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Il Niger abbandona il francese come lingua ufficiale

Il governo di transizione del Niger ha declassato il francese e dichiarato l’hausa lingua nazionale. La decisione è sancita da una nuova carta recentemente adottata dalla nazione dell’Africa occidentale, che dichiara il francese «lingua di lavoro».
Sebbene l’hausa sia la lingua più parlata in Niger, il francese ha ottenuto lo status ufficiale fin dall’indipendenza del paese dalla Francia nel 1960. La nuova leadership di Niamey, salita al potere in seguito a un colpo di stato che ha deposto il presidente civile Mohamed Bazoum nel luglio 2023, ha cercato di tagliare i legami con Parigi.
Alla fine del mese scorso, lo stato del Sahel ha adottato la Carta della Rifondazione, che il governo afferma verrà applicata come legge statale. La Costituzione del paese, emanata nel novembre 2010, è stata sospesa dopo il colpo di stato del 26 luglio.
«La lingua nazionale è l’hausa… e le lingue di lavoro sono l’inglese e il francese», si legge nell’articolo 12 della carta, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del Niger, ha riferito l’agenzia di stampa francese AFP martedì.
Secondo il documento, altre nove lingue, tra cui lo zarma-songhay, il fulfulde (peul), il kanuri, il gourmantche e l’arabo, sono state designate «lingue parlate» del Niger.
La carta di transizione, elaborata per la prima volta in una conferenza nazionale tenutasi a febbraio, ha anche prorogato di cinque anni il mandato del presidente ad interim del Niger, Abdourahamane Tchiani.
Il Niger e i suoi alleati Burkina Faso e Mali si sono ritirati a marzo dall’Organizzazione Internazionale delle Nazioni Francofone (OIF). I tre Paesi, fondatori dell’Alleanza degli Stati del Sahel (AES), hanno accusato l’OIF di essersi discostata dalla sua missione di promuovere la cooperazione culturale e tecnica, divenendo uno strumento di manipolazione politica.
L’AES ha inoltre criticato l’organizzazione con sede a Parigi per aver ignorato la sovranità dei suoi paesi attraverso l’applicazione selettiva di sanzioni. Il gruppo ha sospeso Mali, Burkina Faso e Niger a seguito dei colpi di Stato militari nelle tre ex colonie francesi, che furono tra i primi membri dell’OIF quando fu fondata a Niamey il 20 marzo 1970.
Le relazioni tra Bamako, Niamey e Ouagadougou e Parigi si sono deteriorate in seguito alle conquiste militari. I tre governi militari hanno interrotto la cooperazione in materia di difesa con Parigi a causa di accuse di ingerenza e dell’incapacità delle forze francesi di reprimere una mortale insurrezione jihadista nella regione del Sahel.
Come riporta da Renovatio 21, dopo l’annullamento degli accordi con la Francia di Mali e Niger anche il Burkina Faso aveva abbandonato il francese come lingua ufficiale.
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Immagine di Vincent van Zeijst via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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Venerdì Santo esteso a 380 milioni di cristiani

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Anche il sito di Viganò sotto attacco hacker

Lo scorso 11 aprile arcivescovo Carlo Maria Viganò ha annunciato oggi sui social media che il sito web della sua fondazione Exsurge Domine è stato disattivato a causa di un attacco informatico.
«Il sito ufficiale della Fondazione Exsurge Domine – di cui sono patrono – è stato oggetto di un attacco informatico, a seguito del quale risulta inaccessibile. I nostri tecnici stanno cercando di rimediare ai danni e riportare il sito online quanto prima» ha scritto monsignore.
Il sito è poi tornato regolarmente online.
Monsignor Viganò, già Nunzio Apostolico negli Stati Uniti ha lanciato la Fondazione Exsurge Domine il 1° luglio 2023 per aiutare sacerdoti e religiosi vittime delle «purghe bergogliane».
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«I tentativi di censurare ogni voce dissenziente si vanno moltiplicando, tanto in ambito civile quanto ecclesiastico. Governanti e Gerarchia Cattolica considerano come nemici i propri cittadini e fedeli, mentre accolgono a nostre spese i nemici della Patria e della Religione», ha affermato Sua Eccellenza.
Sua Eccellenza ha aggiunto che «in questo feroce attacco contro i fedeli cattolici, la Gerarchia non è mai coinvolta nella loro difesa: ciò dimostra la sua complicità nella dissoluzione dell’Europa e del mondo occidentale».
«In questo feroce attacco ai fedeli Cattolici, la Gerarchia non viene mai coinvolta: questo dimostra la sua complicità nella dissoluzione dell’Europa e del mondo occidentale. E chi denuncia il colpo di stato globale – che coinvolge anche la Chiesa ufficiale – viene deriso, screditato, psichiatrizzato e infine scomunicato: il mio caso rientra perfettamente in questa operazione di criminalizzazione e di censura che coinvolge una fascia sempre più vasta di persone, tanto in ambito civile quanto in ambito religioso».
Quello degli attacchi hacker è un fenomeno noto alle voci dissidenti.
Lo stesso sito che state leggendo ne è la prova vivente: tre anni fa, dopo essere stato cancellato dai social con la riapertura della pagina Facebook ordinata dal giudice dopo un processo, Renovatio 21 subì un attacco cibernetico impressionante che mise il sito fuori uso per giorni.
I tecnici che si sono interessati al caso dissero che mai avevan veduto prima una cosa del genere.
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