Geopolitica
Ancora attacchi israeliani su Damasco. Zelens’kyj venerdì aveva detto che Tel Aviv era morbida con i «terroristi russi»

Ieri Israele ha lanciato un ulteriero attacco missilistico su Damasco, il terzo contro Damasco da venerdì .
L’attacco di venerdì era stato il primo registrato in un mese. Tuttavia, gli assalti aerei dello Stato ebraico contro la Siria accadono in questi anni in modo semi-regolare.
«Quattro persone che collaborano con Hezbollah, tra cui un combattente siriano, sono state uccise in un attacco attribuito a Israele alla periferia di Damasco mercoledì durante la notte, il terzo attacco di questo tipo in meno di una settimana, secondo un gruppo per i diritti umani in Siria», scrive il quotidiano israeliano Haaretz. Al momento il governo siriano non avrebbe invece confermato alcuna vittima.
«Intorno alle 00:30, il nemico israeliano ha effettuato un’aggressione aerea dalla direzione dei territori palestinesi occupati prendendo di mira diverse posizioni nelle vicinanze di Damasco» ha affermato il ministero della Difesa siriano in una nota.
Damasco sostiene che l’aggressione di mercoledì che le difese antiaeree sono state schierate e «hanno affrontato l’aggressione missilistica e ne hanno abbattute la maggior parte».
Come riportato da Renovatio 21, lunedì un raro attacco diurno nella periferia damascena aveva ferito un soldato siriano.
Come nota Zerohedge, la questione riveste un’ampia importanza geopolitica, che potrebbe fornire un contesto agli attacchi intensificati, se messa in correlazione conl’implorazione a Israele da parte dell’Ucraina di trasferire alle forze di Kiev il suo sistema di difesa Iron Dome per «chiudere i cieli» ucraini , come affermato questa settimana dal presidente Zelens’kyj.
Zelens’kyj, ostentando una sicumera non esattamente spiegabile naturalmente, aveva dichiarato ad una conferenza sulla difesa che lo Stato di Israele starebbe chiudendo «un occhio sul terrore russo».
Il presidente-attore, già doppiatore dell’orsetto Paddington, è arrivato al punto di dire che rifiutarsi di aiutare Kiev con i sistemi antiaerei starebbe in realtà anche a un favorendo l’Iran, data la presenza di droni suicidi iraniani sul campo di battaglia russo-ucraino.
Dopo che si erano manifestati degli screzi tra Tel Aviv e il Cremlino, Israele questa settimana aveva chiuso la porta alle richieste di Kiev.
Immagine da Twitter
Geopolitica
Pakistan e India estendono il cessate il fuoco

Pakistan e India hanno concordato di estendere il cessate il fuoco fino al 18 maggio, ha dichiarato giovedì il ministro degli Esteri pakistano Ishaq Dar. In una dichiarazione al parlamento pakistano, Dar ha affermato che si è svolto un colloquio militare tra i due Paesi, in cui hanno deciso di estendere il cessate il fuoco, secondo quanto riportato da Dawn News.
Il Dar ha affermato che il Pakistan non ha chiesto un cessate il fuoco con l’India, ma ha aggiunto che Islamabad ha cercato un «dialogo composito» con Nuova Delhi per mettere a tacere tutte le questioni controverse.
Sebbene non vi sia stata alcuna dichiarazione ufficiale da parte indiana in merito all’estensione del cessate il fuoco, l’organo di stampa indiano News18 ha citato fonti che confermano che continuerà fino al 18 maggio. Il Direttore Generale delle Operazioni Militari (DGMO) di entrambi i Paesi terrà presto dei colloqui, hanno riferito le fonti all’organo di stampa.
«In seguito all’intesa tra i due DGMO del 10 maggio 2025, è stato deciso di continuare le misure di rafforzamento della fiducia al fine di ridurre il livello di allerta», ha affermato l’esercito indiano in una dichiarazione di giovedì.
Il cessate il fuoco è stato raggiunto il 10 maggio, dopo quattro giorni di intensi attacchi transfrontalieri avvenuti in seguito a un mortale attacco terroristico nel territorio dell’Unione indiana di Jammu e Kashmir, la cui responsabilità è stata attribuita dall’India al Pakistan.
«L’attuale cessate il fuoco significa che l’India ha tenuto il Pakistan in libertà vigilata sulla base del suo comportamento», ha dichiarato venerdì il ministro della Difesa indiano Rajnath Singh. «Se il comportamento migliora, va bene; ma se ci saranno disordini, saranno inflitte punizioni più severe», ha aggiunto.
Il giorno prima, Singh aveva affermato che le armi nucleari del Pakistan avrebbero dovuto essere poste sotto la sorveglianza dell’AIEA. «Le armi nucleari sono al sicuro nelle mani di una nazione così irresponsabile e canaglia?», aveva chiesto.
Come riportato da Renovatio 21, la settimana scorsa il presidente americano Donaldo Trump si era preso il merito della stipula di un «cessate il fuoco immediato» tra le due superpotenze atomiche sudasiatiche.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
Trump: «miliardi di dollari sprecati» per gli aiuti all’Ucraina

