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Gender

Transessuali sì, culturisti no: ecco lo Stato Etico Ormonale

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Dopo la decisione della giunta della Regione Emilia Romagna di Bonaccini, l’Agenzia del Farmaco pubblica in Gazzetta ufficiale la determina: farmaci ormonali per i transessuali a carico dello Stato.

 

Chi vuole cambiare sesso con l’intervento chirurgico potrà ricevere gratuitamente le terapie ormonali. L’Arcigay in festa: «È una rivoluzione nazionale e regionale».

Un uomo che vuole un corpo da donna sarà ormonalizzato per via statale a spese del contribuente.  Un uomo che vuole un corpo da uomo invece può andare in galera

 

Già, interessante questa simmetria: l’AIFA si muove in armonia con Bologna, da svariati anni avanguardistica capitale polisessuale nazionale. L’AIFA fa di più, rompe gli argini: per la prima volta usa, validandolo, il termine Transgender nelle sue comunicazioni ufficiali. La legge farmaceutica italiana si transessualizza, è definitivo. Pazienza se qualche studio ne indica la pericolosità medica.

 

Risolvono così, dicono, la cosiddetta «disforia di genere»: sentirsi una donna in un corpo di uomo, o sentirsi uomo nel corpo di una donna – le varianti per il momento lasciamole perdere, perché altrimenti ci tocca parlare della contraddizione primaria dell’ideologia genderista, ma qui non rileva, perché non parliamo di idee, ma di ormoni, di carne umana.

 

E lasciamo pure perdere la facile obiezione che i pannolini e il latte in polvere, e le creme per il culetto, e i farmaci vari – un capitale mensile mai coperto dall’eventuale assegno famigliare – ve li dovete pagare tutti, e non fiatare, anche se state curando e nutrendo un nuovo cittadino, nella sua parte più delicata, l’avvio della vita, nell’era della sua innocenza. Stiamo sui farmaci, stiamo sugli ormoni.

 

Interessante questa simmetria: l’AIFA si muove in armonia con Bologna, da svariati anni capitale polisessuale nazionale

Quindi, un uomo che vuole un corpo da donna sarà ormonalizzato per via statale a spese del contribuente.  Un uomo che vuole un corpo da uomo invece può andare in galera.

 

Sul serio.

 

Il mondo del fitness – in ispecie il body building, anche detto bizzarramente in Italia «culturismo» – è per lo più fatto da uomini così. Chi vuole un fisico massiccio, scolpito («definito», in gergo), come quello degli attori dei film ma anche della scultura classica (pensate al discobolo di Mirone), in genere vive a suo modo una «disforia».

 

Chi vuole un fisico massiccio, scolpito («definito», in gergo), come quello degli attori dei film ma anche della scultura classica (pensate al discobolo di Mirone), in genere vive a suo modo una «disforia»

La maggior parte dei body-builder parte da una situazione di insoddisfazione totale del proprio corpo. Sono troppo magri, secchi – endomorfi, nel linguaggio parascientifico che usano – oppure grassi e grossi – endomorfi. La soluzione al loro problema in parte è una vita di dolore e sacrificio (allenamenti estenuanti, dieta ferrea, almeno 8 ore di sonno obbligato) in parte è la stessa soluzione che ora lo Stato pagherà ai candidati al transessualismo: ormoni sintetici.

 

Tra i professionisti e tra gli entusiasti del fitness, salvo una minuscola frazione detta naturalnatty»), è difficile trovare qualcuno che non faccia uso di ormoni sintetici. In genere, si tratta di derivati dal testosterone, l’ormone maschile per eccellenza. Et pour cause: questi ragazzi, magri o grassocci (e per questo, chissà quanto scherzati e tormentati nella vita) vogliono possedere un corpo più virile.

 

Guardate gli attori di Hollywood (i supereroi, soprattutto), ma anche i ragazzoni nelle pubblicità degli stilisti, dei profumi e degli shampoo. Segreto di Pulcinella: vi riveliamo che non c’è nessuno di loro, nessuno, che non sia sotto steroidi. Nandrolone, Oxandrolone, Trenbolone, Stanozololo… le varianti sono tantissime, e le sconsigliamo tutte, perché gli effetti possono essere tremendi.

