Militaria
Il Giappone alza la testa sugli stupri da parte dei soldati USA a Okinawa

Il capo di gabinetto giapponese Yoshimasa Hayashi ha esortato l’esercito americano di stanza sull’isola di Okinawa ad apportare modifiche per prevenire ulteriori crimini sessuali, in seguito al quinto episodio di violenza sessuale che ha coinvolto un marine statunitense in poco più di un anno, come riportato giovedì.
Il caso più recente, in cui un militare trentenne è stato accusato di aver violentato una donna, con conseguenti ferite a novembre. L’incidente ha riacceso le preoccupazioni tra i residenti di Okinawa, ha detto Hayashi. La prefettura più a sud ospita la maggior parte delle strutture militari americane in Giappone.
«Esorteremo le forze statunitensi in Giappone a rafforzare la disciplina e ad attuare pienamente le misure preventive», ha aggiunto Hayashi, che è il ministro responsabile per l’attenuazione dell’impatto delle forze statunitensi a Okinawa.
Secondo una fonte, l’aggressione avrebbe avuto luogo in un edificio situato nella parte centrale dell’isola principale di Okinawa. La donna ha denunciato l’accaduto alla polizia locale subito dopo. Il militare accusato di stupro è stato deferito ai procuratori per possibili accuse, hanno riferito i media locali, citando un portavoce della polizia.
In base all’accordo sullo status delle forze armate tra Giappone e Stati Uniti, il personale militare americano viene generalmente tenuto in custodia dagli Stati Uniti finché non viene formalmente accusato in Giappone, a meno che non venga arrestato sulla scena del crimine.
«Ci sono stati cinque crimini gravi e atroci nell’ultimo anno che hanno ignorato i diritti umani e la dignità delle donne», ha affermato il governatore di Okinawa Denny Tamaki in una dichiarazione riportata dalla stampa locale. «Credo che ci sia la necessità di presentare forti proteste sia al governo giapponese che a quello statunitense»
A Okinawa sono presenti 27.000 dei 50.000 soldati USA di stanza in Giappone, pur essendo l’isola appena lo 0,6% del territorio nazionale. Gli abitanti di Okinawa sono sempre stati considerati in modo leggermente subalterno da Tokyo: membri di un Regno extra-imperiale sino al 1872, è naturale che essi siano stati considerati una pedina di scambio con le forze armate statunitensi. Il generale McArthur ebbe l’idea che non essendo gli okinawani totalmente giapponesi, la presenza americana laggiù avrebbe potuto essere anche molto pesante, senza timori di disturbi da parte di revanscismi nazionalisti.
L’incidente è l’ultimo di una serie di violente aggressioni contro le donne a Okinawa. A dicembre, un tribunale giapponese ha condannato il Senior Airman Brennon Washington per aver rapito e aggredito sessualmente una ragazza di 15 anni un anno prima, condannandolo a cinque anni di carcere con lavori forzati. Ha fatto ricorso contro il verdetto.
A giugno, un caporale dei Marine è stato incriminato per tentata aggressione sessuale e a settembre, un altro caporale dei Marine è stato accusato di aver ferito una donna durante un’aggressione sessuale.
Nel 1995 produsse un’ondata di protesta senza precedenti la vicenda in cui tre militari statunitensi affittarono un furgone e rapirono una bambina di 12 anni, la legarono con nastro adesivo, quindi la stuprarono. Vi sono state situazioni in cui i militari ubriachi, in palese spregio di una proprietà privata non-americana, sono entrati a casa di famiglie giapponesi. Come aveva riportato anni fa il britannico Indipendent, le soapland di Okinawa – cioè i bordelli giapponesi a base di sesso e schiuma – hanno iniziato a proibire l’ingresso ai soldati USA, che probabilmente erano pure i loro migliori clienti.
