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Continua senza requie il terrificante fenomeno urbano dell’uomo nudo

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Renovatio 21 è l’unica testata al mondo che sta concentrando i suoi sforzi intellettuali e giornalistici nel racconto e nella riflessione su di uno dei fenomeni più allucinanti del nostro tempo: no, non parliamo della disseminazione dei misteriosi feti in barattolo, né dei robocani oramai ubiqui, né delle chimere umane, né della retroingegneria UFO, né della predazione degli organi a cuor battente, né della biologia sinteticadei mirror humans, né della minaccia di apocalisse nucleare, né delle ghenghe di cetacei malvagi come le orche assassine di Gibilterra e le loro orrende colleghe di altre parti del mondo.

 

Parliamo, invece, del ben più preoccupante fenomeno, nazionale e globale, dell’uomo nudo.

 

Come specificato in episodi precedenti, l’uomonudismo è oramai un tema fisso nelle nostre città, appena raggiunto dalle cronache locali – che epperò mancano di volontà di elaborare il fenomeno, o anche solo di unire i puntini – ed emerso solo grazie alle immagini girate da qualche prode con il telefonino.

 

Sì: i nostri spazi urbani (e non solamente quelli) sono ormai costantemente presi d’assalto da uomini denudatisi per ragioni quasi mai note.

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Il fenomeno parrebbe essere legato alla questione migratoria, tuttavia non è dato capirlo con certezza: a causa dell’implementazione Carta di Roma, il documento deontologico del giornalista che invita a non rivelare la provenienza dei protagonisti delle cronache, è talvolta difficile capire dai giornali se l’uomo nudo raccontato dagli articoli che leggiamo è autoctono oppure di origine straniera.

 

Procediamo con una carrellata nazionale. Ferrara, due giorno fa: «Vaga nudo lungo il raccordo autostradale e si sdraia: soccorso». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Roma, un mese fa: «Uomo corre nudo in strada nel centro di Roma». Lo riporta RomaToday.

 

Rimini, il mese scorso: «Mattinata di follia tra le vie della città, uomo va in giro nudo e prende a sassate le auto in transito». Lo riporta RiminiToday.

 

Valsassinia, sempre a settembre: «Si aggira nudo per i boschi della Valsassina ed entra in una baita». Lo riporta LeccoToday.

 

Monza, luglio: «Nudo tra il bosco e la strada, uomo soccorso a Cogliate». Lo riporta Il Notiziario.

 

Sempre Monza, sempre luglio: «I 5 ragazzi che “salvano” la bambina che di notte cammina per strada con un uomo nudo». Lo riporta MonzaToday.

 

Materna, giugno: «Uomo nudo spaventa giovane turista francese». Lo riporta Basilicata24.

 

Cassina de’Pecchi, città metropolitana di Milano, aprile: «Uomo completamente nudo davanti alla chiesa, intervengono i Carabinieri». Lo riporta Prima la Martesana.

 

Aci Castello, città metropolitana di Catania, giugno: «Uomo nudo tenta di violentarla in spiaggia, lei si salva colpendolo con un sasso in testa: arrestato». Lo riporta Fanpage.

 

Brescia, aprile: «Nudo in strada, urla a squarciagola in piena notte: portato in ospedale». Lo riporta BresciaToday.

 

Foggia, maggio: «Anziana uccisa in casa a Foggia, fermato un uomo nudo in strada». Lo riporta RaiNews.

 

Sassari, agosto: «Un uomo nudo si aggira per le vie di Sassari, il video è virale». Lo riporta Sassari oggi.

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Roma, gennaio: «”State attenti, c’è un uomo nudo che si masturba in strada e rincorre la gente”».Lo riporta RomaToday.

 

Roma, aprile: «Uomo nudo inveisce contro i passanti sotto i portici di piazza dei Cinquecento».  Lo riporta RomaToday.

 

Roma, luglio: «Un uomo nudo gira per l’Eur, l’allarme dei residenti». Lo riporta RomaToday.

 

Roma, agosto: «Ostacoloman nudo per Balduina, l’allarme dei residenti». Lo riporta RomaToday.

 

Torino, luglio: «Cammina nudo in strada, stupore dei passanti in corso Monte Grappa». Lo riporta TorinoToday.

