Geopolitica
Israele ora occupa il 70% di Gaza

Dopo aver sottratto circa il 70% del territorio di Gaza, Israele ha ora compresso 2,2 milioni di abitanti di Gaza in 42 miglia quadrate (circa 108 chilometri quadrati), con pochissime infrastrutture ancora funzionanti. Lo riporta EIRN.
La popolazione per miglio quadrato è ora di oltre 52.000 abitanti, oltre 37 volte più densa dei densamente popolati Paesi Bassi (e oltre 41 volte più densa di Israele stesso).
«Mentre il ghetto di Varsavia al suo apice era 6-7 volte più affollato di Gaza oggi, i nazisti, va ricordato, gestivano i campi di concentramento con due pasti al giorno, per quanto patetici (un litro di zuppa di patate e circa 300 grammi di pane nero, serviti con circa 25 grammi di salsiccia, o margarina, o un cucchiaio di marmellata o formaggio)» nota EIRN.
Le ultime simulazioni dei dati della FAO, un’agenzia delle Nazioni Unite con sede a Roma, indicano che un abitante medio di Gaza, fino a un mese fa, consumava solo 1.400 calorie al giorno, circa il 39% in meno del livello di sussistenza. Alcuni abitanti di Gaza vivono sicuramente al di sopra del livello di sussistenza, ma questo significa anche che molti di loro consumano meno di 1.400 calorie al giorno.
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Come riportato da Renovatio 21, a fine marzo 2024 un rapporto ONU riferiva quella di Gaza come una «fame catastrofica», portando alla luce il tema dei bambini che stanno letteralmente morendo di fame a Gaza. Un articolo dell’Associated Press di mesi fa indicava che quella di Gaza è una «fame artificiale».
A maggio la direttrice esecutiva del Programma Alimentare Mondiale (WFP), Cindy McCain, ha dichiarato in un’intervista a «Meet the Press» che «c’è una carestia, una carestia in piena regola nel Nord, e si sta spostando verso sud».
Secondo l’ONU, il 90% della popolazione gazana è sfollata.
L’ONU ha documentato ingenti perdite civili a Gaza e ha criticato le tattiche militari di Israele, suggerendo che alcune azioni potrebbero costituire gravi violazioni del diritto internazionale, tra cui crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Amnesty International ha pubblicato un rapporto secondo cui il genocidio è l’«unica conclusione ragionevole» per i crimini di Israele a Gaza, tra cui il blocco degli aiuti alimentari e della fornitura di acqua.
Come riportato da Renovatio 21, il giornale israeliano Haaretz due mesi fa aveva lanciato un appello al mondo al fine di chiedere che lo Stato Ebraico sia costretto a «smettere di affamare Gaza».
Le forze di difesa israeliane (IDF) a fine maggio avevano annunciato l’intenzione di occupare il 75% della Striscia di Gaza entro due mesi.
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Immagine del 10 ottobre 2023 di Palestinian News & Information Agency (Wafa) in contract with APAimages via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Geopolitica
Lavrov all’ONU parla di rinazificazione tedesca: «hanno lo stesso obiettivo di Hitler»

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Geopolitica
Falliscono i colloqui Siria-Israele

I negoziati tra Israele e Siria hanno subito un «ostacolo dell’ultimo minuto» a causa della richiesta israeliana di stabilire un corridoio sicuro in territorio siriano. Lo riporta l’agenzia Reuters, citando fonti.
Israele aveva proposto l’apertura di un «corridoio umanitario» verso la provincia di Sweida per fornire aiuti, ma Damasco ha rifiutato, considerandola una violazione della sovranità nazionale, ha riportato Reuters venerdì. Le forze israeliane hanno occupato la Siria meridionale dopo la caduta del governo di Bashar Assad a dicembre.
Fonti siriane e statunitensi hanno indicato che la richiesta di Gerusalemme Ovest ha fatto naufragare l’accordo.
Venerdì mattina, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato l’avvio dei colloqui tra i due Paesi. «Le vittorie di Israele sull’asse terroristico iraniano hanno aperto possibilità di pace impensabili due anni fa. Prendiamo la Siria: oggi abbiamo avviato seri negoziati con il nuovo governo siriano», ha dichiarato il premier dello Stato Giudaico.
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Nelle ultime settimane, Damasco e Gerusalemme Ovest erano vicine a un’intesa sui punti principali di un accordo, dopo mesi di trattative mediate dagli Stati Uniti. L’inviato speciale USA per la Siria, Tom Barrack, aveva dichiarato martedì che le parti erano prossime a un accordo di «de-escalation».
Secondo i termini proposti, Israele avrebbe interrotto i suoi attacchi, mentre la Siria si sarebbe impegnata a non dispiegare macchinari o equipaggiamenti pesanti vicino al confine israeliano. Una zona demilitarizzata avrebbe incluso la provincia di Sweida, dove centinaia di drusi sono stati uccisi negli ultimi mesi.
I negoziati si svolgono mentre il presidente ad interim siriano, Ahmed al-Sharaa (precedentemente noto come il terrorista jihaddista al-Jolani, che ha guidato la rimozione di Assad, ha compiuto una visita storica a New York per l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Al-Jolani ha espresso la speranza di raggiungere un accordo di sicurezza, sottolineando che Damasco non sta «creando problemi a Israele». «Siamo noi ad avere paura di Israele, non il contrario», ha affermato.
Sharaa-Jolani ha anche ridimensionato le possibilità di un accordo storico che preveda il riconoscimento di Israele da parte della Siria.
Lo Stato Ebraico, che ospita una minoranza drusa di 120.000 persone i cui uomini servono nell’esercito israeliano, ha dichiarato di voler proteggere i drusi in Siria, giustificando i suoi attacchi militari con la necessità di difenderli.
Come riportato da Renovatio 21, Israele arma e finanziai combattenti drusi nella Siria meridionale.
Come riportato da Renovatio 21, ad agosto era stato riportato che Siria ed Israele stavano tenendo colloqui inediti a Parigi, mediati dagli Stati Uniti. Due mesi fa al-Jolani aveva lasciato capire che potrebbe rinunciare alla rivendicazione di sovranità del Paese sulle alture del Golan occupate da Israele in cambio della normalizzazione dei rapporti con lo Stato Ebraico.
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Immagine di Israel Defense Forces via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Geopolitica
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