Bizzarria
Apple lancia l’emoji della donna barbuta e del vaccino COVID
Novità per gli amanti degli emoji, neologismo semi-giapponese con il quale si chiamano quelli che un tempo si chiamavano emoticon: le faccine da messaggino.
L’aggiornamento iOS 14.5 di Apple – che verrà installato da centinaia di milioni di iPhone – presenta 217 nuovi emoji: tra i nuovi segni con i quale sarà possibile comunicare agli amici, spiccano decisamente le donne barbute e vaccini contro il coronavirus.
Tra i nuovi segni con i quale sarà possibile comunicare agli amici, spiccano decisamente le donne barbute e vaccini contro il coronavirus
Come riporta Lifesitenews, L’organizzazione che crea gli emoji, il Consorzio Unicode, ha creato nuovi emoji di coppie dello stesso sesso di razza mista con oltre 200 tonalità della pelle e donne barbute , «consentendo agli utenti di scegliere tra un uomo con la barba, una donna con la barba o un individuo neutro rispetto al genere con la barba». Cosa sia un individuo neutro è difficile spiegarlo a chi non si è mai inoltrato nella selva oscura del gender, con le persone sedicenti «non-binary» e le infinite serie di nuovi pronomi con cui la gente vuole essere chiamata.
Apple ha anche aggiunto un’emoji progettata per assomigliare a un vaccino contro il coronavirus: una siringa con fluido trasparente.
Apple ha anche aggiunto un’emoji progettata per assomigliare a un vaccino contro il coronavirus
«La siringa con l’emoji del sangue è stata cambiata in una con un liquido pallido per rappresentare il vaccino COVID-19», ha osservato un articolo di Mirror. L’emoji vaccinale era «precedentemente mostrato con il sangue su tutte le piattaforme» ma ora è mostrato con una siginga vuota «su iOS e Twitter, rendendo questo emoji più utile per rappresentare la vaccinazione», ha spiegato il sito Emojipedia.
L’aggiornamento consentirà inoltre agli utenti di sbloccare i propri iPhone e Apple Watch con un software di riconoscimento facciale che non richiederà loro di rimuovere le maschere facciali. La pandemia ha di fatti colto di sorpresa apple che aveva tolto il tasto per sbloccare lo schermo utilizzando, non senza polemiche (ricordiamo quella intentata dall’attore Jim Carrey, convinto che il Face ID «schiavizzerà l’umanità»), un algoritmo di face recognition, reso inutile dalle mascherine che tutti ora indossano.
Apple è una delle tante multinazionali, insieme a Deutsche Bank, Walgreens e Amazon, a promuovere e fornire vaccinazioni ai propri dipendenti direttamente in azienda.
Apple è una delle tante multinazionali, insieme a Deutsche Bank, Walgreens e Amazon, a promuovere e fornire vaccinazioni ai propri dipendenti direttamente in azienda.
La testata politica di Washington The Hill ha riferito che «il mese scorso Apple ha iniziato a offrire ferie retribuite ai dipendenti per farsi vaccinare, oltre a permessi per malattia retribuiti per i lavoratori che hanno sperimentato effetti collaterali dalle iniezioni».
Apple, come noto, è per capitalizzazione la maggior multinazionale del pianeta, avendo superato il trilione di dollari già 2 o 3 anni fa e veleggiano verso i due trilioni.
Una volta di più, viene rivendicato il profetico pensiero del presidente Brasiliano Jair Messias Bolsonaro, il quale ben prima di Apple aveva messo una donna barbuta e il vaccino contro il coronavirus nella stessa frase
Una volta di più, viene rivendicato il profetico pensiero del presidente Brasiliano Jair Messias Bolsonaro, il quale ben prima di Apple aveva messo una donna barbuta e il vaccino contro il coronavirus nella stessa frase. I lettori di Renovatio 21 non possono aver ricordato quel suo discorso di qualche mese fa, quello che avvisava del fatto che una vaccinazione avrebbe potuto trasformare il paziente in un caimano jacaré.
Ebbene, non di soli caimani parlò il Jair Messias. Lamentando giustamente della mancanza di responsabilità delle farmaceutiche riguardo ai vaccini sperimentali, il presidente carioca disse pure: «se a una donna comincia a crescere la barba… se un uomo inizia a parlare con voce effemminata, loro [quelli di Pfizer, ndr] non avranno nulla a che fare con questo».
Si tratta dell’ennesima precognizione del Bolsonaro, vero profeta del nostro tempo. Grandissimo.
Bizzarria
Adolf Hitler vince ma cambia nome
Adolf Hitler Uunona, 59 anni, consigliere regionale namibiano da venti anni in carica, ha annunciato che rinuncerà ufficialmente al secondo nome «Hitler» dopo essere stato rieletto per il quinto mandato consecutivo nel distretto di Ompundja (regione di Oshana).
Membro del partito al potere Swapo, Uunona ha sempre goduto di un largo consenso locale nonostante il nome che, a livello internazionale, genera inevitabilmente sconcerto. Gli elettori della sua circoscrizione lo hanno costantemente premiato per il suo impegno nella lotta anti-apartheid e per i risultati concreti ottenuti sul territorio.
«Ho già provveduto a cancellare “Hitler” dai miei documenti ufficiali», ha dichiarato ai media namibiani. «D’ora in poi voglio essere chiamato semplicemente Adolf Uunona».