 

Guardate gli attori di Hollywood (i supereroi, soprattutto), ma anche i ragazzoni nelle pubblicità degli stilisti, dei profumi e degli shampoo. Segreto di Pulcinella: vi riveliamo che non c’è nessuno di loro, nessuno, che non sia sotto steroidi

Il problema è che è proibito. Le sostanze anabolizzanti sono fuorilegge, e a toccarle si rischia molto. Ciclicamente vi sono operazioni con arresti in tutta Italia che vengono sbandierate sui giornali. Finiscono nei guai personal trainer, amanti della palestra e altre figure di contorno. Durante il lockdown, si ricorda un’indagine che toccò anche alcuni appartenenti alle forze dell’ordine, perché in palestra ci vanno anche loro, e un corpo virile, con muscoli scattanti, potrebbe essere che possa servire anche nel loro lavoro.

 

Proprio in concomitanza con l’ormone di Stato, le Forze dell’Ordine hanno effettuato 32 perquisizioni in 26 province per traffico di sostanze del tutto simili a quelle per i transessuali. Testosterone e derivati, magari pure dalla triptorelina, che i culturisti usano per riattivare la produzione naturale del testosterone al termine di un «ciclo» di steroidi sintetici. Nello Stato etico moderno, invece, la triptorelina si dà ai bambini, e dal 2019 anche qui con copertura finanziaria del contribuente.

 

La triptorelina colpisce il sistema endocrino sospendendo l’arrivo della pubertà in modo di dare al bambino più tempo per riflettere sulla sua «disforia di genere», visto che la povertà accentuerebbe i caratteri sessuali del suo corpo, un corpo sessuato nel quali magari non si riconosce – sospendiamo quindi, grazie all’ormone magico, la natura della crescita, così magari da dargli altri ormoni che non gli facciano sviluppare completamente l’apparato riproduttivo, non gli diano peli e un tono di voce particolare.

Le sostanze anabolizzanti sono fuorilegge, e a toccarle si rischia molto. Ciclicamente vi sono operazioni con arresti in tutta Italia che vengono sbandierate sui giornali

 

Tocca di ribadire anche qui: chi dà la triptorelina a un bambino fermandogli la crescita (con praticamente nessuno studio sugli effetti a lungo termine!) viene rimborsato dallo Stato. Invece il palestrato vuole usare la triptorelina per tornare alla produzione naturale dell’ormone maschile, potrebbe finire al gabbio.

 

Come sia avvenuta la maledizione degli steroidi, che fino a qualche anno fa dicono fossero tranquillamente disponibili in farmacia, non lo sappiamo di preciso: c’è un bellissimo documentario americano sull’argomento, Bigger Stronger Faster, ma alla fine neanche quello dà risposte precise. C’entra forse in qualche modo il babau del doping, ma quello che avviene poi è che nelle palestre nessuno è uno sportivo professionista.

 

Quello però che sappiamo è, che in realtà, gli steroidi non sono spariti dalla circolazione, anzi: hanno solo, come nel caso recente degli ormoni-trans, trovato circolazione presso la popolazione secondo determinate direttrici etiche.

Chi dà la triptorelina a un bambino fermandogli la crescita (con praticamente nessuno studio sugli effetti a lungo termine!) viene rimborsato dallo Stato. Invece il palestrato vuole usare la triptorelina per tornare alla produzione naturale dell’ormone maschile, potrebbe finire al gabbio

 

Sì, etiche. Lo Stato non ti consente di gonfiare il tuo corpo in modo maschile, se sei un uomo. Te lo consente se sei una donna, con le medesime sostanze, lo abbiamo visto.

 

Ma riveliamo poi un’altra cosa. Se sei una donna, e vuoi rinunciare alla capacità più femminile del tuo corpo – la riproduzione umana – la farmacia nazionale ti offre lo steroide giusto: la pillola. Magari non lo sapevate, ma la pillola anticoncezionale è uno steroide.

 

Così: lo steroide sterilizzante potete prenderlo quando e come volete. Lo steroide per i muscoli invece no: galera.

 

Lo steroide che vi rende infertili, la pillola Pincus, ve la prescrivono come fosse una caramella. Non importa se poi gli effetti collaterali si stanno rivelando sempre più devastanti, sia da un punto di vista medico, che da un punto di vista psichico, che addirittura da un punto di vista ambientale: i fiumi sono pieni di pesci transgender, perché la quantità di ormoni scaricati con l’orina delle donne ha compromesso biologicamente il sistema endocrino della fauna.