L’opposizione alla presenza militare statunitense è forte a Okinawa a causa di problemi come il rumore degli aerei, l’inquinamento e i crimini commessi dal personale americano, secondo quanto riportato. I residenti locali sono stati particolarmente indignati l’anno scorso quando i media locali hanno rivelato che il governo giapponese non aveva denunciato due casi di violenza sessuale che coinvolgevano membri del servizio americano.
La polizia ha affermato di non aver reso noti gli incidenti per motivi di tutela della privacy delle vittime.
Nel 2002, un maggiore dei Marines, Michael Brown, fu accusato di aver tentato lo stupro una barista filippina, il processo fu controverso, e nonostante la condanna del tribunale giapponese Brown poté far ritorno in patria, dove nel 2005 fu arrestato per aver rapito una diciottenne di origine vietnamita. Condannato un’altra volta, ora è a piede libero.
Andando indietro con la memoria – stendendo un velo pietoso sugli stupri di guerra – troviamo l’agghiacciante caso di Yumiko-chan. Una bambina di 6 anni, Yumiko Nagayama, fu rapita dall’asilo, stuprata e uccisa ed infine abbandonata in una discarica presso la base militare di Kadena. Il corpo della piccola presentava un profondo taglio di coltello che dall’addome saliva sino alle budella. Fu accusato dell’orrendo crimine il sergente Isaac J. Hurt: la popolazione locale chiese un processo civile teletrasmesso in pubblico, ma le autorità di occupazione ignorarono la richiesta. Hurt fu trasferito in USA dove, contrariamente a quanto chiedevano con forza gli abitanti di Okinawa, non fu condannato a morte.
Dal 1972 i casi i casi denunziati sono più di 5000.
La situazione di Okinawa non è lontanissima da quella di altre basi USA disposte sul globo, come quella di Vicenza.
Nel 2013 un soldato di stanza alla base Dal Din, 22 anni, nel novembre 2013 fu denunciato per aver stuprato una minorenne in discoteca. Lo stesso militare, per qualche ragione non arrestato, né congedato, né trasferito, pochi mesi dopo avrebbero picchiato, stuprato e perfino rapinato una prostituta romena incinta di sei mesi.
Gli accordi degli anni Cinquanta tra USA e Italia fanno sì che, in barba ad ogni possibile concetto di sovranità, i militari USA la fanno sempre franca – come nel caso, notissimo, della strage del Cermis. E diciamo di più: secondo gli accordi, gli indennizzi spettano poi… al ministero dell’Economia italiano.
Bechi e bastonà, si dice in veneto. Cornuti e mazziati. L’espressione giapponese per esprimerlo ci manca – ma la situazione è la medesima.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Militaria
Sarà guerra a Tule ed Asgard: la Germania pronta a inviare truppe in Groenlandia

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Cina
Alle porte di Pechino un comando militare 10 volte più grande del Pentagono

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Il complesso sorge a 30 km circa in direzione Sud-Ovest della capitale e si estende su un sito di almeno 1500 acri. Secondo fonti dell’intelligence Usa, una volta ultimato sarà il più grande al mondo. Attorno all’area massima sicurezza, divieto di sorvolo per droni o scattare foto. Al suo interno bunker antiatomici per accogliere anche Xi Jinping in caso di guerra (nucleare).
L’esercito cinese sta costruendo un enorme complesso militare nella parte occidentale di Pechino che, secondo i servizi segreti statunitensi, servirà come centro di comando in tempo di guerra; una struttura, spiegano funzionari americani, che risulterà molto più grande del Pentagono una volta ultimata la realizzazione. Le immagini satellitari ottenute dal Financial Times che ha rilanciato la notizia, e attualmente al vaglio degli esperti di Intelligence a Washington, mostrano un sito di costruzione di circa 1.500 acri a 30 km a sud-ovest Della capitale cinese.
Diversi funzionari statunitensi, sia in servizio che in pensione ma pur sempre attenti alle vicende militari, confermano la massima attenzione dei servizi segreti e di Intelligence attorno al sito. Una volta ultimato, il comando militare sarà il più grande al mondo e almeno 10 volte più vasto del suo omologo statunitense a Washington. In base a una valutazione delle immagini satellitari ottenute dal quotidiano economico britannico, la costruzione principale è iniziata a metà del 2024 e, secondo alcune fonti, l’intera struttura sarebbe stata ribattezzata «Beijing Military City».
