Militaria
Kim Jong-un chiede «un’accelerazione» nella preparazione della guerra

Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha affermato che Pyongyang deve aumentare la sua preparazione alla guerra in quelli che ha definito atti di confronto «senza precedenti» contro il paese da parte degli Stati Uniti. Lo riporta la Korea Central News Agency (KCNA), l’agenzia di Stato nordcoreana.
Mercoledì, parlando alla riunione di fine anno del Partito dei Lavoratori al potere a Pyongyang, Kim ha invitato vari settori – tra cui le armi nucleari, le munizioni e la protezione civile – ad «accelerare ulteriormente i preparativi di guerra». Kim «ha stabilito i compiti militanti dell’Esercito popolare e dell’industria delle munizioni, delle armi nucleari e dei settori della protezione civile per accelerare ulteriormente i preparativi di guerra», ha aggiunto l’agenzia.
Kim ha anche avvertito che la «situazione militare» nella penisola coreana è diventata «estrema» a causa delle mosse conflittuali «senza precedenti» da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati regionali. In risposta a queste minacce, Kim ha anche affermato che Pyongyang espanderà le sue cooperazioni strategiche con Paesi «indipendenti antimperialisti», aggiunge il rapporto KCNA.
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All’incontro di fine anno dello scorso anno, Kim ha affermato che Pyongyang deve «aumentare esponenzialmente l’arsenale nucleare del Paese».
Le parole di Kim arrivano in un momento in cui le tensioni nella penisola sono alle stelle – e si tratta di equilibri che, da ambo le parti, coinvolgono le bombe atomiche.
Washington, insieme a Seul e Tokyo, ha aumentato le esercitazioni militari negli ultimi mesi a seguito di una serie di test sulle armi condotti quest’anno da Pyongyang. All’inizio di dicembre, gli Stati Uniti hanno schierato un sottomarino a propulsione nucleare nella città portuale sudcoreana di Busan e hanno condotto esercitazioni con bombardieri a lungo raggio su Tokyo e Seul.
Pyongyang ha descritto tali esercitazioni militari congiunte come «mosse provocatorie intenzionali di guerra nucleare da parte degli Stati Uniti». È stato riportato che le manovre congiunte Washington-Seul sarebbero state attaccate da hacker nordcoreani.
A novembre, la Corea del Nord ha lanciato con successo un satellite spia da ricognizione, che ha portato alla sospensione dell’accordo militare del 2018 sulla penisola – il Comprehensive Military Agreement (CMA). Secondo i termini dell’accordo, il Nord e il Sud – che rimangono tecnicamente in guerra – avevano concordato di «cessare completamente tutti gli atti ostili reciproci».
Come riportato da Renovatio 21, la Corea del Nord si è ritirata da un accordo del 2018 volto a ridurre le tensioni militari con Seul, promettendo di schierare ulteriori forze nella zona demilitarizzata (DMZ) dopo che il Sud aveva dichiarato che avrebbe revocato una no-fly zone precedentemente concordata per l’area.
Quest’anno, Pyongyang ha anche sancito il suo status di potenza nucleare nella sua costituzione e ha testato il suo missile balistico intercontinentale (ICBM) più avanzato.
Oltre a dettagliare gli obiettivi militari e difensivi della Corea del Nord, Kim ha anche delineato gli obiettivi economici e agricoli di Pyongyang, sostenendo che è stato un «anno decisivo» per il piano quinquennale di sviluppo del paese e ha chiesto di «stabilizzare la produzione agricola ad un livello elevato».
Due mesi fa il Nord Corea aveva condannato il recente dispiegamento di bombardieri americani con capacità nucleare nel Sud, avvertendo che gli aerei diventeranno i suoi «primi obiettivi di distruzione» in caso di un conflitto reale.
Come riportato da Renovatio 21, sette mesi era emersa la volontà degli USA di inviare in Corea del Sud sottomarini con missili balistici e bombardieri nucleari B-52 Stratofortress e B-2 Spirit.
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Il Carrier Strike Group 11 della Marina degli Stati Uniti, guidato dalla sua nave ammiraglia, la portaerei USS Nimitz, è arrivato in un porto militare sudcoreano alla fine di marzo, poco dopo che Pyongyang ha svelato le sue nuove e più piccole testate nucleari, che presumibilmente possono essere montate su missili balistici a corto raggio.
Alla fine di giugno, un bombardiere strategico statunitense B-52 ha preso parte alle esercitazioni congiunte con la Corea del Sud.
