Geopolitica
Israele evacua le ambasciate nei Paesi arabi

Il Ministero degli Affari Esteri israeliano ha evacuato mercoledì i dipendenti delle sue ambasciate a Rabat e al Cairo a causa delle manifestazioni filo-palestinesi sullo sfondo della guerra tra Israele e Hamas.
Manifestazioni di protesta contro lo Stato Ebraico si sono svolte davanti alle missioni israeliane nelle capitali egiziana e marocchina, nonché ad altre ambasciate israeliane in altre città del mondo, in seguito al bombardamento dell’ospedale Al-Ahli nella Striscia di Gaza che ha provocato la morte di almeno 471 persone e il ferimento di 314.
Eventi massivi a sostegno della Palestina si sono svolte anche in Tunisia, Libia, Libano, Germania, Iraq, Turchia, Giordania, Iran, Siria, Kuwait e altri Paesi in seguito all’attacco. Di conseguenza, le autorità israeliane hanno aumentato le misure di sicurezza nelle missioni diplomatiche in tutto il mondo.
Fuochi d’artificio sono stati sparati contro il consolato israeliano di Istanbul dopo la distruzione dell’ospedale battista di Gaza.
????Protesters are launching fireworks at Israel consulate in Istanbul after the destruction of a Gaza hospital pic.twitter.com/Gf2zePtDL6
— Benny Johnson (@bennyjohnson) October 17, 2023
BREAKING: Video show protesters jumping barriers at Israel consulate in Istanbul, Turkey in wake of deadly Gaza hospital blast
— Insider Paper (@TheInsiderPaper) October 17, 2023
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A Tunisi migliaia di manifestanti hanno protestato contro gli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza. Secondo l’AFP, i manifestanti hanno accusato Israele di aver causato la morte di diverse centinaia di persone lanciando razzi contro l’ospedale di Gaza.
Nel frattempo, l’attacco è stato anche causa di grandi proteste a Misurata e in tutte le principali città libiche il 17 ottobre. I manifestanti locali hanno accusato i leader arabi di non fare nulla per aiutare i palestinesi.
I partecipanti alla manifestazione hanno chiesto l’espulsione degli ambasciatori dei Paesi occidentali che presumibilmente sostengono l’aggressione israeliana contro il popolo palestinese. Dettaglio non privo di significato, sembra che la protesta abbia chiesto che il gasdotto Greenstream non venga utilizzato per fornire petrolio e gas dalla Libia all’Europa.
Video non verificati mostrano uomini dare alle fiamme quella che si dice essere l’ambasciata israeliana in Bahrein.
Wattan News published the video with the caption "Israel Embassy Burning in Bahrain."
The protestors threw Molotov cocktails at the embassy building.
Israel-Hamas pic.twitter.com/H8VnE1t9vr
— Intellectual Zombie (@OsintSU) October 19, 2023
The embassy of the Israeli interim regime in Bahrain is burning in the fire of Muslim anger۔#Down_with_Israel #SupportGaza pic.twitter.com/IlnKIYFdR8
— Nadia jafri (@Nad_Jafri) October 20, 2023
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Altri video non verificati riguarderebbero l’ambasciata dello Stato Ebraico in Giordania, dove durante la giornata la polizia cercava di bloccare la massa di manifestanti pro-Palestina dal fare irruzione dello stabile.
Jordan. Riots outside the Israel embassy. pic.twitter.com/Ru886Fj3as
— Ian Miles Cheong (@stillgray) October 18, 2023
Earlier today Hamas’ supporters are trying to break into the Israeli embassy in Jordan.#PalestineGenocide #hospital #IsraelAttack #Israel #Gaza #IsrealPalestineconflict #Hamas https://t.co/k56dvRkZow pic.twitter.com/kLpy2XygM6
— KT???????????? (@KT_Insights) October 18, 2023
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Proteste anche fuori dal consolato dello Stato Ebraico a Toronto, tra tripudi di «Allahu Akbar»
A huge Palestine crowd has gathered outside the Israeli consulate in Toronto. They again chant about there only being "one solution." They claim Israel bombed a Gaza hospital, but some are reporting it was a failed rocket fired by Palestinian militants. pic.twitter.com/H7Qal52olL
— Andy Ngô ????️???? (@MrAndyNgo) October 18, 2023
Happening Now: Pro-Palestine protesters in Toronto pray in the street outside the Israel consulate. pic.twitter.com/BQwiMCzrQq
— Harrison Faulkner (@Harry__Faulkner) October 18, 2023
Come riportato dai media, un attacco con coltello è stato eseguito anche fuori dall’ambasciata israeliana a Pechino, dove un uomo ha pugnalato un dipendente della sede diplomatica dello Stato Ebraico.
The effect of of global Jihad call.
China ???????? Beijing
The embassy of Israel is under attack. #palastine#Gaza #HamasMassacre #Israel #IsraelUnderAttack pic.twitter.com/TWfPexHWP7— Frankie™️???? (@B7frankH) October 13, 2023
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La guerra si scalda anche su Twitter. L’ambasciata iraniana a Damasco ha pubblicato un tweet che recita semplicemente «il tempo è scaduto», ma in ebraico.
L’ambasciata israeliana in America, con la sua foto di profilo con i caratteri arcobaleno, ha risposto con una gif animata dal film Matrix, dove il protagonista Neo-Keanu Reeves fa segno di venire avanti.
https://t.co/Q87GgsRriC pic.twitter.com/LUbNv3byp2
— Embassy of Israel to the USA | #IsraelUSA75 (@IsraelinUSA) October 18, 2023
Secondo l’esercito israeliano e il primo ministro Benjamin Netanyahu, l’ospedale è stato colpito da un razzo lanciato da un gruppo militante palestinese che ha deviato dalla rotta.
Come riportato da Renovatio 21, Hamas invece non solo incolpa Israele, ma pure gli USA che, a suo dire, consentono alle Forza di Difesa dello Stato Ebraico di fare come pare a loro.
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Immagine screenshot da Twitter
Geopolitica
Il cancelliere tedesco Merz elogia Israele per aver fatto «il lavoro sporco per noi»

