Immigrazione
Immigrato terrorizza treno svizzero. La polizia lo uccide
Un «richiedente asilo» armato ha preso più di una dozzina di ostaggi a bordo di un treno svizzero la scorsa settimana. Dopo aver preso in ostaggio dei passeggeri, l’uomo è stato freddato dalla polizia svizzera.
L’incidente è avvenuto giovedì intorno alle 18.30 nel cantone svizzero di Vaud.
L’uomo armato di ascia e coltello ha preso in ostaggio 14 passeggeri e un macchinista all’interno di un vagone fermo alla stazione di Essert-sous-Champvent vicino a Yverdon-les-Bains.
Durante uno stallo durato quasi quattro ore, secondo quanto riportato l’immigrato avrebbe espresso il desiderio di commettere attentati terroristici in Gran Bretagna. Tuttavia le autorità svizzere hanno escluso il movente del terrorismo, scrive il sito TheLocal.ch.
Sui social media sono circolati numerosi video girati sia all’interno che all’esterno del treno.
Switzerland – Astonishing footage of the axe wielding Muslim Asylum seeker on board the train where he held 15 hostages for 5 hours last night before being eliminated by special opps. He chillingly talks of London and Britain, where he aimed to commit terror acts????????????????☪️???? pic.twitter.com/JW6uC4K32w
— ????????RonEnglish???????????????????????????????????? (@RonEng1ish) February 9, 2024
Terror in Switzerland where an Iranian asylum seeker armed with a knife and ax kidnaps 15 people on a train but fortunately is eliminated thanks to a raid by Swiss special forces. pic.twitter.com/HQaAmf17Lb
— RadioGenoa (@RadioGenoa) February 9, 2024
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Un negoziatore di ostaggi ha comunicato con l’uomo, un iraniano, nella sua lingua – il farsi – ma non è stato possibile raggiungere un accordo.
Alla fine, le forze speciali hanno usato esplosivi per distrarre l’iraniano mentre prendevano d’assalto il treno e gli sparavano uccidendolo.
«Mentre il sequestratore si lanciava con l’ascia in direzione del gruppo d’intervento, un agente di polizia ha usato la sua arma per proteggere gli ostaggi, colpendo mortalmente l’autore del reato», ha spiegato un portavoce della polizia cantonale. Nessuno degli ostaggi è rimasto ferito
«Secondo le prime informazioni, l’uomo di 32 anni è un richiedente l’asilo iraniano assegnato al canton Neuchâtel e parla farsi e inglese», riferisce la testata SwissInfo. Secondo quanto riportato, l’intervento ha richiesto l’intervento di quasi 100 agenti delle forze dell’ordine e soccorritori.
Le autorità hanno escluso che alla base dell’attacco non vi sia il terrorismo, tuttavia hanno pure sostenuto che il motivo dell’attacco non è ancora chiaro.
Come riportato da Renovatio 21, un immigrato del Mali ha attaccato passeggeri a caso alla Gare de Lyon a Parigi la scorsa settimana. L’uomo arrestato è risultato essere tutelato in Italia con la «protezione sussidiaria», uno status equiparabile a quello del rifugiato che viene assegnato dalla Commissione territoriale competente dopo la presentazione di una richiesta di protezione internazionale.
È emerso in seguito un filmato in cui l’immigrato dichiarava il suo odio totale per la Francia ed i francesi.
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Immagine screenshot da YouTube
Immigrazione
Trump definisce gli immigrati somali «spazzatura»
TRUMP: “Our country’s at a tipping point. We could go bad.. We’re going to go the wrong way if we keep taking in garbage into our country.”
“Ilhan Omar is garbage. She’s garbage. Her friends are garbage. These aren’t people that work. These aren’t people that say, ‘let’s go,… pic.twitter.com/fmH2t3Q2gp — Fox News (@FoxNews) December 2, 2025
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His obsession with me is creepy. I hope he gets the help he desperately needs. https://t.co/pxOpAChHse
— Ilhan Omar (@IlhanMN) December 2, 2025
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Immigrazione
Nemmeno la provincia è al riparo dalla violenza dell’immigrazione: in memoria di Thomas Perotto
Due anni fa, il 19 novembre 2023, in quel di Crépol, borgo rurale nei pressi di Romans-sur-Isère, nel dipartimento della Drôme nel sud della Francia, perdeva la vita in circostanze tragiche il giovane diciassettenne Thomas Perotto.
Nel corso di un alterco in cui, secondo alcune testimonianze, il giovane era intervenuto in difesa di alcuni amici, Thomas veniva ucciso con una coltellata al cuore.
Secondo le testimonianze, le prime tensioni avevano avuto luogo nella sala delle feste in cui si svolgeva una festa di paese. Anche Thomas, membro della locale squadra di rugby era presente.
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Un gruppo di giovinastri, non propriamente francesi (qualcuno da noi userebbe il termine «di seconda generazione») si era presentato alla festa e dopo alcuni sguardi e commenti di troppo era scoppiato un parapiglia tra i rugbymen e gli infiltrati, che forse avevano pure pagato il biglietto.
I giovinastri avevano ricevuto rinforzi dalla Monnaie, quartiere malfamato di Romans-sur-Isère, ad alta densità migratoria e delinquenziale. Coltelli alla mano si erano scatenati sui presenti dando inizio ad una vera e propria carneficina al termine della quale moriva Thomas, raggiunto da due fendenti fatali mentre altri restavano gravemente feriti.
Nonostante il vero e proprio depistaggio di diverse testate giornalistiche che si erano affrettate a minimizzare i fatti, dando magari la colpa a qualche bicchiere di troppo, la realtà era venuta a galla.
Sembra infatti che i delinquenti della Monnaie si fossero presentati alla festa pour «casser des blancs» «pointer des blancs» tutte espressioni gergali per descrivere l’obiettivo della ghenga: malmenare, accoltellato e se possibile uccidere dei bianchi.
Allo stato attuale, alcune associazioni si battono perché il razzismo antibianchi venga riconosciuto dell’inchiesta ancora in corso come movente dell’omicidio di Thomas.
Ricordo bene come nei giorni successivi all’omicidio i colpevoli fossero già stati individuati e loro foto circolassero pure su Telegram. Gli indizi sembravano essere schiaccianti. Oltretutto alcuni di loro erano stati rintracciati, in fuga nei dintorni di Toulouse. Poi, stranamente (o forse no), i sospetti erano stati rimessi in libertà.
Ricordo anche il sostegno a Thomas, con un bello striscione esposto sugli spalti, da parte dei tifosi del club libanese di basket cristiano «Sagesse».
L’anno successivo, nella primavera 2024, venni poi a conoscenza da un sacerdote che Thomas era un fedele dello stesso Istituto che frequento anch’io.
Oltre al cordoglio, al ricordo e alla preghiera per Thomas è possibile fare alcune considerazioni.
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Come ripetuto su Renovatio 21 ormai nemmeno la cosiddetta «provincia sonnacchiosa» è al riparo da branchi di predatori su due gambe e costoro ci vengono pure a cercare nelle feste di paese, nelle occasioni in cui si rincontrano i vecchi amici o si vorrebbero fare due chiacchiere in tranquillità.
Lo vediamo un po’ dappertutto e pure da noi, basti pensare a quante sagre o feste popolari vengano funestate dalla presenza molesta di soggetti «a caccia di bianchi».
Non ci vogliono dare pace, per le strade, nei momenti di svago e neppure sui monti dove troviamo anche i grandi carnivori.
Quanto ancora saremo disposti a tollerarlo?
Victor García
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Immigrazione
La realtà dietro all’ultimo omicidio di Perugia
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