Bioetica
Carattere antidivino della rivoluzione medico-biologica: attacco al cuore della legge naturale
L’incontro delle due istanze della rivoluzione biomedica e della sovversione sociale, che è emerso chiaramente anche sul piano storico e della cronaca politica (gruppi lesbici rivendicano l’autoinseminazione, organizzazioni gay in prima linea nella battaglia per la fecondazione artificiale), trova una comune ispirazione che è e si proclama apertamente anticristica anche e soprattutto in quanto eversiva della legge naturale e della retta ragione: tesa alla cancellazione del diritto naturale.
Attacco al cuore della legge naturale
Si tratta di un attacco al cuore della legge e del diritto naturale (cioè Divino): la Rivoluzione si caratterizza dunque come antidivina prima di qualsiasi altra cosa (solo secondariamente anche antiumana), come espressamente dichiarato dai suoi divulgatori.
L’incontro delle due istanze della rivoluzione biomedica e della sovversione sociale,trova una comune ispirazione che è e si proclama apertamente anticristica in quanto eversiva della legge naturale e della retta ragione: tesa alla cancellazione del diritto naturale
La base comune è il rigetto della legge naturale come emanazione del Diritto Divino: chè tale essa rimane e questo carattere va riaffermato con forza contro le attuali tendenze naturalistiche.
Va infatti rimarcato come nella sua visione restrittiva ed intramondana la concezione moderna di legge naturale si riveli inadeguata a garantire i binari dell’etica, e come si presti a supportare l’equivoco concetto di dignità umana.
Inoltre dopo la caduta del peccato originale la ragione umana solo con fatica può riconoscere le inclinazioni naturali, poiché siamo nell’errore del razionalismo (culto disordinato della ragione senza la luce della fede).
Non sarà dunque fuori luogo un riepilogo dottrinale al riguardo. La legge si distingue in:
La base comune è il rigetto della legge naturale come emanazione del Diritto Divino
Legge eterna
Volontà divina che comanda di osservare l’ordine e proibisce di turbarlo (S.Agostino, Contro Faustop Manicheo, 22,27). Per la legge eterna ogni singola creatura è, secondo la propria natura, ordinata e diretta al proprio fine. Da essa promanano come da fonte universale e necessaria tutte le altre leggi.
Legge naturale
San Tommaso la definisce come la partecipazione della creatura razionale (l’uomo) alla legge eterna intesa quest’ultima come l’ordinanza della divina saggezza che indica e dirige tutti gli esseri al loro fine.
La legge naturale vive nella coscienza umana (è iscritta da Dio stesso nel cuore di tutti gli uomini), e si è affermata in tutta la storia del genere umano
La legge naturale vive nella coscienza umana (è iscritta da Dio stesso nel cuore di tutti gli uomini), e si è affermata in tutta la storia del genere umano.
Essa è una (fare il bene e fuggire il male), universale (abbraccia indistintamente tutti gli uomini), evidente (conosciuta da tutti almeno nei suoi principi generali), immutabile (non sopporta alcuna abrogazione, derogazione e dispensa).
Legge positiva
Quella che dall’autorità divina e dall’autorità umana è sovrapposta alle leggi naturali. Può essere divina e umana.
La legge naturale esprime sotto forma di precetti le inclinazioni naturali che Dio ha messo nella natura ragionevole dell’uomo
La legge naturale esprime sotto forma di precetti le inclinazioni naturali che Dio ha messo nella natura ragionevole dell’uomo.
Nel cuore di ogni uomo, indipendentemente dalla Fede, si trova indelebile questa inclinazione fondamentale al bene che si traduce in questo ordine conosciuto da tutti: «Bisogna fare il bene ed evitare il male» (primo principio dell’ordine morale).
Il bene per un essere è di perseguire il proprio fine agendo secondo la propria natura.
Nel cuore di ogni uomo, indipendentemente dalla Fede, si trova indelebile questa inclinazione fondamentale al bene che si traduce in questo ordine conosciuto da tutti: «Bisogna fare il bene ed evitare il male» (primo principio dell’ordine morale).
Per l’uomo, essere ragionevole, il bene è dunque di agire secondo la sua natura razionale (principio sequi naturam delle antiche scuole filosofiche, punto di vista poi adottato ed approfondito dai Padri della Chiesa alla luce della rivelazione).
Le inclinazioni naturali, espressioni della legge naturale
Innanzitutto c’è una inclinazione comune all’uomo e a tutti gli esseri che è di tendere alla conservazione del proprio essere: appartiene dunque alla legge naturale tutto ciò che l’uomo deve fare per conservare la propria vita ed evitare la morte.
