Geopolitica
Renovatio 21 ha fatto celebrare una Messa tradizionale per la rielezione del Presidente Trump
Cari amici e lettori di Renovatio 21,
Insieme alle elezioni americane c’è in ballo tanto, tantissimo. Potremmo dire tutto ciò che riguarda i prossimi equilibri geopolitici, sociali, morali e financo spirituali.
C’è in ballo un futuro di morte — nel caso in cui dovessero vincere i democratici e Biden. Non è un segreto per nessuno: Joe Biden, venerato da buona parte del clero cattolico USA, è apertamente il candidato della Cultura della Morte. Decrescita, aborto (anche a bambino giù nato…), e magari un’altra bella guerra da Stato Profondo, contro l’Iran o contro chissà chi (purché, mi raccomando, non sia la Cina), a beneficio di CIA e di quel complesso militare-industriale del quale ci avvisarono Kennedy e Eisenhower.
Joe Biden, venerato da buona parte del clero cattolico USA, è apertamente il candidato della Cultura della Morte
Dall’altra parte, invece, scorgiamo una luce di speranza: un mondo dove sarà possibile la lotta al deep state, alla dittatura psico-sanitaria, al Nuovo Ordine Mondiale, al Great Reset e a tutto ciò che ne consegue — nel caso in cui fosse rieletto Trump.
Non occorrono grandi discorsi perché vi è già chi li ha fatti meglio di noi: e ci riferiamo alla recente lettera che l’Arcivescovo Mons. Viganò ha vergato e che abbiamo voluto prontamente riprendere sul nostro sito.
Oggi dobbiamo tutti pregare affinché possa continuare ad esserci al comando dell’America un «potere che frena» (katéchon, dal greco antico τὸ κατέχον secondo l’espressione di San Paolo), che vada contro i moti della dissoluzione provenienti da tutta la mafia «democrat» con le sue grandi famiglie — i Clinton, e ora i corrottissimi Biden — cioè una bella porzione visibile dei cosiddetti «poteri forti».
Nel caso in cui fosse rieletto Trump, scorgiamo una luce di speranza: un mondo dove sarà possibile la lotta al deep state, alla dittatura psico-sanitaria, al Nuovo Ordine Mondiale, al Great Reset e a tutto ciò che ne consegue
Noi, nel nostro piccolo, come Renovatio 21, ci siamo presi l’impegno di far celebrare una Santa Messa secondo il Rito di sempre affinché il Cielo possa farci la Grazia di scongiurare la minaccia dell’elezione di Joe Biden e del sistema di Morte che lo sostiene.
I nostri pensieri non sono i Suoi pensieri. Le Sue vie non sono le nostre vie. Si compia la volontà di Dio, ma noi non possiamo esimerci dal supplicare una simile Grazia. E non vi è modo migliore che farlo attraverso la Santa Messa, il massimo ed estremo culto che Cristo ci ha lasciato e donato: il Suo Sacrificio che si ripresenta in modo incruento ma in egual maniera, ogni giorno, sugli altari attraverso il sacerdote, l’alter Christus.
Padre Pio da Pietralcina diceva che «il mondo potrebbe stare anche senza il sole, ma non può stare senza la santa Messa».
Come Renovatio 21, ci siamo presi l’impegno di far celebrare una Santa Messa secondo il Rito di sempre affinché il Cielo possa farci la Grazia di scongiurare la minaccia dell’elezione di Joe Biden e del sistema di Morte che lo sostiene
Noi, oggi, in questo giorno, in questo momento storico, ne abbiamo più che mai bisogno.
Unitevi a noi nella preghiera, se vi va. Questa Messa è offerta di fatto per noi, per voi, per il futuro dei nostri figli e della nostra società umana tutta.
Dio salvi Donald J. Trump – e insieme a lui tutti noi.
Roberto Dal Bosco
Cristiano Lugli
Geopolitica
Netanyahu esclude la creazione di uno Stato palestinese
Israele non tollererà la nascita di uno Stato palestinese, in quanto il suo obiettivo ultimo sarebbe l’annientamento dell’«unico e solo Stato ebraico», ha dichiarato il primo ministro Benjamin Netanyahu.
