. Tutti si aspettavano che ci sarebbero state altre concessioni a favore delle autorità della Chiesa e per gli interessi generali della Chiesa, pensando che la Chiesa avrebbe compiuto presto ulteriori aggiustamenti.

 

Ciò che è accaduto in seguito alla Chiesa in Cina, ha gelato il sentimento dei fedeli. Molte chiese sono state chiuse; ai giovani minori di 18 anni è vietato partecipare a qualunque attività ecclesiale; piccoli centri di commercio della Chiesa [libreria, oggettistica, souvenir,…] sono stati obbligati a chiudere; chiusi anche i seminari minori; pubblicazioni ecclesiali come «Faith Press Weekly» sono state sospese; l’organizzazione «Xinde (fede)» è stata rettificata; tutte le chiese sono obbligate a appendere cartelli e bandiere per promuovere le idee del Partito comunista; e infine, in nome della pandemia, tutte le cerimonie pubbliche della Chiesa sono state bandite.

 

Ciò che è accaduto in seguito alla Chiesa in Cina, ha gelato il sentimento dei fedeli. Molte chiese sono state chiuse; ai giovani minori di 18 anni è vietato partecipare a qualunque attività ecclesiale

In passato, quando accadevano queste cose, la Chiesa cinese (e quella universale) erano pronte a incoraggiare e sostenere. Ora, a causa dell’Accordo, la voce di giustizia del papa è rimasta in silenzio.

 

Forse ha un certo significato anche il fatto che la sede episcopale di Hong Kong sia ancora vacante dalla morte [circa due anni fa] di mons. Michael Yeung Ming-cheung. Questo è un fenomeno molto anormale nella Chiesa. Qualche ecclesiastico dice che anche questo è dovuto all’Accordo provvisorio sino-vaticano.

 

Anche davanti alle proteste di Hong Kong contro la legge sull’estradizione, che ha mosso le manifestazioni di milioni di persone, e la persecuzione, la Santa Sede è rimasta in silenzio.

 

Forse ha un certo significato anche il fatto che la sede episcopale di Hong Kong sia ancora vacante dalla morte [circa due anni fa] di mons. Michael Yeung Ming-cheung. Questo è un fenomeno molto anormale nella Chiesa. Qualche ecclesiastico dice che anche questo è dovuto all’Accordo provvisorio sino-vaticano.

Pur essendo il campo missionario più significativo dell’Asia, gli affari della Chiesa in Cina sono stati deviati dalla Congregazione per l’evangelizzazione die popolo – responsabile del lavoro in quell’area missionaria – ed è ora sotto la diretta responsabilità della Segreteria di Stato.

 

Gli affari della Chiesa sono divenuti politici, e tutto serve la politica. Per questo, abbiamo spesso sentito il card. Pietro Parolin dire che «siamo positivi e ottimisti verso le relazioni Cina-Vaticano.  La Santa Sede sta facendo ogni sforzo per assicurare la vita normale della Chiesa cinese, compresa la libertà di credere e la comunicazione con il papa».

 

Anche l’ottimismo del card. Parolin viene dalla speranza suscitata dalla firma dell’Accordo provvisorio. Seguendo questa mentalità, tutti sono fiduciosi, specie quei vescovi che hanno «cariche pubbliche». La loro voce celebrativa e fiduciosa copre la realtà della Chiesa, che è perseguitata, e copre le altre voci piene di dolorose emozioni.

 

In Cina, le persone che credono in Cristo sono una minoranza. Esse sono spesso discriminate e soppresse. Il mondo esterno fa fatica a sentire la loro voce. E ora, con le grida alternative di questi vescovi con «cariche pubbliche», le voci vere sono ancora più coperte.

Anche davanti alle proteste di Hong Kong contro la legge sull’estradizione, che ha mosso le manifestazioni di milioni di persone, e la persecuzione, la Santa Sede è rimasta in silenzio

 

Fra i bambini che le suore accolgono, la maggior parte di loro sono disabili, alcuni fisici, altri mentali. Sono persone che hanno bisogno della sollecitudine degli altri; essi sono abbandonati dai genitori e dalla società e soffrono dolori fisici ed emozionali.

 

Davanti a queste ingiustizie, essi sono la voce più debole. E ora di fronte a questa realtà pesante, la Chiesa universale rimarrà ancora in silenzio e ignorando il loro grido di aiuto?

 

Davanti a queste ingiustizie, essi sono la voce più debole. E ora di fronte a questa realtà pesante, la Chiesa universale rimarrà ancora in silenzio e ignorando il loro grido di aiuto?

Infine, vorrei chiedere al papa, padre della Chiesa universale: Santità, la prego, ascolti questa voce, la più debole e la più vera della Chiesa in Cina.

 

 

Padre Wendao

 

 

 

 

 

Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione Asianews e le sue campagne.

 

 

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

 

 

 

Immagine di Kate Janis via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)

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Animali

Scoperto in India un serpente lungo quanto uno scuolabus. Probabilmente pure molto meno letale

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Gli scienziati dell’Istituto indiano di tecnologia Roorkee, in India, hanno pubblicato un articolo sulla rivista Scientific Reports per discutere della loro scoperta del Vasuki Indicus, una nuova specie di serpente gigante, vissuto circa 47 milioni di anni fa nello Stato indiano del Gujarat.