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Geopolitica
Putin: la Russia non chiede la resa dell’Ucraina

La Russia non mira alla resa dell’Ucraina, ha affermato il presidente Vladimir Putin.
Nel corso di una tavola rotonda tenutasi venerdì al Forum economico internazionale di San Pietroburgo, è stato chiesto a Putin se Mosca stesse cercando la «resa incondizionata» dell’Ucraina, come il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta chiedendo all’Iran.
«Non stiamo cercando la resa dell’Ucraina. Insistiamo sul riconoscimento delle realtà che si sono sviluppate sul campo», ha detto Putin, osservando che il conflitto ucraino è «completamente diverso» dall’attuale escalation in Medio Oriente.
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Durante una sessione di domande e risposte, a Putin è stato anche chiesto dei piani militari di Mosca e dell’avanzata oltre gli ex territori ucraini, entrati a far parte della Russia in seguito ai referendum del 2022. Putin non ha dato una risposta diretta, il che suggerisce che, in un certo senso, l’intera Ucraina è russa.
«Ho detto più volte che considero russi e ucraini un unico popolo, di fatto. In questo senso, tutta l’Ucraina è nostra», ha affermato, sottolineando che Mosca non ha mai negato il diritto dell’Ucraina a essere un paese indipendente.
Il presidente non ha escluso la possibilità di impadronirsi della città ucraina di Sumy e di estendere la «zona cuscinetto» progettata per proteggere le aree di confine della Russia da attacchi più in profondità nel territorio ucraino.
«Non abbiamo l’obiettivo di prendere Sumy, ma in linea di principio non lo escludo», ha affermato Putin.
Le truppe russe sono entrate nella regione di Sumy all’inizio di quest’anno, dopo aver espulso le forze d’invasione di Kiev dalla regione russa di Kursk, attaccata dall’Ucraina lo scorso agosto. Secondo il presidente russo, la «zona cuscinetto» nella regione di Sumy è già profonda 10-12 km.
L’attacco alla regione di Kursk ha solo creato ulteriori problemi alle truppe ucraine, già ridotte al minimo, ha affermato Putin, aggiungendo che i ranghi dell’esercito di Kiev sono attualmente occupati in media solo dal 47%.
L’invasione di Kursk si è trasformata in una «catastrofe» per l’esercito ucraino, che ha perso circa 76.000 soldati, ha proseguito.
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L’UE potrebbe cancellare i viaggi senza visto per gli israeliani

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