Tali parole sono state pronunciate domenica a Gerusalemme, in occasione di una conferenza stampa bilaterale con il cancelliere tedesco Friedrich Merz. Mentre quest’ultimo ha rinnovato l’impegno di Berlino per la fondazione di un’entità palestinese autonoma, Netanyahu ha espresso un netto dissenso, argomentando che un tale Stato sarebbe «dedito a distruggerci proprio alle nostre porte».
«A Gaza avevano già uno Stato, uno Stato di fatto, e lo hanno usato per tentare di annientare l’unico e solo Stato ebraico», ha proseguito Netanyahu, alludendo all’enclave palestinese controllata de facto dal gruppo armato Hamas.
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Israele, ha precisato il premier, vede una «via per perseguire una pace più estesa con gli Stati arabi» e per «instaurare una pace concreta con i vicini palestinesi», purché non implichi la creazione di un’entità sovrana indipendente.
Netanyahu ha più volte rigettato la formula dei due Stati caldeggiata dal Consiglio di Sicurezza ONU, che contempla un’entità palestinese entro le linee di cessate il fuoco pre-Guerra dei Sei Giorni del 1967, con Gerusalemme Est quale capitale.
Il piano di partizione ONU del 1947 delineava Stati distinti per ebrei e arabi, ma una serie di conflitti successivi consentì a Israele di conquistare gran parte del territorio destinato ai palestinesi.
Il leader israeliano ha rilevato che l’occupazione della Cisgiordania – ritenuta illegittima dal diritto internazionale – continua a essere al centro del dibattito, ma ha lasciato intendere che lo status quo perdurerà nell’immediato futuro.
Il Netanyahu tre mesi fa all’Assemblea Generale ONU aveva ribadito che «uno Stato palestinese non si realizzerà».
Come riportato da Renovatio 21, papa Leone XIV negli scorsi giorni ha dichiarato che uno Stato palestinese è l’unica soluzione al conflitto.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
La Danimarca taglia gli aiuti all’Ucraina per la corruzione. Mosca: i crimini di Kiev alla Corte Internazionale
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Geopolitica
Zakharova: l’UE che odia la Russia «è caduta nella follia politica». Il comandante NATO: l’alleanza può «creare dilemmi» a Mosca
Continua l’escalation tra Europa e Russia.
Nel suo consueto briefing con la stampa, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha dichiarato che la Russia sta preparando un pacchetto di misure di ritorsione nel caso in cui l’UE procedesse al furto dei beni russi congelati, come è attualmente oggetto di accese discussioni all’interno dell’UE.
«Qualsiasi azione illegale riguardante i nostri beni statali incontrerà sicuramente una dura risposta… Si sta già lavorando a misure di ritorsione nel caso in cui i beni russi vengano sequestrati, ovvero rubati». La Zakharova ha affermato che questa «strategia inizialmente zoppa e imperfetta, imposta all’intera UE dalla sua ala ostile alla Russia, si è trasformata in follia politica. Il loro desiderio di infliggere danni alla Russia ha la precedenza su tutto il resto… Non può essere classificato come altro che furto».
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L’UE, ha aggiunto, a differenza degli emissari americani Steve Witkoff e Jared Kushner che «cercano risultati, non solo pubbliche relazioni», sta sabotando gli sforzi di pace a ogni passo. «Tutto ciò comporta il rischio di un’ulteriore escalation e incoraggia i neonazisti, e ora i terroristi neonazisti in Ucraina, a commettere nuovi crimini barbari».
Nel frattempo, il Comandante della NATO, Generale Alexus Grynkewich il 4 dicembre in un discorso ai giornalisti presso il quartier generale militare della NATO a Mons, in Belgio, ha suggerito che la NATO potrebbe diventare più «proattiva» in risposta alle presunte minacce ibride russe.
«Le minacce ibride sono un problema reale, e credo che possiamo prevedere che si verificheranno più spesso», ha affermato, secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, affermando che alcuni recenti incidenti in Europa sono stati sconsiderati e altri intenzionali e aggiungendo che è importante identificare chi c’è dietro gli incidenti ibridi e che l’Alleanza sapeva che dietro alcuni di essi c’era la Russia. «Pensiamo anche ad essere proattivi… Se la Russia sta cercando di crearci dei dilemmi, allora forse ci sono modi in cui potremmo crearne anche noi a loro», ha affermato, aggiungendo che la NATO è un’alleanza difensiva e «non c’è nulla di offensivo in questo».
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Immagine di Valsts kanceleja/State Chancellery via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 4.0
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