Arte
Attivisti anti-israeliani vandalizzano il ritratto di Lord Balfour
Un gruppo filo-palestinese ha deturpato e tagliato un dipinto di Lord Arthur James Balfour, il ministro degli Esteri britannico la cui dichiarazione del 1917 fu determinante nel giustificare il sostegno alla fondazione dello Stato di Israele.
Un video pubblicato lo scorso venerdì da Palestine Action mostra un attivista che spruzza il ritratto di Balfour del 1914, realizzato dall’artista ungherese Philip Alexius de Laszlo, appeso al Trinity College di Cambridge, e lo taglia ripetutamente con un oggetto appuntito.
L’Azione Palestinese ha affermato che la Dichiarazione Balfour ha segnato l’inizio della «pulizia etnica in Palestina».
BREAKING: Palestine Action spray and slash a historic painting of Lord Balfour in Trinity College, University of Cambridge.
Written in 1917, Balfour’s declaration began the ethnic cleansing of Palestine by promising the land away — which the British never had the right to do. pic.twitter.com/CGmh8GadQG
— Palestine Action (@Pal_action) March 8, 2024
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La dichiarazione Balfour prometteva di costruire «un focolare nazionale per il popolo ebraico in Palestina, dove la maggioranza della popolazione indigena non era ebrea», si legge nella dichiarazione pubblicata sul sito ufficiale del gruppo. «Ha dato via la patria palestinese – una terra che non poteva essere data via».
Datata 2 novembre 1917, la dichiarazione Balfour rappresenta una comunicazione ufficiale della politica del governo britannico riguardante la divisione dell’Impero ottomano – e quindi delle terre palestinesi – dopo la Prima Guerra Mondiale. La lettera, redatta da Arthur Balfour, allora ministro degli esteri britannico, e indirizzata a Lord Lionel Walter Rothschild, un importante rappresentante della comunità ebraica inglese e del movimento sionista, esprimeva il sostegno del governo britannico all’istituzione di una «dimora nazionale per il popolo ebraico» in Palestina, all’epoca parte dell’Impero ottomano, garantendo al contempo i diritti civili e religiosi delle altre comunità presenti nella regione. Questa posizione governativa fu deliberata durante una riunione di gabinetto il 31 ottobre 1917.
Successivamente, la dichiarazione Balfour fu inclusa nel trattato di Sèvres, che segnò la fine delle ostilità con la Turchia e attribuì la Palestina al Regno Unito (che successivamente avrebbe ottenuto il mandato sulla Palestina). Attualmente, il documento è conservato presso la British Library.
Il Regno Unito è stato teatro di frequenti proteste filo-palestinesi e filo-israeliane dalla strage del 7 ottobre dello scorso anno.
Il Regno Unito è stato teatro di frequenti proteste filo-palestinesi e filo-israeliane dalla strage del 7 ottobre dello scorso anno.
Pochi giorni fa, gli studenti dell’Università di Leeds hanno occupato un edificio del campus per protestare contro i legami dell’università con Israele. I manifestanti hanno chiesto alle autorità universitarie di licenziare il rabbino dell’università, tornato a prestare servizio nell’esercito israeliano dopo il 7 ottobre.
Il mese scorso, decine di migliaia di persone avrebbero preso parte a una marcia filo-palestinese nel centro di Londra, chiedendo un cessate il fuoco immediato a Gaza.
A gennaio, un gruppo di attivisti filo-palestinesi è stato arrestato con l’accusa di complotto per ostacolare il lavoro della Borsa di Londra, e un altro gruppo di manifestanti ha bloccato brevemente le strade fuori dal Parlamento britannico. A novembre, i sostenitori della Palestina hanno organizzato un sit-in alla stazione di King’s Cross, nel centro di Londra.
Come riportato da Renovatio 21, lo scorso novembre attivisti filopalestinesi avevano lanciato sorci vivi dentro un McDonald’s di Birmingham.
⚡️A pro-Palestinian protester released a horde of mice painted in the colors of the Palestinian flag into a McDonald’s branch in Birmingham, England #مجزرة_جباليا #CeasefireForGaza #FreePalestine pic.twitter.com/YcdEdM4ARQ
— Shadab شاداب (@ImShadab_) November 1, 2023
A third mice released in a McDonald’s this time in small heath Birmingham McDonald’s https://t.co/7k6Y9c9Q5c pic.twitter.com/gqP8L96acU
— London & UK Street News (@CrimeLdn) November 1, 2023
La tremenda protesta murina potrebbe essere motivata dalla decisione della catena israeliana di fornire pasti gratuiti alle truppe israeliane
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La Russia di Alessandro I e la disfatta di Napoleone, una lezione attuale
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Microsoft vuole bandire le donne formose dai videogiuochi?
Il colosso tecnologico statunitense Microsoft scoraggia l’utilizzo di figure femminili eccessivamente formose nei videogiochi, secondo le linee guida aggiornate pubblicate martedì dalla società.
Nell’ambito della sua iniziativa di inclusività, Microsoft ha offerto agli sviluppatori un elenco di domande da considerare mentre lavorano sui loro prodotti per verificare se stanno rafforzando eventuali stereotipi di genere negativi.
La guida, denominata «Azione per l’inclusione del prodotto: aiutare i clienti a sentirsi visti», include vari stereotipi che il gigante dei giochi ritiene sia meglio tralasciare.
Secondo la guida, i progettisti di giochi dovrebbero verificare se non stanno introducendo inutilmente barriere di genere e dovrebbero assicurarsi di creare personaggi femminili giocabili che siano uguali in abilità e capacità ai loro coetanei maschi, e dotarli di abiti e armature adatti ai compiti.
«Hanno proporzioni corporee esagerate?» chiede la linea guida.
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I personaggi femminili svolgono un ruolo significativo nell’industria dei giochi e sono diventati i preferiti dai fan nel corso degli anni. Il capostipite della genìa è sicuramente Lara Croft, protagonista della fortunata serie Tomb Raider, che iniziò a spopolare negli anni Novanta sulla piattaforma della Playstation 1.
Il personaggio aveva come caratteristica fisica incontrovertibile seni straripanti, che la grafica dell’epoca rendeva grottescamente attraverso poligoni piramidali. Secondo un meme che circola su internet, tale grafica potrebbe essere alla base dell’enigmatico, estremista design della nuova automobile di Tesla, il Cybertruckko.
tesla cybertruck is just ps1 lara croft boobs pic.twitter.com/W6BXuGzMRq
— scene celebrity (@whackkat) May 12, 2021
Di recente è emerso che esistono società di consulenza che portano le case produttrici di videogiochi a inserire elementi politicamente corretti nelle loro storie: più personaggi non-bianchi, gay, trans, più lotta agli stereotipi maschili – un vasto programma nel mondo dell’intrattenimento giovanile.
In un recente videogioco sono arrivati a dipingere una criminale parafemminista uccidere Batman.
L’incredibile sviluppo, lesivo non solo delle passioni dei fan ma propriamente del valore dell’IP (la proprietà intellettuale; i personaggi di film, fumetti e videogiochi questo sono, in termini legali ed economici) è stato letto come una dichiarazione di guerra del sentire comune, con l’esecuzione del Batmanno come chiaro emblema del patriarcato e della concezione del crimine come qualcosa da punire.
Sorveglia e punire: non l’agenda portata avanti negli USA dai procuratori distrettuali eletti con finanziamenti di George Soros, nelle cui città, oramai zombificate, ora governa il caos sanguinario e il disordine più tossico.
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No al Jazz. Sì al Dark Jazz
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