Economia
I trilioni della BCE saranno solo per i ricchi

La BCE ha aumentato il proprio bilancio di € 1,7 trilioni nella prima metà dell’anno, passando da € 4.664 trilioni a € 6.360 trilioni alla fine di luglio.
Questa enorme liquidità è andata agli acquisti diretti di asset e ai prestiti con interessi negativi alle banche.
Questa enorme liquidità è andata agli acquisti diretti di asset e ai prestiti con interessi negativi alle banche
Tuttavia, mentre il mercato azionario mostra che azionisti e speculatori si sono riempiti le tasche, solo una parte della liquidità è stata utilizzata per il credito.
Mentre le banche hanno mantenuto il credito al settore societario, poiché questo era coperto da garanzie governative, i prestiti immobiliari e al consumo sono crollati, scrive EIR.
Secondo l’indagine sui prestiti della BCE, la domanda netta di mutui per la casa è diminuita fortemente nel secondo trimestre del 2020 (-61%, dopo il 12% nel trimestre precedente) e la domanda netta di credito al consumo e altri prestiti alle famiglie ha raggiunto un minimo l’indagine è stata avviata nel 2003 (percentuale netta di −76%, dopo −4% nel trimestre precedente).
Mentre il mercato azionario mostra che azionisti e speculatori si sono riempiti le tasche, solo una parte della liquidità è stata utilizzata per il credito
Inoltre, le indagini della BCE segnalano che le banche prevedono un inasprimento dei prestiti alle imprese nel terzo trimestre, in attesa della cessazione dei programmi di garanzia del governo.
Una parte sempre più cospicua della popolazione realizzerà l’assoluta pazzia del processo economico in atto.
La famosa «potenza di fuoco» (detta alla pugliese) promesse da Conte non si è vista, mentre sono sotto gli occhi di tutti i negozi e le attività che chiudono, e i milioni di posti di lavoro in via di distruzione.
Il fatto che nessun grande giornale racconti lo scandalo in corso –, tra danari fasulli, speculazioni e governi di servi eterodiretti – è la prova stessa che i padroni del vapore (ciò coloro che controllano i giornali) hanno capito che dal collasso pandemico hanno solo da guadagnare
Abbiamo avuto lo spettacolo Conte andare con il cappello a Bruxelles a contrattare per tenere una parte dei soldi nostri, ed altri darli agli inutili Paesi «frugali». L’Italia, che è ancora forse il Paese più ricco di depositi bancari – e quindi di grande appetito per squali finanziari e mega-stati semi-falliti – ha fatto ancora una volta la figura della pezzente, per poi rimettersi ovviamente agli ordini dall’alto, magari provenienti da quella Germania che, tanto per cambiare, sta nascondendo le sue difficoltà – con le banche tedesche prossime al collasso e le industrie pure.
Il fatto che nessun grande giornale racconti lo scandalo in corso –, tra danari fasulli, speculazioni e governi di servi eterodiretti – è la prova stessa che i padroni del vapore (ciò coloro che controllano i giornali) hanno capito che dal collasso pandemico hanno solo da guadagnare. Negli USA è già così per molti oligarchi miliardari, specie delle aziende tech: a differenza di chiunque, sono più ricchi ora che prima del virus Wuhan.
Lo ribadiamo, questo è l’atto di cancellazione finale della classe media occidentale: i ricchi diventeranno più ricchi, i piccolo borghesi si estingueranno. Questo è il vero morbo con cui fare i conti.
Certamente il virus della distruzione economica sarà più letale del COVID-19. Certamente sarà il modo in cui faranno nascere un mondo nuovo, dove la partecipazione del popolo al benessere o anche solo alla politica sarà un lontano, risibile miraggio.
Certamente il virus della distruzione economica sarà più letale del COVID-19. Certamente sarà il modo in cui faranno nascere un mondo nuovo, dove la partecipazione del popolo al benessere o anche solo alla politica sarà un lontano, risibile miraggio.
Distruggere la sovranità biologica per minare la sovranità politica e cancellare in via definitiva la sovranità economica: questo è ciò che sta accadendo ora, sotto i nostri occhi, sotto il nostro naso mascherato.
Economia
Il debito francese è un pericolo per tutta l’Eurozona