 

Cesena, giugno: «L’uomo nudo e minaccioso terrorizza Calisese da tre giorni». Lo riporta il Corriere Romagna.

 

Rimini, agosto: «Esibizionista fuori controllo. Si spoglia nudo in spiaggia poi picchia i carabinieri». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Ancona, aprile: «Va in bicicletta e si trova davanti un uomo nudo: choc nel quartiere Adriatico». Lo riporta AnconaToday.

 

Padova: «Degrado in stazione, foto choc di un uomo che dorme nudo. La Lega: situazione grave». Lo riporta Il Mattino di Padova.

 

San Marino, giugno: «Uomo nudo e in stato confusionale fermato a Dogana». Lo riporta San Marino TV.

 

Carpi, gennaio: «Nudo in strada semina il panico». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Vicenza, giugno: «Uomo nudo in viale Mazzini: tamponamento fra auto e ricovero in ospedale». Lo riporta TViWeb.

 

Cremona, agosto: «Uomo nudo alla guida di un furgoncino rubato, fermato dai carabinieri». Lo riporta La Provincia di Cremona.

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Milano, giugno: «Nudo di fronte all’oratorio di via Corsico, calci e sputi ai poliziotti: bloccato e arrestato». Lo riporta il  Corriere Milano.

 

Napoli, aprile: «Corre nudo per 4 chilometri tra Vomero e Posillipo: interviene il 118, ricoverato». Lo riporta Il Mattino.

 

Udine: «Virale un video di un uomo senza vestiti a Fagagna. L’appello: “Non fate girare le immagini”». Lo riporta UdineToday.

 

Lecco, gennaio: «Il video dell’uomo nudo a passeggio sul lungolago di Malgrate». Lo riporta LeccoToday.

 

Salerno, luglio: «Castellabate, uomo nudo nel centro cittadino: 45enne turista fermato dalla polizia locale». Lo riporta Il Mattino.

 

Cassolnovo, provincia di Pavia: «Avvistato uomo nudo per strada in via Carlo Alberto». Lo riporta Milano Pavia News

 

Novara: «L’uomo nudo è tornato, questa volta a passeggio per via Andrea Costa». Lo riporta La Voce di Novara e Laghi.

 

Segnaliamo, infine, anche il titolo più sconvolgente di questa stagione d’inferno: «Uomo nudo prova a violentare una mucca che si inferocisce e lo incorna». Lo riporta Today.

 

Tuttavia, Renovatio 21, al solito, fornisce documentazione visiva della montante catastrofe dell’uomo nudo in tutte le strade del mondo occidentale e non solo.

 

Quest’estate è emerso un video di un uomo nudo di probabile origine africana (come molte delle persone protagoniste del fenomeno) che, urlante e farneticante, terrorizza il dehors di un locale in una imprecisata località tedesca.

 

 

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Un video circolato ad inizio mese sembra ritrarre un uomo nudo in contesto nordamericano.

 

 

Mesi fa si erano avute le immagini dello scontro tra le forze di polizia neerlandesi ed un uomo nudo a caso.

 

 

Un video che dicono arrivare dagli antipodi mostra un uomo nudo che circola tranquillamente sulla metropolitana di Melbourne, tuttavia viene cacciato a pedate da un viaggiatore adiratosi.

 

 

 

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Il problema sembra aver raggiunto anche la Turchia.

 

 

Nella Gran Bretagna del premier immigrazionista Keir Starmer l’uomo nudo sembra venire incontro alla popolazione vestendo talvolta almeno gli slip, tuttavia compensando la rinunzia con l’uso del machete.

 

 

C’è da dire che in terra di Albione tuttavia talvolta si preferisce la versione basic del fenomeno, con immigrato nudo e basta che si mostra in istrada.

 

 

Limerick, in Irlanda, mostra l’impatto della faccenda sui supermarket.

 

 

A Vienna l’uomo ignudo si propone d’improvviso come vigile urbano, e dirige il traffico per tramite della sua nudità.

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Video che sembrano arrivare dalla Francia mostrano che il fenomeno non è solo relegato all’esperienza outdoor, ma può avvenire anche indoor nel contesto di quella che sembra una stazione di polizia. Notare la tranquillità degli agenti, forse oramai abituati alla questione. Ab assuetis non fit passio.