Il lettore di Renovatio 21 sa che la faccenda dell’Hitler negro è risalente.
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L’ex Hitler ha spiegato che ilpadre gli impose quel nome decenni fa senza conoscerne il peso storico né i crimini associati al dittatore nazista; per lui, all’epoca, era semplicemente un nome tedesco abbastanza diffuso nell’ex colonia dell’Africa sud-occidentale tedesca (1884-1915). Solo crescendo il consigliere prese coscienza del macabro retaggio e cominciò a dissociarsene pubblicamente.
«Ho sempre chiarito di non condividere in alcun modo l’ideologia nazista», ha ribadito il già Hitler. «Il mio impegno politico è radicato nella liberazione della Namibia e nello sviluppo delle nostre comunità rurali». In privato, familiari e collaboratori lo chiamano da tempo soltanto «Adolf», un’abitudine che ora desidera estendere a ogni contesto ufficiale.
Il caso richiama la complessa eredità coloniale tedesca in Namibia, dove nomi di origine teutonica restano relativamente comuni. Proprio in quel periodo (1904-1908) le truppe tedesche perpetrarono il genocidio degli Herero e dei Nama, un capitolo storico ancora poco noto a livello globale. Tuttavia, il fatto che esistano nel Paese africani bambini chiamati come il famigerato dittatore nazionalsocialista prova che forse la storia degli orrori coloniali non è esattamente conosciuta, o sentita, dalle popolazioni indigine.
Nonostante l’attenzione mediatica internazionale, lo Hitler namibiano continua a dominare le urne: nelle recenti elezioni locali ha nuovamente stravinto a Ompundja con un margine schiacciante. Per i suoi elettori, il curriculum di vent’anni di servizio concreto – strade, acqua, scuole e sostegno alle famiglie – pesa infinitamente più di un nome che il consigliere ha deciso di lasciarsi definitivamente alle spalle.
Renovatio 21 ritiene che si tratti di un caso in cui qualcuno potrebbe gridare alla frode elettorale: uno vota Hitler, e poi si trova uno qualsiasi, anzi un Uunona. È giusto?
Il cittadino sincero-democratico deve porsi a questo punto la domanda: se la democrazia vuole Hitler, perché toglierlo? Cioè, non è che lo si toglie, semplicemente, gli si cambia nome…
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Bizzarria
L’enigma dell’italofonia delle bici giapponesi
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Corrispondente di Renovatio 21 da Tokyo
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Arte
Bibita col DNA di Ozzy Osbourne disponibile con pagamento a rate
Una nuova partnership kitsch tra John «Ozzy» Osbourne e Liquid Death, il marchio di acqua in lattina, ha lanciato sul mercato una serie limitata di lattine di tè freddo infuso con il DNA del «reverendo rock».
Ovviamente il prodotto è andato subito a ruba ed è esaurito. Le lattine sono state tutte tracannate e schiacciate da Osbourne in persona, lasciando «tracce di DNA della sua saliva che ora potete possedere», secondo il sito web di Liquid Death.
Ma diciamoci la verità, non si compra lo scarto salivare di una rockstar per dissetarsi: lo si compra per fare necro-collezionismo probabilmente. Le leggende attorno al personaggio sono molteplici: si diceva che Ozzy fosse un mutante genetico, capace di resistere a secchiate di droga, alla rabbia per aver morso un pipistrello vivo e a un incidente quasi mortale in quad.
«Ozzy Osbourne è 1 su 1», recita il testo pubblicitario del sito, «ma stiamo vendendo il suo vero DNA così potrete riciclarlo per sempre».
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Ogni lattina viene consegnata in un «barattolo per campioni sigillato in laboratorio», etichettato con il nome del donatore, il numero del campione (su dieci) e la data del prelievo. Ozzy ha persino firmato il contenitore, apparentemente dando un assegno in bianco per qualsiasi futura clonazione.
«Ora, quando la tecnologia e la legge federale lo consentiranno, potrete replicare Ozzy Osbourne e godervi la sua musica per centinaia di anni nel futuro», si legge sul sito web. I pezzi disponibili sono solo 10 e sono stati venduti a 450 dollari ciascuno, anche in comode rate.
Vista la rarità del prodotto, il «bagarinaggio online» non poteva mancare: su eBay ce ne sono state due in vendita, ciascuna a migliaia di dollari.
Sui social media, i fan erano entusiasti della partnership di Ozzy con il suo brand, anche se il prezzo ha fatto storcere il naso a qualcuno. «Accidenti, avrei dovuto salvare il tuo DNA quando mi hai sputato addosso nell’84 durante un concerto alla LB Arena», ha scritto un fan su X.
Ozzy Osbourne, che da giovane sul palco aveva pure mangiato un pipistrello, è perito quattro mesi fa. Il fatto che fosse stato iniettato col vaccino COVID, che ci dicono venire da un chirottero di Wuhano, lo rende in qualche modo un personaggio simbolico della pandemica, e non solo di quella: alcuni hanno ipotizzato che la morte, avvenuta dopo una «lunga battaglia» (in genere dicono per qualche ragione così) contro il morbo di Parkinson, potrebbe costituire un caso di eutanasia.
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Carlos Varela via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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