Nucleare
Centrale atomica di Zaporiggia, la Russia avverte: provocazioni durante la visita in Ucraina del segretario generale ONU
Il portavoce del ministero della Difesa russo, il tenente generale Igor Konashenkov, ha rilasciato una dichiarazione avvertendo che il regime di Kiev sta pianificando una grande provocazione alla centrale nucleare di Zaporiggia per oggi 19 agosto, mentre il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres è in Ucraina.
«Di conseguenza di cui la Federazione Russa sarà accusata di aver creato un disastro causato dall’uomo nella centrale elettrica» ha dichiarato il generale russo.
Nella sua dichiarazione Konashenkov ha identificato diverse unità militari ucraine, comprese le truppe di protezione chimica nucleare e un’unità di artiglieria che si stanno preparando ad agire come parte della provocazione.
Guterres è oggi a Leopoli e si recherà in un porto ucraino del Mar Nero venerdì 19 agosto. Il 20 agosto sarà a Istanbul presso il Centro Turco per l’ispezione delle navi.
«La leadership ucraina ha ripetutamente diffuso voci secondo cui le truppe russe hanno occupato la centrale nucleare e stanno bombardando le forze armate ucraine con sistemi di artiglieria a lungo raggio mentre si schermano con la centrale nucleare», afferma la dichiarazione.
«Segnaliamo che le truppe russe non hanno armi pesanti né sul territorio dello stabilimento né nelle aree circostanti. Solo le unità di sicurezza sono di stanza lì. Le forze armate della Federazione Russa stanno adottando tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza della centrale nucleare di Zaporiggia».
L’impianto ha continuato a funzionare con il suo personale ucraino, fornendo elettricità come di consueto a tutti i civili della regione.
Più o meno contemporaneamente alle comunicazioni di Konashenkov, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha detto al programma televisivo Soloviev Live che il regime di Kiev è di fatto impegnato in un un ricatto nucleare.
«Questa non è solo una provocazione, questo è ciò che abbiamo condannato come ricatto nucleare. E cos’altro è se non una provocazione di lunga data attorno a un impianto nucleare, una minaccia diretta per l’energia nucleare. Questo è certamente un atto di ricatto nucleare», ha sottolineato la portavoce.
La Zakharova ha quindi concluso che in questo modo le autorità ucraine non stanno ricattando solo un Paese o una specifica entità politica, ma l’intero continente europeo.
«Stiamo parlando di energia nucleare, l’intero continente europeo è tenuto in ostaggio perché tutto questo è nel cuore dell’Europa», ha detto la portavoce degli Esteri del Cremlino. Il disastro risultante, ha sostenuto, non può essere limitato dalla geografia ma solo dal tempo.
Per mostrare quanto sia drammatico il rischio geografico, il tenente generale Igor Kirillov, capo delle truppe di protezione nucleare, biologica e chimica del ministero della Difesa russo, ha pubblicato mappe che mostrano che se si verificasse una grave perdita di radiazioni, la maggior parte della contaminazione fluirebbe da nord a Ovest dell’impianto, a seconda delle condizioni meteorologiche, interessando principalmente l’Ucraina occidentale fino a Leopoli.
Come riportato da Renovatio 21, il segretario ONU Guterres due settimane fa aveva dichiarato, senza far nomi, che attaccare la centrale di Zaporiggia era un atto «suicida». La centrale, a quanto riportato dai russi, sarebbe stata attaccata anche con droni suicidi.
Le testate occidentali in queste ore stanno mostrando un video che mostrerebbero camion con la Z dentro la centrale, che è operata ancora da personale ucraino ma con la supervisione dei militari russi.
Il tema del ricatto nucleare, con probabili attentati false flag alle centrali, è stato esteso ben oltre Zaporiggia dall’ex presidente russo Dmitrij Medvedev, che ha parlato di «incidenti» ad impianti atomici UE usati come pretesto per la guerra definitiva contro la Russia.
Come riportato da Renovatio 21, 7 mesi fa vi sono stati strani avvistamenti di droni sopra le centrali nucleari svedesi, un fenomeno non ancora spiegato. Chi pilotava quei droni? Cosa stavano facendo?
Come noto, Mosca domina la produzione nucleare civile in tutto il mondo.