Se sei una donna, e vuoi rinunciare alla capacità più femminile del tuo corpo – la riproduzione umana – la farmacia nazionale ti offre lo steroide giusto: la pillola

 

Nel legalissimo steroide sterilizzante per le donne c’è persino, ancora meno citato, un effetto collaterale sociale impressionante: le donne sotto pillola, secondo uno studio, tendono a non preferire uomini che esibiscono i tratti maschili (la mascella, i muscoli, etc.) che sono peraltro indotti dal testosterone. In pratica, la pillola distrugge l’equilibrio fra i sessi, perfino in termini di attrazione fisica.

 

Diventa chiaro, quindi, che l’ormone steroideo per lo Stato moderno, è legale solo se distrugge il rapporto fra i sessi, o ancora meglio, se annienta la fertilità.

 

Diventa chiaro, quindi, che l’ormone steroideo per lo Stato moderno, è legale solo se distrugge il rapporto fra i sessi, o ancora meglio, se annienta la fertilità.

Se vi servisse un altro esempio, possiamo pescare ancora dall’attualità. Avrete sentito che l’ineffabile ministro piddino Speranza quest’estate si è prodotto orgogliosamente in un blitz per diffondere ovunque la RU486, ovvero la pillola dell’aborto.  Ebbene, giova rammentare che il  mifepristone, nome chimico della RU, è uno steroide sintetico.

 

In pratica, se vuoi uccidere tuo figlio e scaricarne il corpo nel cesso, eccoti lo steroide. Se vuoi far crescere i muscoli, carcere. Non diciamo a caso: così come c’è chi a termine del «ciclo» di anabolizzanti assume la triptorelina, nel mondo del body building vi è chi teorizza l’uso della RU486 per il suo effetto contro gli estrogeni.

 

Ora capite: la sostanza è davvero la stessa. L’Italia punisce il consumo a meno che non si tratti di sterilizzare, far mutare sesso, financo uccidere bambini. Se è servire la Morte e la sua Cultura, lo Stato italiano sgancia i suoi danari – i nostri danari.

In pratica, se vuoi uccidere tuo figlio, eccoti lo steroide RU486. Se vuoi far crescere i muscoli, carcere

 

Renovatio 21, qualche tempo fa, fu subissata di critiche da parte di esponenti politici di un comune dell’Alta Italia dove doveva tenere una conferenza. Dicevano che la nostra è un’organizzazione estremista e financo anticostituzionale, perché ipotizzerebbe una «società cristiana» e magari persino uno «Stato cristiano». Rabbrividiamo: non sarà mica lo «Stato etico»?

 

Ebbene, il presente Stato non possiamo dire che agisca al di fuori di un’etica, visto che giudica giusto punire degli atleti mentre promuove trans e figlicide. Si tratta dello Stato etico moderno, che è giocoforza Stato etico della Morte, Stato necroculturale.

Il presente Stato non possiamo dire che agisca al di fuori di un’etica, che giudica giusto punire degli atleti e al contempo promuovere trans e figlicide. Si tratta dello Stato etico moderno, che è giocoforza Stato etico della Morte, Stato necroculturale

 

Ora, grazie al contribuente e all’annesso sistema farmaceutico, lo Stato non ha solo da diffondere l’etica della Morte: la può concretizzare con gli ormoni, così che gli ideali perversi possano incidere nella carne, trasformarla, o anche ucciderla.

 

Ecco a voi lo Stato Etico Ormonale.

 

Voi dove credevate di vivere? Nella «Repubblica fondata sul lavoro»?

 

No. Vivete nello Stato della Cultura della Morte, con tutti i suoi veleni.

 

Vivete nello Stato della Cultura della Morte, con tutti i suoi veleni

 

Roberto Dal Bosco

 

 

 

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Accontentato il canadese che aveva chiesto al governo di pagare l’operazione per avere sia un pene che la vagina

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Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.

 

Un uomo dell’Ontario ha ottenuto il diritto a un intervento chirurgico di affermazione di genere negli Stati Uniti finanziato dal governo che gli darà sia una vagina che un pene.

