Geopolitica
Putin chiede la riforma del Consiglio di sicurezza dell’ONU
Le Nazioni Unite devono adattarsi al ruolo crescente delle nazioni in via di sviluppo affinché siano meglio rappresentate, anche nel Consiglio di sicurezza, ha affermato giovedì il presidente russo Vladimir Putin.
Intervenendo a una sessione dell’iniziativa BRICS Outreach durante il summit ospitato nella città russa di Kazan, a cui ha partecipato tra gli altri il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, Putin ha osservato che la Carta dell’organizzazione era entrata in vigore lo stesso giorno del 1945. Per quasi otto decenni, i principi del documento «hanno costituito il fondamento delle relazioni internazionali e del diritto internazionale», ha affermato.
L’ONU dovrebbe mantenere il suo ruolo nel mantenere la pace e garantire uno sviluppo sostenibile dell’umanità, ma dovrebbe «adattarsi alle realtà del 21° secolo» per essere efficace, ha affermato il presidente russo.
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In particolare, il Consiglio di sicurezza dell’ONU e altre agenzie chiave dell’ONU dovrebbero rappresentare meglio «le nazioni di Asia, Africa e America Latina, comprese quelle presenti in questa sala», ha suggerito Putin.
«Una riforma delle principali istituzioni ONU e delle strutture finanziarie globali è attesa da tempo. Il peso delle nazioni in via di sviluppo nell’economia mondiale è cambiato radicalmente negli ultimi decenni», ha aggiunto il presidente della Federazione Russa.
Putin ha specificamente chiamato in causa il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale. Quest’ultima non fa parte dell’architettura delle Nazioni Unite, ma la sua creazione a metà degli anni ’40 rifletteva in modo simile i cambiamenti nell’ordine globale sulla scia della Seconda Guerra Mondiale.
Il vertice BRICS di tre giorni a Kazan fa parte della presidenza russa dell’organizzazione. Il programma di sensibilizzazione del gruppo mira a coinvolgere i governi degli stati non membri e le organizzazioni internazionali nelle parti pratiche dell’agenda BRICS. Trentasei nazioni e il capo delle Nazioni Unite hanno preso parte all’incontro.
Il vertice dei BRICS si è concentrato sulla creazione di meccanismi alternativi per il commercio e gli investimenti internazionali, che sarebbero stati protetti dai tentativi degli Stati Uniti di utilizzare le istituzioni finanziarie sotto la loro influenza per colpire i propri oppositori geopolitici con restrizioni economiche.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0); Immagine tagliata
Geopolitica
Turchia, effigie di Netanyahu appesa a una gru: «pena di morte»
Turkish academic creates model of hanged 🇮🇱PM Netanyahu, with a “Death Penalty” sign. Proudly aided by a state company.
Turkish authorities have not disavowed this disgraceful behavior. In Erdoğan’s Turkey, hatred & antisemitism isn’t condemned. It’s celebrated. pic.twitter.com/19MALpzEEW — Israel Foreign Ministry (@IsraelMFA) October 26, 2025
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Droga
Trump punta ad attaccare le «strutture della cocaina» in Venezuela
Il presidente statunitense Donald Trump sta esaminando proposte per operazioni militari americane contro presunte «strutture per la produzione di cocaina» e altri bersagli legati al narcotraffico all’interno del Venezuela. Lo riporta la CNN, che cita fonti anonime.
Due funzionari non identificati hanno dichiarato alla rete che Trump non ha scartato l’ipotesi di un negoziato diplomatico con Nicolás Maduro, nonostante recenti indicazioni secondo cui gli Stati Uniti avrebbero interrotto del tutto i colloqui con Caracas, mentre valutano una possibile campagna per destituire il leader venezuelano.
Tuttavia, una fonte della CNN ha precisato che «ci sono piani sul tavolo che il presidente sta esaminando» per azioni mirate all’interno del Venezuela. Un terzo funzionario ha indicato che l’amministrazione Trump sta considerando varie opzioni, ma al momento si concentra sulla «lotta alla droga in Venezuela».
