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Bioetica

Ecco la marcia antiabortista vaccinista

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Arrivati a questo punto, ci tocca di fare un po’ di satira.

 

Abbiamo appreso nelle ultime settimane che Santa Balbina, oltre che centro di salute mentale dell’ASL Roma 1, già sede dell’ospizio Santa Margherita, della Fondazione Lepanto, del sito Corrispondenza Romana, della Associazione Famiglia Domani, del Comitato Marcia per la Vita, della rivista Radici Cristiane, di Edizioni Fiducia, di Schola Palatina, di Radio Roma Libera, eccetera, è diventato ora anche centro di promozione vaccinale.

 

È ancora fresco di stampa, per i tipi di Edizioni Fiducia, casa editrice domiciliata anch’essa casualmente in Santa Balbina, il nuovo libro di Roberto de Mattei Sulla liceità morale della vaccinazione, il cui sottotitolo, non proprio sibillino, recita: «una riposta chiara ed esauriente a coloro che considerano la vaccinazione contro il COVID-19 in sé illecita, perché funzionale all’aborto».

 

Arrivati a questo punto, ci tocca di fare un po’ di satira

L’entusiasmo è alle stelle: viene da pensare che, qualora il fedele cattolico si sottoponga al vaccino, l’ente (uno a caso di quelli domiciliati a Santa Balbina e diretti da De Mattei) gli fornisca in omaggio il tomo del medesimo Autore sul Vaticano II, un corso a caso di bioetica, la prestigiosa matricola all’Università d’Estate, un buono sconto per l’opera omnia del filosofo carioca Plinio Correa de Oliveira, acquistabile in comode rate. Si mormora anche di un livello premium, con la spedizione (a carico del destinatario) di un busto in bronzo di donna Lucilia Correa de Oliveira, «madre dell’ineffabile», «vaso di logica», «restauratrice dei caratteri», «fiore più bello di tutti», «madre dei secoli futuri», «madre del principio assiologico», nonché «Madre della Trans-sfera». 

 

Da Santa Balbina, come è noto, è organizzata ogni anno la Marcia per la Vita, cioè il più grande evento contro l’aborto di tutta Europa. Il motto della manifestazione era «per la vita, senza compromessi».

 

Proponiamo di aggiornarlo in «per la vita, purché non serva a far vaccini». Così, ci immaginiamo che alla prossima edizione della Marcia per la Vita potrebbero essere allestiti, lungo tutto il percorso, chioschi di immunizzazione a mezzo vaccino lavorato con cellule di feto abortito.

Ci immaginiamo che alla prossima edizione della Marcia per la Vita potrebbero essere allestiti, lungo tutto il percorso, chioschi di immunizzazione a mezzo vaccino lavorato con cellule di feto abortito 

 

In Piazza San Pietro, dove tradizionalmente il corteo si concludeva, potrebbe essere eretta la ingiustamente dimenticata struttura «Primula» dell’archistar Boeri, allo scopo di vaccinare il maggior numero di antiabortisti possibile – così magari da ottenere, finalmente, la tanto agognata benedizione papale.

 

Attendiamo, nel frattempo, di vedere gli abitanti di Santa Balbina vaccinarsi tutti in favore di telecamera. Con pollice alzato, come gli antichi patrizi romani (quando i cristiani venivano mandati ai leoni) e fotogenico sorriso tomistico.

 

 

Roberto Dal Bosco

Elisabetta Frezza

 

 

P.S. Come dicevamo sopra, quanto scritto sopra è, per una certa parte, satira. Specie per quanto riguarda i doni per dose vaccinale e i chioschi di immunizzazione pro-life. Tuttavia, per informazioni è possibile scrivere a: Fondazione Lepanto, U.S. : 1015, 15th Street, N.W., suite 600 – Washington D.C., 20005.

 

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Bioetica

I medici abortiscono il bambino sbagliato

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Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.

 

Una futura mamma ha perso il suo bambino dopo un terribile errore in un ospedale della Repubblica Ceca.

 

Una donna straniera incinta di quattro mesi si è recata all’ospedale universitario Bulovka, un importante ospedale universitario di Praga, per un controllo di routine. È stata scambiata per un’altra donna straniera e sottoposta ad anestesia generale. Il suo bambino è stato quindi abortito.

 

Nessuno dei soggetti coinvolti nella procedura – infermieri, medici, un ginecologo e un anestesista – si è accorto dell’errore. Entrambe le donne erano di origine asiatica, secondo i media locali.

 

L’incidente è attribuito a una mancanza di comunicazione aggravata da una grave negligenza da parte del personale. Nessuna delle donne parlava ceco. «Una paziente di lingua ceca probabilmente si opporrebbe attivamente al fatto di sottoporsi ad un intervento che non capisce», ha detto il ginecologo Jan Přáda, dell’Ordine dei medici ceco.

 

Přáda ha detto ai media che i medici dovrebbero sempre confermare il nome di un paziente, controllare il braccialetto e il numero dell’ospedale e consultarlo più volte su una procedura. Ma a quanto pare nessuna di queste donne riusciva a comunicare con il personale. Non si sa in quale lingua il personale parlasse alle donne.