 

Un collegio di tre giudici della Divisional Court dell’Ontario ha stabilito all’unanimità che rifiutarsi di coprire la procedura violerebbe i suoi diritti costituzionalmente riconosciuti dalla Carta.

 

Al centro del caso c’è K.S., un 33enne nato maschio, ma che ora si identifica come un «dominante femminile» non binario. Usa un nome femminile. Secondo lui, l’intervento più appropriato per sostenere la sua identità di genere è una «vaginoplastica con conservazione del pene», una procedura offerta presso il Crane Center for Transgender Surgery di Austin, in Texas. Non è disponibile in Canada.

 

Secondo un articolo del National Post, K.S. ha sostenuto che «costringerlo a farsi rimuovere il pene invaliderebbe la sua identità e sarebbe simile a un atto illegale di terapia di conversione».

 

Secondo il National Post:

 

«Solo perché la vaginoplastica è elencata come un servizio assicurato non significa che nessun tipo di vaginoplastica sia qualificabile, ha sostenuto l’OHIP in tribunale».

 

«La corte non è stata d’accordo. La vaginoplastica e la penectomia sono elencati come servizi distinti e separati nell’elenco degli interventi chirurgici dell’Ontario ammissibili al finanziamento, ha affermato la corte. “Il fatto che la maggior parte delle persone che si sottopongono ad un intervento di vaginoplastica lo facciano con modalità che comportano anche una penectomia” non cambia la disposizione. Se la provincia avesse voluto assicurare un solo tipo di vaginoplastica (vaginoplastica con asportazione del pene), avrebbe dovuto redigere l’elenco in modo diverso, ha affermato la Corte».

 

È interessante notare che la corte si è basata sugli standard WPATH, che recentemente sono stati attaccati per mancanza di rigore scientifico. Gli standard WPATH «si riferiscono espressamente alla vaginoplastica senza penectomia come opzione chirurgica per alcune persone non binarie», ha scritto il giudice Breese Davies nella sentenza della corte.

 

La Corte ha affermato chiaramente che la «vaginoplastica con conservazione del pene» è una questione di diritti umani. «Il diritto alla sicurezza della persona tutelato dalla Carta tutela la dignità e l’autonomia dell’individuo», si legge nella sentenza. Richiedere a un transgender maschio nato o a una persona non binaria «di rimuovere il proprio pene per ricevere finanziamenti statali per una vaginoplastica sarebbe incoerente con i valori di uguaglianza e sicurezza della persona».

 

Michael Cook

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Atlete delle scuole medie si rifiutano di competere contro transessuali

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Un filmato che sta circolando in rete sembra mostrare un gruppo di cinque ragazze delle scuole medie che protestano per essere state costrette a competere contro un avversario maschio biologico transessuale fatto competere con loro.   Secondo quanto riportato dai media americani, in una sentenza all’inizio di questa settimana una corte d’appello federale si era pronunciata a favore della competizione dei maschi transgender nelle gare femminili dopo che era stato citato in giudizio lo Stato del West Virginia per la sua legge che vieta agli atleti trans di competere negli sport femminili nelle scuole pubbliche e nelle università.   Dopo la sentenza, l’adolescente è apparsa a una gara di lancio del peso per competere contro femmine biologiche.

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Per protesta, molte ragazze sono entrate nel settore del lancio del peso, si sono alzate brevemente e se ne sono andate senza lanciare un colpo.   Il video è stato condiviso dalla campionessa di nuoto, ora attivista per gli sport femminili, Riley Gaines.  

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«Cinque atlete delle scuole medie del West Virginia si rifiutano di lanciare il lancio del peso contro un uomo» scrive la Gaines. «Ciò avviene appena 2 giorni dopo che la Corte d’Appello del Quarto Circuito ha bloccato la legge WV che dice che devi competere nella categoria che corrisponde al tuo sesso».   «È un giorno triste in cui le ragazze di 13-14 anni devono essere le adulte nella stanza, ma non potrei essere più ispirata e orgogliosa di queste ragazze. Quando è troppo è troppo. La marea sta cambiando!» chiosa la bionda nuotatrice.   Il sito OutKick riferisce che una delle ragazze che hanno preso parte alla manifestazione ha rivelato che l’atleta transgender ha vinto l’evento di lancio del peso.   Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso una squadra di basket femminile si ritira dal torneo per protesta contro un giocatore transgender che domina abitualmente le partite. Due mesi fa è emerso che una squadra di basket femminile di una scuola superiore del Massachusetts è stata costretta a rinunciare alla partita dopo che un giocatore transgender della squadra avversaria ha ferito tre giocatrici.   Secondo il sito web SheWon.org, gli uomini con confusione di genere hanno vinto centinaia titoli negli sport femminili.   La pagine web mostra centinaia di nomi di atlete superate in gara da transessuali in ben 29 discipline sportive: ci sono ciclismoatleticasollevamento pesinuoto, canottaggio, corsa campestre, golf, sci alpino, sci nordico, skateboard, surf, biliardo, perfino il poker.