Immagine screenshot da YouTube
Nucleare
Mosca dice ancora una volta che l’Ucraina sta lavorando a un piano per una «bomba sporca»
Un alto funzionario della difesa russa ha accusato l’Ucraina di importare clandestinamente materiali radioattivi nel Paese, potenzialmente utilizzabili per costruire una bomba sporca da impiegare in un attacco sotto falsa bandiera, con il rischio di una contaminazione estesa in tutta Europa.
Durante un briefing tenuto giovedì, il maggiore generale Aleksej Rtishchev, comandante delle truppe russe per la protezione da radiazioni, agenti chimici e biologici, ha denunciato quello che ha definito un «ricatto nucleare» da parte di Kiev, sottolineando i gravi pericoli per la sicurezza e l’ambiente derivanti da tali azioni.
Rtishchev ha affermato che carichi di combustibile nucleare esaurito sono stati trasferiti attraverso Polonia e Romania senza alcuna notifica all’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA).
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Ha aggiunto che l’operazione sarebbe stata coordinata da Andrey Yermak, ex stretto collaboratore del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Yermak si è dimesso il mese scorso in seguito al suo coinvolgimento in un grave scandalo di corruzione nel settore energetico che ha riguardato figure vicine a Zelensky, pur senza essere formalmente incriminato.
«Questo genera il rischio di realizzare una cosiddetta “bomba sporca” per poi utilizzarla “sotto falsa bandiera”», ha dichiarato Rtishchev. Una bomba sporca non provoca un’esplosione nucleare, ma disperde materiale radioattivo su vaste aree, causando una contaminazione grave e pericoli a lungo termine per la popolazione civile.
Il generale ha rivelato che la Russia è in possesso di documenti di addestramento dei servizi di sicurezza ucraini che simulano scenari di furto di fonti radioattive, assemblaggio di un ordigno esplosivo e detonazione in zone ad alta densità popolazionale.
Rtishchev ha criticato l’assistenza occidentale, sostenendo che incoraggia Kiev a infrangere le norme internazionali sulla sicurezza nucleare. «I “padroni” occidentali non considerano che il degrado del sistema di governance statale possa spingere non solo l’Ucraina, ma anche vari Stati europei, sull’orlo di una catastrofe ambientale», ha affermato.
Mosca aveva già avvertito in precedenza che l’Ucraina potrebbe tentare di impiegare una bomba sporca per sabotare i negoziati di pace in corso, mediati dagli Stati Uniti. I responsabili russi hanno sottolineato che un simile atto comporterebbe rischi estremi e potrebbe provocare una risposta severa da parte di Mosca, inclusa l’eventualità di una ritorsione con armi nucleari tattiche.
L’allarme russo per la bomba sporca ucraina è stato ripetuto per tutta la durata del conflitto.
Come riportato da Renovatio 21, sei mesi fa ex presidente russo e vice capo del Consiglio di sicurezza del Paese Demetrio Medvedev aveva dichiarato che l’uso di una bomba sporca da parte di Kiev innescherebbe una risposta devastante da parte di Mosca, che includerebbe l’uso di armi nucleari tattiche.
Nel corso del conflitto ucraino, Medvedev – come l’allora ministro della Difesa russo Sergej Shoigu, il cui ministero parlava sempre più apertis verbis della possibilità di un false flag nucleare ucraino – ha ripetutamente sollevato il tema delle bombe sporche, affermando che le autorità ucraine potrebbero alla fine ricorrere al loro utilizzo. Una bomba sporca è un ordigno rudimentale che combina esplosivi convenzionali con materiale nucleare ed è progettata per inquinare e irradiare pesantemente l’area bersaglio, anziché causare direttamente distruzione attraverso l’esplosione.
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L’anno scorso la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca Maria Zakharova aveva definito lo Zelen’skyj come un «maniaco» che chiede armi nucleari alla NATO.
Come riportato da Renovatio 21, mesi fa il quotidiano londinese Times aveva parlato di «opzione nucleare ucraina». Settimane prima il tabloid tedesco Bild aveva riportato le parole di un anonimo funzionario ucraino che sosteneva che Kiev ha la capacità di costruire un’arma nucleare «in poche settimane».