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Geopolitica
Zelens’kyj in Turchia: l’Ucraina non riconoscerà mai i territori occupati come Russia

Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj ha affermato che Kiev non riconoscerà mai le parti dell’Ucraina attualmente occupate come parte della Russia, confermando che i colloqui di pace sono destinati a proseguire.
«In tutte le discussioni – e lo sottolineo – e questa è la mia posizione incrollabile – non riconosciamo legalmente nessuno dei nostri territori temporaneamente occupati come russo. Questa è terra ucraina», ha detto Zelens’kyj ai giornalisti.
Zelens’kyj è sembrato come uso mandare un segnale a Trump, per mantenere l’America come principale sostenitore degli armamenti di Kiev. «Nonostante il livello relativamente basso della delegazione russa, per rispetto del presidente Trump, per rispetto dell’alto livello della delegazione turca e del presidente Erdogan, vogliamo comunque cercare di compiere almeno i primi passi verso un cessate il fuoco, quindi ho deciso di inviare la nostra delegazione a Istanbul ora», ha aggiunto il leader di Kiev.
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Kirill Dmitrev, inviato per gli investimenti e stretto collaboratore del presidente russo Vladimir Putin, ha elogiato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per aver organizzato colloqui di pace tra Russia e Ucraina a Istanbul, il primo dialogo diretto di questo tipo tra i paesi in guerra dall’inizio del 2022.
Trump e il suo team hanno «reso possibile l’impossibile» portando Mosca e Kiev al tavolo delle trattative. Dmitriev ha inoltre scritto su X che l’incontro di Istanbul si sta svolgendo «contro ogni previsione/forte resistenza» e che se «non fosse ostacolato all’ultimo minuto, questo potrebbe rappresentare un passo storico verso la pace».
Dmitrev ha anche specificamente nominato il vicepresidente J.D. Vance, l’inviato speciale di Trump Steve Witkoff e il Segretario di Stato Marco Rubio – questi ultimi due presenti a Istanbul – come principali contributori allo sforzo di mediazione. Il Cremlino aveva trascorso i primi anni del conflitto criticando duramente l’amministrazione Biden per aver costantemente alimentato la guerra e ostacolato il dialogo, portando le relazioni Washington-Mosca a nuovi minimi storici.
Zelensky è arrivato a definire «falsa» la delegazione russa, composta in gran parte da funzionari di basso livello. Nel frattempo, durante una riunione in Qatar, un giornalista ha chiesto al presidente Trump perché il leader americano non fosse presente in Turchia per i colloqui: «Perché dovrebbe andare se non ci vado io?» «Non avevo intenzione di andarci e non pensavo che l’avrebbe fatto se non ci fossi andato io» «Ma abbiamo delle persone lì. Marco sta facendo un lavoro fantastico, Marco è lì…»
Putin ha poche ragioni o incentivi per andarci, con gli analisti di guerra che riconoscono ampiamente che rimane al posto di comando dal punto di vista militare, e con le forze ucraine alle corde.
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Immagine screenshot da YouTube
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