Solo due settimane dopo, l’America aveva anche schierato il suo sottomarino missilistico balistico di classe Ohio, l’USS Kentucky, in Corea del Sud. Armato con 20 missili balistici Trident II, il sommergibile trasporta un totale di 80 testate nucleari.
Mesi fa, durante un ulteriore capitolo dell’escalation, la Corea del Nord aveva lanciato il suo primo missile balistico intercontinentale a combustibile solido. Da rilevare anche il fatto che Pyongyango dichiara di aver effettuato esperimenti di tecnologia missilistica ipersonica, della quale come noto gli USA non ancora dispongono.
Ancora più preoccupante, specie per gli USA sono i ripetuti test da parte della Corea del Nord di armi in grado di provocare tsunami radioattivi in grado di affondare la flotta nemica e distruggere basi e città costiere.
«Ora, la domanda non è se scoppia una guerra nucleare nella penisola coreana, ma chi e quando inizia» ha avvertito il ministro della Difesa nordcoreano, generale Kang Sun-nam, in una dichiarazione resa pubblica ad agosto e presentata alla XI Conferenza internazionale sulla sicurezza di Mosca.
Poche settimane fa è emerso che la Corea del Nord ha messo le armi nucleare nella sua Costituzione.
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Immagine screenshot da YouTube
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Militaria
Come Putin ha passato il suo 73° compleanno: simboli e significati

Il presidente russo Vladimir Putin ha raccontato il significato della scelta di celebrare il suo 73° compleanno, lo scorso 7 ottobre, insieme ai militari nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo di San Pietroburgo. Le sue parole sono arrivate durante la conferenza stampa del 10 ottobre a Dushanbe, capitale del Tagikistan, in risposta a una domanda del conduttore televisivo Pavel Zarubin.
Lo Zarubin ha ricordato che il capo del Cremlino aveva trascorso il suo compleanno «con i militari nella Cattedrale di Pietro e Paolo a San Pietroburgo, nel sepolcro con le tombe degli imperatori russi, a partire da Pietro il Grande». Poi ha chiesto: «Perché lì? E perché con i militari?»
Putin ha risposto offrendo quella che ha definito una lezione di storia e cultura russa, sottolineando il ruolo delle forze armate nel destino del Paese:
«penso che sia chiaro il motivo per cui ero con i militari. Perché il destino della Russia è in gran parte, è sempre esclusivamente nelle mani del popolo russo. E in questo momento, i nostri militari sono in primo piano, in prima linea, nel senso letterale e figurato del termine».
«Come avrete notato, ho incontrato i comandanti di tutti i nostri gruppi di forze attivi sulla linea di ingaggio. Li ho invitati alla cerimonia di Pietro e Paolo» ha spiegato il presidente della Federazione Russa. «Perché? Credo sia chiaro. Perché fu Pietro I a gettare le fondamenta essenziali dello Stato russo contemporaneo, comunque lo si voglia chiamare: Impero Russo o Unione Sovietica… Nel frattempo, i nostri militari in generale – comandanti, soldati e ufficiali sul campo – stanno, di fatto, difendendo ciò che Pietro I creò e ciò che i suoi successori continuarono a rafforzare… Cioè, quel giorno abbiamo reso omaggio a coloro che hanno dato un contributo unico e fondamentale alla fondazione del nostro Stato».
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Putin ha spiegato di aver poi proseguito la giornata con un aggiornamento operativo insieme ai comandanti. «Abbiamo avuto un incontro con i colleghi militari. Mi hanno riferito sulla situazione in ogni sezione del fronte, le sezioni di cui erano personalmente responsabili. Dopo l’incontro, abbiamo pranzato insieme, continuando, di fatto, la stessa conversazione in modo informale».
Alla domanda di Zarubin se i presenti gli avessero portato dei regali, Putin ha sorriso: «certo che sì. C’erano diversi regali a tema militare: statuette e libri. Eppure due di questi hanno un valore speciale. Uno dei comandanti mi ha dato due icone che i nostri soldati indossavano, e quelle icone hanno salvato loro la vita. Le icone erano segnate dai proiettili e i soldati me le hanno inviate in dono. Sono loro molto grato. Farò in modo di trovarle e parlare con loro. Anche ora, cogliendo l’occasione, vorrei trasmettere loro, tramite i media, le mie più sincere parole di gratitudine. E che il Signore li protegga come ha fatto prima».
Il Cremlino ha successivamente diffuso una galleria fotografica che mostra Putin, il ministro della Difesa Andrei Belousov, il capo dell’FSB Aleksandr Bortnikov e diversi comandanti militari durante la cerimonia religiosa nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, dove è sepolto Pietro il Grande.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Militaria
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