Nell’area vi sarebbero anche delle buche profonde che, secondo gli esperti militari, ospiteranno grandi bunker rinforzati per proteggere i leader militari cinesi in caso di conflitto, compresa una potenziale guerra nucleare. La costruzione avviene mentre l’Esercito popolare di liberazione cinese (Pla) sta sviluppando nuove armi e progetti in vista del centenario della forza nel 2027.
L’Intelligence statunitense ha dichiarato che il presidente Xi Jinping ha ordinato ai vertici militari di sviluppare la capacità di attaccare Taiwan entro quella data. «Se confermato, questo nuovo bunker di comando sotterraneo avanzato per i vertici militari, compreso il presidente Xi in qualità di presidente della Commissione militare centrale, segnala l’intenzione di Pechino di costruire non solo una forza convenzionale di livello mondiale, ma anche una capacità di guerra nucleare avanzata» ha dichiarato Dennis Wilder, ex capo analista della Cina per la CIA.
A inizio mese il sito era in piena attività di costruzione, in contrasto con la scarsità di sviluppo della maggior parte dei grandi progetti immobiliari in Cina, nazione attanagliata da una crisi del settore immobiliare. Inoltre, non si trovano show-room o manifesti tipicamente associati a un progetto immobiliare commerciale di questa portata. E ancora, altro elemento inusuale che fa capire che non si tratta di un progetto commerciale, non vi sono menzioni ufficiali del cantiere su internet in cinese.
Sebbene non vi fosse alcuna presenza militare visibile nell’area oggetto del cantiere, vi sono numerosi cartelli che avvertono di non far volare i droni o di non scattare fotografie. E quanti hanno cercato di avvicinare i cancelli si sono visti respingere in modo brutale dalle guardie, che hanno ribadito che l’accesso è è vietato e hanno opposto il silenzio a ogni richiesta di informazioni. Infine, secondo il FT «un supervisore che ha lasciato il cantiere si è rifiutato di commentare il progetto».
Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione AsiaNews e le sue campagne.
Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Militaria
Ecco la «città dei missili» iraniana: immagini dalla base sotterranea dei Pasdarani

Iran unveils new underground missile city. pic.twitter.com/2tzH5O4l0U
— Globe Eye News (@GlobeEyeNews) January 10, 2025
🚨🇮🇷 BREAKING: IRAN UNVEILED a new underground missile city. pic.twitter.com/FtVhd8Icmj
— Jackson Hinkle 🇺🇸 (@jacksonhinklle) January 13, 2025
JUST IN: 🇮🇷 Iran unveils another new underground missile city. pic.twitter.com/rYindZi0BE
— BRICS News (@BRICSinfo) February 1, 2025
⚡️JUST IN
Iran has unveiled a new Underground Missile City for coastal defenses near the Persian Gulf. The underground complex is stocked with hundreds of anti-ship cruise missiles with a range of 1,000 km. pic.twitter.com/zQKmcRrMYZ — Iran Observer (@IranObserver0) February 1, 2025
Sostieni Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-
Salute2 settimane fa
I malori della 4ª settimana 2025
-
Scuola6 giorni fa
Del bruco e della farfalla. La scuola verso algoritmi mostruosi
-
Pensiero2 settimane fa
Mons. Viganò: Bergoglio e Davos hanno la stessa agenda
-
Politica2 settimane fa
Esorcista pubblica una preghiera per Donald Trump
-
Spirito1 settimana fa
Perù: un cardinale chiama la polizia contro i fedeli che pregano il rosario
-
Armi biologiche2 settimane fa
La CIA ora crede al virus fuggito dal laboratorio di Wuhano
-
Pensiero2 settimane fa
La giornata della memoria selettiva
-
Sanità7 giorni fa
I malori della 5ª settimana 2025