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A giudizio di alcuni esponenti dell’amministrazione statunitense, una campagna antidroga nel Paese sudamericano potrebbe accrescere la pressione per un cambio di regime a Caracas. Trump ha pubblicamente smentito l’intenzione di rimuovere Maduro dal potere.
Nelle scorse settimane, le forze armate americane hanno condotto vari raid contro imbarcazioni sospettate di narcotraffico e, secondo Washington, collegate al Venezuela, causando decine di vittime.
Giovedì, Trump – che aveva già confermato l’autorizzazione di operazioni della CIA in Venezuela – ha dichiarato che gli Stati Uniti potrebbero estendere la loro campagna antidroga dal mare alla terraferma, senza entrare in dettagli. Inoltre, la portaerei USS Gerald R. Ford è stata inviata nei Caraibi per sostenere l’operazione antidroga.
Maduro ha respinto ogni legame del suo governo con il traffico di stupefacenti, insinuando che gli Stati Uniti stiano usando le accuse come copertura per un cambio di regime. Dopo le notizie sul dispiegamento della portaerei, il presidente venezuelano ha accusato Washington di perseguire «una nuova guerra eterna».
Secondo un reportaggio del New York Times, Maduro stesso avrebbe proposto agli Stati Uniti significative concessioni economiche, inclusa la possibilità per le aziende americane di acquisire una quota rilevante nel settore petrolifero, durante negoziati segreti durati mesi. Tuttavia, Washington avrebbe rifiutato l’offerta, con il futuro politico del presidente Nicolas Maduro come principale ostacolo.
Un precedente articolo del quotidiano neoeboraceno riportava che Trump avesse ordinato l’interruzione dei colloqui con il Venezuela, «frustrato» dal rifiuto di Maduro di cedere volontariamente il potere. Il giornale suggeriva anche che gli Stati Uniti stessero pianificando una possibile escalation militare.
Nel frattempo, Maduro ha avvertito che il Venezuela entrerebbe in uno stato di «lotta armata» in caso di attacco, aumentando la prontezza militare in tutto il Paese.
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Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso, gli Stati Uniti hanno inviato almeno otto navi della Marina, un sottomarino d’attacco e circa 4.000 soldati vicino alla costa venezuelana, dichiarando che la missione mirava a contrastare i cartelli della droga. Washington ha sostenuto che l’armata ha affondato tre imbarcazioni venezuelane, senza però fornire prove che le persone a bordo fossero criminali.
La Casa Bianca accusa da tempo Maduro di guidare una rete di narcotrafficanti nota come «Cartel de los Soles», sebbene non vi siano prove schiaccianti o prove concrete che lo dimostrino, tuttavia lo scorso anno gli USA sono arrivati a sequestrare un aereo presumibilmente utilizzato dal presidente di Carcas. È stato anche accusato di aver trasformato l’immigrazione in un’arma, sebbene Maduro si sia mostrato pronto a dialogare con le delegazioni diplomatiche americane sulla questione.
Come riportato da Renovatio 21, a inizio anno Maduro aveva dichiarato che Washington ha aperto il suo libretto degli assegni a una schiera di truffatori e bugiardi per destabilizzare il Venezuela, quando gli Stati Uniti si sono rifiutati di riconoscere le elezioni del 2024 in Venezuela.
Secondo Maduro, almeno 125 militanti provenienti da 25 Paesi sono stati arrestati dalle autorità venezuelane. Aveva poi accusato Elone Musk di aver speso un miliardo di dollari per un golpe in Venezuela. Negli stessi mesi si parlò di un piano di assassinio CIA di Maduro sventato.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Thailandia e Cambogia firmano alla Casa Bianca un accordo di cessate il fuoco
HISTORIC PEACE BETWEEN THAILAND & CAMBODIA. President Trump and Malaysia’s Prime Minister Anwar Ibrahim hosted the Prime Ministers of Thailand and Cambodia for the signing of the ‘Kuala Lumpur Peace Accords’—a historic peace declaration. pic.twitter.com/BZRJ2b2KLY
— The White House (@WhiteHouse) October 26, 2025
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