Questa è alla base dell’amore spontaneo e naturale di sé. Su di essa poggia il diritto alla legittima difesa, ma anche la ricerca di tutto ciò che è utile per la nostra sussistenza: vitto, vestiti, alloggio.
Per l’uomo, essere ragionevole, il bene è dunque di agire secondo la sua natura razionale
In secondo luogo viene una inclinazione che l’uomo condivide con gli altri esseri viventi: è l’unione del maschio con la femmina in vista della generazione e dell’educazione dei figli.
È dunque prescritto dalla legge naturale (ed è perciò una istituzione naturale) il matrimonio con le sue proprietà che sono l’unità e l’indissolubilità.
Nella sua propria natura, a prescindere dal peccato originale e dalla concupiscenza disordinata, la sessualità è dunque buona e può essere fonte di qualità morali: è la virtù della temperanza sotto forma di castità che si svilupperà su di essa e il suo uso nel matrimonio potrà diventare meritorio, in particolare per il compimento del dovere matrimoniale e la moltiplicazione dei figli in vista del culto di Dio (San Tommaso, Summa Theologiae, Suppl., q. 41, a. 4).
I doveri morali iscritti nei nostri cuori attraverso la legge naturale obbligano tutti gli uomini quali che siano
Resta nondimeno che la ferita del peccato originale si fa sentire molto fortemente in questo ambito: per questa ragione Dio ha ricordato nel Decalogo i limiti oltre i quali questa inclinazione si eserciterebbe in modo irragionevole ed ingiusto, e di conseguenza peccaminoso (Non commettere adulterio, non commettere atti impuri).
Infine in quanto creatura razionale, l’uomo possiede una inclinazione a lui solo propria che è quella di conoscere la verità riguardo a Dio e di vivere in società. Vincere l’ignoranza religiosa, rispettare quelli con cui vive ed altre cose similari sono dunque obbligazioni che vengono dalla legge naturale.
Importante notare che se certo la legge morale naturale comporta dei precetti, essa non però per questo si oppone alla nostra libertà, come si crede spesso a ragione di una falsa concezione erronea moderna che pone un antagonismo tra legge e libertà. Ciò che si oppone alla libertà sono in verità le passioni, quando sono disordinate e spingono l’uomo verso un bene apparente che è contrario alla ragione.
Una legislazione umana che sia ad essi contraria perde con ciò stesso ogni forza obbligante.
La volontà si trova allora in una contraddizione ineluttabile tra il bene cui è attratta per propria natura e il male che essa fa. Schiava delle passioni, alla rincorsa di un bene apparente immediato, non c’è più pace per lei. La vera libertà è quella dal peccato: sarà totale e completa solo in Paradiso.
I doveri morali iscritti nei nostri cuori attraverso la legge naturale obbligano tutti gli uomini quali che siano.
La legge umana deve essere un’eco della legge naturale di cui essa può tirare delle conclusioni o a cui può apportare precisazioni, senza mai però contraddirla.
Una legislazione umana che sia ad essi contraria perde con ciò stesso ogni forza obbligante.
La legge umana deve essere un’eco della legge naturale di cui essa può tirare delle conclusioni o a cui può apportare precisazioni, senza mai però contraddirla.
E non solo la legge, ma anche tutte le altre attività umane – segnatamente la Medicina – devono rispettare la Legge e la Morale Naturali.
E non solo la legge, ma anche tutte le altre attività umane – segnatamente la Medicina – devono rispettare la Legge e la Morale Naturali
Dott. Luca Poli
Medico
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Mons. Viganò loda Alberto di Monaco, sovrano cattolico che non ha ratificato la legge sull’aborto
L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha lodato il principe Alberto di Monaco che nel principato dove è regnante ha rifiutato di firmare la legge per legalizzare l’aborto.
«Il Principe Alberto di Monaco, coerentemente con la Fede che egli professa e con l’autorità sacra che legittima la sua funzione di sovrano del Principato di Monaco, non ratifica la proposta di legge per la depenalizzazione dell’aborto, crimine esecrando» scrive Sua Eccellenza in un post sul social media X. «Nel 1990 fa il Re Baldovino del Belgio abdicò, piuttosto di dare la propria approvazione all’odiosa legge sull’aborto: anch’egli fu un Monarca veramente cattolico».