 

 

 

Insomma, il terrificante fenomeno continua senza requie. Nessuno sembra far qualcosa: o meglio, nessuno sembra nemmeno accorgersene. Come se vedere gente che va in giro in istrada ignuda fosse una componente costante della nostra società. Come no: non ricordate quando, da piccoli, ogni tanto vedevate un uomo senza vestiti deambulare per gli spazi pubblici?

 

Non lo ricordate? Forse siete un po’ razzisti, bigotti, o antinudisti – perché sappiamo che pian piano anche il nudismo sarà una tendenza che faranno scivolare overtonianamente nel piccolo mondo delle nostre famiglie. Non lo vediamo solo nelle serie TV sparate sui nostri schermi senza alternativa: lo vediamo, soprattutto, ai gay pride.

 

Nel frattempo, ci resta solo di dire al lettore: fate attenzione.

 

L’uomo nudo è, letteralmente, dietro l’angolo.

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Ecco il raduno degli orrendi puffi

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Una piccola cittadina francese è riuscita nel suo terzo tentativo di stabilire un record mondiale Guinness, ospitando un raduno di 3.076 persone vestite da Puffi.   La città di Landerneau, nella regione francese della Bretagna, aveva già tentato due volte di stabilire il record mondiale per il maggior numero di persone vestite da Puffi, ma non era riuscita a raggiungere il record di 2.762 persone, stabilito in Germania nel 2019.   La città ha fatto il suo terzo tentativo domenica, con il sostegno ufficiale della Paramount Pictures, in vista dell’uscita del film I Puffi, prevista per il 18 luglio.   L’evento si è rivelato come uno dei più inquietanti episodi di cosplay di massa della storia recente.         I Puffi furono creati dal fumettista belga Pierre Culliford, detto Peyo, nel 1958. In francese vengono chiamati «Schtroumpfs». Da allora tormentano generazioni di bambini con le loro storie cretine – ma c’è da considerare anche il danno dell’antica sigla cantata da Cristina d’Avena, con quel ritornello «noi puffi siam così… lalalalalà» che fatto ascoltare ripetutamente in un luogo chiuso potrebbe essere usato come strumento di tortura, per cui dovrebbe essere proibito alla luce della legge sul reato di tortura introdotta dal governo Gentiloni (legge n.110/2017).   Come perorato da Renovatio 21, anche il cosplay andrebbe proibito per legge anche in Italia, così come ha fatto la Cina di Xi Jinpingo.  
  Vi sono teorie secondo cui lo scandaloso uomo blu che durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi sembrava prendersi gioco di Cristo nell’ultima cena non aveva tale colorazione per assomigliare al dionisiaco Shiva, ma per ricordare proprio un puffo.   A quel punto Renovatio 21 ricordò le possibili origini massoniche degli orrendi gnometti celesti. Anni fa lo studioso sardo Antonio Soro scrisse in un libro che la storia degli strani ometti blu (alti su per giù / tre mele o poco più) altro non è se non una metafora della massoneria. Le prove a carico della tesi non sono poche: I puffi fanno la loro prima comparsata in una pubblicazione del 1958, dove sono alla ricerca di un flauto magico, che come noto è il titolo dell’opera iper-massonica di Wolfgango Amedeo Mozart.   In questa visione, il Grande Puffo altro non è che il Gran Maestro, mentre «Gargamella prete/rabbino è implacabile cacciatore della sapienza massonica, perché la sua tradizione non possiede più quella conoscenza capace di rinnovare l’uomo, di trasfigurare la banale realtà ilica in dorata realtà pleromatica. Egli combatte la massoneria ma allo stesso tempo ne ha bisogno, deve carpirne i segreti da tradurre in una pastorale, per non perdere la base dei fedeli».   C’è qui un tema omo-esoterico da non sottovalutare: Gargamella, scrive il saggio I Puffi, la «vera» conoscenza e la massoneria (2015), cerca di distruggere la loggia puffesca dall’interno rompendone l’equilibrio originale fondato sull’androginia – o meglio, sull’assenza della donna. Tutti sappiamo, del resto, che sull’omosessualità dei puffi, questa comunità di soli maschi che girano a petto nudo, esistono barzellette, anche divertenti. Gargamella reintroduce la dicotomia sessuale naturale nell’Eden puffesco: inventa puffetta e la manda a destabilizzare, con la natura dei due sessi, una società puramente omofila.   I lettori di Renovatio 21 conoscono le teorie riguardo a quanto accade in Francia, con la storia secondo cui l’omotransessualismo sarebbe stato favorito per volere dell’élite massonica, legata al mito templare e quindi alla figura androgina del Bafometto, che alcuni dipingono come un caprone a cui dovevan baciare iniziaticamente il membro.   I puffi, si dirà, non sono francesi, sono belgi. Ma qui, davanti alla vastità di cose che potremmo dire sul terreno sui cui sorge la capitale UE, ci fermiamo.   Ma tanto basta per detestare le malefiche creature blu sempre di più, e la rima non è voluta, ma guai a chi la rifiuta.