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Come riportato da Renovatio 21, il transessualismo sta divenendo un problema in quantità impressionanti di discipline praticate dalle donne: abbiamo visto casi per il nuoto, la maratona, il ciclismo, la BMX, l’hockey, il sollevamento pesi, il basket…   Problemi si sono avuti anche in sport di combattimento come la boxe, dopo un caso avvenuto ad un torneo nello Stato della Georgia, la Federazione statunitense di jiu-jitsu ha emanato una proibizione di competizione per i transessuali maschi negli eventi femminili.   In una lettera di protesta contro la follia transgender, l’ex campionessa di ciclocross Hannah Arensman aveva annunciato l’anno scorso che si è ritirata causa della presenza di transessuali nelle competizioni.   «Negli ultimi anni, ho dovuto gareggiare direttamente con ciclisti uomini negli eventi femminili», si legge in una lettera resa pubblica dalla Arensman. «Poiché questo è diventato sempre più una realtà, è diventato sempre più scoraggiante allenarsi duramente come me solo per dover perdere contro un uomo con l’ingiusto vantaggio di un corpo androgenizzato che intrinsecamente gli dà un evidente vantaggio su di me, non importa quanto mi alleno duramente».

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Società medica promette di «eradicare» la transfobia

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L’associazione medica britannica Chartered Society of Physiotherapy (CSP) ha rilasciato questo mese due dichiarazioni in merito al suo sostegno al transgenderismo e al suo obiettivo di sradicare la transfobia dalla professione medica.

 

«Il CSP si oppone alla transfobia. Ci impegniamo a eradicarlo dalla nostra professione», si legge nella dichiarazione del 10 aprile. La dichiarazione è stata quindi definita come una pietra miliare per i diritti «LGBTQIA+» in un’altra dichiarazione dell’11 aprile.

 

La dichiarazione del 10 aprile prosegue definendo la transfobia, una paura che la società considera malvagia.

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«Transfobia: la paura o l’antipatia di qualcuno basata sul fatto che è transgender, compreso il negare la propria identità di genere o il rifiuto di accettarla”» si legge nella dichiarazione.

 

Fornisce anche un esempio di fobia proibita: mettere in discussione l’«identità di genere» di una persona transgender, tentare di rimuovere i diritti delle persone transessuali, «rappresentare in modo errato» i trans, escludere sistematicamente le persone transgender dalle discussioni su questioni che le riguardano direttamente, e «altre forme di discriminazione».

 

La dichiarazione ammette anche che la paura, che ora non è più consentita, può manifestarsi in modi vaghi a seconda dell’interpretazione: «la transfobia non ha una manifestazione unica e semplice. È complesso e può includere una serie di comportamenti e argomenti».

 

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«C’è molto di più che dobbiamo fare tutti per garantire che la nostra comunità di fisioterapia sia inclusiva e libera da discriminazioni», ha affermato Ishmael Beckford, presidente del Consiglio CSP. La presidente del comitato Equità, diversità e appartenenza del CSP, Sarine Baz, ha affermato che la paura del transgenderismo non è mai accettabile.

 

«L’espressione di atteggiamenti o sentimenti negativi nei confronti delle persone transgender, o altre azioni transfobiche, non possono essere tollerate», ha detto la Baz.

 

Come riportato da Renovatio 21, la cosiddetta medicina transgender, nonostante i recenti scandali e le battute d’arresto istituzionali in vari Paesi, sembrerebbe procedere nel suo percorso anche in Italia, dove vi è stata polemica quando si è scoperto che persino il Policlinico Gemelli – l’ospedale del papa – avrebbe istituito un ambulatorio di assistenza per la disforia di genere.

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