Geopolitica
I bambini ucraini parlano ancora russo
I bambini ucraini non conoscono abbastanza bene la lingua ufficiale dello Stato perché usano ancora il russo nella loro vita quotidiana, ha lamentato il Commissario per la protezione della lingua nazionale di Kiev, Taras Kremin, esortando i cittadini a segnalare le violazioni delle restrizioni linguistiche. Lo riporta il sito governativo russo RT.
Il commissario ha affermato che si registrano anche molte violazioni nell’ambito dell’istruzione, così come su Internet e nel settore dei servizi. Ha citato uno studio recente che suggeriva che un terzo dei bambini in alcune regioni ucraine preferisce parlare russo.
«Un bambino fuori dalla scuola utilizza i servizi, visita negozi e strutture di ristorazione, vede pubblicità e cartelli esterni in linguaggio non statale, sente linguaggio non statale a casa», ha scritto Kremin su Facebook giovedì.
Egli ipotizza che molti scolari siano quindi inclini al bilinguismo e non abbiano una conoscenza sufficiente della lingua ucraina.
Kremin ha affermato che Kiev dovrebbe rafforzare il controllo sul rispetto della legge sulla lingua di Stato, che definisce l’ucraino come l’unica lingua approvata per l’istruzione, e ha invitato i cittadini a essere maggiormente coinvolti nella registrazione e nella segnalazione delle violazioni della legge.
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Da quando ha ottenuto l’indipendenza nel 1991, l’Ucraina è stata in gran parte una nazione bilingue, con la maggior parte dei cittadini in grado di parlare o capire sia il russo che l’ucraino, in particolare nella metà orientale del paese. Dopo il colpo di stato del 2014 sostenuto dagli Stati Uniti a Kiev, tuttavia, le nuove autorità ucraine hanno abolito il russo come lingua regionale ufficiale e hanno adottato politiche volte a sopprimerlo e metterlo fuori legge, sostenendo che rappresenta una minaccia all’unità nazionale e alla sicurezza.
Nel 2019, il Parlamento ucraino ha approvato una legge che richiede l’uso esclusivo dell’ucraino in quasi tutti gli aspetti della vita pubblica, tra cui istruzione, intrattenimento, politica, affari e settore dei servizi, obbligando tutti i cittadini ucraini a conoscere la lingua. Richiede inoltre che il 90% dei contenuti televisivi e cinematografici prodotti nel Paese siano realizzati in ucraino.
Dal 17 luglio, l’uso della lingua russa nei media ucraini sarà praticamente messo al bando, ha affermato Kremen.
L’ucrainizzazione forzata è stata una delle ragioni per cui i residenti di lingua russa che vivono nell’Est del paese hanno respinto le autorità post-golpe di Kiev nel 2014. Molte di queste regioni, vale a dire le Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, così come le regioni di Kherson e Zaporiggia, si sono unite alla Russia dopo aver votato a larga maggioranza per farlo nei referendum pubblici del 2022.
Kremin, tuttavia, ha negato che il termine «russofono» possa essere applicato a qualsiasi cittadino ucraino, affermando in un’intervista rilasciata lo scorso anno che la parola è un «segno distintivo introdotto dall’ideologia russa” e dichiarando che «tutti nel Paese devono avere padronanza della lingua ucraina».
Come riportato da Renovatio 21, documenti trapelati al New York Times sull’accordo di pace del marzo 2022 comprendevano la questione della lingua. Secondo il NYT, Kiev rifiutava di prendere in considerazione questioni relative allo status della lingua russa in Ucraina o al divieto della propaganda nazista e neonazista, secondo il documento.
In Russia l’ucraino è invece considerato una delle 25 lingue ufficiali oltre al russo.
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Immagine generata artificialmente
Geopolitica
Turchia, effigie di Netanyahu appesa a una gru: «pena di morte»
Turkish academic creates model of hanged 🇮🇱PM Netanyahu, with a “Death Penalty” sign. Proudly aided by a state company.
Turkish authorities have not disavowed this disgraceful behavior. In Erdoğan’s Turkey, hatred & antisemitism isn’t condemned. It’s celebrated. pic.twitter.com/19MALpzEEW — Israel Foreign Ministry (@IsraelMFA) October 26, 2025
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Droga
Trump punta ad attaccare le «strutture della cocaina» in Venezuela
Il presidente statunitense Donald Trump sta esaminando proposte per operazioni militari americane contro presunte «strutture per la produzione di cocaina» e altri bersagli legati al narcotraffico all’interno del Venezuela. Lo riporta la CNN, che cita fonti anonime.