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Ecco la gara di imitazione del verso del gabbiano. Aspettando il Ruttosound

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Drammatiche immagini arrivano dal Belgio, controverso Paese dove si è tenuta il «Gull Screeching Championship» competizione di imitazione del verso del gabbiano.

 

La stampa internazionale ci informa che quest’anno la gara è divenuta internazionale, con il coinvolgimento di partecipanti da ben 13 Paesi.

 

Si tratta della quinta edizione della gara, tenutasi la settimana passata al caffè De Verloren Gernoare, nel comune delle Fiandre Occidenali di De Panne.

 

 

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«I gabbiani sono il suono del mare» dice il sito webbo dell’organizzazione. «Quando sei al mare, senti sempre il verso dei gabbiani. Sono acrobati nell’aria, e ti regalano momenti indimenticabili. Il verso di un gabbiano ti riporta alla mente bei ricordi».

 

«Il verso dei gabbiani è scienza» continua coraggiosamente il sito. «Se si vuole imitare correttamente il verso dei gabbiani, è necessaria l’osservazione scientifica. Se ci si prende il tempo di osservarli attentamente, si inizierà a prendersene cura».

 

L’evento dichiara di voler «connettere persone e gabbiani». «In tutto il mondo potrebbero esserci attriti tra gabbiani ed esseri umani: gabbiani che vivono sui tetti, che rovistano nella spazzatura in cerca di cibo o che addirittura defecano sulle auto. Gli esseri umani dovrebbero essere abbastanza intelligenti da evitare i conflitti. I gabbiani sono decisamente opportunisti».​

 

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Il campionato europeo di urlo di gabbiano è organizzato dal comico Claude Willaert, con il supporto del Flanders Marine Institute (VLIZ), dell’Istituto per la ricerca sulla natura e le foreste (INBO), del Wildlife Rescue Centre di Ostenda (VOC Oostende) e del gruppo di lavoro sulla natura De Kerkuil. La giuria, siamo informati, L«è composta da 5 membri, tutti veri amanti dei gabbiani. Valutano sia il verso (75%) che la recitazione (25%)».

 

La partecipazione prevedeva tre categorie: individuale, giovanile (16 anni) o in colonia (cioè gruppo).

 

Nella categoria adulti, si è classificata prima la danese Anna Brynald, con un punteggio di 88/100. Nella categoria degli juniores, la vetta del podio ha visto il britannico Cooper Wallace, che ha brillantemente difeso il titolo vinto nel 2014.

 

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C’è anche da segnalare una vittoria per l’Italia, con il primo posto nella categoria «colonia» vinto dai «Gabbiani Partigiani» (88/100). Si tratta di un grande orgoglio nazionale, che riflette pure il pensiero di tanti sulla storia dei partigiani italiani.

 

 

Il lettore di Renovatio 21 capisce da sé che siamo palesemente nei dipressi dell’hobbyhorsing, i terribili tornei di equitazione senza cavallo, dove i partecipanti (in larga parte, per qualche ragione, donne) si esibiscono cavalcando palo tipo scopa e fingendo di trottare, galoppare e saltare come gli agonisti con gli equini veri.

 

 

Come ha notato da Renovatio 21, l’hobbyhorsing sta a poca distanza dall’air guitar, che ha pure le sue gare internazionali: sono quei tizi che fingono di suonare la chitarra elettrica, un’altra bella trovata che ha trovato pure il suo evento principale in Finlandia.