«Suscita sconcerto il silenzio del Vaticano dinanzi a questa testimonianza di Fede, che dovrebbe essere additata ad esempio: un silenzio che diventa assordante quando tace davanti all’uccisione di milioni di innocenti massacrati nel ventre materno. Un silenzio che è riecheggiato quando Joe Biden finanziava l’industria dell’aborto e lo autorizzava fino al momento del parto» continua monsignore.
«La “chiesa sinodale” presta ascolto al “grido della Terra”, mentre finge di non udire il gemito dei bambini sterminati. Essa è troppo impegnata a propagandare gli “obiettivi sostenibili” dell’Agenda 2030 (tra cui figura anche l’aborto, definito ipocritamente “salute riproduttiva”) per denunciare i sacrifici umani di questa società antiumana e anticristica. Troppo occupata a lucrare sul traffico di clandestini che dovrebbe invece denunciare come strumento di islamizzazione dell’Europa un tempo cristiana» tuona l’arcivescovo già nunzio apostolico negli Stati Uniti d’America.
Il Principe Alberto di Monaco, coerentemente con la Fede che egli professa e con l’autorità sacra che legittima la sua funzione di sovrano del Principato di Monaco, non ratifica la proposta di legge per la depenalizzazione dell’aborto, crimine esecrando. Nel 1990 fa il Re… https://t.co/6mGMkIamVd
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) November 24, 2025
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Come riportato da Renovatio 21, in passato il prelato lombardo ha definito l’aborto come «il sacramento di Satana».
«Morte. Solo morte. Morte prima di nascere. Morte durante la vita. Morte prima di morire naturalmente. Significativamente, chi è favorevole alla morte degli innocenti – bambini, malati, anziani – è contrario alla pena di morte. Si può essere trovati indegni di vivere perché poveri, perché vecchi, perché non voluti da chi ci ha concepito; ma se si massacrano persone o si compiono delitti orrendi, la pena capitale è considerata una barbarie» aveva scritto monsignore in un testo di due anni fa.
«Dovremmo iniziare a comprendere che i teorizzatori di questa immane strage che si perpetua da decenni e ci ripiomba nella barbarie del peggior paganesimo non si considerano parte dello sterminio: nessuno di loro è stato abortito; nessuno di loro è stato lasciato morire senza cure; a nessuno di loro è stata imposta la morte per ordine di un tribunale. Siamo noi, siete voi e i vostri figli, i vostri genitori, i vostri nonni che dovete morire, e che vi dovete sentire in colpa perché siete vivi, perché esistete e producete CO2».
«L’aborto è un atto di culto a Satana. È un sacrificio umano offerto ai demoni, e questo lo affermano orgogliosamente gli stessi adepti della «chiesa di Satana», che negli Stati Americani in cui l’aborto è vietato rivendicano di poter usare i feti abortiti nei loro riti infernali. D’altra parte, in nome della laicità si abbattono le Croci e le statue della Madonna e dei Santi, ma al loro posto iniziano a comparire immagini raccapriccianti di Bafometto» ha detto monsignore.
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«L’aborto è un crimine orrendo perché oltre alla vita terrena priva il bambino della visione beatifica, destinandolo al limbo perché sprovvisto della Grazia battesimale. L’aborto è un crimine orrendo perché cerca di strappare a Dio delle anime che Egli ha voluto, ha creato, ha amato e per le quali ha offerto la propria vita sulla Croce. L’aborto è un crimine orrendo perché fa credere alla madre che sia lecito uccidere la creatura che più di tutte, e a costo della sua stessa vita, ella dovrebbe difendere. E con tale crimine quella madre si rende assassina e se non si pente si condanna alla dannazione eterna, vivendo molto spesso anche nella vita quotidiana il rimorso più lancinante. L’aborto è un crimine orrendo perché si accanisce sull’innocente proprio a causa della sua innocenza, rievocando gli omicidi rituali dei bambini commessi nelle sette di ieri e di oggi. Sappiamo bene che la cabala globalista è legata dal pactum sceleris della pedofilia e di altri crimini orrendi, e che a quel patto sono vincolati esponenti del potere, dell’alta finanza, dello spettacolo e dell’informazione».
«Rifiutiamo l’aborto e avremo milioni di anime che potranno amare ed essere amate, compiere grandi cose, diventare sante, combattere al nostro fianco, meritare il Cielo».