 

I resti del gargantuesco serpentone sono stati trovati nella miniera di carbone di Panandhro, nella regione di Kutch. Il suo nome è stato scelto in riferimento al luogo del ritrovamento e alla leggendaria creatura simile a un serpente associata alla divinità induista Shiva.

 

I ricercatori hanno osservato 27 vertebre, per lo più in buono stato di conservazione e alcune delle quali ancora articolate, che sembrano essere state raccolte da un individuo adulto. I pezzi ossei hanno dimensioni comprese tra 37,5 e 62,7 millimetri in lunghezza e tra 62,4 e 111,4 millimetri in larghezza, indicando un corpo ampio e cilindrico.

 

Sulla base di queste misurazioni, gli scienziati hanno ipotizzato che l’esemplare di Vasuki Indicus di cui facevano parte potesse raggiungere una lunghezza compresa tra 10,9 e 15,2 metri.

 

«Il team, guidato da Debajit Datta e Sunil Bajpai, ha scoperto i resti fossili della specie, che poteva raggiungere una lunghezza stimata tra gli 11 e i 15 metri, praticamente quanto uno scuolabus» scrive La Stampa.

 

Tuttavia non è dato sapere quanto letale per l’uomo potrebbe essere stato il rettilone. Sappiamo invece perfettamente quando posso ferire, di questi tempi, il suo termine di paragone, lo scuolabus.

 

«Autista dello scuolabus ha un malore e muore a Chiavari: aveva appena concluso il giro con i bambini»: Il Messaggero di due settimane fa.

 

«Incidente a Cittadella: autista di scuolabus ha un malore e va a sbattere contro una corriera». Il Resto del Carlino, 25 gennaio 2023.

 

La Spezia, maggio 2022: «Malore improvviso per l’autista dello scuolabus, mezzo fa un volo di venti metri». Lo riporta La Città della Spezia.

 

«Padova, autista di scuolabus muore alla guida». Automoto, ottobre 2023.

 

Corridonia, provincia di Macerata: «Malore fatale in strada, arrivano i soccorsi e uno scuolabus resta bloccato sui binari mentre arriva il treno». Il Resto del Carlino, il mese scorso.

 

Ottobre 2023: «Autista di scuolabus ha un malore alla guida: Jessica muore a 15 anni schiacciata dal mezzo». Lo riporta il Corriere Adriatico.

 

Stati Uniti, aprile 2023: «L’autista dello scuolabus ha un malore: studente di 13 anni prende il controllo del mezzo».

 

Roma, dicembre 2022: «Scuolabus fuori strada a Roma, paura per 41 bambini: Malore dell’autista». Lo riporta IlSussidiario.net.

 

Renovatio 21 ha riportato tanti altri casi.

 

«I ricercatori ipotizzano inoltre che il predatore preistorico cacciasse in modo lento, come le anaconde» scrivono gli scienziati scopritori del serpentazzo indico.

 

Abbiamo imparato invece che il suo termine di paragone, lo scuolabus, miete vittime all’improvviso.

 

«Malori improvvisi» del conducente, che rischiano di tirare giù con loro le vite di diecine di bimbi trasportati.

 

E quindi: cosa è più pericoloso? Il boa preistorico di 15 metri o mandare il proprio figlio a scuola?

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Essere genitori

Il 25% dei bambini di età compresa tra 3 e 4 anni possiede uno smartphone: studio

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Uno studio condotto dall’autorità governativa di regolamentazione delle comunicazioni nel Regno Unito ha rilevato che un quarto dei bambini di soli 3-4 anni possiede uno smartphone. Lo riporta il giornale britannico Telegraph.   Dallo studio di Ofcom è infatti emerso che un quarto di tutti i bambini sotto i 7 anni possiede un dispositivo intelligente, con un aumento di circa il 5% in un anno.   I dati per i bambini di età inferiore a 7 anni sono stati forniti dai genitori, quindi il numero reale potrebbe essere molto più alto se alcuni genitori scegliessero di essere liberali riguardo alla verità.   Lo studio ha rilevato che quasi il 60% dei bambini di età compresa tra gli 8 e gli 11 anni possiede un telefono e, quando si arriva ai 12-17 anni, essenzialmente tutti i bambini possiedono uno smartphone.   Ofcom ha osservato che «i bambini delle scuole materne sono sempre più online e godono di una maggiore indipendenza digitale da parte dei genitori».   Lo studio ha anche scoperto che i bambini riescono ad aggirare i controlli sull’età per accedere alle app dei social media, semplicemente inventando la loro data di nascita.

