Geopolitica
Gli USA avevano assicurato a Hezbollah che Israele non avrebbe effettuato una «grande offensiva»: invece ha ucciso un vertice del movimento a Beirut
Era uno dei vertici di Hezbollah l’obiettivo del bombardamento israeliano a Beirut di tre giorni fa. E secondo giornali arabi, gli USA avrebbero fatto sapere a Hezbollah che Israele non era intenzionato a condurre «grandi attacchi».
L’attacco al capo dell’ufficio politico di Hamas Ismail Haniyeh a Teheran è avvenuto letteralmente poche ore dopo che Israele aveva preso di mira il comandante militare di Hezbollah Fuad Shukr nella capitale libanese.
Hezbollah ha finalmente confermato la morte di Shukr alla fine della giornata, dopo che il suo corpo era stato recuperato dalle macerie risultanti dall’attacco israeliano.
Hezbollah ha affermato in un comunicato che la sua risposta all’assassinio di Shukr sarà annunciata in un discorso del suo leader, Hassan Nasrallah, il 1° agosto, ha riferito il canale televisivo libanese Al Mayadeen.
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Secondo quanto riportato, prima dell’attacco a Beirut, gli Stati Uniti avevano avvertito Hezbollah attraverso i mediatori libanesi che Israele intendeva condurre «grandi attacchi» nell’Est e nel Sud del Libano come rappresaglia per un attacco sulle alture di Golan occupate da Israele, ma che si sarebbe fermato ben prima di far scattare una «grande offensiva» (di cui aveva parlato il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant), ha riferito Middle East Eye.
La testata finanziata dal Qatar suggerisce che quelle promesse nascoste potrebbero spiegare perché i funzionari statunitensi hanno pubblicamente ignorato le preoccupazioni su una guerra scoppiata tra il gruppo sostenuto dall’Iran e Israele, definendole «esagerate».
Dopo l’assassinio di Haniyeh, le assicurazioni degli Stati Uniti che una guerra generale che coinvolga Israele, Hezbollah e Iran sia fuori discussione sembrano ora totalmente inutili. Cosa può valere la parola di un Paese il cui presidente è universalmente noto per essere demente senile?
Come riportato da Renovatio 21, Israele da mesi discute di una nuova invasione del Libano. Nelle ultime ore la Turchia parla invece di un’invasione di Israele da parte delle sue truppe. L’Iran continua a parlare di «guerra di annientamento» contro lo Stato Giudaico.
Tre settimane fa Hezbollah ha inviato in Israele 200 razzi e sciami di droni. Bombardamenti di caccia israeliani erano continuati anche il mese scorso.
Secondo quanto riportato, diecine di generali israeliani di alto rango vorrebbero che il primo ministro Benjamin Netanyahu raggiungesse un accordo di tregua con Hamas, in modo da potersi preparare a una potenziale guerra con Hezbollah in Libano.
Come riportato da Renovatio 21, a inizio 2024 è emerso che una valutazione segreta della Defense Intelligence Agency (DIA) di Washington avrebbe rilevato che le forze israeliane potrebbero trovare «difficile avere successo» in una guerra su due fronti contro Hamas a Gaza e Hezbollah in Libano.
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Trump: Zelens’kyj deve essere «realista»
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Geopolitica
Gli Stati Uniti sequestrano una petroliera al largo delle coste del Venezuela
Il procuratore generale statunitense Pam Bondi ha annunciato il sequestro di una petroliera sospettata di trasportare greggio proveniente dal Venezuela e dall’Iran.
L’operazione, condotta al largo delle coste venezuelane, si inserisce in un’escalation delle attività militari americane nella regione, unitamente a raid contro quelle che Washington qualifica come imbarcazioni legate ai cartelli della droga.
«Oggi, l’FBI, la Homeland Security Investigations e la Guardia costiera degli Stati Uniti, con il supporto del Dipartimento della Difesa, hanno eseguito un mandato di sequestro per una petroliera utilizzata per trasportare petrolio greggio proveniente dal Venezuela e dall’Iran», ha scritto Bondi su X mercoledì.
Ha precisato che la nave era stata sanzionata «a causa del suo coinvolgimento in una rete di trasporto illecito di petrolio a sostegno di organizzazioni terroristiche straniere».
Nel video diffuso da Bondi si vedono agenti delle forze dell’ordine, pesantemente armati, calarsi dall’elicottero sulla tolda della nave. Secondo il portale di tracciamento MarineTraffic e vari media, l’imbarcazione è stata identificata come «The Skipper», che batteva bandiera della Guyana. Fonti come ABC News riportano che la petroliera, con una capacità fino a 2 milioni di barili di greggio, era diretta a Cuba.
Today, the Federal Bureau of Investigation, Homeland Security Investigations, and the United States Coast Guard, with support from the Department of War, executed a seizure warrant for a crude oil tanker used to transport sanctioned oil from Venezuela and Iran. For multiple… pic.twitter.com/dNr0oAGl5x
— Attorney General Pamela Bondi (@AGPamBondi) December 10, 2025
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Gli Stati Uniti avevano sanzionato la The Skipper già nel 2022, accusandola di aver contrabbandato petrolio a beneficio del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniana e del gruppo militante libanese Hezbollah.
Un gruppo di parlamentari statunitensi ha di recente sollecitato un’inchiesta sugli attacchi condotti su oltre 20 imbarcazioni da settembre, ipotizzando che possano configurare crimini di guerra.
Il senatore democratico Chris Coons, intervistato martedì su MSNBC, ha accusato Trump di «trascinarci come sonnambuli verso una guerra con il Venezuela». Ha argomentato che l’obiettivo reale del presidente sia l’accesso alle risorse petrolifere e minerarie del paese sudamericano.
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha rigettato le affermazioni di Trump sul presunto ruolo del suo governo nel narcotraffico, ammonendo Washington contro l’avvio di «una guerra folle».
Il Venezuela ha denunciato gli Stati Uniti per pirateria di Stato dopo che la Guardia costiera americana, coadiuvata da altre forze federali, ha abbordato e sequestrato una petroliera sanzionata nel Mar dei Caraibi.
Caracas ha reagito con durezza, definendo l’intervento «un furto manifesto e un atto di pirateria internazionale» finalizzato a sottrarre le risorse energetiche del Paese.
«L’obiettivo di Washington è sempre stato quello di mettere le mani sul nostro petrolio, nell’ambito di un piano deliberato di saccheggio delle nostre ricchezze», ha dichiarato il ministro degli Esteri Yvan Gil.
Il governo venezuelano ha condannato gli «arroganti abusi imperiali» degli Stati Uniti e ha giurato di difendere «con assoluta determinazione la sovranità, le risorse naturali e la dignità nazionale».
Da anni Caracas considera le sanzioni americane illegittime e contrarie al diritto internazionale. Il presidente Nicolas Maduro le ha definite parte del tentativo di Donald Trump di rovesciarlo e ha respinto come infondate le accuse di legami con i narcos, avvertendo che qualsiasi escalation militare condurrebbe a «una guerra folle».
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