 

«Il Ministero della Salute esprime il suo profondo rammarico al paziente e all’intera famiglia», ha detto un portavoce. «C’è stato un errore umano imperdonabile e i responsabili sono stati messi fuori servizio».

 

Michael Cook

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
 

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Bioetica

La Danimarca consentirà alle quindicenni di abortire senza il consenso dei genitori

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Il governo danese ha annunciato venerdì che consentirà alle donne di interrompere la gravidanza fino a 18 settimane dopo il concepimento invece che a 12. La nuova legislazione segna la prima volta che il paese nordico ha allentato le regole sull’aborto in 50 anni.   Inoltre, le ragazze di età superiore ai 15 anni avranno il diritto di abortire senza l’approvazione dei genitori. Il governo ha abbassato il requisito di età per mantenerlo in linea con l’età del consenso del paese.   «Scegliere se abortire è una situazione difficile e spero che le giovani donne possano trovare sostegno da parte dei loro genitori. Ma se c’è disaccordo, alla fine deve essere la giovane donna a decidere se vuole diventare madre», ha detto Marie Bjerre, ministro per la digitalizzazione e l’uguaglianza di genere.   Attualmente le donne sotto i 18 anni possono abortire, ma solo con il consenso dei genitori.   La legge modificata sulla sanità entrerà in vigore il 1° giugno del prossimo anno.

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La Danimarca è stata tra i primi Paesi dell’Europa occidentale a offrire l’aborto gratuitamente nel 1973, ma lo ha consentito solo fino a 12 settimane dopo il concepimento. Ora le donne potranno interrompere la loro gravidanza per un periodo di tempo più lungo in Danimarca che in qualsiasi altro posto in Europa.   Secondo l’Autorità danese per i dati sanitari, il numero di gravidanze interrotte nel Paese non è aumentato negli ultimi tempi. Nel 2022 ci sono stati 14.700 aborti medici, rispetto ai 14.500 del 2017. Il numero ha raggiunto il picco nel 1975, quando furono legalizzati per la prima volta, a 27.900.   La deputata Mette Thiesen, del populista Partito popolare danese, ha lamentato i cambiamenti, definendola «una giornata terribile. È una nuova legge terribile». Rivolgendosi all’emittente danese DR, ha spiegato che esiste un «equilibrio molto sottile tra il diritto della donna al proprio corpo, ma anche il diritto alla vita della piccola vita che si trova nel grembo materno».   A marzo, la Francia è diventata la prima nazione al mondo a garantire costituzionalmente che le donne possano interrompere la gravidanza, rendendo «irreversibile» il «diritto all’aborto» in Francia, dove nel 2021 un bambino ogni tre nascite è stato ammazzato nel ventre materno.   Come riportato da Renovatio 21, la costituzionalizzazione del feticidio è stato votato praticamente da tutti i partiti, compreso quello di Marine Le Pen.   Renovatio 21 ha proposto una lettura metafisica, demonologica di quanto sta succedendo a Parigi, tra scandali, orrori politici e continue minacce di guerra termonucleare.

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Bioetica

La World Medical Association chiede un cessate il fuoco bilaterale a Gaza

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Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.

 

La World Medical Association ha chiesto un cessate il fuoco bilaterale a Gaza. La risoluzione è stata avviata dalla British Medical Association.

 

Il dottor Lujain AlQodmani, presidente kuwaitiano della WMA, ha dichiarato che: «la WMA chiede un cessate il fuoco bilaterale, negoziato e sostenibile per proteggere tutti i civili, garantire il rilascio e il passaggio sicuro di tutti gli ostaggi e consentire il trasferimento degli aiuti umanitari per tutti. Ribadiamo il nostro appello al rispetto del diritto umanitario e chiediamo la protezione di tutte le strutture e del personale sanitario. È una crisi che richiede un’azione immediata».

 

La WMA ha anche chiesto un accesso umanitario accelerato in tutta Gaza, compresi gli aiuti e il passaggio sicuro del personale medico. Ciò include anche l’evacuazione dei casi medici urgenti per ridurre la morbilità e la mortalità secondaria, i rischi per la salute pubblica e per alleviare la pressione sugli ospedali all’interno di Gaza.

 

La WMA vuole anche che si indaghino sulle accuse di gravi violazioni e abusi dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale, compresi gli attacchi al personale e alle strutture sanitarie e l’uso improprio di tali strutture per scopi militari.

 

«Come medici, abbiamo l’obbligo morale di sostenere i principi della Dichiarazione WMA di Ginevra e di altri documenti che fungono da guida per il personale medico durante i periodi di conflitto», ha affermato il dottor AlQodmani.

 

La dottoressa Latifa Patel, della BMA, ha dichiarato: «è stato incredibilmente doloroso testimoniare la portata della sofferenza, come la continua detenzione di ostaggi, le sofferenze insopportabili e la morte di oltre 30.000 civili innocenti, soprattutto bambini, e la devastazione del sistema sanitario ha solo esacerbato il peggioramento della crisi umanitaria a Gaza».

 

Michael Cook

 

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Immagine dell’ottobre 2023 di Palestinian News & Information Agency (Wafa) in contract with APAimages via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

 

 

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