Il crescente debito sovrano della Francia, unito alle lotte politiche interne, potrebbe minacciare la stabilità fiscale dell’Eurozona. Lo riporta l’emittente pubblica tedesca Deutsche Welle, citando un esperto.
La Francia ha uno dei debiti nazionali più elevati dell’UE, attualmente pari a 3,35 trilioni di euro (3,9 trilioni di dollari), pari a circa il 113% del PIL. Si prevede che il rapporto salirà al 125% entro il 2030. Il deficit di bilancio è previsto al 5,4-5,8% quest’anno, ben al di sopra del limite del 3% previsto dall’Unione.
Friedrich Heinemann del Centro Leibniz per la Ricerca Economica Europea ZEW di Mannheim, in Germania, ha dichiarato alla testata in un articolo pubblicato sabato: «dovremmo essere preoccupati. L’eurozona non è stabile in questo momento».
Un drastico piano di austerità proposto dal primo ministro francese François Bayrou, membro del governo di minoranza, ha innescato un voto di sfiducia, che ha perso lunedì sera, portando al collasso il governo francese.
Il piano del Bayrou prevedeva tagli ai posti di lavoro nel settore pubblico, una riduzione della spesa sociale e la soppressione di due festività. Il Rassemblement National di Marina Le Pen, i Socialisti e il partito di sinistra La France Insoumise si sono opposti con veemenza alla proposta.
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Anche un sondaggio Elabe condotto prima del voto ha mostrato che la maggior parte degli intervistati era contraria alle misure.
Lo Heinemann ha dichiarato a DW di dubitare che la Francia troverà presto una via d’uscita, visti gli aspri scontri politici.
A luglio, Bloomberg, citando gli esperti di ING Groep NV, ha affermato in modo analogo che il crescente debito della Francia potrebbe rappresentare una «bomba a orologeria» per la stabilità finanziaria dell’UE.
Nonostante il considerevole deficit di bilancio, la Francia prevede di aumentare la spesa militare a 64 miliardi di euro nel 2027, il doppio di quanto speso nel 2017.
Il presidente Emmanuel Macron ha ripetutamente citato una presunta minaccia russa. Il Cremlino ha costantemente liquidato le accuse come «assurdità», accusando l’UE di una rapida militarizzazione.
A maggio, gli Stati membri hanno approvato un programma di debito da 150 miliardi di euro per l’approvvigionamento di armi.
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Immagine di Philippe Druesne via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
Economia
Trump porge il ramoscello d’ulivo a Musk. Cui Tesla prepara un possibile pagamento da un trilione

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Economia
La Turchia interrompe totalmente gli scambi commerciali con Israele

La Turchia ha interrotto tutti i legami commerciali ed economici con Israele, chiudendo il suo spazio aereo ad alcuni voli israeliani, ha annunciato il Ministro degli Esteri Hakan Fidan. I due Paesi sono in conflitto da mesi a causa della campagna militare israeliana a Gaza, con la Turchia che accusa il Paese di aver commesso un genocidio.
In un discorso al parlamento nazionale di venerdì, il Fidan ha affermato che la Turchia ha «completamente interrotto i nostri scambi commerciali con Israele» e «chiuso i nostri porti alle navi israeliane».
«Non permettiamo alle navi portacontainers che trasportano armi e munizioni verso Israele di entrare nei nostri porti e agli aerei di entrare nel nostro spazio aereo», ha aggiunto il ministro di Ankara, affermando che alle navi battenti bandiera turca è vietato fare scalo nei porti israeliani e che alle imbarcazioni israeliane è vietato entrare nei porti turchi.
Come riportato da Renovatio 21, la guerra commerciale con Israele era partita un anno fa con la sospensione degli scambi.
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Una fonte diplomatica turca ha dichiarato all’agenzia Reuters che le restrizioni ai voli riguardano solo i voli ufficiali israeliani e gli aerei con armi o munizioni, non il transito di routine dei vettori commerciali.
L’agenzia ha inoltre riferito che le autorità portuali turche stanno ora richiedendo informalmente agli agenti marittimi di attestare che le navi non sono collegate a Israele e non trasportano carichi militari o pericolosi diretti nel Paese.
Tuttavia, un funzionario israeliano ha dichiarato al Jerusalem Post che la Turchia aveva «già annunciato in passato la rottura delle relazioni economiche con Israele, e che tali relazioni sono continuate», riferendosi apparentemente alla sospensione delle importazioni ed esportazioni da parte di Ankara a maggio.
I commenti del ministro sono l’ultimo segnale del deterioramento delle relazioni tra Turchia e Israele, rese ancora più tese dalla guerra a Gaza. La Turchia, unendosi agli altri Paesi che hanno portato il caso al tribunale dell’Aia, ha accusato Israele di aver commesso un genocidio a Gaza. Il presidente Recep Tayyip Erdogan in precedenza aveva definito il primo ministro Benjamin Netanyahu «il macellaio di Gaza», suggerendo a un certo punto – in una reductio ad Hitlerum che è andata in crescendo, con contagio internazionale – che la portata dei suoi crimini di guerra superasse quelli commessi dal cancelliere della Germania nazionalsocialista Adolfo Hitlerro.
Nel 2023 la Turchia ha richiamato il suo ambasciatore da Israele e nel 2024 ha interrotto tutti i rapporti diplomatici. Mesi fa Ankara aveva dichiarato che Israele costituisce una «minaccia per la pace in Siria». Erdogan ha più volte chiesto un’alleanza dei Paesi islamici contro Israele.
Come riportato da Renovatio 21, in settimana i turchi hanno guidato gli sforzi per far sospendere Israele all’Assemblea generale ONU. L’anno scorso il presidente turco aveva dichiarato che le Nazioni Unite dovrebbero consentire l’uso della forza contro lo Stato degli ebrei.
Un anno fa Erdogan aveva ventilato l’ipotesi che la Turchia potesse invadere Israele.
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Immagine di Rob Schleiffert via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC 4.0
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