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Bioetica
Nuovo libro per bambini insegna ai bambini di 5 anni che l’aborto è un «superpotere»
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Bioetica
«Estrema irrazionalità bioetica al servizio della biopolitica»: vescovo spagnolo denuncia la «tragedia dei 73 milioni di aborti» all’anno
Il presidente della Conferenza episcopale spagnola ha denunciato la «tragedia dei 73 milioni di aborti» praticati ogni anno in tutto il mondo. Lo riporta LifeSite.
Nel suo discorso alla 128ª Assemblea plenaria dei vescovi spagnoli a Madrid, Luis Javier Argüello García, arcivescovo di Valladolid, ha parlato di come l’aborto venga messo a tacere dalla società secolarizzata e i sostenitori della vita vengano emarginati.
«Chiunque dichiari pubblicamente che l’aborto è oggettivamente immorale perché pone fine alla vita di un essere umano diverso dai genitori rischia una dura condanna personale, sociale e politica: “Mettere in discussione questa conquista? Dubitare di questo diritto? Questo è il culmine del pensiero fascista e autoritario e merita di essere immediatamente etichettato come estremismo di destra”», ha affermato monsignor Argüello.
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«Fornire informazioni alle donne incinte è considerato un abuso, e pregare fuori da una clinica per l’aborto è considerato una minaccia». «Perché questo rifiuto di pensare razionalmente e di lasciare che la scienza – DNA, genomica, ultrasuoni, ecc. – parli, informi e ci permetta di riconoscere la verità?» ha chiesto.
L’arcivescovo ha affermato che l’essere umano è «un organismo vivente della specie Homo Sapiens».
«Secondo questa definizione, il fatto che un feto o un embrione sia un essere umano è semplicemente un fatto biologico», ha osservato. «Basta dare un’occhiata a qualsiasi libro di testo di embriologia medica per vedere che gli scienziati confermano all’unanimità che, dal momento della fecondazione, nel corpo della madre si crea un organismo umano vivente e indipendente, con un proprio patrimonio genetico».
«Per questo non c’è bisogno di consultare la Bibbia, anche se essa ci insegna che la sua dignità è sacra e che è dotata di un’anima immortale», ha aggiunto il presule.
«La società occidentale ha completamente soppresso la questione dell’aborto», ha affermato Argüello. «La tragedia di 73 milioni di aborti in tutto il mondo ogni anno, di cui 100.000 in Spagna, è diventata la normalità. Siamo arrivati a un punto di estrema irrazionalità nella bioetica, che è al servizio della biopolitica».
«Nello stesso ospedale, un gruppo di medici può essere determinato a salvare un feto di cinque mesi e mezzo, mentre un altro gruppo nella stanza accanto uccide deliberatamente un bambino della stessa età», ha affermato, sottolineando l’ipocrisia e l’incoerenza della posizione pro-aborto.
«Questo è del tutto legale. Allo stesso modo, la legge può punire la distruzione di un nido d’aquila con una multa di 15.000 euro e fino a due anni di carcere, ma garantisce il diritto di uccidere un bambino con sindrome di Down fino al termine della gravidanza».
«Tuttavia, una prospettiva cattolica non può limitarsi ad affermare la protezione della vita nascente e a lottare contro l’aborto», ha sottolineato l’arcivescovo. «Deve tenere conto della madre, del padre e delle circostanze ambientali, sociali ed economiche che accompagnano la gravidanza, il parto e i primi anni di vita».
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Monsignor Argüello ha sottolineato l’importanza di sostenere le madri in situazioni difficili prima e dopo il parto, un compito che molte organizzazioni e individui pro-life intraprendono regolarmente.
«Vorrei esprimere la mia solidarietà a tutte le donne incinte e incoraggiarle a non esitare a chiedere aiuto quando si trovano ad affrontare lo stress di una gravidanza potenzialmente indesiderata», ha affermato. «La soluzione a una situazione così spesso difficile da sopportare da soli non dovrebbe essere l’interruzione della vita non ancora nata. Ribadisco l’impegno della Chiesa e di tante donne e uomini ragionevoli di buona volontà ad aiutare in questa situazione».
«La presunta soluzione ai problemi che richiedono politiche a favore della famiglia e della vita è un sintomo dell’indebolimento morale della nostra democrazia», ha concluso.
Come riportato da Renovatio 21, monsignor Arguello ha rilanciato lo scorso anno la causa di beatificazione della monarca spagnuola Isabella di Castiglia detta Isabella la Cattolica (1451-1504), tuttavia il Dicastero per le Cause dei Santi ha appena annunciato che, dato il contesto attuale, è «quasi impossibile» portare a termine il processo.
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Immagine di Iglesia en Valladolid via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
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