Due funzionari non identificati hanno dichiarato alla rete che Trump non ha scartato l’ipotesi di un negoziato diplomatico con Nicolás Maduro, nonostante recenti indicazioni secondo cui gli Stati Uniti avrebbero interrotto del tutto i colloqui con Caracas, mentre valutano una possibile campagna per destituire il leader venezuelano.
Tuttavia, una fonte della CNN ha precisato che «ci sono piani sul tavolo che il presidente sta esaminando» per azioni mirate all’interno del Venezuela. Un terzo funzionario ha indicato che l’amministrazione Trump sta considerando varie opzioni, ma al momento si concentra sulla «lotta alla droga in Venezuela».
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A giudizio di alcuni esponenti dell’amministrazione statunitense, una campagna antidroga nel Paese sudamericano potrebbe accrescere la pressione per un cambio di regime a Caracas. Trump ha pubblicamente smentito l’intenzione di rimuovere Maduro dal potere.
Nelle scorse settimane, le forze armate americane hanno condotto vari raid contro imbarcazioni sospettate di narcotraffico e, secondo Washington, collegate al Venezuela, causando decine di vittime.
Giovedì, Trump – che aveva già confermato l’autorizzazione di operazioni della CIA in Venezuela – ha dichiarato che gli Stati Uniti potrebbero estendere la loro campagna antidroga dal mare alla terraferma, senza entrare in dettagli. Inoltre, la portaerei USS Gerald R. Ford è stata inviata nei Caraibi per sostenere l’operazione antidroga.
Maduro ha respinto ogni legame del suo governo con il traffico di stupefacenti, insinuando che gli Stati Uniti stiano usando le accuse come copertura per un cambio di regime. Dopo le notizie sul dispiegamento della portaerei, il presidente venezuelano ha accusato Washington di perseguire «una nuova guerra eterna».
Secondo un reportaggio del New York Times, Maduro stesso avrebbe proposto agli Stati Uniti significative concessioni economiche, inclusa la possibilità per le aziende americane di acquisire una quota rilevante nel settore petrolifero, durante negoziati segreti durati mesi. Tuttavia, Washington avrebbe rifiutato l’offerta, con il futuro politico del presidente Nicolas Maduro come principale ostacolo.
Un precedente articolo del quotidiano neoeboraceno riportava che Trump avesse ordinato l’interruzione dei colloqui con il Venezuela, «frustrato» dal rifiuto di Maduro di cedere volontariamente il potere. Il giornale suggeriva anche che gli Stati Uniti stessero pianificando una possibile escalation militare.
Nel frattempo, Maduro ha avvertito che il Venezuela entrerebbe in uno stato di «lotta armata» in caso di attacco, aumentando la prontezza militare in tutto il Paese.
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Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso, gli Stati Uniti hanno inviato almeno otto navi della Marina, un sottomarino d’attacco e circa 4.000 soldati vicino alla costa venezuelana, dichiarando che la missione mirava a contrastare i cartelli della droga. Washington ha sostenuto che l’armata ha affondato tre imbarcazioni venezuelane, senza però fornire prove che le persone a bordo fossero criminali.
La Casa Bianca accusa da tempo Maduro di guidare una rete di narcotrafficanti nota come «Cartel de los Soles», sebbene non vi siano prove schiaccianti o prove concrete che lo dimostrino, tuttavia lo scorso anno gli USA sono arrivati a sequestrare un aereo presumibilmente utilizzato dal presidente di Carcas. È stato anche accusato di aver trasformato l’immigrazione in un’arma, sebbene Maduro si sia mostrato pronto a dialogare con le delegazioni diplomatiche americane sulla questione.
Come riportato da Renovatio 21, a inizio anno Maduro aveva dichiarato che Washington ha aperto il suo libretto degli assegni a una schiera di truffatori e bugiardi per destabilizzare il Venezuela, quando gli Stati Uniti si sono rifiutati di riconoscere le elezioni del 2024 in Venezuela.
Secondo Maduro, almeno 125 militanti provenienti da 25 Paesi sono stati arrestati dalle autorità venezuelane. Aveva poi accusato Elone Musk di aver speso un miliardo di dollari per un golpe in Venezuela. Negli stessi mesi si parlò di un piano di assassinio CIA di Maduro sventato.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Thailandia e Cambogia firmano alla Casa Bianca un accordo di cessate il fuoco
HISTORIC PEACE BETWEEN THAILAND & CAMBODIA. President Trump and Malaysia’s Prime Minister Anwar Ibrahim hosted the Prime Ministers of Thailand and Cambodia for the signing of the ‘Kuala Lumpur Peace Accords’—a historic peace declaration. pic.twitter.com/BZRJ2b2KLY
— The White House (@WhiteHouse) October 26, 2025
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