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Più della metà (51%) di età inferiore ai 13 anni utilizza un’app di social media di qualche tipo sui propri telefoni, nonostante il fatto che la maggior parte delle app di social media richieda che gli utenti abbiano più di 13 anni.   Un totale del 40% dei bambini di età compresa tra 8 e 17 anni ha dichiarato a Ofcom di aver mentito sulla propria età per accedere a un’app.   Nella fascia di età 5-7 anni, un terzo dei genitori ha affermato che i propri figli utilizzano le app completamente senza supervisione e un terzo ha affermato di consentire ai propri figli di utilizzare le app prima che raggiungano l’età minima consigliata.   Il commissario governativo per l’infanzia britannico, Rachel de Souza, ha commentato che «l’uso dei social media e delle piattaforme di messaggistica da parte dei minorenni è molto diffuso. Le tutele previste dall’Online Safety Act devono essere implementate in modo rapido e deciso, con efficaci garanzie sull’età».   I risultati arrivano mentre il governo di Londra sta valutando la possibilità di attuare un divieto totale per i minori di 16 anni di acquistare smartphone, scrive Modernity News.   Tuttavia, tale legge non impedirebbe ai genitori di acquistare i dispositivi e di darli ai bambini, come avviene nella stragrande maggioranza delle case. Il governo sta anche valutando una legge che richiederebbe l’approvazione dei genitori quando i bambini di età inferiore ai 16 anni si iscrivono ad account sui social media.   Richard Collard della National Society for the Prevention of Cruelty to Children ha sottolineato che «il numero di bambini molto piccoli che utilizzano i social media indica un fallimento sistemico da parte delle aziende tecnologiche nel far rispettare i limiti di età da loro stabiliti”.   Gli studi hanno dimostrato che esistono ampie prove che l’uso dei social media è collegato ad un aumento dell’ansia, della depressione e ad un declino del benessere mentale tra i giovani. Le connessioni tra telefonino e l’aumento del cortisolo – l’ormone dello stress – sono discusse da diversi anni.   Come riportato da Renovatio 21, una curiosa circolare del ministero dell’Istruzione italiano dell’anno scorso descriveva lo smartphone come una droga «non diversa dalla cocaina».   Negli anni è emerso che le app degli smartphone spiano i bambini su «una scala scioccante», hanno rivelato esperti a Children’s Health Defense.

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«Influencer» per genitori condannata per abusi su minori

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Una madre americana di sei figli, i cui consigli online sui genitori hanno attirato più di due milioni di abbonati su YouTube, è stata condannata il mese scorso ad almeno quattro anni di carcere con l’accusa di aggravamento di abusi su minori.

 

Ruby Franke, 42 anni, che gestiva il canale YouTube «8 Passengers», ora cancellata, è stata arrestata lo scorso agosto nello stato americano dello Utah quando suo figlio dodicenne malnutrito è scappato dalla casa di un’altra donna, Jodi Hildebrandt, 54 anni, per chiedere cibo e acqua a un vicino.

 

Il bambino era stato legato con nastro adesivo e aveva ferite aperte visibili a causa dell’essere stato legato con una corda, secondo i documenti della polizia. Hildebrandt, con il quale Franke collaborava in un’impresa commerciale separata, è stata condannata alla stessa pena detentiva di quattro pene da uno a 15 anni ciascuna.

 

Entrambe si erano dichiarate colpevoli a dicembre delle accuse di abuso aggravato di secondo grado su minori.

 

 

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Scusandosi con i suoi figli dopo la sua condanna, Franke ha detto di aver «creduto che l’oscurità fosse luce e che il giusto fosse sbagliato. Farei qualsiasi cosa al mondo per voi. Ho preso da voi tutto ciò che era tenero, sicuro e buono». Nella sua stessa dichiarazione, la Hildebrandt ha detto che spera che i bambini possano «guarire fisicamente ed emotivamente».

 

Durante il processo dell’anno scorso, il pubblico ministero Eric Clarke ha detto alla corte che due dei figli di Franke erano stati costretti a vivere in un «ambiente simile a un campo di concentramento» e gli erano stati «regolarmente negati cibo, acqua, letti in cui dormire e praticamente ogni forma di divertimento».

 

 

La Franke aveva creato il suo canale YouTube «8 Passengers» nel 2015 e l’estate scorsa aveva accumulato 2,3 milioni di abbonati, molti dei quali attratti dai video della vita familiare suburbana di Franke.

 

Tuttavia, alcuni spettatori si sono preoccupati nel 2020 quando uno dei suoi figli ha detto in un video che aveva dormito su un pouf per sette mesi. Altri video descrivevano Franke che tratteneva il cibo dai suoi figli e «annullava» il Natale come punizione.

 

Il canale YouTube «8 Passengers» è stato cancellato nel 2022, lo stesso anno in cui la Franke si era separata dal marito Kevin.

 

Nell’ambito di un patteggiamento, Hildebrandt – che ha collaborato con Franke in una serie di video di «life coaching» – ha ammesso di essere a conoscenza degli abusi sui minori e di aver costretto uno dei figli di Franke a «saltare più volte in un cactus».

 

Ha aggiunto che Franke aveva detto ai suoi figli che erano «malvagi e posseduti» e dovevano «pentirsi».

 

In una dichiarazione rilasciata dal suo avvocato prima del processo l’anno scorso, Kevin Franke ha chiesto che fosse inflitta la pena massima al suo ex partner per l’abuso «orribile e disumano» dei suoi figli.

 

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Immagine screenshot da YouTube

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