La leadership di Kiev ha sostenuto a lungo che gli Stati Uniti e i suoi alleati avevano l’obbligo di proteggere l’Ucraina a causa del Memorandum di Budapest del 1994, in cui Stati Uniti, Regno Unito e Russia avevano dato garanzie di sicurezza in cambio della rimozione delle testate nucleari sovietiche dal territorio ucraino.
Come ricordato da Renovatio 21, c’è da dire che la fornitura di atomiche a Kiev è stata messa sul piatto varie volte da personaggi come l’europarlamentare ucraino Radoslav Sikorski, membro del gruppo Bilderberg sposato alla neocon americana Anne Applebaum.
Si tende a dimenticare che lo stesso Zelens’kyj parlò di riarmo atomico di Kiev alla Conferenza di Sicurezza di Monaco, pochi giorni prima dell’intervento russo. In seguito, Zelens’kyj e i suoi hanno più volte parlato di attacchi preventivi ai siti di lancio russi e di «controllo globale» delle scorte atomiche di Mosca.
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Nucleare
Tokyo, via libera al riavvio della più grande centrale nucleare al mondo
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Nucleare
Il Niger accusa il gruppo nucleare statale francese di «crimini di massa»
Il governo militare del Niger ha accusato l’azienda nucleare francese Orano di «inquinamento radioattivo» e «comportamento predatorio», dopo che i funzionari hanno annunciato di aver rinvenuto centinaia di barili di scorie radioattive abbandonati vicino a un vecchio sito estrattivo di uranio nel Nord del Paese.
Il ministero delle Miniere ha riferito che gli ispettori hanno individuato circa 400 barili contenenti elevati livelli di materiali radioattivi nel nucleo a Madaouela, in prossimità del polo uranifero di Arlit, un tempo gestito da Orano. Le rilevazioni sul posto hanno registrato valori fino a 10 microsievert all’ora, contro una media di 0,5, e le analisi hanno evidenziato sostanze tossiche in grado di provocare problemi respiratori.
Il ministro della Giustizia nigerino, Alio Daouda, ha annunciato martedì ai media che l’azienda sarà chiamata a rispondere in giudizio per «crimini di massa», tra cui lesioni all’ambiente, alla salute collettiva e alla sovranità nazionale.
«Questa discarica abusiva testimonia il disprezzo costante di Orano per il Niger e i suoi abitanti sin dall’avvio dell’estrazione uranifera», ha dichiarato Daouda, assicurando che «il Niger non arretrerà nella tutela della propria sovranità».
Orano, controllata al 90% dallo Stato francese, ha replicato all’agenzia Reuters affermando di «non detenere alcuna licenza operativa per il sito di Madaouela e di non avervi svolto operazioni di sorta».
Le imputazioni si inquadrano in un’escalation del contenzioso tra Niamey e Orano sul dominio delle miniere uranifere in questa nazione dell’Africa occidentale, ottavo produttore globale di yellowcake. In epoca di piena operatività, il Niger riforniva il 15-17% dell’uranio impiegato dalla Francia per la sua produzione energetica nucleare.
La settimana scorsa, il Niger avrebbe disatteso un’ordinanza del tribunale della Banca Mondiale, spostando oltre 1.000 tonnellate di uranio dalla miniera di Somair, controllata da Orano dal 1971 fino alla nazionalizzazione decisa a giugno.
L’azienda ha stigmatizzato l’operazione come una violazione delle decisioni giudiziarie, che vietavano all’ex colonia francese di «vendere, trasferire o anche solo consentire il trasferimento a terzi dell’uranio prodotto da Somair».
I leader militari hanno ribadito di agire nell’esercizio dei diritti sovrani. Oltre ad aver assunto il controllo effettivo di Somair – motivato dal «comportamento irresponsabile, illegale e iniquo» di Orano –, l’anno scorso il governo ha pure revocato all’azienda la concessione per il giacimento di Imouraren.
Come riportato d Renovatio 21, a maggio 2025 le forze di sicurezza nigerine avevano sequestrato attrezzature facendo irruzione nelle filiali di Orano.
Come riportato da Renovatio 21, dopo il golpe di due anni fa la giunta di Niamey ha subito sospeso le vendite di uranio ai francesi, che utilizzano il minerale estratto in Niger per coprire il del fabbisogno per la produzione di energia atomica, che viene peraltro venduta anche all’Italia, che ne è dipendente per il 6%.
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Immagine di Stuart Rankin via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC 2.0; immagine tagliata
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