 

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A questo punto ci chiediamo come la stampa internazionale abbia ignorato finora i tanti anni di edizioni di Ruttosound, manifestazione nel reggiano che istituzionalizza un classico della civiltà umana, la gara di rutti.

 

I migliori rutti, distribuiti nelle specialità rutto di Potenza (si misura la potenza con il fonometro digitale); rutto in lungo (si misura la lunghezza senza interruzioni dell’emissione del suono con il cronometro); rutto parlato; rutto free style.

 

 

 

 

Negli anni si sono distinti al Ruttosound – dove si sono auditi rutti da 136,6 decibel – personaggi interessanti, come il mascherato Rutt Mysterio, o il campione meneghino Ruttovibe.

 

La prossima edizione del Ruttosound è prevista per il 18 giugno alla festa della birra di Reggiolo.

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Scienziati analizzano gli spazzolini da denti e rimangono scioccati dalle centinaia di virus trovati

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Alcuni scienziati hanno individuato più di seicento virus diversi dopo aver tamponato gli spazzolini da denti e i soffioni della doccia delle persone, ma fortunatamente la stragrande maggioranza di essi è più utile che dannosa.   La microbiologa della Northwestern University Erica Hartmann, autrice principale di un nuovo studio pubblicato su Frontiers in Microbiomes, ha dichiarato a Gizmodo di essere rimasta allo stesso tempo scioccata e affascinata quando ha scoperto che questi oggetti di uso quotidiano pullulavano di virus mangia-batteri, noti come batteriofagi.   «Ci sono così tante cose del mondo che ci circonda che non comprendiamo, comprese le cose che possono sembrare familiari», ha spiegato. «Abbiamo iniziato a guardare cose come spazzolini da denti e soffioni della doccia perché sono importanti fonti di microbi a cui siamo esposti, ma non sappiamo quali microbi trasportano o quali fattori li influenzano».  
 

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L’ultimo studio è un aggiornamento del progetto del 2021 del team della Northwestern University, denominato «Operation Pottymouth», che prevedeva l’indagine sulle fonti dei batteri presenti sugli spazzolini da denti.   Sebbene ci fosse un’incredibile diversità tra gli oltre seicento campioni di virus avvistati, un tipo che uccide i micobatteri patogeni era leggermente più comune di qualsiasi altro, ha detto la Harmann. Dato che i micobatteri possono causare gravi infezioni come la lebbra e la tubercolosi, è una buona cosa che fossero presenti anche virus che li uccidono.   «Gli spazzolini da denti e i soffioni della doccia ospitano fagi diversi da qualsiasi cosa avessimo mai visto prima», ha detto la microbiologa. «Non solo abbiamo trovato fagi diversi sugli spazzolini da denti e sui soffioni della doccia, ma ne abbiamo trovati diversi su ogni spazzolino da denti e su ogni soffione della doccia».   Negli ultimi anni i fagi sono stati studiati e utilizzati come trattamenti per le infezioni batteriche, in particolare quelle che sono mutate per resistere agli antibiotici. Mentre la Hartmann insiste sul fatto che queste scoperte sono accattivanti di per sé, sapere che potrebbero essere utilizzate in trattamenti medici le rende molto più utili.   «Potrebbe essere che il prossimo grande antibiotico sarà basato su qualcosa che cresce sul nostro spazzolino da denti», ha concluso la scienziata.

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Come riportato da Renovatio21, il mondo rischia di tornare all’era precedente alla scoperta della penicillina con l’aumento di patogeni resistenti agli antibiotici. «Gli antibiotici sono stati la più grande conquista della medicina di sempre», ha affermato la professoressa Yvonne Mast, microbiologa e ricercatrice presso il Leibniz Institute di Braunschweig. «Il fatto che stia emergendo sempre più resistenza e che manchino nuovi antibiotici è una minaccia importante».   Come riportato da Renovatio 21, anche l’ONU ci mette in guardia da questo potenziale pericolo: i batteri resistenti agli antibiotici uccideranno tanto quanto il cancro entro il 2050.   A questo punto qualcuno potrebbe affermare l’utilità dei batteriofagi che sedimentano nei nostri spazzolini da denti, perché non sia mai che ci possano essere d’aiuto nella scoperta di nuovi antibiotici.

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